luisè :
"Al di là dell’aspetto economico, troppo spesso le imprese non riconoscono il talento dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro e assegnano ai neolaureati incarichi demotivanti - spiega l’assessore allo Sviluppo Economico Isi Coppola - Stiamo mandando i giovani al fronte come in una guerra e quando ci sarà la ripresa rischiamo di trovarci senza aver valorizzato proprio quelli che potranno portarci fuori dalla crisi »." SACROSANTE PAROLE....
Edoardo :
Ma le logiche che stanno dietro... riconoscono il talento di chi dovrebbe riconoscere il talento? O funziona diversamente a monte?
archila :
uh! qualcuno che inizia a parlarne?
finalmente un articolo serio. erano 7 anni che lo aspettavo.
Kia :
si, infatti!si sono svegliati adesso, i belli addormentati. E' che adesso parlare di lavoro ad ampio raggio pare vada di moda e quindi iniziano a parlare un po' anche di noi. Prima pareva che esistessero a questo mondo solo i pensionati, i lavoratori dipendenti pubblici, gli operai e stop, ovviamente tutte categorie sotto i sindacati....che si sono guardati bene (e anche adesso si guardano bene) dal considerare che al di là dei loro protetti c'è un mondo del lavoro parallelo al loro che meritava una riflessione.
Edoardo :
...anche perchè il confine tra "tutelati" e non... ...non è più così solido come un tempo. Forse il sindacato stesso dovrà cambiare e flessibilizzarsi per accorpare più categorie, e ne trarrebbero giovamento soprattutto i giovani. E' una bestemmia pensare ad un sindacato che difenda IL LAVORO e chi PRODUCE lavoro, piuttosto che fossilizzarsi su alcune categorie da difendere in maniera intransigente?
Il problema è che "Del diman non v'è certezza" ed oggi si cagano addosso tutti a parlare di flessibilità, con l'aria che tira.
sil :
proprio il discorso che facevo l'atro giorno, solo che, quando certe cose le dici a voce alta, e ed essere nella m non sono più soltanto i "soliti noti", tutti ti guardano come se avessi la peste. Io sinceramente per come la vedo, la situazione dei giovani laureati di oggi, non mi sembra molto diversa da quella dei giovano laureati di 10 anni fa. Anche allora c'era da penare per un co.co.co o per superare la soglia delle mille euro al mese. Oggfi certo, c'è meno lavoro, inteso come minori commesse, studi grossi chiudono e quindi si riversa sui giovani laureati e chiaramente è peggio, ma in termini di tutele et cetera, mi sembra che non sia cambiato proprio nulla. sicuramente non in meglio. ora però siccome anche chi aveva la certezza di un posto di lavoro, oramai l'ha persa, perchè per licenziare non ci vuol niente, allora il "cavallo di battaglia" dei giovani fa comodo a tutti. Il patto generazionale? ma per piacere! quando mai c'è stato un patto generazionale se i pensionati sono i primi che poi fanno altri lavori in nero! ne sto sentendo di ogni in televisione ultimamente
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