Nel Decreto Sviluppo semplificazione delle gare ed ampliamento della trattativa privata

Nel Decreto Sviluppo - pubblicato in GU - sono contenute numerose modifiche al Codice dei Contratti, inserite per semplificare le gare, contrarne i tempi e ridurne i costi. Il pacchetto di misure risulta per molti aspetti vantaggioso per le PMI, tanto da attrarre l'apprezzamento dell'Ance per le facilitazioni introdotte. Le uniche perplessità sono espresse dall'Associazione in merito al taglio delle somme spettanti alle varianti migliorative ed al rimborso per le variazioni dei prezzi relative ai materiali.

Soddisfazione con riserva per il presidente dell'OICE Braccio Oddi Baglioni, secondo il quale il decreto «ha recepito solo alcune tra le modifiche alla normativa sugli appalti proposte dall'Associazione al tavolo con il Ministero». Tra queste: le norme che rendono più agevole l'ingresso alle gare da parte di professionisti ed imprese, un ricorso più ampio all'esclusione automatica delle offerte anomale, la verifica online dei requisiti dichiarati e l'obbligo da parte delle stazioni appaltanti di predisporre i bandi sulla scorta di modelli tipo approvati dall'Autorità.

Aggiornamento del 18 luglio 2011
Il Decreto Sviluppo è convertito in legge. Prolungata la validità dei Piani Particolareggiati. Pubblicata in G.U. la legge di conversione del Decreto. Per il capitolo "Costruzioni private", novità sui tempi di validità dei Piani Particolareggiati ed eliminata la possibilità di realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria a scomputo senza ricorso alla gara.

Semplificazione delle gare

Quanto ai contenuti del decreto, tra le novità di maggiore rilievo vi è l'innalzamento della soglia al di sotto della quale è possibile ricorrere alla trattativa privata, seguendo la procedura semplificata prevista dal Codice (art. 57, co. 6), ma con una variazione: per importi superiori o pari a 500.000 euro l'invito sarà rivolto a 10 e non a 5 operatori. Per i contratti di lavori pubblici la soglia passa da 500.000 a 1 milione e per gli appalti di sola esecuzione da 1 a 1,5 milioni di euro.

L'ampliamento della procedura negoziata è ridotto rispetto alla proposta contenuta nel disegno di legge per le imprese approvato alla Camera e soprattutto non riguarda i servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria. Inoltre, seppure il provvedimento renda più veloce l'espletamento della gara, e amplifichi la possibilità di non lasciare inutilizzate risorse già stanziate, restano comunque perplessità in merito alla valorizzazione dei criteri di qualità, trasparenza e di libera concorrenza tra gli operatori.

Altra importante novità riguarda - come accennato - l'ampliamento, fino al 2013, della possibilità da parte della stazione appaltante di ricorrere all'esclusione automatica delle offerte anomale per appalti di lavori e di servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria. Dunque, per appalti di servizi il limite non sarà 100.000 ma 193.00 euro. Un passo in avanti per frenare i ribassi incontrollati e velocizzare le gare.

Misure per la riduzione delle spese

Diverse le misure volte a perseguire una limitazione degli sforamenti. Viene stabilito un tetto massimo per il costo delle varianti in corso d'opera, che continuano a trovare copertura nella somma stanziata per l'esecuzione dell'opera, ma al netto del 50% dei ribassi d'asta conseguiti.

Viene, inoltre dimezzata la percentuale di compensazione stabilita in caso di aumento eccezionale dei prezzi e, ancora, fino a tutto il 2013 sono limitati al 2% dell'intero costo dell'opera gli oneri che possono essere stanziati per le misure compensative dell'impatto territoriale e sociale. Percentuale molto bassa se si considera che in essa vanno computate anche le spese eventualmente previste in sede di formulazione della VIA per mitigare l'impatto dell'opera.

Infine, per le riserve che le imprese possono formulare viene posto un freno stabilito nella misura massima del 20% dell'importo del contratto, a patto che le stesse non riguardino aspetti progettuali oggetto di verifica.

Un più agevole accesso alle gare

Fino al 2013 viene reso più agevole l'ingresso alle gare di imprese e professionisti. In particolare, per la dimostrazione dei requisiti tecnico-professionali ed economico-finanziari, architetti ed ingegneri potranno ancora riferirsi (fino al 31 dicembre 2013) ai migliori 3 anni del quinquennio o 5 anni del decennio precedenti alla pubblicazione del bando. In definitiva, un modo per non penalizzare ancor più gli operatori che a causa delle crisi hanno visto ridursi i propri bilanci.

Il Decreto, inoltre, dedica molto spazio alla riscrittura delle condizioni di esclusione dalle gare, definendo in maniera più precisa le violazioni che ne impediscono l'accesso, stabilendo - tra l'altro - che l'estromissione dal mercato non può applicarsi quando il reato è stato dichiarato estinto, depenalizzato o quando sia intervenuta la riabilitazione o revocata la condanna. In definitiva, per essere esclusi le violazioni accertate devono essere gravi e in caso di presentazione di dichiarazioni false o falsa documentazione, per esser iscritti nel casellario informatico le stesse devono essere rese con colpa grave o dolo.

Ulteriori semplificazioni

Sarà predisposta una banca dati nazionale con funzione di raccolta della documentazione comprovante il possesso dei requisiti tecnico-organizzativi ed economico-finanziari, secondo le modalità stabilite poi dall'Autorità. Attraverso di essa le stazioni potranno effettuare in maniera veloce le relative verifiche.

I bandi saranno elaborati dalle stazioni appaltanti sulla scorta di modelli predisposti ed approvati dall'Autorità, con indicazione delle cause tassative di esclusione, rispetto alle quali ogni deroga dovrà essere adeguatamente motivata.

di Mariagrazia Barletta architetto

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