vetsera : [post n° 288417]

La trasparenza di una "disegnatrice"

Sono stata piuttosto indecisa se scrivere o meno questo messaggio. Alla fine però la sensazione di essere nessuno non mi va e questo è un piccolo e probabilmente inutile atto di ribellione.
Mi descrivo: sono laureata in architettura dal 2009 e ho P.Iva come disegnatrice (non essendo ancora riuscita a superare l'esame di stato). Lavoro in studi professionali da parecchio tempo, in particolare nel mio studio attuale lavoro (e con lavoro intendo da dipendente, e dubito di dover specificare altro) da 3 anni per una somma ridicola. Mi sono sempre detta che potevo gestire la situazione e nel mentre ho cercato sempre altro, invano. Ora mi rendo conto di non riuscire più a gestire nulla perchè sono incinta.
Dal mio capo nulla. Non è obbligato, ovvio. Anzi, non accetta il concetto di maternità, mi fa velate minacce sul tenere chi mi sostituirà e prova farmi lavorare anche quando non dovrei (nei 5 mesi...) dicendomi "non vorrei che rimanessi troppo fuori dal giro, lo dico per te".
In più è sempre più preoccupato per la riforma del lavoro, perchè ovviamente la mia situazione è critica.
Domanda: possibile che la mia unica possibilità sia andare per vie legali? E se non lo volessi??? Sono sola? Trasparente?
bonaparte :
al momento c'è poco da andar per vie legali, se sei dipendente la maternità ti spetta. mettiti a casa non appena puoi e sfruttala tutta. probabilmente ti troverai rimpiazzata al tuo rientro, e lì potrai andare per vie legali!
vetsera :
Se fossi dipendente vera non sarei così preoccupata, sono solo una dei tanti dipendenti con P.Iva...alias signora nessun diritto...aspetta no, la maternità aspetta anche a me come rimborso inps, ma nessuna tutela lavorativa ulteriore è prevista. Quindi viene quasi da non farla!
meg :
scusa se te lo dico, ma data la situazione che hai descritto io mi rivolterei verso il mio capo e inizierei a sputare veleno (mmmhhh...che orrida visione) dal nervoso.
A quanto dici, sono anni che sei in questa situazione di finta dipendente, sei pagata una miseria, vivi con la consapevolezza che ogni giorno può essere l'ultimo in quel posto di lavoro senza meritare preavviso, il tuo capo che sa tutte queste cose vuole approfittarsene ancora di più...e tu....ti lasceresti manipolare ulteriormente?!
Credo che la priorità vada al pargoletto, quindi non devi chiedergli il permesso di stare a casa, tu ci devi stare...ovviamente se ti senti bene e non hai il minimo problema puoi limitare il periodo di maternità al minimo, anche perchè non conviene molto uscire dal giro, questo è vero....Puoi proporgli di lavorare da casa o di cercare tu qualcuno che ti sostituisca nel periodo che sarai assente, qualcuno di fiducia che non cerchi di scalzarti dal tuo posto...ma se non accetta pazienza! Gli direi chiaramente in faccia che se non contemplava l'eventualità che tu un giorno formassi una famiglia, doveva scegliere un uomo come collaboratore, sperando che quell'uomo non decidesse di fare il "mammo" appena nato il pargolo...
vetsera :
Dici bene...è stata esattamente la mia prima e istintiva reazione (o meglio, subito sono rimasta attonita). Poi però ti chiedi: se lo stipendio del futuro papà non basta, fino a che punto sei disposta ad arrivare? Fino a che punto per avere un'entrata (poco sicura e poco sostanziosa)? Quali sono le alternative? Pensaci...Dopotutto quando la priorità è il pargoletto (pargoletta in questo caso) cosa puoi fare? Se lo Stato non c'è, un Ordine a "tutelarti" nemmeno, è saggia la decisione di rimanere senza lavoro?
