fish : [post n° 222381]

GLI ARCHITETTI E LA CRISI

Ho visto in streaming l'intervista del presidente dell'ordine degli architetti di roma sul canale satellitare del corriere TV, sul tema "GLI ARCHITETTI E LA CRISI" e successivamente quella del presidente della consulta giovanile sullo stesso argomento. Tante belle parole sulla situazione dei professionisti in Italia, sulla saturazione del mercato, sulle responsabilità di una legislazione macchinosa, sui problemi dell'iserimento dei giovani dovuti a un mancatro ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, sulle donne che smettono a 40 anni (sì, l'ha ribadito anche qui...) sui giovani e le loro difficoltà visto l'esubero di architetti in italia..nessuno che abbia mai detto finora, che abbia mai nemmeno menzionato il fatto che la maggior parte di noi lavora nell'assolota ILLEGALITA', visto che in questo paese lavorare a partita iva ( "FORMALMENTE" COME COLLABORATORI MA DI FATTO COME DIPENDENTI di un'azienda, o anzi peggio di dipendenti di un'azienda, visto che spesso gli obblighi e gli orari lavorativi sono da simil-schiavitù ) E' PROIBITO DALLA LEGGE, e che il lavoro in nero che un'altra buona parte di noi svolge, tra stage fasulli e retribuzioni date come la paghetta di natale, non ha mai aiutato l'economia di nessun paese!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ily :
Ah beh, adesso se chiedi l'aumento... Mi dispiace non posso, c'è la crisi.
Per noi la rovina son state le lauree triennali: ottimi caddisti a costo quasi zero sfornati ogni anno a centinaia, che dico, migliaia, che hanno portato al ribasso di stipendi (?!?) già bassi.
Avevo avuto una piccola consulenza, il mio primo lavoro in proprio: si trattava di valutare i lavori di m.o. necessari con conseguente redazione di computo. Io faccio tutto quanto il cliente -un mio vicino- mi chiede, gli faccio pure lo sconto, gli faccio avere il preventivo della mia ditta di fiducia, mi paga senza fiatare, alla fine mi dice: "Bravissima, hai fatto un gran bel lavoro, la stessa consulenza l'ho chiesta anche a un mio conoscente geometra e mi ha dato un lavoro molto più approssimativo, ma sai, la sua ditta mi costa meno, e la direzione lavori la farà lui o il geometra della ditta stessa".
Eggià, costa meno, anche se la qualità è più scarsa. Geniale, scegliere come D.L. il tecnico dell'impresa esecutrice...
Ecco, questo è un segnale di come vanno le cose adesso.
luca :
Nell'intervista si parla delle retribuzioni scarse, e si da una risposta che condivido pienamente (anche se molti punti proprio non li approvo, credo per un problema generazionale). In tutti i lavori che siano con partita iva o dipendente ci offron una stipendio x, e nessuno ci impone di accettarlo, se ci sono persone che accettano e non ragionanano su quello che stanno facendo (troppi pochi soldi non bastano per nulla) non possiamo assumercene tutti la responsabilita'. Io ho una casa, una macchina le bollette, mi devo fare la spesa e.........non posso accettare di lavorare semigratis semplicemente perche non me lo posso permettere, e li chiudo. Se ci sono i "bambociones", che vogliono faree i mantenuti di mamma e papa' vivere in un appartamento sovraffollato pur di dire faccio l'architetto da x cosa si può dire. Tutto deriva da quello che si vuole nella vita, a me piace l'indipendenza, piace lavorare free lance e piace farmi moooolte vacanze l'anno all'estero, pero' quando lavoro pretendo.
monty :
