Reti tra professionisti in arrivo col Jobs Act autonomi. Cosa sono e quali i vantaggi

Si avvicina alla discussione in Assemblea al Senato, il disegno di legge sulla tutela del lavoro autonomo, vale a dire il provvedimento battezzato «Jobs Act degli autonomi». Nel passaggio in Commissione Lavoro il testo si è arricchito di diverse novità, tra queste l'introduzione delle reti tra professionisti.

Un emendamento approvato allarga ai professionisti - «a prescindere dalla forma giuridica rivestita» - la possibilità di costruire network con altri professionisti e con imprese, sfruttando il vantaggioso e flessibile strumento del contratto di rete. I professionisti potranno servirsene per partecipare ai bandi e concorrere all'assegnazione di incarichi e di appalti privati.

Si tratta di permettere ai professionisti, così come già avviene per le imprese, di sviluppare network in modo molto semplice e flessibile, di aggregarsi, per un certo periodo di tempo, ad altri soggetti per attuare con essi un progetto comune. La particolarità è che ciascun componete della rete mantiene la propria autonomia e indipendenza.

Il tutto passa per la sottoscrizione di un contratto di rete, ossia uno strumento flessibile che si adatta a svariate necessità, nato per le imprese nel 2009 (legge 33 del 2009), per aiutarle a collaborare e ad essere più innovative e competitive sul mercato. I partner possono collaborare, scambiarsi informazioni o prestazioni di varia natura, o esercitare insieme una o più attività, attingendo alle specifiche competenze dei partecipanti alla rete.

CONTRATTO DI RETE
(Fonte: Camere di Commercio di Italia)
Contratto stipulato tra imprese per condividere uno o più obiettivi e un programma comune, ma senza dar luogo a un soggetto giuridico autonomo e distinto dalle imprese contraenti.

Per approfondire i contenuti del Ddl sul lavoro autonomo:
- Jobs Act autonomi: la PA delega funzioni ai professionisti. Più welfare per le Casse di previdenza
- Jobs Act autonomi: i contenuti del testo e le richieste di Confprofessioni

Il contratto di rete

I soggetti della rete si impegnano a collaborare, ciascuno in un certo ambito di propria competenza, per sviluppare un programma comune, che passa per la sottoscrizione del contratto di rete.

Tre le strade alternative da poter percorrere:

  • la redazione di un atto pubblico da parte di un notaio;
  • la scrittura privata, in cui la presenza del notaio serve solo per l'autenticazione delle firme dei partecipanti alla rete;
  • e, ancora più semplice, l'atto si può sottoscrivere attraverso la firma elettronica. Infocamere ha anche messo a punto un servizio on line e gratuito per la compilazione guidata di un contratto (conforme alla normativa) da sottoscrivere poi con firma digitale.

Stipulato il contratto, si passa poi alla registrazione all'Agenzia delle Entrate.

In pratica, chi aderisce alla rete mette nero su bianco quali saranno i rapporti di collaborazione, quali i tempi, quali gli impegni di ciascuno, gli investimenti da mettere in campo, come realizzare e attuare il programma comune, le regole per l'assunzione delle decisioni, etc..

I vantaggi

I vantaggi sono molteplici: si può fare rete per rafforzarsi e proporsi per il mercato estero, per offrire maggiori servizi. Un soggetto può temporaneamente mettere a disposizione di un altro soggetto uno o più lavoratori, Oppure, i componenti della rete possono assumere insieme un nuovo dipendente, precisando ogni regola di ingaggio all'interno del contratto di rete. Le imprese lo utilizzano attualmente anche per accedere a finanziamenti e a contributi a fondo perduto.

La questione "professionisti"

Il contratto di rete «è soggetto ad iscrizioni nella sezione del registro delle imprese presso cui è iscritto ciascun partecipante», questo dice la per ora la legge (legge 5/2009 - art. 3, comma 4-quater). Questo significa che attualmente possono partecipare alle reti di imprese solo i soggetti che sono tenuti all'iscrizione nel registro delle imprese.

Ciò ha fino ad ora precluso ai professionisti l'opportunità di sottoscrivere un contratto di rete, a meno che non abbiano prima costituito una Stp (Società tra professionisti). Tutto ciò sembra destinato a cambiare con il disegno di legge sul lavoro autonomo.

Mariagrazia Barletta

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