zit : [post n° 240058]

Giusto compenso

Alla luce di molti messaggi letti in questa bacheca vorrei raccogliere il punto di vista di altri professionisti. Noto, con sempre maggior frequenza, richieste di collaborazione piuttosto articolate, che presuppongono conoscenze approfondite di software costosi per i quali necessitano molte ore di esercizio per raggiungere risultati pregevoli o in alternativa, costosi corsi di aggiornamento. In molti casi è richiesto persino un limite di tempo minimo per la collaborazione e si richiede la disponibilità ad usare il proprio mezzo di trasporto a scopo lavorativo. La "falla nel piano" è che alla voce contribuzione, non si presume un guadagno che raggiunga la mille euro mensili.
Lasciando perdere discorsi retorici sulla tutela della categoria, del lavoro dei ragazzi giovani, mi sconvolge vedere questo disinteresse per la propria dignità. Mi chiedo spesso se certi colleghi non si accorgano delle pretese assurde che richiedono a compensi irrisori.
Credo che la professionalità di una figura oltre alla reale competenza sia da attribuirsi non solo al trattamento del cliente e alla corretta gestione dei rapporti tra gli attori di un processo, ma vad individuata anche nel modo in cui ci si rapporta con i propri collaboratori e si riconosce, anche economicamenrte, il giusto compenso per il loro prezioso contributo.
Ily :
X Zit