A proposito delle lauree triennali ci dovrebbero essere delle novità, mi hanno detto che per esempio a Roma già da quest'anno alcuni corsi di laurea breve sono stati disattivati, questi ragazzi che hanno fatto o stanno ancora facendo la triennale li hanno fregati proprio bene. Stamattina ho visto il disegno di un ragazzo che si deve laureare tra poco, mamma mia che disastro!!!! Io non disegnavo così neanche a scuola, capitelli e modanature osceni, ma quando entreranno in uno studio di architettura neanche i caddisti sapranno fare!
bonaparte :
ci risiamo, lupi che si divorano tra loro dalla fame!!! chi da la colpa ai geometri, chi ai triennali... tutti la rovina della professione di architetto!!! si trova un'ambiente così collaborativo tra colleghi che tra poco sarà piacevole andare a lavorare x un idraulico! se volevate lavoro solo x il fatto di avere una laurea avreste dovuto fare i notai... e cmq ho sentito con le mie orecchie il presidente del mio ordine augurarsi del fatto che la crisi "eliminasse" molti giovani dal mercato... :(
Ily :
Gli hai fatto un occhio nero, spero!!!
Ily :
Siamo noi giovani che tiriamo la carretta in moltissimi studi tecnici prendendoci molte rogne, pochi euri e zero gloria
:-(((
In che contesto l'hai sentito dire?
Eppure le nostre quote sono buone, per l'ordine...
L'Italia è un paese per vecchi!!!
fish :
hai ragione BONAPARTE..non credo sia utile scaricare colpe su geometri, triennali, università intasate ecc. Certo sono elementi che pesano sui nostri problemi, ma nessuno di loro comporta da solo i disagi della situazione che stiamo vivendo, e sbranarci tra di noi non credo sia una soluzione ..
Con questo post volevo sollevare un altro problema, cioè quello dell'altissimo tasso di LAVORO NERO che imperversa sulla nostra categoria. Mi sembra che di questo non parli nessuno. Come a dire, siamo in italia che cosa pretendi, che si facciano le cose in regola? Questo mi avvilisce, mi fa arrabbiare e mi fa sentire impotente. Quanti di voi che lavorano per studi a partita iva hanno un VERO rapporto di collaborazione? Cioè la possibilità di lavorare per più di uno studio, o un pò per lo studio un pò per conto proprio, in modo da potersi considerare veramente liberi professionisti? Quanti invece lavorano formalmente come collaboratori, e di fatto come DIPENDENTI? Lo ripeto, questa cosa in italia è ILLEGALE. Ma non importa a nessuno. Anche su questo blog sento dire spesso, che ci vuoi fare, è così, piuttosto che lavorare per gli studi cerca di metterti in proprio. Mi sembra voltare la testa dall'altra parte. Anche chi ci rappresenta sorvola sul problema, insistendo sul fatto che questo mestiere ha la vocazione della libera professione. Va bene, giustissimo. Ma esercitare la libera professione e sopravvivere non può voler dire soltanto lavorare in proprio, è troppo limitativo per una categoria di 40.000 persone. Esercitare la libera professione dovrebbe voler dire anche avere la possibilità di collaborare con gli studi da liberi professionisti, con COLLABORAZIONI VERE, cioè da consulenti, da free-lancer, chiamateli come vi pare. E questo non è possibile perchè non c'è controllo. Di nessun tipo.
Per fare un esempio che credo possa essere familiare a molti di voi: ho fatto il mio primo stage in uno studio che aveva 4 collaboratori a partita iva. La più "anziana" collaborava da 4 anni, cioè era di fatto una dipendente a partita iva da 4 anni (cosa che la legge non prevede). Quindi nessuno era a contratto. Sempre la legge dice che un'azienda può prendere UNO stagista se ha almeno un lavoratore dipendente a contratto. Loro ne hanno presi CINQUE. Per tre mesi hanno avuto una forza lavoro di 5 persone a 250 euro cadauno al mese dati in mano come una mazzetta, e di 4 persone a (convenientissima per un datore di lavoro) partita iva che lavoravano lì da anni ogni giorno per una media di 10 . In quei tre mesi hanno preso un grosso appalto che ha fatturato allo studio tanti di quei soldi che mi fa anche venire i nervi scriverlo. NESSUNO, a memoria dei "dipendenti" anziani dello studio, ERA MAI VENUTO A CONTROLLARE.
