Ily : [post n° 220664]

I Professionisti e l'Itagliano

Sul lavoro, ma anche nella vita privata, ho purtroppo constatato una cosa: molti professionisti e impiegati -tutta gente diplomata e/o laureata- non sanno più scrivere in italiano corretto.
Attenzione: non ho detto raffinato, ricercato, bello, elegante, ho detto semplicemente corretto, cioè compresibile (qualche errore di sintassi ci può anche stare).
La sindrome colpisce sopratutto gli avvocati, affetti da verbosità, prolissità e fumosità congenite, e -purtroppo- anche gli architetti, i geometri e gli ingegneri.
Congiuntivi sbagliati, errori di ortografia (nelle relazioni tecniche, nei curriculm vitae, nei fax, nelle perizie), burocratese incomprensibile, punteggiatura mitragliata a casaccio, sintassi avventurosa e scricchiolante, orge di preg.mo dott. C/o V/s ecc ecc, donne che cambiano sesso (l'ingegnere Maria, il geometra Giovanna e l'avvocato Gabriella), anglicismi dilaganti (perchè il soggiorno si chiama living e lo scopo è la mission?).
Beh, sono d'accordissimo con voi che un tecnico non deve sapere scrivere un bell'italiano -per quello ci sono i poeti e gli scrittori- ma deve essere in grado di spiegare in maniera efficace anche i concetti complessi: e chi sa scrivere correttamente -di solito- è anche in grado di analizzare testi difficili come manuali tecnici, leggi, circolari e quant'altro, o di scrivere argomentazioni logiche ed efficaci per dimostrare il proprio pensiero, cose queste, entrambe fondamentali nel nostro mestiere.
Sarà che ho fatto il liceo classico, e quindi a queste cose ci tengo, ma se il mio architetto (o avvocato, ingegnere, commercialista) mi presentasse un testo pieno di errori di ortografia e di grammatica, beh, cercherei di cambiare professionista: un commercialista che non sa scrivere correttamente, come potrebbe, ad esempio, presentare una memoria difensiva efficace in caso di accertamento?.
Che ne pensate?
Un'ultima cosa: un omaggio al grande Beppe Severgnini per l'arguto, e divertentissimo, libro sull'italiano.
fulser :
E' una cosa che ho notato anch'io, ed è una cosa che trovo molto irritante; spesso si vede anche in queste rubriche, ma qui scriviamo tutti velocemente e quindi qualche errore lo posso anche giustificare (anche se quando vedo "quì" o "quà" o "stò" penso alla mia maestra delle elementari con tanto rimpianto).
Che dire? Le cause sono talmente tante...
Germont :
Sono pienamente daccordo con te Ily. Se può essere comprensibile qualche errore on line, quando vorremmo stare dietro a tante cose e rispondere chissà a quante mail (ci sono comunque dei limiti) non è accettabile quando si scrivono relazioni etc...
Purtroppo la non conoscenza dell'italiano è un male dilagante e dalla tv ai giornali se ne sentono davvero di tutti i colori.
La mia compagna è una insegnante d'italiano e lingue straniere e spesse volte mi mette davanti i compiti dei suoi studenti che hanno lacune veramente imbarazzanti. Di chi è la colpa? Spesso del pressappochismo con cui si affronta la vita oggi alla ricerca soltanto dell'affermazione economica (i soldi è vero servono per vivere, ma non devono essere lo scopo delle nostre vite). Ogni tanto bisogna rallentare, trovare il tempo per leggere, riflettere...vivere.
Cordialmente.
monty :
CONCORDO PIENAMENTE!!

Non posso dimenticare una ragazza che conoscevo laureata in Architettura con 110 E LODE, diceva "i diti" anzichè "le dita" oppure "il professore mi ha imparato".
Ancora mi vengono i brividi, poi faceva pure la saccente!

Il Dottore di mia zia su una ricetta ha scritto "MATERAZZO".

Lo posso accettare da persone che si sono fermate alle medie ma non da laureati, cavolo......110 E PURE LA LODE!
Ily :
Beh quello di imparato lo considero veniale: potrebbe semplicemente derivare da un uso dialettale, credo meridionale. Stessa cosa i diti. Ovviamente questo durante una conversazione informale, non certo a un esame o a un colloquio, ad esempio.
L'unica cura per il materazzo, invece, è un intenso studio di un bel DIZZIONARIO DI ITAGLIANO!!!
monty :
Pero', se uno dice "i diti" lo usa sempre, sia in pubblico che in privato perchè non sa nemmeno che è sbagliato.
Te lo immagini un architetto che riceve un cliente, magari è uno che parla correttamente, e se ne esce così: "oggi ho i diti gonfi". Nooo, noooo è vergognoso!
Ily :
X monty:

