Amanda Levete al V&A

La "Boilerhouse Yard" del Victoria & Albert Museum trasformata nel "salotto di South Kensington" (guardian.co.uk), ovvero in un'area aperta al pubblico, congegnata come transizione dall'esterno all'interno, ma anche come premessa a una galleria aggiuntiva di 1.500 metri quadrati, posta sotto il livello della strada: la soluzione prescelta per la nuova ala del museo londinese porta la firma dell'architetto Amanda Levete (independent.co.uk) e riflette le linee guida emerse dalla consultazione organizzata lo scorso anno.

Nella corte scoperta, uno spazio flessibile da allestire per spettacoli e mostre, i visitatori potranno sostare sulle gradinate, intravedere le sale collocate sotto terra e accedere al V&A, attraverso un colonnato ottenuto  abbattendo la "parete eretta nel 1909 da Sir Aston Webb per nascondere il cortile delle caldaie" (independent.co.uk).

La Levete, socia per vent'anni di Jan Kaplicky - scomparso nel 2009 - ha superato gli altri finalisti ammessi alla fase finale della competizione, indetta allo scopo di individuare lo schema più efficace per l'intervento, che dovrebbe impegnare 35 milioni di sterline e concludersi entro il 2015 (independent.co.uk).

Quindici anni fa, un primo concorso si era concluso con la scelta della Spirale di Daniel Libeskind. A proposito di quel progetto, abbandonato nel 2004 per mancanza di fondi (architectsjournal.co.uk),  Amanda Levete ha dichiarato che "si trattava di un grande edificio, ma... nel posto sbagliato": "credo che il momento per quella iconografia sia passato - è il momento di creare qualcosa di diverso" (guardian.co.uk).  

Immagini del progetto di Amanda Levete per il V&A
(sito di AL_A, amandalevetearchitects.com)

I progetti degli altri finalisti (da e-architect.co.uk)

Heneghan Peng: 1 | 2 | 3

Jamie Fobert : 1 | 2 | 3

Jun Aoki: 1 | 2 | 3

Michael Maltzan: 1 | 2 | 3

Snøhetta e Gareth Hoskins: 1 | 2 | 3

Tony Fretton: 1 | 2

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