Duemila anni di storia sotto una nuova luce

L'illuminazione a LED della Casa di Augusto sul Palatino a Roma

La riapertura della Casa di Augusto sul Palatino è stata un evento memorabile in occasione del bimillenario della morte di Augusto. Il progetto della luce, svolto da Carolina De Camillis e Riccardo Fibbi, in stretto coordinamento con Barbara Nazzaro e Luigi Greco (Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il MNR e l’area archeologica di Roma) che hanno curato l’intero intervento e il restauro del monumento, ha utilizzato la luce come strumento di reintegrazione dell’immagine del monumento, con la finalità di:

Rievocare con la luce artificiale i rapporti chiaroscurali tipici degli ambienti pubblici e privati della casa romana, attuati mediante la differenziazione della provenienza della luce e della sua intensità. Il peristilio costituiva una schermatura nei confronti dei raggi solari più verticali e determinava una diversa luminosità degli ambienti stessi in base alla loro profondità e alla distanza dal peristilio.

Creare un gerarchia percettiva, differenziando la modalità di distribuzione della luce e la sua gamma cromatica negli ambienti della domus privata rispetto agli ambienti della domus publica, suggerendo sensazioni più intimistiche per gli spazi privati, diversamente da quelli destinati alla rappresentanza.

Utilizzare la variazione cromatica e la variazione dei livelli di illuminamento della luce artificiale non per pura scenografia, ma con l’obiettivo di rendere più facile la lettura degli spazi.

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Le scelte tecnologiche, tra LED e controlli smart

I gruppi di proiettori, integrati nel volume tra l’intradosso della copertura e il controsoffitto di telo termoteso in PVC, hanno sorgenti LED, vari fasci ottici e diverse temperature di colore, driver remoti DMX, regolati tramite software con un unico pannellino di controllo.

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Attraverso la regolazione di ogni proiettore la luce racconta le varie stanze, ognuna con sottili differenze di luminanza e temperatura di colore, per suggerire il chiarore delle lucerne nelle stanze private e l’emulazione della più fredda e intensa luce diurna che penetrava nelle stanze del potere imperiale.

L’intervento ha compreso il rifacimento dell’illuminazione di alcuni ambienti della adiacente Casa di Livia. Sono state inserite delle strutture appositamente disegnate, sospese alle volte, che incorporano degli incassi con sorgenti LED a bassa luminanza, ottenendo una eccellente percezione delle pareti affrescate, senza abbagliamento.

Credito photo: C. De Camillis

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