Quando ero in Danimarca ho visto due volte passare il controllo dell'ispettorato del lavoro. Il mio capo non era un santo, e se avesse potuto avrebbe avuto un seminterrato zeppo di operai cinesi clandestini a fargli i plastici, tanto per farvi capire. Ma lì doveva fare tutto in regola, altrimenti lo facevano chiudere.
Quindi ragazzi, possiamo additare le responsabilità della nostra situazione a tanti fattori, ma non dimentichiamoci che a monte c'è un problema un pò più generale, molto tipico di questa nostra bella italietta. Cioè un PROBLEMA DI LEGALITA' del quale nessuno si occupa. Ci sono delle leggi che definiscono i termini del nostro lavoro di liberi professionisti, e che se rispettate potrebbero farci sopravvivere un pò meglio. PERO' NESSUNO LE RISPETTA. A NESSUNO INTERESSA FARLE RISPETTARE. E' il libero professionismo made in italy, che in primis ci rovina. Almeno io la penso così.
Vichy :
Veramente al minuto che ocmpare come -27:50 circa la domanda era bella chiara, sullo sfruttamento.
Lui ha un po' divagato....chissà come mai.....
Forse a rappresentare un ordine ci sono persone di 60-70 anni che il problema lo vedono solo dal loro canto?
Io litigai col mio tutore di inarcassa quando lessi dell'aumento delle tariffe...gli scrissi una mail acidissima dicendo in breve dove cavolo vivevano, se sapevano quanto guadagnasse un povero architetto 30 enne, che per noi anche quei "minimi aumenti" erano corposi ...e che gli ordini sono fatti di gente con mega studi avviati e di poveracci come noi...
Mi spiegò che era tutta una mossa per tenersi sui livelli dell'Inps, se no avrebbero avuto problemi a tenere la cassa aperta ecc ecc...
secondo che chi comanda in generale in Italia, a cominciare dai nostri politici tutti non ha la minima vaga idea di come cavolo si fa a campare in questa maniera...
avete visto all'eposa "presa diretta" sugli archeologi? e le chiusure delle scuole di restauro? in Italia dove la gente straniera prega di poter lavorare per la ricchezza del patrimonio? guardatela quando avete tempo...
Ily :
E dove lo trovi uno che ti assume?!?
Al sindacato dove andai un anno fa per avere qualche chiarimento sui vari tipi di contratto la giovane sindacalista -precaria pure lei, immagino- aprì le braccia, sospirò e mi disse: cosa possiamo fare? Sai quanti ne vedo, nella tua situazione?
Un giorno a cena si parlava di cassa integrati: un mio amico mi fa "ma non ti fanno pena?" E io: "Beh, almeno loro hanno la cassa, meglio di niente" e lui: "Ma pensa se capitasse a te di perdere il lavoro" e io: "Eh, io la mobilità, il sussidio e la cassa non li ho". E il mio amico: "Ma pensa quante tasse pagano..." e io: "Si, io pago le tasse e anche i contributi di tasca mia" e lui "...". Oppure: "Sai che le tasse mi hanno decurtato la tredicesima. Anche a te?" E io: "No" e lui: "Beh, sarai contenta no" E io: "Sarei più contenta di aver la tredicesima decurtata, perchè io non ce l'ho la tredicesima".
poipoi :
x fish
In Gran Bretagna, dove TUTTI assumono a tempo indeterminato, quando non c'è lavoro ti licenziano.
Allora che soluzione proponi?
Se il lavoro manca come pensi che ti possano assumere?
Tu hai un altro problema. Hai la testa da dipendente, e quindi non riesci ad avere una visione d'insieme. Non vai oltre il tuo orticello.
Lo capisci che NON c'è lavoro? Mi sembra un concetto molto semplice da capire.

