No all'ampliamento delle competenze dei geometri

Il riordino delle competenze professionali è necessità. Auspicato più volte dagli Ordini diventa nuovamente oggetto di interesse, oltre che una necessità condivisa. Nonostante ciò, ancora una volta si tenta di rafforzare il ruolo dei tecnici diplomati, senza considerare i diversi percorsi formativi e le conoscenze specifiche acquisite da ciascuna categoria professionale in relazione ai possibili ambiti d'intervento. Un approccio  a discapito della qualità progettuale, costruttiva e ambientale.

È infatti iniziato martedì 17 aprile al Senato l'esame del ddl 1865, già presentato con lo stesso numero e contenuti nel 2009 e ritirato nell'anno successivo, a causa dei non pochi contrasti e della reazione avversa di architetti e ingegneri - vedi:

19.02.2010 Ancora sul DDL competenze geometri - le iniziative per bloccarlo

Nonostante il susseguirsi di sentenze della Corte Suprema di Cassazione che di volta in volta ridefiniscono e confermano i confini entro cui  le diverse figure tecniche di diplomati possono muoversi, il ddl, sostenuto - come due anni fa - dalla senatrice Vicari, propone l'ampliamento delle competenze "dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23". L'estensione riguarda diversi campi: il progetto architettonico e strutturale, i calcoli statici, la direzione dei lavori, il collaudo statico ed anche la materia urbanistica.

Per ora l'esame del ddl è stato rinviato. Ma nella seduta del 16 aprile al Senato (8ª Commissione permanente) è già emersa la necessità, espressa dal senatore Ranucci, di ascoltare "il Consiglio superiore dei lavori pubblici, nonché gli organi rappresentativi di ingegneri e architetti, in considerazione della delicatezza della materia e dei rilevanti profili di sicurezza in essa presenti".

ddl 1865 L'ampliamento a tutto campo delle competenze dei tecnici diplomati

I limiti - secondo il controverso ddl - sono soprattutto dimensionali. Geometri e periti industriali dovrebbero poter progettare anche edifici in c.a., in zona non sismica, se alti non più di tre piani fuori terra. Un limite che si abbassa a 2 piani per la progettazione in aree sismiche. E solo in queste i tecnici diplomati incontrerebbero maggiori ostacoli: il ddl esclude infatti dalla loro competenza solo "i progetti strutturali di adeguamento antisismico di edifici e di complessi edilizi staticamente collegati di cubatura fuori terra superiore a metri cubi 5.000".

Nessun limite invece alla contabilità dei lavori, agli interventi di manutenzione ordinaria, igienico-sanitari e funzionali, alla manutenzione straordinaria, al risanamento conservativo ed alla ristrutturazione edilizia. Purché, però, non comportino interventi statico-strutturali su complessi di strutture in cemento armato e non riguardino edifici vincolati. Nessun ostacolo anche per la direzione dei cantieri, anche di prefabbricazione, di strutture in cemento armato e metalliche per ogni tipo di opera.

Quanto alla materia urbanistica si legge che a geometri e periti industriali spetterebbe la formazione di piani di lottizzazione nel limite di superficie di un ettaro e  piani di recupero.

Il Consiglio Nazionale degli Architetti: «proposta inaccettabile»

«La proposta è inaccettabile sotto tutti i punti di vista - sottolinea il Consiglio Nazionale - perché contrasta con le direttive e risoluzioni comunitarie in materia di architettura e di urbanistica, per le quali è richiesta una laurea magistrale; perché è contraddittoria con l'esigenza, espressa anche nella Riforma delle professioni, di innalzare il livello di conoscenze tecniche dei professionisti, e non di abbassare la soglia delle loro competenze».

«Abbiamo formalmente proposto a geometri e periti - sottolinea ancora il Consiglio Nazionale - di costruire assieme un percorso di autoregolamentazione che adegui le competenze alla realtà tecnica, senza ledere i diritti della comunità a fruire di progetti da parte di professionisti che abbiano svolto adeguati corsi di studio».

«Spiace che il Consiglio Nazionale dei Geometri - conclude - persegua logiche estranee al dovere, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, di cooperare per lo sviluppo del Paese invece di tentare di allargare impropriamente i confini delle competenze. Per questo motivo chiediamo ai parlamentari di impedire il proseguo di un progetto di legge illogico, non necessario e totalmente slegato da qualsiasi logica di tutela del patrimonio edilizio, del territorio e del paesaggio italiano».

Il GiArch: «il ddl è errato e genera molta preoccupazione»

Il GiArch - Coordinamento nazionale dei Giovani Architetti Italiani, ha inviato una lettera al CNACCP ed anche agli Ordini provinciali, ai firmatari del ddl e alle altre istituzioni interessate per chiedere che il testo venga fermato. «Il disegno di legge è limitato e parziale» affermano a ragione: «si limita a specificare unicamente le competenze di due categorie professionali, lasciando irrisolte le questioni inerenti agli altri professionisti che operano nei processi edilizi».

Il problema è calibrare competenze e ruoli, affinché il paese possa prendere il meglio dalle diverse professionalità. Uno delle preoccupazioni espresse dal Comitato è infatti che vengano riconosciute - con pochi limiti e in maniera forte - ampie competenze nella progettazione architettonica, urbanistica e strutturale a tecnici senza laurea magistrale e senza preparazione per operare nella complessità di un progetto di trasformazione del territorio.

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