fedora : [post n° 320018]

MA VOI COME FATE A 40 ANNI?

Solo per condividere un momento di poca speranza sulle possibilità di un/una architetto quarantenne in Italia oggi di riemergere dalla situazione stagnante di questi ultimi anni.... Come fate? Come vi muovete per provare a trovare un lavoro retribuito in modo almeno dignitoso? Pensate che abbandonare il paese sia l'unica strada da tentare? Volete provarci qui e resistere, resistere, resistere? Io non demordo, continuo a slavoricchiare dove e come si può, e nel contempo a guardarmi intorno, a spedire cv.... Ma tutte le mattine mi sveglio con un pesante punto interrogativo sulle spalle e sulla testa e a volte non è facile non cedere all'avvilimento e alla frustrazione... So di non essere la sola. Perdonate lo sconforto condiviso.
archistufo :
Io mi sono gia rassegnato da un bel pezzo, è la vita, a volte vanno operate delle scelte..... uno ci prova, ci si deve almeno provare, è un dovere verso se stessi, però se le cose vanno male è inutile insistere , io sto cambiando strada, non so se è quella giusta, ad un certo punto si deve avere il coraggio di cambiare...
Fedora io non so tu quanti anni hai, io ne ho 30 e già da quattro anni circa lavoro nella maniera assurda che ci tocca quasi a tutti, ma ora sono stufo, non voglio arrivare a 40 anni e trovarmi per strada, senza una famiglia e senza un lavoro, poi per carità, ognuno è libero di sognare, i sogni non si tolgono a nessuno.
Edoardo :
archistufo, ma per piacere.. se hai trent'anni hai tutta la vita davanti! Trasforma la tua frustrazione in volontà, altro che rassegnarti! ;- )
archistufo :
Edoardo ma parli proprio tu?a quanto pare, il frustrato sei tu, la mia non è per nulla frustrazione, è solo pragmatismo puro, tu vuoi continuare a vivere nel modo dei sogni di cui ci racconti tutti i giorni, fallo pure.... io non ho nessuno che mi può campare finchè arrivo alla pensione, per cui si DEVE pur essere pratici ad un cero punto.
se non ci penso adesso quando ci devo pensare, a 40 anni quando non mi prendono neanche come bracciante agricolo? per cui prima di parlare mettici il tempo..., e chiudo qui la polemica con te perchè questa bacheca non nasce per questo. punto.
Tu fedora fai bene a porti il problema, poi chi vuole illudersi è libero di farlo, mi ripeto, i sogni non si tolgono a nessuno....
Martina :
solidarietà ad Archistufo .I giovani hanno capito tutto e sono refrattari all' idea di essere schiavizzati per 20 anni al compenso di quei soldi che consentono loro di pagarsi a stento quella cassa che ritorna ai "vecchi "sotto forma di pensione . La catena che lega le generazioni si sta per spezzare (vedete la rivolta di coloro che vogliono abolire i le quote inarcassa per i minimi) ; ed arrivera' presto il giorno in cui i "vecchi " si troveranno , quando sara' troppo tardi per loro , a farsi una brutta vecchiaia !
ab :
26 anni. Un anno di esperienza in qualche studio di architettura mi è bastato per capire a malincuore che forse questa vita di precarietà non fa per me, o meglio, non fa per il mio futuro.
Ora lavoro in un'impresa edile, non era il sogno che mi ero prefissato ma economicamente parlando è qualcosa che mi permette di guardare più in la del mio naso (non di molto ovviamente).
Ogni volta che rivedo i vecchi compagni di studi mi viene il magone ascoltando quello che loro fanno. Avrò fatto la scelta giusta? L'unica cosa che mi consola è che sono ancora giovane e spero di poter coronare dignitosamente quello che era il mio sogno primoridiale: fare l'Architetto.
kia :
Fedora, io di anni ne ho 35 e mi sto ponendo seriamente il problema. Finchè si è sotto i 30 si può ancora vivacchiare ma poi, per carità si è ancora giovani, ma bisogna guardare al concreto. O mi do una svegliata come architetto (me lo ha detto anche la commercialista) o qua la vedo brutta perchè dal prossimo anno non ho più uno straccio di agevolazione (nè fiscale nè di inarcassa).....:-(((((((((
Edoardo :
Archistufo, non hai capito ma aggredisci... mi dispiace per te. Ribadisco, a 30 anni rassegnarsi è sbagliato a prescindere da tutto.
Edoardo :
Inoltre, per scrivere a me "parli proprio tu"... bisogna prima farsi una bella doccia fredda prima di posare le dita sulla tastiera. Posso parlare e scrivere perchè non ho assolutamente nè la coscienza sporca nè qualcosa da nascondere e questi temi sono anche i miei, non sono nè un privilegiato nè al di là del muro. Chi pensa il contrario è solo un mentecatto. Cordialmente.