x Ily
Quando dici che "Siamo noi che tiriamo la carretta in moltissimi studi tecnici" sai di che cosa parli? Sei tu che porti il lavoro? Credi che il lavoro piova dall'alto?
Se credi di essere di vitale importanza, perché non fare da soli? Passa anche tu dal lato oscuro. Poi capisci come funziona.
Lo so che è dura da accettare, ma mediamente si è pagati per quello che uno vale. Non ti piace quello che vedi? Cambia luogo, cambia lavoro, inventatene un altro. Hai mille possibilità. Se resti lì a lamentarti e basta, allora la colpa è anche tua.

Sulla mancanza di legalità siamo perfettamente d'accordo.
La nostra legislazione sul lavoro a tempo indeterminato rende, di fatto, impossibile assumere qualcuno.
Paradossalmente un eccesso di tutela ha come effetto una totale mancanza di tutela.

I triennali in Italia sono poche centinaia a fronte di 140.000 quinquennali. Non possono costituire un problema.
Vichy :
x poipoi : credo che fish intendesse, almeno così ho percepito io, che LORO ti vogliono fisso come dipendente ma ti pagano con partita iva.
a me sta anche bene stare a partita iva ma certo non mi puoi controllare l'orario comeun dipendente, contarmi le ferie come un dipendente ecc...se ho i doveri da dipendente debbo avere anche i diritti.
credo che fish intendess equesto!
poi se uno ha la mente da diepndente ovvero rpeferisce stare fisso in un posto e avere lo stipendio mensile è un conto (che male c'è?) chi vuole essere libero di fare i suoi lavori è un altro...
poipoi :
sì vichy, ho anche risposto che questo, per me, è dovuto a una legislazione che per tutelare troppo finisce per non tutelare nessuno.
Ma fish invece di parlare di "architetti e la crisi", come voleva il titolo del post, finisce per parlare dei suoi problemi personali con il suo datore di lavoro, che è una cosa diversa.
Vichy :
cmq tornando alla crisi...io per esempio che ho sempre lavorato fin da prima di laurearmi (lavoro dal 2001) solo nel 2009 ho perso il lavoro (lavoravo per uno studio di un mio amico geometra ma a gennaio 2009 il fatturato crollo e non si riprese...e non si è ripreso ancora, uno con un giro di clientela ampissimo, pensate che non aveva messo manco la targa fuori la porta perhcè non voleva più clienti da quanti ne aveva e non aveva bisogno di farsi pubblicità) prima cmq ho sempre trovato. Si condizioni del cavolo, sottopagata ecc ma sempre trovato, anzi me ne sono sempre andata io dai posti.
E' anche vero che prima ero neolaureata o con meno esperienza, adesso fra crisi che lavoro non gira più eseprienza la cosa si è fatta più difficile (tutti gli annunzi sono per torocinanti o stage).
Indi epr cui almeno a Roma, la crisi si è sentita tantissimo, non solo dove lavoravo io, ma anche in società, imprese, altri studi dove lavoravano le mie amiche.
perchè il lavoro o non arriva e quel poco che era rimasto non era pagato, si accumulano crediti su crediti...e tu (studio) inizi a indebitarti..
fish :
Sì vichy intendevo proprio questo.
Ha fatto tanto scalpore il caso dei dipendenti di una grossa azienda di call center nella stessa situazione, dipendenti a partita iva. Hanno denunciato l'azienda, che è stata costretta ad assumerli a contratto. Per carità, lì ha contato il nome dell'azienda, il fatto che i denunciatari hanno coinvolto i media, e che il numero dei dipendenti era enorme. Però per dire che queste cose mi fanno pensare, perchè noi invece come categoria giriamo la testa dall'altra parte e al massimo ci diciamo vabbè, che vuoi, è così, arrangiamoci e inventiamoci qualcosa per sopravvivere. Mi sembra davvero rinunciatario. E non si tratta di lamentarsi, solo di sollevare il problema.
Personalmente io alla fine, dopo molte disavventure, ho trovato una persona onesta, uno studio nel quale sono una collaboratrice vera, cioè non ho orari e posso gestirmi il lavoro come voglio, quindi lavoro anche per conto mio. So bene che il lavoro non c'è , che è difficile procacciarselo, che per portarlo avanti e guadagnarci qualcosa devi essere in grado di scendere a mille compromessi. Non è questo il punto. E' che qui lo scendere a compromessi vuol dire sempre più spesso sfruttare le persone, guadagnare sullo sfruttamento delle persone. Che l'illegalità è diventata una cosa normale. Mors tua vita mea, insomma. Dobbiamo proprio rassegnarci a considerarlo la normalità??????????
fish :
x poi poi.
Non era mia intenzione parlare di cose personali. Erano solo esempi. Io personalmente in questo momento sopravvivo abbastanza dignitosamente, a parte il panorama avvilente che mi vedo intorno. Volevo solo dire che il lavoro nero non risolleva nessuna economia in crisi, anzi, la peggiora, perchè ostacola la crescita, è una legge risaputa dell'economia. Mi stupisco solo del fatto che i nostri rappresentanti parlino di tutto tranne che del fatto che le leggi che regolano la nostra natura di liberi professionisti a livello di rapporti lavorativi in questo paese sono andate allegramente a farsi friggere. Tutto qui.
monty :
SICURAMENTE NON SERVIRA' A NIENTE.