Forse una persona cinica mi potrebbe dire che dovevo pensarci prima, che fare figli è un lusso. Per pochi ed io non sono inclusa.
lau :
io ero dipendente a indeterminato in una società d'ing, quando andai in congedo di maternità il mio ing non mi pagava mai (ma neanche prima , aveva sempre ritardi biblici) siamo arrivati a dover aspettare anche 65 g una indennità di maternità sai doveva pagare le cialde del caffè !! cmq visto che facevo lavoretti per conto mio e non avendo modo di mettere il bimbo al nido o di avere i nonni a portata di mano presi anche la facoltativa e poi mi licenziai a maggio dello scorso anno ....... per un misero tfr ho aspettato 6 mesi .... non perchè me li ha dati lui ma perchè gli ho fatto vertenza con la cgil !! cmq quando ero solo un arch. per lui ero bravissima buonissima ottima dalla gravidanza al licenziamento ero inutile incapace una persona di m..... e gli toglievo i suoi soldi (la mia indennità) !!
mareblucarlo :
Scusate se mi intrometto, essendo un uomo (ing.) e padre di famiglia sposato con una donna (lauretata e con più "00" di me) che contribuisce (adesso più che mai) a portare aventi la famiglia. Vorrei dire la mia: viviamo proprio in un paese di disgraziati e balordi. Scusate lo sfogo.
hb :
peccato tu non sia iscritta all'Ordine dei Disegnatori. Che comunque, seguendo i suoi pari, per te non avrebbe fatto nulla.
gwendalina :
siamo in tante sulla stessa barca!
anche io sto pensando che sarebbe giunto il momento di riprodurmi.."sarebbe" perchè a giugno perdo il mio fantastico lavoro da collaboratrice sostegno al RUP in un comune, dopo 6 anni di servizio continuativo..e nè disoccupazione, nè TFR, rimango a piedi e senza un soldo.
Quindi il pensiero di un bambino proprio NON DEVE ESISTERE.
Ti invidio un pò, almeno tu sei stata coraggiosa, faticherai, ma almeno avrai una famiglia.
Io finchè non mi trovo un lavoro serio, continuativo e ben pagato devo reprimere ogni istinto.
Scusate lo sfogo ma è importante non sentirsi completamente sole ogni tanto.
vetsera :
Non penso ci siano differenze in base al sesso in questo caso, che io sia una donna e che il problema sia la maternità è un caso. Poteva capitare lo stesso per una malattia o cose simili. Perchè alla fine se uno si deve basare sul buon cuore degli altri, se non esistono regole e metodi di controllo efficaci, i risultati sono questi.
P.S. il mio capo è pluripadre...
vetsera :
;)
vetsera :
Coraggio o incoscenza. Non mi pento, ma forse con ironia ti dico che l'uomo con cui dovevo parlare di bambini non era il mio compagno, era il mio capo...
festanazionale :
i rischi del voler assumere solo donne in studio, perchè ti sembrano più soggiogabili, ora se li deve cuccare tutti! ;-)
goditi il tuo momento, la tua bambina, il tuo praticamente marito. Sei una bella persona, e sai far fronte a cose ben peggiori, sei una combattente, e...ricordati sempre che potrebbe andare peggio... potrebbe esseri ancora Stefano!.
Per il resto il mio numero ce l'hai. Se lo vorrai usare, non so nemmeno perchè tu abbia smesso di farlo, sinceramente...
meg :
Allora complimenti per la pargolA in questo caso ;-)
So che parlare è facile e so benissimo cosa vuol dire tenersi stretto il lavoro, anche se non ideale, per la necessità di avere due stipendi in casa, soprattutto in questo momento di crisi...