Non necessariamente: ad esempio io quando parlo dico quasi sempre rusco (=rifiuti, in bolognese) o ciappini (lavoretti vari), ma quando parlo in contesti formali o con non bolognesi dico rifiuti e faccende...
L'importante è sapere ben distinguere i contesti ;-)
Campanellino :
D'accordo con te Ily...proprio l'altro giorno ho visto scrivere da un collega: "FAX SIMILE".......AIUTO!!!!!!!!
Mi fa piacere non esserel'unica ad aver le orecchie che stridono quando sento o leggo certe cose...io che cerco ancora di mettere le lettere maiuscole pure in chat!!!
Fusilla :
Beh ragazzi, se la mettiamo su questo piano allora... La titolare dello studio in cui sono sfruttata appena sente una parola nuova che le piace la infila ovunque, senza curarsi del suo significato... Esempio: va due giorni in toscana e cosa impara? GABBARE... E quindi? Quando le piace una cosa lei che dice? "GUARDA CHE BELLA!!! QUELLA COSA MI GABBA PROPRIO!!! O_O
Da :
è vero, le persone non fanno più caso a quello che scrivono, alle volte arrivano in ufficio delle lettere dalle P.A. da far paura. Una volta è arrivata una lettera in cui l'addetta aveva dimenticato di cancellare le note con le istruzione per la compilazione per cui si affermava un dato e poi tra parentesi si leggeva " in caso contrario ...".
Anch'io qualche volta cado nell'errore dialettale ma quando devo scrivere una relazione la rileggo 10 volte per essere sicura di non aver scritto delle assurdità..
poi ci sono giorni in cui spengo la Tv e leggo un bel libro, attualmente U. Eco.
Ily :
X Fusilla:

Hem, forse la "siniora" si è confusa tra:
- GABBARE (imbrogliare)
e
- GARBARE (piacere, riflessivo).

Quindi la su citata avrebbe dovuto dire: quella cosa mi GARBA proprio.
Se dico: la parmalat mi garba e la parmalat mi gabba dico in effetti due cose lievemente diverse ;-) [verissima la seconda].
Ily :
X Campanellino:

FAX SIMILE è meraviglioso!!! Ovviamente il tapino ignorava che "fac" è latino e vuol dire -se non ricordo male- "aspetto", da cui il nostro "faccia".
Ma anche i CURRICULUMS non sono male ;-)))
ambaraba :
X Da. Anche io in questo momento sto leggendo Eco. X curiosità cosa? Io il suo più celebre, Il nome della rosa! Non lo avevo ancora letto:)

Quanto è vero che se ne sentono e leggono di tutti i colori e, ahimè tanto in contesti istituzionali:(
Campanellino :
Io pensavo dal latino fac=imperativo di facere e simile=similmente (avverbio) quindi in pratica : "fai così".
Fusilla :
X Ily -> Bella quella della parmalat!!! ^__________^
Ily :
X Campanellino:

In effetti ho controllato su un vocabolario latino on line e il termine a cui mi riferivo io non è "fac" ma facies, faciei, quinta declinazione.
Un controllo su Wikipedia ha chiarito che tu hai perfettamente ragione, quindi chiedo umilmente scusa e ti ringrazio per la correzione: ho sempre pensato derivasse da facies, buono a sapersi ;-).
Corretto invece il significato di facies (aspetto, faccia, apparenza)
Hem, credo che dovrei rimettermi a studiare latino ;-)
Ily :
Comunque in latino esiste anche fax, facis (terza declinazione) che ovviamente non vuol dire fax (nel nostro significato) ma fiaccola ;-)
Germont :
Alla fine, Ily, già il fatto di parlarne aiuta a confrontarsi e magari ad imparare sempre qualcosa in più. E' questo che manca oggi, il confronto.Internet ci fa viaggiare talmente veloci che non si curano i dettagli (non da poco) nella scrittura e quindi, poi, anche nel parlare si corre il rischio di commettere gli stessi errori.
Ma quanti di noi oggi inviano ancora gli auguri od un semplice ringraziamento per lettera?
A presto.

Da :
x ambaraba: sto leggendo "Il pendolo di Foucault", "Il nome della rosa" l'ho letto anni fa dopo aver visto il film, ma il libro di Eco che mi è rimasto nel cuore è "L'isola del giorno prima"

ambaraba :
x Da. E' il primo di Eco che leggo (cercherò poi di vedere anche il film, dicono sia fatto molto bene), e mi segno quello che consigli. Invece "Baudolino", sempre scritto da Eco, l'hai letto?
Da :
no, non l'ho ancora letto. Di solito riesco a leggere di più ad agosto e se ho qualche giorno a natale, in effetti con il libro adesso sono un po' bloccata. sarebbe bello poter passare la sera o il week-end a leggere invece di cercare e fare lavori extra.
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