archipanda : [post n° 354923]

Possibile che non c'è più lavoro in Italia per noi Architetti?

Salve a tutti,
chi vi scrive è un quasi trentenne, architetto abilitato e iscritto all'OAPPC della provincia di Milano. Dopo aver lavorato (anche da studente) in diversi studi di architettura, società di ingegneria, aziende ed imprese e dopo aver acquisito una notevole esperienza mi ritrovo oggi a dover scegliere di "scappare" dal mio paese, raggiungere un altro stato e ricominciare da zero.
Mi chiedo a cosa sono serviti tutti questi anni di sacrifici?
Mi sono risposto che molto probabilmente questo "Paese" non ci vuole, o ci vuole ma alla sua maniera.
Sarò forse matto a ricominciare a 30 anni...ma io la vedo come un'opportunità da non lasciare..
Buttatevi e abbiate il coraggio di mandare a quel paese datori di lavoro che vi sfruttano, clienti fastidiosi e che non pagano.
Bisogna essere degni e non accontentarsi.
Buona fortuna a tutti
leo85 :
scusa la mia domanda, ma tu parti senza meta, oppure già hai dei contatti in altri paesi?
Te lo chiedo perchè anche io voglio andarmene, ma non so come cominciare!
archipanda :
Parto la prossima settimana, vado nel sud della Germania.
Nina :
Mi accodo a leo85. E' facile dire "partiamo", confesso che io per prima andrei via domani stesso da questo paese che non ci offre nulla. Ma la realtà è che dobbiamo fare i conti con una serie di "problemi", chi più chi meno: contatti, possibilità effettive di trovare lavoro, costi da sostenere.
Per questo ti chiedo anch'io, archipanda, e lo chiedo a tutti quelli che sono riusciti nell'impresa di partire verso altri lidi, come vi siete mossi? Dove/come avete trovato i contatti? Tentate la sorte scegliendo un paese estero a caso? Qualsiasi altra indicazione più o meno dettagliata sarebbe molto ben accetta. Grazie :)
ponteggiroma :
Io non ci penso proprio... infondo si sta così bene a casa con papà e mammà. E poi è tanto freddo in quei posti brrrrr....
john :
sarà ma questi "post" tipo "spot" (carino l'anagramma) che spronano allo "scappare" dall'Italia così senza argomentazioni non mi piacciono.

Capisco spronare i colleghi al "coraggio", io a quasi 40 sto messo come te, mi devo reinventare ogni giorno ma non me ne vado, proprio per niente.

Non c'è lavoro? a Milano? che tipo di esperienze hai acquisito? perché dici questo? cosa intendi per "lavoro"? Architettura vera e propria o anche edilizia e servizi specialistici di vario tipo? (acustico, energetico, sostenibile, antincendio, sicurezza....etc etc)
Se "scappi" dove te ne vai? Sempre a fare l'architetto? Ci diresti come hai fatto a trovare contatti? no perché se sproni ad andare magari in Cerrmania così all'avventura non so quanto meglio si possa trovare (se non come un mio amico architetto che è scappato si, ma ora alleva cavalli). Oppure vai a Dubai?

