sclerata : [post n° 371071]

Avrei potuto farlo meglio

Passo in centro stamattina, vedo che stanno smontando i ponteggi da una unifamiliare vecchia (anni 40/50) che avevo adocchiato più volte perchè la ritenevo con molto potenziale in caso di futuro recupero.
Ebbene: recupero preso dal solito collega 60/65enne, con superstudio, che restaura chiese a gogo (solo nel mio paese già la terza) ...
Oggi il tutto si palesa nella sua banalità.
Sembra quella che un "giometra" definirebbe il suo capolavoro.
L'ha cappottata. ok
Ha recuperato il sottotetto. ok.
Ma era più bella prima.

E lì pensi: avrei potuto fare di meglio.
Non vi capita mai?
ponteggiroma :
be' direi che dipende da diversi fattori:
1) budget
2) apertura mentale del committente
3) possibilità urbanistico/edilizie
sclerata :
certo quello l'ho messo in conto, ovvio.
ma l'unica scusante potrebbe essere l'apertura mentale del committente, davvero.
è diventata altro.
Aveva una bella loggia ad angolo che spezzava il volume quadrato (e che era godibile) che è sparita per fare posto a dei terrazzini semicircolari in pietra su strada dove non puoi nemmeno mettere uno stendino senza far vedere le tue mutande a tutto la città (e come budget sono sicuramente costati di più)
il volume è raddoppiato.
Le finestre erano ampie e adesso sono strette e piccole, con la cornice tinteggiata a contrasto in grigio scuro su grigio chiaro...
era snella come forma, molto pulita, è diventata tozza e sovraccarica.
aveva un tetto a falda unica con una pendenza gradevole, adesso è a doppia falda ma praticamente piatta.
boh.



BRB :
Concordo con te sclerata ! ..siamo pieni di intervento di questo tipo !!
Sono dell'idea che non conta il budget.
Secondo me principalmente conta quanto il tecnico ha voglia e pazienza per approcciarsi con la strategia migliore ...per orientare le scelte del committente.
E fondamentale conta la cultura progettuale del tecnico. Il suo gusto estetico/tecnologico per apprezzare/rispettare l'identità dell'edificio...



architekton :
A quei tecnici interessa solo la parcella.
Fanno quel che ordina il cliente al fine di non contraddirlo, lo rendono felice, vengono pagati senza storie, si garantiscono lavori futuri, il tutto col minimo sforzo.
La loro è un'attività imprenditoriale, anziché una professione e rende certamente di più.
Edoardo :
Concordo circa la venalità di molti "rozzi" geometri. Ricordo quando chiesi al geom. (firmante PPIP e progetti) di appendere i disegni sulla bacheca di sughero modi archistar e lui mi disse che avrebbe preferito appendere gli assegni. Per contro sono 10 anni che mi pagano regolarmente circa il doppio di un collaboratore tipo. Tuttavia... visitai lo studio di un narciso architetto (progettò il complesso dove vivevo) che invece esibiva foto incorniciate dei suoi lavori con una matita consumata sopra come simbolo di "fatica".. bei progetti, in uno studio fighissimo. Quando un suo collaboratore si rivolse a lui però lo trattò con disprezzo, ed il suo giovane schiavo trapelava odio da tutti i pori. Il baldo architetto narciso mi volle nel suo studio dicendo: "vieni via da quegli ingegneracci!".. ma dopo che gli risposi che ero assunto da anni sparì, divenne muto come una tomba. Credo che il suo studio, col figliuolo peraltro, abbia chiuso battenti. Questo per dire che i valori professionali sono pieni di sfaccettature e non sono assolutamente indicativi dei valori umani. Chi magari è venale è onesto e rispettoso... ...chi ipocrtamente finge di non esserlo facendo l'artista magari, oltre che venale, è una persona di basso livello morale nonchè, spesso, un pessimo progettista.
Edoardo :
Comunque... ...io penso che avrei "fatto meglio" l'auditorium di Roma... ma non ne parlo molto in giro. ;- )
ivana :
la colpa però non è di chi fa le cose, ma di chi gli le permette. Penso che manchi (oltre alla cultura) anche la normativa che preservi la conoscenza e la tutela delle piccole architetture moderne. Spesso i regolamenti ultra ed inutilmente restrittivi si fermano alla "città antica" lasciando al buon senso di proprietari e progettisti la scelta della qualità degli interventi. Così vedo villette unifamiliari del 1940 che sembrano, dopo interventi di ristrutturazione, edifici abusivi condonati con profluvio di cancellate e ringhiere. Oppure piccoli esempi di protorazionalismo ridotti a cubi anonimi, spogliati delle decorazioni originali e di un vile color terra di siena!
Ily :
Ivana per carità in realtà speso sono le commissioni edilizie a imporre le cose... in base ai gusti dei commissari...
Io ad esempio odio il postmoderno e vedo molti vecchi cascinali trasformati in orride villette postmoderne...
piango piango piango
Edoardo :
Pensa Ily che i miei suoceri stanno in una bifamigliare esattamente postmoderna, più postmoderna che mai... ...e chiesero all'arch. (una vecchia volpe politica) di rinunciare al mega timpano centrale che, altrimenti, avrebbe trasformato la loro villetta di paese in una sorta di tempio pagano. Mah. P.S. la volpe politica, colloquiando con me innanzi alla suocera, mi ha consigliato di darmi all'ippica piuttosto che tentare di fare l'architetto oggi in Italia. E sogghignava pensando al cu_o che ha avuto lui a nascere 30 anni prima...
sclerata :
Ily, quando neolaureata davo una zampa al mio zio geometra ho visto imposizioni assurde per delle baite/villette: in una baita in montagna si imponeva di mettere degli abbaini sul tetto perchè lì in zona ce le avevano tutti (???) , in un'altra si contestava un tetto a padiglione dicendo che non era "tipico" quando tutte le casa intorno l'avevano così.
a quella che ho progettato io (di fianco a quella di cui sopra) con tetto piano non hanno mosso nessuna critica.

Credo che taluni di questi soggetti abbia bisogno di cure psichiatriche.
Edoardo :
Io ho visto cose che voi umani... ...ovvero ho avuto accesso al "libro nero" della Soprintendenza e l'architetto mi spiegava i loro criteri per bocciare i progetti. Bastava che un elemento, anche triste, fosse comune nell'intorno (tapparelle) che una facciata doveva avere le tapparelle. Veniva ottusamente premiato il LOCUS qualsiasi esso fosse ed osteggiato tutto ciò che fosse "diverso". Raccapricciante.
desnip :
A me succede SEMPRE girando per la mia città!
jrk87 :
Ragazzi è assolutamente una questione di formazione, siamo stati formati per avere un senso critico rispetto all'arte, al gusto, al tempo e alla dimensione in cui viviamo. Perciò è solo per questo che credo che in Italia siamo arrivati ad un punto in cui non c'è più nulla per il quale bisogna avere i denti per combattere. Non è una questione di pessimismo, ma siamo circondati da brutture, da citazioni kitsch del pseudoneoclassico reinventato senza una comune visione. Sopratutto perchè tutti in italia possono fare tutto tranne i medici o gli avvocati.
desnip :
Poi c'è da considerare anche un altro fatto...
Mia nonna era sarta e diceva che le sarte trovano sempre il difetto nei lavori delle altre sarte.
Secondo me anche noi architetti siamo un po' così. Io il difetto lo trovo sempre...
Edoardo :
Temet nosce... ...o nosce te ipsum, innanzitutto. O no?
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