L’illuminazione del Museo della Cattedrale di Firenze

Nel cuore di Firenze, il Museo della Cattedrale ospita un’enorme collezione di sculture dell’arte fiorentina del periodo medioevale e rinascimentale. Riaperto da poco dopo aver duplicato le sue dimensioni espositive, il museo è stato oggetto di un nuovo progetto illuminotecnico, pensato per creare un percorso guidato attraverso una serie di cambiamenti di scenario in combinazione con la luce naturale presente nell’edificio.

 

Il progetto, firmato dallo Studio di lighting design Massimo Iarussi, utilizza la luce come strumento di comunicazione per attirare l’attenzione dei visitatori, per introdurre le diverse aree dell’esposizione e per accentuare alcune situazioni e opere artistiche presenti all’interno.

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L’illuminazione a LED del museo

All’ingresso del Museo, la Galleria dei Maestri mostra una parete di marmo incisa con centinaia di nomi di artisti, architetti e musicisti che negli anni hanno realizzato le meravigliose opere d’arte qui esposte. Il netto contrasto tra il marmo bianco e l’ambiente scuro circostante genera la curiosità e le aspettative nel visitatore, mentre una luce dal basso enfatizza la profondità dei nomi incisi.

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La Sala del Paradiso rappresenta il fulcro del museo: ospita infatti un modello in grandezza reale della vecchia facciata della Cattedrale, smantellata nel 1587, con le sculture al loro posto, dove erano state pensate. L’esposizione evoca l’ambiente esterno della Piazza… La luce diffusa proveniente dall’esterno evoca la luce della volta celeste e, combinata con l’illuminazione d’accento, mette in evidenza le sculture presenti, simulando la luce diretta del sole. Il tutto è gestito da un sistema di controllo digitale specificatamente pensato per la creazione di diversi scenari; è ad esempio possibile isolare ogni singolo elemento scultoreo con un risultato di forte impatto emotivo.

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In altre stanze, dove sono presenti le opere più belle, come la Maddalena di Donatello o la Pietà di Michelangelo, le diverse altezze della stanza sono utilizzate per simulare la “luce divina” proveniente dall’alto.

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Vincitore del Premio Codega 2016

Un progetto curato e raffinato, che nella sua complessità valorizza molto bene sia le opere che gli spazi del museo. La luce viene impiegata come strumento di comunicazione e di coinvolgimento dei visitatori. Tecnicamente, un progetto ben eseguito, basato sulle migliori soluzioni esistenti e con una cura particolare per il tema della manutenzione.”

Con queste parole, la giuria del Premio Codega 2016 ha assegnato il primo premio nella categoria “Lighting Design” al progetto di Massimo Iarussi, mettendo in rilievo le capacità progettuali e artistiche di una realizzazione di così ampia portata e complessità.

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