Premio Mauro Rostagno: 1° premio all'albergo ipogeo a Favignana

Il progetto che più si avvicina al messaggio di impegno civile e di riscatto culturale lasciato dal sociologo e giornalista Mauro Rostagno, assassinato per aver denunciato collusioni tra mafia e politica locale nel 1988, vicino Trapani, è il progetto di costruzione di un albergo ipogeo all'interno di una cava dismessa dell'isola di Favignana. I progettisti sono gli architetti Rosario Cusenza (capogruppo) e Maria Salvo.

Il premio, giunto alla sua seconda edizione, è promosso dall'Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Trapani e organizzato in collaborazione con l'Associazione Italiana di Architettura e Critica. Intitolato al giornalista, eroe di origine torinese, nasce per non dimenticare il suo impegno civile e per dare riconoscimento ad opere di riqualificazione urbana e del paesaggio in Italia, che ben abbiano interpretato lo stesso messaggio di riscatto civile.

A scegliere il progetto dell'albergo ipogeo come vincitore e portatore degli ideali del Premio è stata la giuria nazionale composta dal prof. Luigi Prestinenza Puglisi; da Alberto Ditta, presidente dell'Ordine Architetti di Trapani; da Franco Frison, delegato dal Consiglio Nazionale degli Architetti; da Francesco Pagliari, critico ed editorialista di The PLAN; da Andrea Giannitrapani, presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Trapani e dal dott. Piervittorio Demitry, rappresentante del Coordinamento "Ciao Mauro".

Gli altri progetti premiati

Al secondo posto l'arch. Luciano Cupelloni con il progetto del Centro culturale "Elsa Morante" a Roma. Al terzo posto ex aequo, gli architetti Maurizio Bradaschia (capogruppo), Lorenzo Netti, Gloria A. Valente per il progetto della Piazza Don B. Falloni a Monteiasi (TA) e l'architetto Giovanni Fiamingo per la riqualificazione di Capo Milazzo (ME).

Luciano Cupelloni, centro culturale "Elsa Morante" a Roma

Maurizio Bradaschia (capogruppo), Lorenzo Netti, Gloria A. Valente per il progetto della Piazza Don B. Falloni a Monteiasi (TA)

Giovanni Fiamingo, riqualificazione di Capo Milazzo (ME).

L'albergo ipogeo a Favignana

architetti Rosario Cusenza e Maria Salvo

Tratto caratteristico del progetto è proprio il contesto: una cava di calcarenite attiva da inizio Novecento e parte di un complesso più vasto, costituito da varie cave, alcune delle quali recuperate in maniera spontanea dagli abitanti dell'isola e riconvertite in giardini di agrumi o in orti.

La cava all'interno della quale è stato costruito l'albergo è uno spazio ipogeo suggestivo e unico, di ben 13mila metri quadri, con un vasto piano di escavazione posto a quota meno 12 metri dal piano di campagna e un sistema di rampe per collegare i diversi livelli. Il recupero ambientale del sito porta gli architetti ad una scelta non facile: evitare di stravolgere le quote altimetriche del piano di escavazione e rispettare gli spazi ed i volumi esistenti residuati della lavorazione. L'albergo si adatta alle preesistenze.

Gli spazi di fondo cava, delimitati dai muri di calcarenite, hanno stabilito il dimensionamento e lo sviluppo planimetrico ed altimetrico del complesso ipogeo che si configura secondo una sequenza di volumi separati l'uno dall'altro attraverso tagli verticali che lasciano filtrare la luce negli spazi interni. Una sorta di cretto: una configurazione geometrica incisa nel suolo con leggerezza.

L'edificio, come un fossile, riproduce il negativo di una realtà passata e si ritaglia in forma omotetica sui volumi mancanti riproducendoli nel proprio corpo come archetipi vuoti. 

Gli edifici occupano in parte la quota del piano di campagna, ed in parte la quota di escavazione. L'edificio, realizzato al piano di campagna, è pensato come un grande muro con poche aperture che delimita il confine tra l'area di intervento e la strada comunale adiacente. La pianta si articola attraverso l'accostamento di più volumi, illuminati dall'alto che regolano la distribuzione interna. Il piano interrato è anch'esso illuminato dall'alto mediante una leggera rotazione del piano soprastante.

La parte restante del complesso è stata realizzata nella zona di escavazione, all'interno della sequenza di spazi ordinati dalle grandi e spesse pareti esistenti. L'architettura che accoglie le camere è suddivisa in due parti distanziate l'una dall'altra da una feritoia che taglia l'edificio in tutta la sua altezza. La luce naturale penetra dall'alto all'interno dei tre piani di elevazione: una soluzione mutuata dai pozzi di luce che venivano realizzati per illuminare l'attività lavorativa all'interno delle cave. Il blocco di tufo faccia vista è l'unico materiale utilizzato per la costruzione degli edifici che, come nella tradizione costruttiva locale, ha permesso di reinterpretare la poetica del "non finito".

+ info e immagini dei progetti menzionati e partecipantiwww.architettitrapani.it/premio_rostagno.php

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