il 6 dicembre la regina Elisabetta II, tra i suoi vari impegni
istituzionali ne aveva uno in apparenza più tranquillo:
l'inaugurazione della corte interna, a lei dedicata, nel cuore
del Museo Britannico.
La corte trasformata nello spazio coperto più grande
d'Europa è stato infatti oggetto di discordia.
Chiusa al pubblico dal 1857 perchè di pertinenza della
Biblioteca Britannica, la corte era considerato uno spazio
perso.
Dopo che la biblioteca aveva trasferito i suoi libri, nel
1997, nell'edificio di mattoni rossi costruito vicino alla
stazione dei treni di San Pancrazio, il Ministero della Cultura
ritenne che si poteva recuperare il patio per accedere alle
sale del museo.
Con le entrate dalla lotteria nazionale e dalla Commissione
del Millennio, fu incaricato del progetto l'architetto britannico
Norman Foster. Il disegno della cupola disposta come un rompicapo
di pezzi triangolari, compie la medesima funzione della piramide
del Louvre. La realizzazione dell'opera è filata liscia
come l'olio fino a quando non è arrivato il turno dei
portici neoclassici che cingono la piazza e servono d'accesso
alle distinte gallerie.
I tre portici già esistenti, a ovest per la sala della
Scultura Egizia, a est per la Biblioteca del Re e quello aperto
a nord per la nuova sala di Etnografia non presentavano nessun
problema. La nuova costruzione di quello situato a sud, riproposto
esattamente uguale agli altri, ha generato una delle polemiche
storico-culturali più accese degli ultimi anni.
Il tutto a causa della pietra utilizzata, una pietra calcarea
francese denominata "Anstrude Roche Claire".
L'opinione dei puristi, tra loro quella di sir Jocelyn Stevens,
presidente dell'English Heritage, è stata che il museo
ha voluto ingannare tutti.
La pietra che avrebbero dovuto usare è la britannica
Portland, la stessa delle colonne che cingono la Sala Lettura.
"...un autentico affronto" .
A niente è servito lo sforzo del museo per ricordare
che la piazza coperta facilita l'accesso al visitatore alle
distinte sale del livello principale, un autentico labirinto
dove è stato difficile orientarsi per 150 anni. Non
ha aiutato nemmeno il fatto che la nuova Sala Lettura sarà
aperta al pubblico senza che sia necessario possedere la tessera
di socio.
Norman Foster, famoso per il suo rispetto per il contesto,
ha cercato di calmare gli animi. L'architetto ha sostenuto
che nelle opere pubbliche tutti i soggetti coinvolti cercano
di fare il meglio possibile. "si può aspirare
alla perfezione, però gli edifici sono pensati, costruiti
e utilizzati solo per esseri umani."
Un pensiero che non fece breccia nemmeno al cuore dell'ambasciata
greca, che ha deciso di non partecipare alla cena successiva
all'inaugurazione perchè questa si celebrava nella
sala che espone i fregi del Partenone.
Il grande rompicapo dell'architetto
Fondato per ordine del Parlamento nel 1753, il Museo Britannico
aprì le sue porte al pubblico nel 1759. È uno
degli edifici più antichi, più tradizionale
nell'aspetto e visitato dal Regno Unito, la cupola di cristallo
di Foster lo ha convertido ora in uno dei più audaci.
Senza lasciarsi intimidire dall'incarico Foster e gli ingegneri
Buro Happold hanno dotato il museo di una volta di cristallo
disposta come un rompicapo gigante. Per costruirlo sono stati
necessari 3312 cristalli da 315 tonnellate e 478 tonnellate
di acciaio. A differenza dell'illuminazione artificiale dei
musei internazionali, il vestibolo del Museo Britannico è
ora inondato di luce naturale qualificata come "una benedizione"
da uno dei critici d'arte del periodico The Times.
Il maggior beneficio è costituito dalla facilità
di orientamento del visitatore che fino a ieri era costretto
a chiedere aiuto al personale del centro ogni volta che doveva
spostarsi da una sala all'altra.
Per ricevere la sovrana, la direzione del Museo ha steso
il suo miglior tappeto rosso e ha rotto una tradizione tanto
antica quanto la sala: ha chiuso le porte per un giorno contraccambiando
con il prolungamento dell'orario di apertura della Grande
Sala fino alle 23:00, da giovedì al sabato.
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