ponteggiroma : [post n° 371145]

Di chi è la colpa?

E’ sotto la luce del sole ormai la scarsa qualità architettonica del nuovo, cui si aggiunga anche una scarsa attenzione da parte del pubblico/privato alla manutenzione del costruito e dei servizi (scuole, spazi pubblici, ecc…).
Ora la domanda che mi arrovella è la seguente: possibile che tali colpe (anche se prevalenti) siano da attribuirsi solo alla committenza, sia essa privata che pubblica? Non potrebbe, in parte, forse, essere attribuita anche a noi progettisti (escludendo gli asini, che sicuramente non fanno parte dei frequentatori di questo forum), che lavoriamo sempre più spesso sotto lo scacco di norme, burocrazie e scarsità dei compensi, che ci rendono alieni a tutto ciò che riguarda la bellezza?
In parole povere mi piacerebbe sapere quanti di voi lavorano “divertendosi” ed appassionandosi a quello che fanno. Sapreste quantificare la percentuale delle commesse in quest’anno, portate a termine con soddisfazione professionale?
sclerata :
no ponteggi.
io non credo che siano solo della committenza.
sono anche e tante quelle dei progettisti.

Nella mia zona c'è un architetto che lavora molto: fa casettine, villettine, ville a schiera per l'impresa di turno. o per privati. Ma che siano in fondo valle, che siano in periferie o in centro le fa tutte uguali.
Tutte.
Tetto a capanna, quadrate, colore rosa o giallino, tipiche da geometra, considerando il fatto che mio zio geometra ne ha fatte di molto più belle eh...
Sbattimento zero.
Possibile che tutti i committenti amino quella roba lì?
O è lui che prende un modello e lo sbatte lì punto e basta?
Dipende anche forse da quanto è facoltoso il committente.
Dove lavoravo prima il progetto della palazzina lo facevano fare allo studio Citterio (e faceva pena uguale perchè il mio ex capo non era cmq abbastanza facoltoso per l'arch. citterio...quindi è roba che lui non ha mai sicuramente visto) ... l'impresetta di paese chiama un architetto "di paese" perchè Citterio lo devi pagare a peso d'oro.

E non è nemmeno la normativa o i pgt che non mi sembrano (nella mia zona) così assurdi o restrittivi,
con quei paletti si possono progettare cose interessanti e che si staccano un po' dal solito panorama attuale.


Edoardo :
Bello ponteggi impegnato che si espone. Così lo voglio! Premetto che sto facendo una pompa ad un mio titolare, una pompa di benzina nuova (stazione di servizio)... che non è proprio il massimo... direi che qua si vociferava di un progetto di un megacapannone nuovo in zona figa con uffici da 26000 mq. + uno sfizioso fabbricato nuovo in legno ad uso negozi (e stavo imputtanendomi col legno)... che ne è rimasto? Alcune sanatorie di vecchi clienti pseudocontadini... baraccotti abusivi, recinzioni, che domani allegramente andrò a rilevare con 1°C per portare a termine questa strepitosa pratica pre Natalizia. Per fortuna c'è rimasto lo sci e qualche magnata (oltre che... ehm). Sinceramente ho perso qualsiasi interesse ed aspettativa di gratificazione, prendo il rancio nella mia tana aspettando passi l'inverno. Da oltre 5 anni, forse 6.
Ily :
"In parole povere mi piacerebbe sapere quanti di voi lavorano “divertendosi” ed appassionandosi a quello che fanno".

Dipende da quello che faccio!!!
Quando ho a che fare con burocrati vorrei un mitra o un lanciafiamme, quanto tocco una vecchia casa mi sento al settimo cielo.
Sogno l'abolizione delle Soprintendenze covo dei burocrati più ottusi e perniciosi, ancora fermi alla penna d'oca perché sia mai, le cannette col pennino staccabile sono troppo moderne e vanno viste con sospetto.

"Sapreste quantificare la percentuale delle commesse in quest’anno, portate a termine con soddisfazione professionale?"

