arko : [post n° 379472]

Le maestranze onniscienti

Salve a tutti.
Sono qui per raccontarvi l'ennesimo episodio che testimonia quanto spesso noi architetti, o i tecnici in generali, veniamo considerati dalla committenza e dalle maestranze. Ho inoltrato, tempo fa, una richiesta per il montaggio di una tettoia per il ricovero delle auto.l'azienda a cui mi sono rivolto per l'assemblaggio e il montaggio mi aveva dato delle specifiche su dei tirafondi da realizzare in opera ai quali successivamente assicurare i pali ricurvi a sbalzo. insomma questo qui arriva sul cantiere, comincia a creare una serie di problemi indicibile, in primis sulla realizzazione dei tirafondi. Premetto che costui è il titolare dell'azienda, ma è fondamentalmente un fabbro, senza alcuna conoscenza strutturale. per non portarla per le lunghe, ad un certo punto gli ordino di montare i pali senza fare più alcuna contestazione, in quanto direttore dei lavori. Lui si rifiuta e io lo invito a prendere gli attrezzi e a lasciare il cantiere, precisando che non gli sarebbe stato pagato il solo montaggio. Questo invece di andarsene che fa? approfittando di un mio momento di distrazione dovuto ad una telefonata, sale al piano di sopra dalla committente e comincia ad esprimerle tutti i suoi dubbi sui tirafondi realizzati, secondo, ricordiamolo, le sue indicazioni. Io raggiungo i due...la committente, per la quale lavoro da anni, ovviamente impaurita, non fa quello che avrebbe dovuto, ossia congedarlo fidandosi del suo tecnico e non di un semplice fabbro, ma acconsente alla sua idea di realizzare nuovi tirafondi sotto la sua supervisione.
Ovviamente, ho dato le dimissioni dall'incarico, pretendendo la somma ancora dovuta.
Non ci ho dormito stanotte...l'istinto sarebbe stato quello di corcare di mazzate sia lui che lei, ma poi il buon senso ha prevalso e sono semplicemente andato via, intimando comunque al titolare dell'azienda di lasciare immediatamente il cantiere, almeno fino a quando le dimissioni fossero state ufficiali.
Ora mi chiedo. voi come avreste reagito?
si può andare avanti così? fin quando arriva il muratore e vuole fare l'archetto nel bagno, posso rosicare ma almeno non fa danni particolari se non quelli riguardanti il buon gusto....
Siamo al punto in cui un fetente di fabbro ha più voce in capitolo di un tecnico laureato, tra l'altro ben conosciuto dalla committenza che mai si era lamentata del suo operato.

ecco perchè mi sto buttando sul pubblico e adoro fare il CTU...dovete vedere come si scappellano e architetto di qua architetto di là...

nella prossima vita comunque voglio fare il saldatore.
ciao
Lolo :
Non ho capito...i tirafondi erano stati fatti secondo le indicazioni di chi? E da chi?
Alle :
non penso che uno si diverti a perdere tempo e staei li gratis a controllare gli operai di un altro rifare un lavoro, perdendo tempo per fare il suo di lavoro
magari se tribolava tanto un motivo c'era
tu hai solo scritto che faceva casino magari dicci di cosa si lamentava
arko :
a stare lì gratis?
il montaggio era pagato.

