Online i dialoghi di architettura sul concetto di confine

Le conversazioni con Andreas Kipar, Alfonso Femia, Fabrizio Barozzi e Sandy Attia in modalità FAD

Sono on line i dialoghi che hanno coinvolto quattro noti architetti: Andreas Kipar (Land), Alfonso Femia (5+1 AA), Fabrizio Barozzi (studio Barozzi-Veiga) e Sandy Attia (MoDus Architects), che hanno conversato con altrettanti professionisti di altri campi per discutere sul concetto di confine.

Si tratta della registrazione di eventi che si sono tenuti la scorsa estate in occasione della 5a edizione di Architettura in Città, il festival promosso dalla Fondazione per l'architettura - Torino e dall'Ordine degli Architetti di Torino.

KIPAR / GALATEO

Nel primo dialogo il paesaggista italo-tedesco Andreas Kipar dello studio Land e Simona Galateo, ricercatrice nel campo degli studi urbani, affrontano il tema degli sconfinamenti naturali interrogandosi sul modo in cui viviamo il territorio e su come le barriere possano dividere i centri urbani dalle periferie, la città dalla campagna; demarcazioni sempre più labili quando la struttura urbana individua nuove centralità o quando la natura contamina l'ambiente costruito attraverso il verde urbano.

Caso emblematico è Tempelhof, l'ex aeroporto militare e civile di Berlino che nel 2009 è stato trasformato in un parco pubblico di 386 ettari e di cui Kipar ha seguito da vicino il processo di riconversione.

FEMIA / MURGIA

L'architetto Alfonso Femia, co-fondatore dello studio 5+1AA, e la scrittrice Michela Murgia discutono invece di sconfinamenti geografici, indagando come un'apparente barriera come il mar Mediterraneo possa essere un canale di incontro tra popoli e culture. Il progetto di riconversione dei Docks di Marsiglia disegnato dallo studio 5+1AA ben rappresenta questa connessione: l'edificio originale, con i suoi 5 piani di altezza e 400 metri di lunghezza, si poneva come un limite invalicabile tra la città e il mare mentre oggi, con i suoi negozi, caffè e librerie, invita i cittadini a vivere e attraversare i suoi spazi, rimettendo in relazione le due anime di Marsiglia, quella urbana e quella marittima.

BAROZZI / AMADASI

I concetti di accessibilità e segretezza, di pubblico e privato, sono al centro del dialogo tra l'architetto Fabrizio Barozzi, insignito con il suo studio EBV del premio Mies van der Rohe per la Filarmonica di Szczecin in Polonia, e Giovanna Amadasi, responsabile delle strategie culturali e delle relazioni di HangarBicocca. La discussione si è concentrata sugli sconfinamenti culturali e in particolare su come la cultura possa dare nuova vita ad architetture in disuso o luoghi abbandonati; è il caso del museo di Belle Arti di Losanna, progettato da EBV su un'area ferroviaria dismessa, o dello stesso HangarBicocca di Milano, un tempo stabilimento della Pirelli e ora centro di riferimento per l'arte contemporanea.

ATTIA / BAIETTO

Infine, le connessioni tra architettura e pedagogia sono le protagoniste del dialogo sconfinamenti formativi tra l'architetto Sandy Attia dello studio MoDus Architects, esperta nella progettazione di scuole e centri educativi, e Armando Baietto dello studio Baietto Battiato Bianco. Aule interscambiabili, spazi senza una destinazione funzionale prestabilita, luoghi riservati alla socializzazione informale e ambienti aperti all'intera comunità sono tutti elementi presenti nel complesso scolastico Firmian di Bolzano, progetto sviluppato da MoDus Architects che dimostra che gli edifici scolastici non possano ridursi a semplici spazi funzionali ma che debbano contribuire con la propria architettura allo sviluppo educativo dei bambini.

I quattro incontri sono stati moderati da Paola Pierotti, architetto e giornalista professionista, co-fondatore della società PPAN.

Si possono ora rivedere i quattro incontri attraverso la piattaforma FAD della Fondazione per l'architettura / Torino. Per la fruizione delle conferenze è previsto il riconoscimento agli architetti di 8 crediti formativi professionali.

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