ma perchè non cominciamo a mandare al presidente dell'Ordine tante belle mail di insulti , ma gliene dobbiamo madare migliaia così vede la popolarità di cui gode presso coloro che dovrebbe rappresentare. Io lo farò.
poipoi :
fish, hai ragione sul fatto che i nostri rappresentanti non parlino abbastanza di questo aspetto. Rimane il fatto che il problema oggi è la recessione nera, e quindi si tende a parlare innanzitutto di quello. Ma che non diventi una scusa per tacere sul resto.

Volevo però sottolineare un altro aspetto.
La crisi che si è appena manifestata deriva principalmente dal fatto che esistono altre realtà più competitive, e non solo in termini di costi, ma anche di preparazione e competenza. Un ingegnere cinese o indiano si è formato in un sistema più "difficile" del nostro, con meno tutele e diritti. Strutturalmente è una persona più forte, più motivata, e devo dire, anche più preparata.

Negli anni '60 eravamo noi i "cinesi" e gli "indiani" dell'epoca. Oggi abbiamo perso quello spunto, quella motivazione, facciamo ragionamenti con la pancia piena.
E ci siamo ridotti a una sterile difesa ad oltranza dei diritti acquisiti. Senza capire che questo porta all'attuale far west in cui ognuno pensa a salvare se stesso prima che la nave affondi. Siamo tanti topi che si accalcano sull'unica gomena che porta alla scialuppa di salvataggio. Uno spettacolo indecoroso.

Per troppo tempo noi occidentali abbiamo pensato di campare di rendita. Ed ora ne subiamo le conseguenze.

Al punto in cui siamo non si può rispondere innalzando steccati ancora più alti. Le risposte devono essere diverse.
Il risultato delle sacrosante lotte sindacali degli anni '70 ha portato negli anni '80 e '90 ad un sistema di tutele a volte senza senso, che protegge, non a caso, i dipendenti di grandi aziende e lascia fuori il resto, le piccole imprese e anche noi professionisti.
Non ha senso, oggi, ripetere gli stessi slogan di 40 anni fa sulla tutela del precariato, sul posto fisso, diritti, diritti, diritti e nessun dovere. All'epoca non c'era questa concorrenza, eravamo noi a fare concorrenza ai lavoratori di Germania, Svizzera e Francia. E a tutti i livelli, dal minatore al designer.