Il 100%, più che altro per aver aiutato i clienti con rognosissimi problemi burocratici.
Ily :
Oddio la pompa... avevo equivocato hahahahahha dicevo ma come appena sposato, non credevo che fosse dell'altra sponda :D
Edoardo :
Lo sai Ily, per me conta solo il denaro (pecunia non olet). In questo caso olet di benzina! ;- )
ponteggiroma :
fermo restando che il lavoro va pagato, secondo me si può trovare soddisfazione professionale anche nel progettare "una pompa di benzina", o ad aiutare un cliente a districarsi nella burocrazia, così come non se ne può trovare assolutamente nel fare il copia e incolla per una villetta ripetuta all'infinito. La differenza fondamentale è proprio nell'avere, per quanto possibile, la possibilità di metterci del tuo ogni volta che approcci una nuova commessa. Credo che quello che ci differenzi dagli altri sia sempre la capacità di avere un seppur limitato margine di manovra per lasciare un segno, qualcosa che hai potuto fare solo tu, frutto del tuo ingegno e non di una mera e fredda applicazione della norma.
alsi :
se devo tornare al titolo, beh e' sempre una responsabilita' condivisa, come per i figli maleducati genitori e scuola, in parti diverse ad ogni modo.
Non c'e' la cultura diffusa del bello nel nuovo o meglio nell'edilizia contemporanea per non scomodare la parola architettura. Mi ricordo una discussione o una lezione con Anselmi che diceva che in italia la gente ha ancora interesse solo per il design, per la cura degli interni... non era tutto sbagliato questo bilancio
Spesso personalmente ho molti dubbi anche sugli esempi piu' blasonati, figuriamoci lo standard nazionale che si basa sulle figure imposte dai palazzinari! Anche lí architetti e ingegneri lavorano e firmano progetti milionari trash...
C'e' tutto un orientamento che parte dalle leggi che spinge a sfavore e che oggi ci ha portato a questo punto.
Da dove sono oggi sto studiando come vanno le cose oltre frontiera e... non sono ancora esperto ma sono diverse, una fiducia diffusa nella figura dell'Architetto, e una responsabilita' piu' rimarcata nelle scelte della progettazione in mano alla nostra figura, ed ecco che le cose cambiano. I costruttori non hanno mai l'ultima parola, ne il coltello dalla parte del manico. Detto cio' alla bellezza non si arriva neanche qua molto facilmente!
Edoardo :
Ognuno fa le pompe a modo suo, in effetti... nel mio caso siamo in tanti, tanti tecnici, a più mani, che contribuiscono apportando continue modifiche. Speriamo che venga... la fine, e si presenti il "progetto". Non ne posso più di variare e di andare su e giù (per lo studio).
ponteggiroma :
ecco alsi, è proprio questo il punto, tu dici: "una fiducia diffusa nella figura dell'Architetto, e una responsabilita' piu' rimarcata nelle scelte della progettazione in mano alla nostra figura, ed ecco che le cose cambiano". Ma quand'è che l'abbiamo persa? O peggio: quando e chi ce l'ha sottratta. Forse eravamo distratti, o forse ancora l'abbiamo persa a causa della nostra inettitudine?
alsi :
Certo ci sono diverse leggi che danno i dadi in mano alle societa' di costruzione, questo e' un punto fermo e sbagliato che anche in Francia, non solo in Germania non esiste. Penso per esempio che strumenti introdotti come CILA e SCIA siano piu' virtuosi quando autorizzano a cambiare, mettendo in mano a noi una responsabilita'. Ma questo non basta. I nostri ordini anche sono responsabili, ma qui si ricade sulla nostra responsabilita' se noi non votiamo mai i delegati di ordine e inarcassa!!!