Probabilmente sbaglio io, il tuo post è uno spronare, ma è vero pure che nella vita quello che fai tu non è per tutti e per qualcuno che va via c'è qualcun altro che sceglie invece di rimanere, combattere e cercare di farsi sfruttare di meno e insegnare ai clienti a pagare....e penso che anche a questi colleghi vada augurata buona fortuna.
babba :
Riporto due esperienze di due mie amiche, giusto per la cronaca: una a 30 anni ha contattato per uno stage un grosso studio di archistar a Parigi mandando cv. Ha fatto stage con rimborso spese (400 euro + mensa) per 6 mesi, (ovviamente il grosso delle spese per mantenersi la ha messo lei con i suoi risparmi). Contemporaneamente faceva un corso di lingua per migliorare il francese. Finito stage ha contattato vari studi ed in tempi brevi è stata assunta (assunta!) in un altro studio della capitale, a 2200 euro netti al mese...
La seconda (32 anni) è partita per Berlino ospite per la prima settimana di una ragazza del posto conosciuta in erasmus. Poi ha trovato appartamento in condivisione e si è mantenuta quasi un anno facendo la cameriera in un bar italiano e studiando la lingua. In seguito è stata presa in prova 6 mesi in un grosso studio di retail design, dove lavora tuttora dopo in rinnovo a tempo indeterminato. Anche qui orari pesanti, ma per lo meno gratificati da risultati professionali ed ecomomici.
Io sono rimasta qui in questo schifo di paese, per pigrizia e paure varie, e adesso a 37 anni ho chiuso p.iva, visto che invece che venire pagati per lavorare in italia bisogna pagare per lavorare, e mi domando seriamente che fare della mia vita...
archipanda :
Tutto sta nella forza di volontà e nelle aspettative che ognuno di noi si pone come obiettivi.
Mi "correggo" dicendo che i veri coraggiosi sono quelli che rimangono, e non quelli che partono. Chi rimane non ha solo coraggio, ma non si è ancora schifato e nauseato da quanto c'è in questo Paese.
Io amo questo Paese, il mio sole e la gente...ma come farò a spiegare ai miei figli tra 20 anni che ho rinunciato alla possibilità di offrirgli un futuro migliore in un Paese dove esiste la meritocrazia, dove potranno avere la possibilità di vivere una vita dignitosa?
Il sole, il mare, la cucina, le nostre architetture che hanno fatto la storia non bastano più...e voi pensate che sarebbe corretto rinunciare? Ma poi, rinunciare a cosa? Per lottare e cercare di salvare l'Italia, un Paese che si è mangiato tutto in mazzette e corruzione?
Ovviamente rispetto le opinioni di tutti...ma io mi voglio dare un'altra possibilità. Lo devo alla mia famiglia e a me stesso.
Valy :
@john: purtroppo è un luogo comune che a Milano ci sia lavoro, la crisi si sente anche da noi in tutti i campi...ho un sacco di amici, in cassa integrazione, licenziati da un giorno col l'altro perché l'azienda ha chiuso o portato tutto all'estero, che lavorano con turni assurdi - giorno e notte- per due lire perché sennò ti licenziano e per uno perso ce ne sono altri 100 pronti a lavorare a metà prezzo... nel nostro campo poi non ti dico, solo architetti iscritti all'Ordine siamo più di 20mila, senza contare i geometri e gli ingegneri che fanno la stessa cosa... in più si sono accodati anche gli architetti d'interni che aprono gli studi come titolari cercando architetti che possono firmare le pratiche... le imprese hanno poco lavoro e anche sottopagato e come professionista non puoi chiedere i prezzi giusti ma devi fare una gara al ribasso e tante volte ci si rimette anche (ma il pensiero è sempre va be però magari si trova bene e mi presenta a qualcun altro ... ma non succede mai così), molti studi hanno chiuso e quelli che sono rimasti aperti cercano tutti neolaureati, mega titolati in modo da poterli pagare 2 lire e farli lavorare 10/12 ore al giorno... ho molti amici che lavoravano in studi che sono stati mandati via perché non c'era più molto lavoro... io stessa che sono libera professionista tiro a campare facendo le svendite tipo mercato perché vicino a me ci sono altri 3 studi che offrono le stesse cose (e io ho tutte le abilitazioni possibili e immaginabili :-( )
questa è la situazione a Milano...
biba :
archipanda, non abbiamo ancora capito quali contatti avevi e come ti sei organizzato per lavoro, casa ecc. e invece mi pare che qui siamo tutti molto curiosi (tolto Ponteggi che soffre il freddo ^-^)
Arch&Cons :
Io attualmente vedo molta paura nei confronti dei "mega titolati". Vengono subito scartati perché avere qualche titolo in più della laurea magistrale (fosse anche solo l'aggiornamento professionale obbligatorio) è una dimostrazione di competenze che mette il titolare nella condizione di doverle retribuire (non discutono neanche la possibilità di prenderti in considerazione, ti indicano la porta direttamente). La tendenza che vedo è quella di scegliere la persona con meno titoli possibili e con meno esperienze professionali possibili. Puoi avere la laurea magistrale, non essere mai riuscito a prendere l'abilitazione (o far finta di non esserci mai riuscito, che è molto più probabile), ma aver lavorato per almeno 5 anni presso altri studi e vieni scartato subito perché si presume che ormai di prese in giro ne hai viste parecchie e quindi i titoloari non ti sceglieranno mai (ti chiedono loro il cv ma poi non ti rispondono, alla faccia dell'educazione!).
archipanda :
Ho mandato un cv in un'azienda che disegna arredi.
Momentaneamente starò in una sorta di B&B e lunedì farò il mio primo colloquio.
Lo so, anche a me sembra tutto così strano...ma all'estero funziona così. Ti rispondono alle mail e se il tuo profilo è attinente al tipo di personale che l'azienda o lo studio sta cercando, loro ti chiamano immediatamente; non occorre essere figlio di, o conoscere nessun. Se vali loro ti prendono.
Caxxo se sono pragmatici i tedeschi.
Auf Wiedersehen ;)

