Resuscita il vecchio regime dei minimi. Approvato l'emendamento nel Milleproroghe

Chi vi entra potrà godere dell'imposta sostitutiva al 5 per cento

Passa l'emendamento che proroga a tutto il 2015 il vecchio regime dei minimi con forfait al 5 per cento. Questa notte le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno approvato, come già anticipato, una modifica al decreto cosiddetto Milleproproghe che lascia in vita il vecchio regime ancora per un anno.

Per tutto il 2015, chi avrà i requisiti per entrarvi, potrà scegliere di avvalersi dei benefici del vecchio regime dei minimi del 2012 o "Regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità" (nato con la legge 15 luglio 2011, n. 111). Si tratta di una modifica decisa in deroga rispetto a quanto disposto dalla legge di Stabilità 2015 che aveva introdotto il nuovo regime con imposta al 15 per cento, abolendo il precedente e consentendo, a chi vi era già dentro nel 2014, di continuare ad avvalersene fino alla scadenza prevista dalla legge.

Con il nuovo regime la manovra aveva dunque innalzato l'imposta sostitutiva dal 5 al 15 percento, ma anche abbassato la soglia limite di reddito che ne determina l'accesso, portandola da 30mila a 15mila euro (vedi: Definitive le modifiche al regime dei minimi 2015. Le caratteristiche delle agevolazioni).

La modifica non è indolore per le Casse dello Stato, ma pesa per 9,6 milioni di euro per l'anno 2015,  71,4 milioni di euro per l'anno 2016, e 46,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019 e 37,1 milioni di euro per il 2020. I maggiori oneri vengono coperti tramite il "Fondo per interventi strutturali di politica economica", istituito presso il ministero dell'Economia.

Il Regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità del 2012 non viene, però, resuscitato del tutto. Come aveva disposto la legge di Stabilità, resta definitivamente cancellato il regime contabile agevolato. Si tratta di quelle agevolazioni introdotte dall'articolo 27 della legge 111/2011 (manovra finanziaria 2011), lo stesso che istituiva il regime dei minimi 2012. Quest'ultimo, a fronte del possesso di alcuni requisiti, semplificava alcuni adempimenti fiscali. Il regime contabile agevolato rendeva alcuni oneri più "leggeri", favorendo quei contribuenti che pur non avendo i requisiti per rientrare nel regime di vantaggio, con imposta sostitutiva al 5 per cento, erano comunque considerati "minimi", soprattutto per il reddito limitato, ossia inferiore a 30mila euro. Tra i benefici vi era l'esonero dalla registrazione delle scritture contabili, dalla tenuta del registri dei beni ammortizzabili, dal pagamento dell'IRAP e dalle liquidazioni e dai versamenti periodici dell'IVA.

di Mariagrazia Barletta

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