«Trait d'union» si aggiudica il concorso per la riqualificazione di Rio, frazione di Ponte San Nicolò (Padova)

Sono Alberto Antoni e Daniela Pozza i vincitori del concorso per la riqualificazione urbana del centro storico di Rio, frazione di Ponte San Nicolò (Padova). Mixitè funzionale e una relazione senza soluzione di continuità tra paesaggio, spazi pubblici, privati e non ultimi gli spazi personali, sono i due capisaldi attorno a cui ruota il loro progetto «Trait d'union».

Al concorso - bandito a luglio 2015 e riservato ad architetti ed ingegneri - hanno risposto 18 studi con altrettante differenti idee. A decidere i vincitori è stata la giuria, composta dagli architetti Roberto Bettio, dirigente Settore Uso ed Assetto del Territorio, Giovanna Mar di Venezia e Danilo Rossetto, responsabile dell'Area Tecnica settori Edilizia Privata, Urbanistica, Ufficio Progettazione.

Ai partecipanti erano richieste proposte progettuali finalizzate a valorizzare le tre vie principali confluenti nel centro, insieme alle aree attigue alla chiesa, agli spazi del patronato, della scuola elementare. Il secondo posto è andato all'arch. Gianfranco Franchi di Pistoia; il terzo al raggruppamento temporaneo di professionisti guidato dall'arch. Giorgio Grazian di Padova.

Il progetto vincitore

Attraverso una serie di interventi e di avvenimenti architettonici, «Trait d'union» riqualifica le aree del centro mettendole in relazione tra di loro ed arricchendole di sensazioni spaziali, visive, tattili ed olfattive. L'obiettivo è dare valore alla Civitas degli abitanti tramite tre nuove architetture: il nuovo edificio commerciale-residenziale, la nuova scuola materna, il padiglione della sostenibilità. I tre edifici danno vita a nuovi percorsi pedonali, nuovi spazi di aggregazione ed occasioni di sosta.

La piazza

Alla piazza è stato dato un nuovo significato formale. Diventa un segno architettonico forte che delimita l'area del sagrato: una lunga seduta a forma di "L", realizzata in acciaio corten, cresce di altezza con una leggera pendenza fino a raggiungere il suo punto più alto indicante il centro del paese. Qui, sulla "prua" di questa struttura sono state intagliate, su entrambi i lati, visibili sia da chi viene da est sia da chi viene da ovest, le lettere che formano la scritta "Rio".

 

È stato studiato un carattere ad hoc, ripetibile come segno grafico comune in diversi luoghi della città. Lateralmente alla piazza, l'entrata del patronato è stata ripensata come luogo a servizio delle attività parrocchiali: non più semplice ingresso ma diaframma tra attività puramente religiose e attività ricreative e luogo di aggregazione sociale e spirituale.

Mixitè 

Il vuoto formale della piazza è delimitato ad est dalla Chiesa ed a nord dalla facciata di un nuovo edificio, posizionato nell'area oggi occupata dalla scuola materna, che ospiterà differenti funzioni. Al piano terra sono inserite destinazioni commerciali, arricchite da un lungo portico ed ai piani superiori destinazioni direzionali e/o residenziali.

Architettonicamente il nuovo edificio è caratterizzato da una struttura verticale in legno che ritma i prospetti e da una copertura a sbalzo che protegge le terrazze all'ultimo piano. Di fronte ai negozi una grande vasca piena d'acqua circondata da alberi diventa occasione di sosta e di aggregazione in stretto rapporto con lo spazio prospiciente la chiesa. Si è voluto anche dare importanza al trasporto pubblico e per questo è stata conferita alla fermata dell'autobus, posizionata sulla strada di fronte alla grande vasca, una maggiore importanza evidenziata da una serie di pensiline d'attesa, sempre in acciaio corten, su alcune delle quali sono state riportate le lettere R-I-O. Per dare continuità semantica le stesse pensiline sono state utilizzate anche per alcuni tratti di recinzione della scuola elementare esistente.

La nuova scuola materna e l'orto botanico

Il secondo edificio, la scuola materna, diventa occasione di un nuovo collegamento: un intimo percorso pedonale, che si inserisce tra la parrocchia e le proprietà private, per poi collegarsi al Padiglione della sostenibilità. L'asilo ripropone una superficie coperta uguale a quella utilizzata oggi e si caratterizza per un volume compatto, sviluppato su una forma ad "L" realizzato con pietra, vetro e frangisole in legno.

La copertura piana, tenuta staccata dalle murature perimetrali per infondere leggerezza alla composizione sarà composta da celle fotovoltaiche in grado di fornire energia rinnovabile necessaria a soddisfare le esigenze delle attività scolastiche. Le famiglie e i bambini potranno usufruire di uno spazio esterno privato ma anche godere di una piazza pubblica, denominata l'Orto botanico, prospicente l'edificio dove poter sedersi, ammirando, lungo l'arco dell'anno, i cambiamenti cromatici delle diverse essenze arboree, contenute in vasche di acciaio corten equipaggiate con sedute in legno.

Il Padiglione della sostenibilità

L'area d'intervento, dove oggi insiste il parco pubblico, è stata valorizzata con il Padiglione della sostenibilità, un edificio a completo servizio della comunità. Questo spazio, infatti, oltre ad essere pensato per ospitare eventi, mercati o manifestazioni è stato progettato per contribuire attivamente all'abbattimento dei costi di gestione dei nuovi spazi pubblici.

La copertura è realizzata con celle fotovoltaiche, che garantirebbero un apporto energetico continuo all' l'illuminazione pubblica, e studiata con determinate inclinazioni di falda che fanno defluire l'acqua piovana in una grande cisterna che nei periodi più caldi dell'anno può essere svuotata per l'irrigazione dei giardini pubblici. Inoltre, la copertura è disegnata in modo da ospitare una gradinata per il pubblico che vorrà assistere a sfilate, spettacoli, rappresentazioni teatrali che si svolgeranno negli spazi attigui il padiglione stesso.

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