Terremoto del Centro Italia: sì alla prevenzione e al bonus antisismico, no alle new town

Chiamato in causa Cantone, Renzi: Modello Expo per la ricostruzione

Gettare le basi per un ampio programma pluriennale tutto indirizzato alla cura del territorio italiano. Lo ha chiamato «Casa Italia», Matteo Renzi, il piano che avrà l'obiettivo di mettere in atto una vasta attività di prevenzione nei territori vulnerabili. Un programma ad ampio raggio d'azione, che vada anche oltre la sicurezza sismica, per investire altri grandi temi, come le bonifiche, il dissesto idrogeologico e le questioni infrastrutturali, da costruire insieme ai principali attori interessati, compreso il mondo dell'associazionismo e degli Ordini professionali.

A pochi giorni dal terremoto che ha scosso il Centro della Penisola, si inizia a tracciare la strada da seguire. Una strada che si biforca nei due percorsi della ricostruzione e della prevenzione.

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50 mln subito disponibili e poi la ricostruzione dei borghi colpiti

Uno stanziamento di 50 milioni di euro destinati agli interventi di immediata necessità che verranno coordinati dalla Protezione civile e la definizione di alcuni  punti fermi: nessuna «new town» e un ruolo centrale nuovamente per l'Anac di Raffaele Cantone, che dovrà controllare su eventuali fenomeni di corruzione legati alla ricostruzione. «Il modello che abbiamo impiegato per i grandi eventi (il riferimento è all'Expo ndr) può essere utilizzato per la ricostruzione», ha affermato il premier. «I soldi ci sono - ha continuato -, vanno spesi velocemente e con il controllo delle autorità».

Nessuna decisione è stata presa sul fronte delle modalità da seguire per distribuire i finanziamenti ai privati che dovranno ricostruire i loro beni, ma il Governo è al lavoro sul tema e intanto si sceglie Vasco Errani, l'ex governatore dell'Emilia Romagna, come commissario per la ricostruzione.

Rafforzare l'ecobonus: il 1° settembre se ne discute in Parlamento

Intanto si ragiona su un rafforzamento dell'ecobonus con funzione antisismica. Se ne discuterà giovedì primo settembre, quando si riuniranno congiuntamente le Commissioni Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera e Ambiente del Senato per confrontarsi con il sottosegretario De Vincenti in merito all'azione della Protezione Civile.

«Primi passi sono stati mossi anche per favorire la messa in sicurezza in chiave antisismica delle abitazioni: l'ecobonus, la detrazione fiscale del 65% dei costi dei lavori, è stato esteso anche a questa tipologia di interventi. Adesso bisogna rafforzarlo ed estenderlo agli interi edifici, alle strutture pubbliche e alle imprese», hanno dichiarato con una nota Ermete Realacci, presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera, e Giuseppe Marinello, presidente della XIII Commissione Ambiente del Senato.

La prevenzione: da 70 anni un appuntamento mancato

Nessuna new town, «le persone hanno diritto di vivere nei loro luoghi», ha detto Matteo Renzi. Si tratta di preservare l'identità dei borghi colpiti dalle tragiche scosse dei giorni scorsi e di conservare lo spirito di comunità che li anima. Ma, accanto alla ricostruzione dovrà esserci un'azione ampia di prevenzione. Certo non si riuscirà in poco tempo a fare ciò che non si è fatto in 70 anni, ha detto Renzi, ma si tratta di portare avanti una sfida culturale che permetta di affermare il principio secondo il quale «ciò che viene speso in prevenzione, non è spesa ma investimento».

E, l'azione di prevenzione avrà un vasto terreno sul quale confrontarsi. A dirlo sono i dati. Le aree ad elevato rischio sismico coprono il 44 per cento del territorio italiano e interessano il 36 per cento dei Comuni del Paese. 21,8 milioni sono, invece, le persone esposte ad un elevato rischio sismico; mentre 5,4 milioni di edifici e 10,7 milioni di abitazioni sorgono in aree ad elevata criticità. 

A ciò si aggiungono altri dati critici: in Italia il 60 per cento degli edifici è stato costruito prima del 1974, anno in cui la normativa antisismica per le nuove costruzioni ha fatto ingresso nel nostro Paese e si stimano in 2,5 milioni gli edifici residenziali in pessimo o in mediocre stato di conservazione (dati Ance/Cresme, rapporto su "Lo stato del territorio italiano").

Il fascicolo del fabbricato come obiettivo prioritario

Si parla da tempo dell'istituzione del fascicolo del fabbricato, una sorta di cartella clinica che attesti lo stato di sicurezza di un edificio. Un documento tanto semplice quanto contrastato, nonostante la richiesta da parte delle professioni tecniche di farlo diventare una realtà diffusa e l'appello che con forza e puntualmente si rinnova in seguito ad ogni tragedia.

Sul tema ritorna il Consiglio nazionale degli ingegneri con il suo presidente Antonio Zambrano: «La conoscenza del livello di sicurezza di un edificio - afferma - deve diventare parte essenziale della sua carta di identità. È assurdo constatare come in una compravendita di un immobile venga chiesto il certificato di classe energetica e non un documento che attesti l'adeguamento dello stesso alle norme antisismiche».

Mariagrazia Barletta

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