Matti :
Io di anni ne ho "solo" (si fa per dire) 29. Non mi rassegno affatto e continuo a crederci, anche se non nascondo a me stesso che non potrò vivere coi miei in eterno né privarmi di altre cose per me importanti nella vita. Per farlo sarà necessario (purtroppo) poter arrivare a fine mese con dei soldi potendo garantire alle persone che mi sono vicine e/o mi saranno vicine una vita dignitosa e onesta. Mi rendo conto che allo stato delle cose, almeno per come sono messo personalmente e per la realtà che mi sta intorno, ciò non sarebbe possibile. Sottolineo che non sto con le mani in mano ad aspettare tempi o occasioni migliori, provo a crearmele le opportunità. Nonostante ciò, ad oggi, queste non mi permetterebbero di vivere. Non mi rassegno e continuo a perseverare, ma temo che tra non molto dovrò fare i conti con la realtà o comunque fare un bilancio e una previsione di quel che mi aspetta.
In tal caso, forse (ma spero di sbagliare), sarò costretto a scegliere l'opzione di archistufo (che capisco).
biba :
@ Kia : il solito tatto dei commercialisti!!! Il mio il primo anno davanti alla mia dichiarazione dei redditi ha esordito così: "che miseria!" scuotendo la testa e facendo un'espressione disgustata. L'avrei strozzato!! Ma poi mi sono trattenuta perché costava poco e non potevo permettermi di andare da un altro :-)
kia :
@Biba: eh si!cmque la mia commercialista è una mia cara amica e lo ha detto per il mio bene!!! ....per darmi uno scossone, insomma. Ma c'ha ragione da vendere.
archistufo :
Edoardo io non ho bisogno di nessuna doccia fredda, sono già gelido di mio, è anche per questo che ragiono così.
Io non penso assolutamente che tu stia dall'altra parte del muro o cose simili, però da quello che scrivi su questo forum non mi sembri così soddisfatto della tua situazione e neanche ricco di prospettive, un pò come tutti noi.
Io lavoro in uno studio in cui si passa dalla più becera catapecchia rurale al bagno di lusso in oro zecchino, per cui ho un'idea ben chiara di come funziona questo mestiere, posso anche insistere, l'ho fatto, lo faccio tutt'ora e lo farò, ma se non appartengo ad una cerchia ben precisa di gente, non mi butto in politica, non frequento certi ambienti, perchè anzichè farlo DEVO lavorare per altri e permettermi di sopravvivere, allora sono tutte parole al vento... per cui è sempre una questione di soldi, se ci stanno allora puoi investire su te stesso, altrimenti ti toccano solo le briciole...
Dimenticavo, io a 30 anni e dopo 4 anni di esperienza, per il mercato del lavoro sono già stravecchio, figurati a 40, gli anni scorrono in fretta.....
perciò stimolo gli altri a darsi una svegliata, poi ognuno può sognare a vita
AM :
Lavoravo in un bar..
a 35 anni ho deciso che non potevo smettere di sognare: ho preso la mia valigia e sono partita.. Sono arrivata qua in Cina 3 settimane fa, ho trovato lavoro in 3 giorni.. Adesso? Sono stata assunta come team leader da un grosso studio di architettura. Un sogno? Si e c'ho pure creduto!
Coraggio!
Edoardo :
AM, complimenti... magri se vuoi spiegarci meglio siamo tutt'orecchi.
Archistufo, quest'ultimo tuo intervento chiarisce tutto e lo condivido in pieno, oltre che apprezzarlo.
dana :
ciao a tutti,
io anche ho lavorato in vari studi, alcuni con una buona retribuzione,ma il problema è che non si cresce all'interno di certi studi,poichè gli architetti titolari,non hanno alcun interesse nell'insegnarti le cose.
Molti miei "colleghi",hanno lavorato 5 anni in studi famosi,ma non hanno mai saputo come fare una dia, né cosa fosse un dipartimento all'eur.
In seguito, ho lasciato stare perché comunque, per 1000/1300 euro precari,non valeva la pena. Purtroppo c'è poca solidarietà tra i giovani archiettti e meno giovani; si dovrebbe creare un gruppo,poichè sono richieste varie figure nell'ambito lavorativo. Quando è richiesto responsabile sicurezza, quando invece, chi si occupa di prevenzione incendi ecc ecc. Da soli è impossibile, ma andare a lavorare per chi cercsa solo caddisti è deleterio.
Sono arrivata alla conclusione che o SI ESPATRIA o si cambia lavoro... oppure creare un tim di architetti che pero', sia al passo coi tempi...in grado cioè di affrontare anche cose diverse dalla semplice progettazione,come ci hanno abituati all'università: tavole belle e utopiche. ma espatriare...in australia??? io ho i parenti li'...ma è davvero un altro mondo.