Abbiamo perso molto terreno di sicuro, non era questa la nostra figura negli anni 70 e 80 ma gia' allora non si e' fatto bene, ma solo cercando un organismo comune come l'ordine o qualcosa di piu' evoluto in cui partecipare veramente si puo' costruire una figura nuova o curare quella vecchia, di sicuro non facendo ognuno il proprio lavoretto, come e' usanza dai tempi dei tempi nel nostro paese.
jrk87 :
Una bella domanda, credo che la soddisfazione personale si possa raggiungere solo quando si è gratificati dal proprio lavoro, che equivale praticamente allo 0,1% dei casi. Chi è un libero professionista e lo fa con una certa etica e passione, ha un buon giro e lavora parecchio anche se facesse un bagno si sentirebbe realizzato perchè è libero. Chi lavora per dinosauri ingegneri, come feci io, fermi all'anno 3 che non sanno neanche accendere un computer e ignorano totalmente RVT, PSD, DWG ecc ecc si ritrovano completamente insoddisfatti a fare villette kitsch con archetti e decò orribili che farebbero impallidire qualsiasi architetto pre e post movimento moderno. Se poi costoro ignorano anche i grandi della storia dell'architettura, la stima passa.
Poi ti ritrovi con il tuo esiguo rimborso spese, trattato alla stregua di uno zingaro, con offese in cantiere da parte del tuo capo davanti ai tecnici geometroni e dipendenti comunali che se la ridono e sgangherano come delle serpi. Se poi pensi che nei tuoi anni di tirocinio universitario hai lavorato fianco a fianco per mesi con un premio Pritzker e sei ritornato nel tuo angusto paesino provinciale in preda di questi dinosauri che si sono fatti comodi negli anni d'oro della speculazione (80's) ti rendi conto che te ne devi partire, come farò presto. La libertà di pensiero e lavorare a progetti fighi che questi non hanno visto neanche in cartolina sono le uniche cose che contano. Ps: in questa isola dimenticata da dio, non esiste altro che questa gente qua.".
Edoardo :
Ti auguro di vincere il premio Pritzker, se te lo potrai permettere... ma la vera sfida è qua. Forse devi ancora cominciare a lavorare nella realtà e nei tuoi anni di tirocinio hai visto solo la punta dell'iceberg secondo me. Buona fortuna.
alsi :
beh penso che ognuno si puo' scegliere la sfida che preferisce... meglio passare la vita a lavorare in un sistema virtuoso che premia il merito o meglio lottare contro un sistema iniquo che non premia, che non si puo' mai veramente combattere e che al massimo dopo taaanta esperienza puo' dare 15-20 anni di attivita' dignitosa e una fine con una pensione da fame???

Lo so sono di parte... diciamo che dopo 10 anni di pene mi sono convinto a cambiare paese. Non penso che fa male chi resta ma non capisco piu' per cosa si lotta.
Edoardo :
Tra il dire che va male cosa uno ha visto e il dire che è bello ciò che ancora non si ha visto ...c'è un salto di qualità non indifferente. Lavoro da ing. e geometri, ho ovviamente avuto a che fare con architetti, ebbene c'è da imparare anche dai "bifolchi". Ci vuole coraggio, ma se si è bravi quelli non sono scemi... piuttosto è terribile l'impossibilità di FARE adesso, per questo forse l'estero è una risorsa... ma senza esserci stati lo è teoricamente.
jrk87 :
Non ho ambizioni a vincere premi o quant'altro, ma per me è stata una vera fortuna perchè ho visto questa persona lavorare come dovrebbe fare un normalissimo architetto oggi, sigaretta, schizzi a matita, squadrette, canticchiando in un ambiente pacifico e sereno. Ho visto più umiltà in lui che in tutti i professionisti qui in giro. Ed ho imparato molto. Ho imparato come una professione si porta avanti con la passione e la cultura, come si porta avanti uno studio dove ogni persona collabora reciprocamente senza ansie, consegne affrettate, gente malata.. Ho visto le riflessioni sui plastici proprio come facevo all'uni. Io non voglio cambiare nulla del sistema italiano, che marcisca con la sua arroganza e i suoi dinosauri. A 28 anni ho ben altri orizzonti culturali che finire in pasto a demansionamenti frustranti. Adeguarsi è la rovina.
Edoardo :
Parli come uno che non deve lavorare, percui non credo ci possa essere discussione su "temi ideali", ovviamente belle e condivisibili. Spero che la tua superbia (bellissima) di 28enne, venga ripagata dalla realtà... di cui evidentemente hai ancora una visione acerba (ma ti senti un vissuto). Non esiste solo il bianco o il nero... ...quello lo pensano gli adolescenti, in genere... io penso che per te sarebbe utilissimo, invece, cominciare a lavorare anche negli ambienti che tanto disprezzi e, nei quali, potresti trovare affascinanti sfide "reali" nelle quali farti valere.
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