PS:
il tutto in tre fottutissimi giorni
Arch&Cons :
Ti faccio veramente tanti auguri, ma non ti illudere! Io sono stata chiamata 2 volte dall'Inghilterra ed 1 dall'India ... ho sempre fatto il colloquio via Skype ma il risultato finale è che cercavano qualcuno da non pagare ma con le mie stesse competenze. Quindi nulla di fatto in tutti e tre i casi. Facci poi sapere com'è andata!
Ily :
Non è vero che non c'è lavoro: basta guardare la quantità di annunci di studi che cercano tutti i giorni.
Il problema sono le condizioni di lavoro e sopratutto gli "stipendi".
Ma in tutti i settori eh?
Kia :
diciamo che c'è tanto lavoro da far gratis. Sempre stato così da quando mi sono laureata (10 anni fa).
DR COSTA :
In Italia c'è tanto lavoro, per lo meno nel nostro settore, solo perchè lo si confonde con lo schiavismo, per altro abolito diversi secoli fa.
Perchè cercano solo neo laureati????
Solo commerciali????
Forse per pagarli una miseria e nel secondo caso solo se portano contratti.
Comunque per me hai fatto bene a buttarti, la fortuna aiuta gli audaci ahahahah.
perhonen :
Scrivo dal nord della Germania e...tanto freddo non fa! ;-) Comunque ho lasciato il mio lavoro in Italia e ho seguito mio marito all'estero, esperienza dura. Sono qui da un anno e mezzo e ho capito che ci sono svantaggi e vantaggi. Quello che vi consiglio di fare ASSOLUTAMENTE è di conoscere abbastanza bene la lingua del paese dove andate (es. in Germania non basta l'inglese), avere una infarinatura delle principali norme, non andare in una piccola città o vi ritroverete a poter fare al massimo il cameriere. Infine non aspettatevi sia tutto facile, sarà tutto difficile ma, si ha la soddisfazione di combattere con in vista un traguardo reale. In Italia si affrontano le difficoltà perchè non ci sono alternative, e il traguardo non esiste.
Negli studi si lavora tanto e si viene inizialmente sfruttati come in Italia, se si è single la tassazione per il lavoro dipendente è quasi più alta che in Italia. Se si è sposati va meglio, se si hanno figli hai tutti i bonus del mondo. Dopo un primo periodo puoi fare carriera davvero e puoi avere uno stipendio medio-alto. Ci sono più possibilità, possibilità reali intendo ma... è difficile vivere lontano dall'Italia. Appena possibile noi torniamo sempre, ci manca la spontaneità della gente, le belle città, la ricchezza culturale, il divertimento.
Spero di esservi stata d'aiuto.
Edoardo :
Ecco quest'osservazione di perhonen: "Dopo un primo periodo puoi fare carriera davvero e puoi avere uno stipendio medio-alto"... penso che questo basti ed avanzi per capire tutto, seppur con tutti i se ed i ma del caso. E spiega pure perchè da noi vi sia l'iper frammentazione degli" studi" e siamo tutte partite IVA. Spiega inoltre come, a differenza del Paese delle mafie nepotistico clientelari, altrove il merito POSSA essere riconosciuto e ritenuto plusvalore per un'azienda e non un'insidia o un fardello. Cosa resterà dell'Italietta? Dei gran pensionati, qualche figlio di papà o nipote di zio, qualche infilato nella P.A., oppure chi dovrà accontentarsi o perchè illuso di un cambiamento (come me) o perchè costretto da impedimenti familiari.
desnip :
Beh... se all'estero va bene economicamente per chi è sposato e ha figli, allora ho fatto bene a restare in Italia!
Ily :
Esistono anche le persone serie!!!
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