Quello che volevo dire è che purtroppo se non ha intenzione di tenerti a "causa" della maternità non hai molte vie d'uscita (tranne le vie legali, con le lungaggini che comunque ne conseguono) e quindi dopo avergli prospettato qualche soluzione (sostituto temporaneo o lavoro da casa) se non accetta almeno prenditi la soddisfazione di andartene tu dicendogliene 4. In bocca al lupo in ogni caso!
kitto :
Ho letto l'intero post, ma sinceramente non ho capito di quali vie legali parlate. Se vetsera è ufficialmente una disegnatrice con P.Iva non può chiedere nulla al suo cliente (capo), o mi sbaglio?
sil :
tecnicamente sì kitto, non può chiedere nulla, non può avvalersi di nessuna via legale in merito alle scelte operate dal suo titolare circa la maternità, ma può dimostrare di essere una finta partita iva, un dipendente di fatto. oppure madargli la finanza come ripicca ;-) (che sarebbe la soluzione più divertente e per lei indolore... le spese legali sono tante)
Kia :
scusate, ma qua state facendo un po' di confusione....la finanza non c'entra nulla con il tipo di rapporto di lavoro che ha la nostra collega.Se le fatture sono pagate e non c'è nero, la finanza c'entra ben poco qua. Se mai dovrebbe chiamare l'ispettorato del lavoro. Alla finanza devi motivare la segnalazione. Non puoi dir loro "il capo mi sta sulle palle" altrimenti ti ridono in muso.
sil :
ka lo so, ma magari sai... i software...
kitto :
"...ma può dimostrare di essere una finta partita iva, un dipendente di fatto..."
e se pure ci riuscisse, il che è tutto da dimostrare, dovrebbe essere assunta perchè e incinta? è assurdo! al massimo può essere rimborsata per il passato, ma mi sembra davvero improbabile che un professionista sia obbligato ad assumere qualcuno perchè è una finta P.Iva.
sil :
kitto, ti stupiresti dei gloriosi misteri della legge e dei suoi meandri ;-).
anyway on è questo il punto di vetsera...la quale non pretende niente, ma almeno il mobbing no....ecchecc.... è troppo davvero. ma che razza di bestia sei per trattare male una donna incinta anzi, una donna perchè incinta....
meg :
Infatti Kitto, il punto è proprio essere rimborsata per quanto subito fino ad ora in silenzio...ma non perchè un giorno Vetsera si è alzata con il pallino di fargliela pagare al capo, ma perchè non c'è mai limite al peggio e perchè la sua situazione viene presa a pretesto per pretendere ancora di più da lei ericattarla moralmente!!
Non è possibile pensare di mettere Vetsera davanti al bivio: bambinA o lavoro.
Inoltre Kitto non è che "un professionista è obbligato ad assumere qualcuno perchè è una finta P.Iva"...difficilmente si sceglie di essere una finta P.Iva....ma è obbligato ad assumere qualcuno che ha P.Iva perchè lo tratta come un dipendente. E' molto diverso.
Poi ci sono le eccezioni di chi si fa trattare volontariamente da finta P.Iva perchè ha un ritorno economico conveniente, ma non è la maggioranza dei casi, purtroppo!
vetsera :
La risposta del mio capo e se non sbaglio anche la posizione presa dall'ordine degli architetti è che obbligare all'assunzione ammazzerebbe un sacco di piccoli studi (sto parlando della riforma). Certo un dipendente cosa caro, carissimo. Ma la mia domanda è se tu dovessi assumere, invece di tre persone magari potresti permettertene una sola. Il tuo fatturato si limiterebbe, ok...Se però facciamo il percorso inverso diventa: ti puoi permettere le vacanze varie volte l'anno, il mare e la montagna, tutti i beni che ti concedi perchè hai tre persone che lavorano per te e ne paghi una...e allora, chi ha ragione?
