Edoardo :
Chi ce l'ha fatta pare gente che è riuscita ad approdare all'estero ai tempi del ben-godi, ovvero intorno al 2000, e tramite un amico, un aggancio. Gli stessi dicono che ad oggi non è più così facile inserirsi.
Teniamo conto poi che per uno che ce l'ha fatta ed ha visibilità... ...ce ne sono migliaia che sono tornati a casa, magari dopo una parabola positiva.
A cosa serve l'esperienza all'estero se quando l'hai finita non la considera nessuno? Non c'è lavoro? A fare altre esperienze forse, poi ancora... ancora... e hai 40 anni.
Resta poi l'incognita delle risorse personali che avevano i "ragazzi" che aprirono questi studi all'estero negli anni giusti. Mah.
La donna di un amico è di Lugano... qualche conoscenza là me la procurerebbe, arch. che son stati da Botta... se continua questo deserto qui in Emilia magari facio la Botta da matto e vado là. Chissà.
clarence :
Anche in Romagna è la stessa desolazione...
gg :
i presupposti dell'articolo mi sembrano corretti.
siamo tanti, forse troppi, soprattutto se mettiamo insieme anche geometri e ing. edili.
Non parlerei di "due dritte". Anzi. Lavorare all'estero comporta il fatto di farsi un maz... doppio. Per la lingua, per le diverse condizioni al contorno, perché si è lontani da casa, amici e affetti. E spesso significa rifare la stessa trafila che si farebbe qui agli inizi, lavorare male, o sottopagati, ma forse con qualche opportunità in più quando ci si vuole mettere in proprio...

Sul sole 24 ore di ieri un articolo in cui si elencano i paesi rimasti in tripla A.
In Europa Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo. Poi Canada, Singapore ed altri, come la Cina.
Edoardo :
Nessuno ha mai messo in dubbio che bisogna farsi il "maz. doppio".
Le due dritte erano riferite al punto di vista riportato nell'articolo da chi è riuscito con "successo" a trasformare l'esperienzare in carriera e realizzazione professionale.
gg :
Su quell'aspetto hai ragione. alcuni esempi riportati (londra e barcellona) facevano riferimento a persone che sono partite prima del 2008, quindi prima del casino.
Ma i primi due casi mi sono sembrati coerenti con il titolo dell'articolo. Potrà piacere o no, ma la Cina, e l'Estremo Oriente in generale, oggi sono un'opportunità per chi ha il coraggio e la possibilità di partire. Ci sono tante testimonianze in questo senso.
Ma comunque non è facile. Per questo il termine "dritta" lo trovo poco adatto. È come se anche tu fossi d'accordo con l'autore dell'articolo che basta espatriare e si trova lavoro. Magari.
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