Non ti risponderanno mai, i "datori di lavoro". Del resto adesso in tutti i settori cercano solo stagisti.
Claudia :
Caro zit, la sua è una lodevole riflessione ma sono davvero pochi i professionisti che la pensano come lei. E' molto più comodo cercare giovani da spremere a costo zero......E mi sembra di capire sempre di più leggendo i messaggi su questa bacheca che noi giovani architetti siamo tutti più o meno nella stessa triste situazione...........
Leonida :
Il tuo discorso mette in luce un problema che oramai da anni questa categoria (ed anche altre) si trascina.
Io penso che la colpa di questa situazione vada suddivisa tra datori di lavoro e collaboratori, in maniera quasi equa.
Dico questo perché ritengo che da parte dei datori di lavoro ci sia un comportamento irrispettoso nei confronti di chi presta loro servizio, solo in Italia si continua ad andare avanti con stage non retribuiti, e molti studi vedono composte le fila dei propri dipendenti da un lacerante turnover di stagisti che continua ad essere rimpiazzati come pedine insignificanti.
Non è possibile che si pretendano competenze ed esperienze specifiche a fronte di compensi ridicoli, e non è possibile che un ordine non possa regolamentare questo malcostume, probabilmente farà comodo che resti così.
La colpa però è da attribuirsi anche ai professionisti, i quali sono disposti a prestare la propria collaborazione in cambio di poco o niente, tanto c'è la famiglia alle spalle a mantenerli ed il loro misero compenso basta loro per acquistare l'ultimo paio di scarpe griffate e per dire comunque che lavorano per lo studio tal dei tali e farli sentire parte di un sistema d'elite.
La dignità è scomparsa e siamo in balia di un sistema che divora individui pronti a farsi divorare ed incapaci di dare uno scossone per fare valere i propri diritti.
Mi chiedo solo come sia possibile che tanti professionisti siano disposti a far parte di un sistema così malsano senza dare alcun cenno di dissenso.
La soluzione?
Probabilmente è qualcosa di troppo rischioso e faticoso, tanto vale continuare come si è sempre fatto, ovvero, pensare solo al proprio giardino e lasciare che il sistema continui a dettare condizioni senza ostacoli alcuni.
Ily :
Quello che però a me fa più male, è vedere su questo foru alcune persone che si mettono in proprio e chiedono come risparmiare sui collaboratori...
Edoardo :
Sono anch'io sconfortato, guardandomi intorno.
Ho trovato uno studio/azienda che mi ha assunto con un contratto commercio/servizi come imp. 3° livello, e pare sia una posizione invidiatissima, manco facessi chissà cosa.
Sono stato addirittura scoraggiato da un Presidente di Società di Servizi bolognese, nonchè docente alla Sapienza, di mollare il posto per andare 6 mesi "a provare" da loro. Era franco. Basta un minimo per essere "fuori mercato" e pretenziosi in questo paese, altro che fare carriera.
Complimenti per la sua sincera riflessione.
Zit :
La cosa che oltretutto mi sconvolge, e un legale me lo ha confemato, è che non è legale avere dei collaboratori fissi, "assunti" a partita iva, perchè di fatto, è come avere dei dipendenti e di conseguenza, non pagare le tasse allo stato in maniera dovuta. E' una forma cammuffata (male) di evasione, soprattutto se il testo della fattura è sempre lo stesso ogni mese. Se un collaboratore decidesse per qualsivoglia motivo, di denunciare il proprio "datore di lavoro" basterebbe anche la testimonianza del barista de bar di fronte, per testimoniare che lui lavora presso uno studio con l'orario e la continuità di un dipendente. Mi sciocca tanta ostentata disonestà. All'estero è decisamente molto diverso anche questo aspetto.
Leonida :
Il tuo discorso mette in luce un problema che oramai da anni questa categoria (ed anche altre) si trascina.
Io penso che la colpa di questa situazione vada suddivisa tra datori di lavoro e collaboratori, in maniera quasi equa.
Dico questo perché ritengo che da parte dei datori di lavoro ci sia un comportamento irrispettoso nei confronti di chi presta loro servizio, solo in Italia si continua ad andare avanti con stage non retribuiti, e molti studi vedono composte le fila dei propri dipendenti da un lacerante turnover di stagisti che continua ad essere rimpiazzati come pedine insignificanti.
Non è possibile che si pretendano competenze ed esperienze specifiche a fronte di compensi ridicoli, e non è possibile che un ordine non possa regolamentare questo malcostume, probabilmente farà comodo che resti così.
La colpa però è da attribuirsi anche ai professionisti, i quali sono disposti a prestare la propria collaborazione in cambio di poco o niente, tanto c'è la famiglia alle spalle a mantenerli ed il loro misero compenso basta loro per acquistare l'ultimo paio di scarpe griffate e per dire comunque che lavorano per lo studio tal dei tali e farli sentire parte di un sistema d'elite.
La dignità è scomparsa e siamo in balia di un sistema che divora individui pronti a farsi divorare ed incapaci di dare uno scossone per fare valere i propri diritti.
Mi chiedo solo come sia possibile che tanti professionisti siano disposti a far parte di un sistema così malsano senza dare alcun cenno di dissenso.
La soluzione?
Probabilmente è qualcosa di troppo rischioso e faticoso, tanto vale continuare come si è sempre fatto, ovvero, pensare solo al proprio giardino e lasciare che il sistema continui a dettare condizioni senza ostacoli alcuni.
Edoardo :
Ottima osservazione, Leonida.
Già.. ... un malcostume che paralizza la nostra Società, cristalliizzata in 2 fasce: i titolari e le pedine.
Sono stato criticato quando ho invocato le Società di Servizi come ambienti di possibile ascesa professionale e sociale, regolarizzate e meritocratiche... ...ed allora teniamoci la paccottiglia clientelare, i fantasmi chiusi negli uffici degli altri, il nepotismo imperante, sperando di aprire un ufficetto a Casaldelcazzo e diventare dei discreti geometri di paese (sempre che già conosciamo qualcuno a Casaldelcazzo sennò neppure questo.)
restauratore errante :
Ragazzi il problema principale siamo noi giovani professionisti, perchè se tutti accettiamo che i datori di lavoro ci sfruttino, allora il cane continuerà a "mordersi la coda" per sempre. Io purtroppo non mi posso permettere di dire di no ( e non credo di essere l'unico), ma mi rivolgo a chi lo può fare, se iniziamo a rifiutare le retribuzioni ridicole che ci vengono propinate allora qualcosa può cambiare, ma con la politica del "si salvi chi può" non arriveremo da nessuna parte, il baratro ci aspetta...... il capo vuole sempre risparmiare..... me ne vado io, trova un altro schiavo pronto a dire di si, ma se si inizia a dire di no allora le cose cambiano.....parliamoci chiaro, ma questi studi tecnici chi li manda avanti? il capo che dietro la sua scrivania senza manco il computer, o noi che ci dobbiamo accollare la pratica anche più banale dal Cad alla burocrazia? beh, senza manovalanza qualsiasi sistema non va troppo lontano.....
E' ovvio che a un giusto compenso si deve abbinare anche la preparazione, se no cosa pretendi, e ce ne sono di ciucci in giro, un pò per colpa loro e un pò per colpa delle istituzioni che permettono la laurea a cani e porci.....e il livello automaticamente si abbassa, a svantaggio di chi veramente è capace.......
Ily :
Ci sarà sempre il crumiro che dice di si per una ciotola di riso.
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