ily, è un po' complicato da spiegare. Le indicazioni sono date perchè i pali sono dei prefabbricati certificati, e quindi non somo io a progettare le strutture di sostegno. Mi sono quindi state inviate delle indicazioni con le distanze dei fori e la loro profondità. Quando è arrivato ha cominciato letteralmente a tentare di manometterli trovando mille difetti che non c'erano affatto, dato che il tutto era stato realizzato anche sotto la supervisione di uno strutturista.
Diciamo che a mio modo di vedere ha voluto fare un po' di show, ma me ne sono oscuri i motivi. la cosa più grave è che il committente non ha avuto dubbi e ha dato etta ad un fabbro. Per me è gravissimo. ora faranno probabilmente dei nuovi tirafondi affiancati, però poi voglio proprio vedere chi glielo farà il certificato di idoneità statica...il saldatore?
nnamo bene
arko :
Alle, ho riletto... non erano miei operai, la squadra era dell'azienda ( squadra poi..erano due, senza nemmeno l'attrezzatura adatta nè un minimo di dispositivi di sicurezza...scaricavano i tubolari senza cinture, semplicemente a mano..rischiando anche di farsi male.
john :
arko, guarda te lo dico sinceramente, se lo spirito fosse collaborativo la legge impone all'impresa qualificata anche di "criticare" un progetto, anche perché se succede qualcosa ci va di mezzo. Altro conto, e ne so qualcosa anche io è il fabbro che inizia a far storie, diciamo la verità, perché ci deve guadagnare e quindi seguire indicazioni di fabbrica a lui costa tempo e spesso poi fa come gli pare. Hai fatto benissimo secondo me, indipendentemente se il fabbro avesse anche le sue motivazioni non può permettersi di scavalcare il direttore dei lavori che è responsabile in questo modo. Forse, e dico forse, se ci tenevi all'incarico potevi provare a fare un passo da "moderatore" che sicuramente spetta al tecnico laureato e non al fabbro bifolco, ma se non ci tenevi tanto, ribadisco io sto con te, che cavolo! Hai tutta la mia comprensione.
Ily :
Visto che mi hai chiamato... Ecoomi! Dunque ieri susl forum su cui faccio consulenza tecnica un tizio ha chiesto lumi come tagliare la catena di una capriata perché vuole recuperare il sottotetto. Così, voleva farlo col fai-da-te. Io ovviamente glie l'ho scoperto sigliato d gli ho detto che faccia valutare bene e da un architetto la fattibilità della cosa. Era meglio se facevo la sarta. I geometri sanno tutto, e io che ho studiato Sette anni e sto fscendo il master in antisismica devo sentire queste cose qui.
ponteggiroma :
ah... che tasto che hai toccato caro Arko. A tal proposito colgo l'occasione per segnalarvi un articolo interessantissimo che ho letto oggi sull'ultimo numero di "ar" la rivista dell'ordine di roma. Si intitola "Lo Stato della Professione" ed è un'intervista a Giorgi Maria Tamburini eminente collega. Spiega in maniera chiara l'evoluzione storica del nostro lavoro e malgrado sia uno della vecchia generazione, riesce a vedere lucidamente cosa sta accadendo. Senza scendere nei dettagli vi consiglio caldamente di leggerla.
Tornando al post, penso che la soluzioni siano ben poche in questi casi ormai all'ordine del giorno: se proprio non riesci a trovare un accordo puoi solo comunicare "ufficialmente" con il committente spiegando con una bella lettera le motivazioni e le tue convinzioni. Se proprio non sentono ragioni dichiari che l'opera non è collaudabile. Solitamente davanti a comunicazioni ufficiali si rendono conto delle cazzate che fanno. In ultima istanza mollali. Ma non farne mai una questione personale, infondo si tratta sempre di "vil denaro"
alsi :
Si penso che la strada di ponteggiroma sia la migliore da battere
arko :
E' quello che ho fatto. Ovviamente inoltrerò una comunicazione al Comune in cui specificherò che la realizzazione dell'opera per la quale ho chiesto il rilascio del titolo abilitativo, verrà realizzata da terzi, e per che per tale motivo il certificato di idoneità statica dovrà essere prodotto da chi ha realizzato la struttura e i sistemi di ancoraggio. Anche il collaudo, ovviamente sarà cura, eventualmente, di un tecnico terzo.
alsi :
Spiega al tuo cliente che sei costretto a fare questo passo o lo prenderà per una delazione... Dico questo perché questo tipo di lettera potrebbe provocare l'uscita del tecnico per verificare che sta capitando nel cantiere, te lo dico per esperienza diretta.
arko :
E a me cosa interessa? Che vadano...tanto c'ha il fabbro che le risolve tutto, no?
Kia :
alla fin fine ha ragione arko . Se lui non comunica qualcosa, ufficialmente risulta responsabile dell'opera eseguita. Troppo comodo così (per il committente intendo e anche per le "maestranze onniscienti").
alsi :
Ma certo che deve comunicarlo ci mancherebbe!
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