Il Magazzino del Vino a Trieste si trasforma nel nuovo store di Eataly con il progetto di Archea Associati

Gli architetti fiorentini Archea Associati / Marco Casamonti hanno firmato un nuovo progetto che li ha visti impegnati nella ristrutturazione dell'ex Magazzino del Vino a Trieste, aperto ufficialmente al pubblico dal 17 gennaio 2017, che ospiterà un nuovo store di Eataly.

L'acquisto e i lavori dell'immobile di epoca ottocentesca affacciato sulle Rive di Trieste e sul mare con uno splendido waterfront, sono stati finanziati dalla Fondazione CRTrieste per un investimento totale di 25 milioni di euro. L'edificio doveva essere inizialmente dedicato a eventi congressuali ma, su invito dell'Amministrazione comunale, il progetto originario è stato rivisto e la funzione dirottata sull'attività commerciale.

Per il team di Archea i lavori hanno rappresentato l'occasione per confrontarsi con il tema dell'intervento contemporaneo sul patrimonio edilizio storico, attraverso un progetto di riqualificazione e trasformazione incentrato sulla tutela dell'esistente e sul rispetto del contesto urbano in cui l'edificio è inserito.


Foto Pietro Savorelli

Il progetto

L'intervento proposto da Archea non modifica il volume originario dell'immobile e inserisce al suo interno un nuovo corpo architettonico, interamente vetrato, collegato al perimetro esistente attraverso percorsi sospesi sull'acqua. Il nuovo elemento, etereo e traslucido, è completamente indipendente, organizzato dimensionalmente sulla metrica del partito murario scandito dalla facciata originaria.

Lo stacco fisico tra il nuovo corpo di fabbrica e il paramento storico ha permesso di realizzare uno spazio posto tra interno ed esterno di grande suggestione, anche grazie all'acqua che scorre nelle grandi vasche. Il vetro che racchiude lo spazio riflette i contorni delle mura del magazzino e delle sue aperture, permettendo di rendere visibili le attività che vengono svolte all'interno. 


Foto Pietro Savorelli

Un nuovo corpo architettonico all'interno del volume originario 

Il nuovo volume, completamente indipendente, è organizzato su quattro livelli che, come altrettanti palcoscenici, inscenano lo spettacolo del cibo: il piano più basso, completamente interrato, è adibito a parcheggio; quello successivo, a una quota inferiore rispetto al livello della città e illuminato dalla luce naturale che invade l'intercapedine tra l'involucro originario e quello nuovo, così come i piani che lo seguono, ospita le attività di Eataly.

Il piano terra, rialzato rispetto al livello stradale di 80 cm, riprende l'antica quota di sicurezza rispetto al livello massimo della marea, mentre il piano soppalcato, pur superando l'altezza di imposta dei muri perimetrali, raggiunge la stessa quota del colmo dell'originario tetto a falde andato distrutto.

L'atrio dell'edificio, simile a un foyer teatrale, è caratterizzato da una doppia scala monumentale in acciaio cor-ten che collega i tre piani commerciali. Alla base delle rampe sono state collocate due vasche d'acqua dalla natura fortemente scenografica con un rivestimento interno che richiama, per forma e materiale, quello dei recipienti dove, anticamente, veniva conservato il vino.

All'esterno è stata lasciata immutata l'immagine ottocentesca del magazzino di vini, quella disegnata da secoli di storia e tradizione. Soltanto ai bordi si intravede il cubo interno di vetro, leggero e trasparente, che osserva l'acqua e suggerisce la presenza di una nuova vita all'interno dell'edificio. Verso il mare è stata aperta una grande finestra, che incornicia in una splendida vista il porto di Trieste.

Il "buco nell'acqua" di Marco Casamonti

«Il sogno di ogni architetto è quello di sfidare l'impossibile e, tra questi sogni, c'è quello di costruire "un buco nell'acqua"», afferma Marco Casamonti, convinto che a Trieste, in un certo senso, il suo team sia stato capace di realizzare questo desiderio, intervenendo su un edificio che, di fatto, è quasi dentro il mare. 

Lo studio si è confrontato con un vecchio magazzino di vini, un manufatto di pregio architettonico modesto, ma dalla memoria storica di notevole valore.«Al suo interno - prosegue Casamonti - abbiamo realizzato un altro edificio di vetro, operazione semplice da un punto di vista dell'immaginazione compositiva, ma molto complessa dal punto di vista architettonico e costruttivo».

Il progetto ha richiesto la realizzazione di un grande scavo nel mare, il buco nell'acqua, appunto, per conquistare nel mare stesso un nuovo spazio da costruire. 

ARCHEA ASSOCIATI

Lo studio Archea Associati viene fondato nel 1988 da Laura Andreini, Marco Casamonti e Giovanni Polazzi, ai quali si associa Silvia Fabi nel 1999. Oggi lo studio conta un network di circa 100 architetti attivi nelle sei diverse sedi di Firenze, Milano, Roma, Pechino, Dubai e San Paolo.

L'attività del team varia dal paesaggio alla città, dall'edificio al design e, pur essendo particolarmente incentrati sull'architettura, i progetti non disdegnano l'attività grafica, l'editoria, le mostre e gli eventi. La complementarità e il passaggio di scala che va dalla critica al cantiere permette un'operatività basata sull'integrazione e consente di intervenire nelle diverse forme compositive del progetto.

Tra gli interventi più importanti firmati da Archea spiccano la Biblioteca Comunale di Nembro (Bergamo), l'UBPA B3-2 Pavilion World Expo 2010 e il GEL, Green Energy Laboratory di Shanghai, l'ampliamento e riqualificazione della sede Perfetti Van Melle di Lainate nei pressi di Milano, la Cantina Antinori a San Casciano Val di Pesa, Firenze, lo Yanqing Grape Expo nei pressi di Beijing ai piedi della Grande Muraglia cinese, il Li Ling World Ceramic Art City in Cina e il complesso residenzale Colle Loreto a Lugano.

Sono attualmente in costruzione la Torre commerciale e residenziale Forevergreen e lo Stadio Nazionale dell'Albania, entrambi a Tirana, la Changri-La Winery a Penglai (Cina).

Informazioni

www.archea.it

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