La domanda quindi è: nel nostro mondo post capitalista, esiste un modello di sviluppo che ci permetta di sopravvivere senza calpestarci l'un l'altro come bestie? Gli anni '70 lasciamoli alla storia. Grazie.

x monty
complimenti per l'acume e per la visione limpida.
Ne avevamo proprio bisogno per migliorare la nostra immagine verso la collettività, di queste parole assennate.
Devo però darti torto: non è vero che non serve a niente. Serve invece a farci fare una figura peggiore di quella che stiamo già facendo. E tutto in sole 4 righe. Davvero complimenti.
Ily :
x Poipoi:

Davvero qui tutti quelli che scrivono sul forum valgono solo mille euro al mese (quelli più fortunati)?
Magari noi collaboratori non tireremo la carretta in senso pieno, ma è innegabile che gli studi tecnici senza collaboratori si fermerebbero.
Non mi piace quello che vedo ma non voglio cambiare ne città ne lavoro, anche perchè so fare solo l'architetto: vorrei però cambiare le condizioni di lavoro, e sopratutto avere uno stipendio degno di essere chiamato tale.
O forse tu hai collaboratori sottopagati e allora parli così perchè ti conviene?
Ily :
ancora per Poipoi:

Diritti diritti e nessun dovere?
Io adesso per legge non ho nessun diritto, in quanto "libera professionista", e tutti i doveri, visto che se sgarro posso essere mandata via (legalmente) all'istante.
Non ho nessuna tutela o ammortizzatore sociale in caso di disoccupazione.
Ribadisco: a me può stare anche bene di fare la dipendente a partita iva, quello che non va bene, per niente, sono i guadagni del tutto sproporzionati e ampiamente sotto la soglia di povertà.

X Monty

Non aspettarti che l'ordine ci tuteli: i veri padroni degli ordine sono gli architetti avviati coi collaboratori sottopagati che tirano la carretta mentre lui si fanno intervistare sulla crisi.
monty :
Caro poipoi..

mica dico che gli devi scrivere parolacce, ma almeno fare sentire la propria opinione, che male c'è se scrivi con un tono alterato, continua a fare l'educato credo che ti piaccia ricevero schiaffi ogni giorno, beato te!
lucius :
Ragazzi, non prendiamoci in giro..., la crisi c'è e lo si vede anche dal fatto che quando mandi il CV neanche ti chiamano per fare il colloquio; il poco lavoro che c'è, spesso per chi ha la fortuna di lavorare presso gli studi, viene fatto scontare con sudore, fatica, senza orari, ferie e malattie (altro che tredicesima!!!!) Gli studi che cercano per lo più lo fanno per brevi periodi, pertanto per LORO è + conveniente nascondersi dietro offerte di stage rivolti a neolaureati o caddisti, dove non è richiesta molta esperienza e di conseguenza giustificati nel retribuire poco l'operato offerto dal povero mal capitato! Se a tutto questo sommiamo che gli architetti in Italia siamo tanti, a Roma uno ogni 200 ab ( aggiungerei da diverceli con ingegneri e geometri) e che spesso agli occhi dei committenti siamo paragonati più ad artisti astrattisti che a tecnici, e pertanto sopraffatti da altre categorie di colleghi..... ragazzi miei, possiamo solo cercare, cercare e ancora cercare, confrontarci a vicenda e provare a reinventarci per rilanciare in qualche modo la nostra professione... ( non mi chiedete come, ancora ci sto lavorando sopra!!!) Lo Stato non ci aiuterà mai, a loro va bene questa situazione, non dimentichiamolo... SOLO NOI POSSIAMO SFORZARCI DI CAMBIARE TUTTO; NON ACCETTANDO GLI AVANZI DI PORTAFOLIO!!!! Buona Fortuna a tutti cari colleghi, ne abbiamo proprio bisogno!!!!
lucius :
X Monty...