Non penso che la soluzione sia l'assunzione, perchè diciamolo, il vero problema è che il lavoro è poco, per tutti. Ma è palese che esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie Z. Ci sono quelli che hanno diritti e ci sono quelli che non hanno niente.
ivana :
complimenti Vetsera, hai fatto un bellissimo progetto, goditelo tutto e non sottostare ai ricatti...lo so è difficile, anche se la situazione economica ti sembra insostenibile qualcosa troverai...ma il tuo prezioso tempo ora vale molto più di un misero stipendio
sil :
@vetsera vero ammazzerebbe un sacco di piccoli studi. Mai sentito parlare di Darwin? Forse è davvero il caso che certi piccoli pratichifici vengano "ammazzati", se è questo il modo in cui "assicurano" il lavoro ai "dipendenti". L'altra cosa che ho notato è che quando si trattano questi argomenti, le frasi si riempiono di virgolettate..."datore di lavoro" "dipendente", è un terreno molto scivoloso, che a quanto pare, fa ancora comodo alla stragrande maggioranza delle persone. Personalmente preferisco lavorare per uno studio a p iva, ma questo ha a che fare con i miei progetti di vita, con la necessità cioè, di poter fuggire da un momento all'altro assicurando un minimo di continuità giusto per cortesia e professionalità, e perchè così posso permettermi di fare anche altri lavori per conto mio, partecipare a concorsi, ma mi rendo conto che è normale e doveroso che non tutti la pensino nello stesso modo. Spesso mi dicono "eh ma questa è una professione, non è fatta per essere dipendenti" in parte è vero però, quasi quasi la prossima volta risponderò "ok, allora me ne vado, arrangiati da solo" vediamo dopo chi ride di più.
vetsera :
@Sil; tu hai ragione. La libera professione non è per tutti (un mio grande problema infatti è che non ho ancora capito bene se fa per me…;)). Però allora non ha senso parlare di nessuna collaborazione full time. Perché spesso non si tratta di lavoro intellettuale (non decidi tu cosa progettare, spesso non decidi nemmeno come colorare una tavola), e neppure libero. Se gli studi (anche piccoli) necessitano di collaborazioni di tal genere allora bisogna normarle. Non si sceglie di fare il dipendente in quel caso, ma lo si è. Perché magari nel tuo caso hai la flessibilità che richiede la professione, ma se uno i propri lavori li fai nel fine settimana o la notte allora c’è qualcosa che non quadra. Libertà piena a fare anche quello, capiamoci, ma difficilmente si può andare a discutere una pratica in comune la domenica mattina o fare rilievi alle nove di sera. E allora come ci si comporta? Chiedendo il “permesso” di assentarsi, magari non essendo pagati le ore che non si è in studio. Ma non sono i dipendenti che vengono pagati a ore?
Io ho la speranza di riuscire a fare qualcosa di mio, prima o poi (esame permettendo) e quindi cerco di assorbire il più possibile. Ciò non toglie che se nel frattempo ho una situazione differente ci debbano essere delle regole. La suddivisione tra dipendenti scaldasedia e liberi professionisti stile Indiana Jones, che sopportano i rischi con coraggio, me la propone spesso il mio capo, ma credo rimanga una misera scusa dietro cui si para.
sil :
il tuo capo dalle mie parti non userebbero parole gentili per definirlo, o meglio, non userebbero parole affini all'ambiente anchitettonico o tecnico quanto a quello più prettamente anatomico...ma lo sai già :)
sil :
@vetsera non sono normate perchè alla parte "forte" degli attori del processo non conviene normarle, non conviene ai titolari degli studi che dovrebbero pagare contributi e strutturarsi, non conviene all'inarcassa e agli ordini che perderebbero una marea di iscrizioni e relative entrate (contributi e tasse di iscrizione), non converrebbe in buona sostanza, a nessuno, tra quelli che "contano". Chiaramante non si tratta di una cosa giusta, ma mi è appena tornata indietro una pratica perchè un medico dell'asl ritiene che per salvaguardare l'introspezione in un locale, io debba inserire una parete mobile restringendo una via di esodo...direi che non è il paese delle cose giuste. e nemmeno il paese degli architetti.
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