Il nostro presidente dell' Ordine conosce perfettamente la NOSTRA attuale situazione di sfruttamento e degli stipendi ridicoli che tanti studi ci propongono... ma Lui sostiene ( e se ci pensi bene non ha tutti i torti) che se un candidato sa che guadagnerà poco più di 5 euro l'ora ( e se sei fortunato 10 €/ora) perchè accetta quanto viene offerto?!! Se ci pensi ha ragione... se davanti a proposte del genere ci rifiutassimo tutti, voglio vedere se queti datori di lavoro non alzano i prezzi!!! in quanto a "tirare il carro" è chi resta in studio!!! il titolare per come la vedo io, è un procacciatore che attraverso le pubbliche relazioni porta lavoro "a casa"...RIFLETTIAMOCI SU....
Ily :
X Lucius:

Eh, tu hai perfettamente ragione, perchè accettiamo...
Perchè non ci sono altre alternative, perchè tutta la nostra generazione è messa così, perchè ci sono commesse a progetto e segretari a partita iva, dipendenti pubbliche che in realtà sono socie di cooperativa a cui la P.A. ha appaltato il servizio perchè non può assumere direttamente...
Perchè qualcuno non può permettersi di rifiutare, perchè non ha i genitori o il marito/moglie che possono mantenerlo/a, e mangiare pane e cipolla è comunque meglio della dieta integrale.
Ci vuole una LEGGE per tutelare questo schifo, non è solo un nostro problema.
Io lancio una proposta: vogliamo fare una lista di soli giovani per gli ordini professionali? Siamo la metà degli iscritti all'ordine, ho sentito dire, forse il potere per cambiare le cose lo abbiamo, o almeno possiamo provarci.
Le aziende falliscono anche perchè un'intera generazione, la nostra, ha pochissimo potere di acquisto e quindi non compra casa, non spende (o spende pochissimo) in spese "inutili" e voluttuarie: di solito sono - o almeno erano- i giovani, ad esempio, i più propensi a uscire la sera, ad andare al ristorante, al cinema, a teatro, a ballare. Ma se i giovani non possono più permetterselo ecco che la crisi si aggrava. Anche perchè i genitori di questi ragazzi (ragazzi per così dire, siamo quasi trentenni) a loro volta hanno meno soldi da spendere in spese voluttuarie, ad esempio viaggi e "divertimenti" per godersi ad esempio la pensione, perchè devono mantenere almeno parzialmente i figli ormai adulti.
Cosa succederà se noi non vedremo il nostro reddito crescere, quando i nostri genitori avranno 80 anni e dovranno pagarsi cure costose o la casa di riposo?
bonaparte :
quoti Ily: prima che ci fossero leggi chiare e severe anche il normale lavoro in fabbrica era sottopagato e in nero, nessuno si può permettere da solo di cambiare il sistema. inoltre è giustissimo, se tra giovani iscritti ci mettessimo d'accordo su chi eleggere, potremmo in pochi anni sovvertire consiglio e presidente... sarebbe carino dopo avere in stage il presidente dell'ordine, no?? il numero è la nostra forza!!!
gg :
x bonaparte.
bastasse una legge...
purtroppo le leggi ci sono (forse troppe) e c'è pure il lavoro nero, quello sottopagato, le tangenti per lavorare, il caporalato, i lavoratori comunitari ed extracomunitari sfruttati, senza tutele, anche le più elementari.
Credo sia ormai dimostrato che quando diminuisce il lavoro aumenta il sommerso. E non è un problema solo italiano.

Sulla proposta degli ordini ai giovani non posso che essere d'accordo. A condizione che ci siano buone idee e non le solite chiacchiere. Anzi, meglio, preferisco le buone idee, chiunque le dica, giovane o non più giovane.
:)
arste :
Volevo dirvi la mia....ho iniziato 20 anni fa negli studi di architettura e, dopo un corso presso l'Assoc. Industriali della mia città per Autocad 10 (!!) ancora mi pagavano in nero a 200.000 lire al mese (ero una studentessa lavoratrice)...all'epoca ho dovuto cambiare settore per potermi mantenere e dopo 5 anni avevo riprovato: 600.000 lire al mese con ritenuta d'acconto (dove lavoravo come impiegata guadagnavo 1.300.000 lire!!). Avevo lasciato ed oggi, dopo laurea e corsi di aggiornamenti ancora non ho trovato il posto giusto, ma la cosa che mi fa più male è che non è cambiato nulla, nemmeno per chi si è laureato dopo di me!! Che tristezza!!
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