AM :
Edoardo, cosa vuoi che ti spieghi? Ho lavorato 8 mesi in un bar, ho messo i soldi da parte per volo, visto, hotel ecc... sono arrivata qua da sola, ho iniziato a mandare cv alle agenzie (anche dall'italia), mi hanno fissato 2 colloqui e li ho superati entrambi. Ho scelto lo studio cinese che mi sembrava piu' adatto a me (usando il 6 senso. :-) ) ed ora lavoro qua... con tutti i problemi legati alla comunicazione alle differenze culturali (abissali) ecc .. ma sono contenta e superero' ogni ostacolo perche' sono stufa di lamentarmi..
Arch. Ir :
senza polemica, ma se si pensa di mollare a 30 anni, credo che il tempo perso dietro a studi accademici e professione siano stati già troppi.
Giusto mollare il prima possibile anche se con 6-7 anni di ritardo....
Edoardo :
AM ..e fai bene, anche se non tutti possono lasciare la famiglia per mete così lontane. Interessante il fatto delle agenzie. Che CV avevi, se posso?
ivan :
che ruolo occupi nell'impresa?
AM :
Normalissimo CV in formato europeo (max 2 pagine con foto) + portfolio (max 4 pagine) + lettera di presentazione. Ovviamente tutto in pdf ed in inglese.
In bocca al lupo.
Isil :
Io sono laureata da 6 anni, ho collaborato con diversi studi in tutte le condizioni economiche. Penso di avere l'esperienza giusta per riuscire ad avviare un mio studio ma non potendo contare su una solida base economica non posso fare il salto che vorrei.
Ho 32 anni e mi trovo a fare i ragionamenti strani perché sono in un periodo di bilanci essendo diventata mamma.... da una parte metto l'investimento fatto (anni di studio e anni di lavoro, tempo speso, soldi spesi, impegno) dall'altra metto il ricavo (una collaborazione a partita iva full time senza alcuna garanzia ne possibilità di crescita, inutile sotto molti punti di vista perchè mi lascia da dove sono partita) e la sensazione è quella di ritrovarsi con un pugno di mosche fra le mani. Ho un'esperienza che non posso utilizzare, e dei progetti di vita a cui non riesco a far fronte.
E' grave perché comincio a pensare che cambiare lavoro potrebbe essere un'occasione e non un ripiego. Voglio una prospettiva diversa sul mio futuro e su quello della mia famiglia che a questo punto conta più del tempo speso in anni di studio. Ho 32 anni. Dite che è presto per fare un bilancio?
biba :
Cara Isil, per me il bilancio lo fai quando senti di doverlo fare! Anzi credo che prima lo fai e meglio è, perché il tempo non torna più indietro.
Io credo che noi abbiamo un po' idealizzato il nostro lavoro e sentiamo che fare qualsiasi cosa di diverso dalla libera professione sarebbe un mezzo fallimento. Però credo che questo ragionamento sia sbagliato. Quanta parte del nostro tempo passiamo a fare i grandi progetti e quanto, invece, a far quadrare dei conti? Tra i computi metrici, lo slalom tra le norme, i giochetti con i comuni, il tentativo di lavorare senza finire in galera perché un cliente vuole la casa un metro più grande in barba alle leggi...non so, io delle volte mi sento un mezzo ragioniere. A questo punto uno può anche cercarsi un ufficio tecnico interno a banche, imprese o simili che offra un minimo di garanzie in più.
NB io dico tutto questo senza poi avere il coraggio di farlo, però inizio a sentirmi molto stupida.
mia :
biba, la penso come te, ma forse non si tratta di idealizzare il nostro lavoro. Il fatto è che difficilmente il nostro ambito di studi si intraprende senza una profonda passione, soprattutto quando non si è, per così dire, "figli d'arte"; poi tutto o quasi tutto l'entusiasmo viene svilito dalla realtà dell'essere tecnici, spesso ben lontana da qualsivoglia creatività e freddamente più vicina alla matematica finanziaria. Gli scarsi guadagni non fanno che dare il colpo di grazia e accelerano quello che è un normale processo di crescita: il lavoro è, appunto, solo lavoro, una parte della vita e non tutta la vita, e ci sono molte altre cose che nel tempo cattureranno le nostre passioni, un figlio(o, per chi ce la fa, più d'uno!), la nostra famiglia, la voglia di sperimentare e volare lontano.
Isil :
Biba è proprio quello che volevo dire...non è che si è troppo giovani o troppo vecchi per mollare o per continuare a tentare...è che ognuno di noi ha le sue specifiche esigenze e il peso che si dà agli eventi o alle necessità cambia da persona a persona. Aggiungerei un per fortuna :D
p.s. a trovarlo un ufficio tecnico che ti assuma!
Paolo :
Io avevo uno studio in affitto fino a gennaio, e ho dovuto fare spending review. Ho lasciato lo studio e l'ho trasferito a casa, disimpegnando una stanza che avevo proprio all'ingresso.
Essendo in un piccolo centro, i rapporti con la committenza si avevano e si hanno per il 90% fuori dallo studio, poichè solo in alcuni casi il cliente viene appositamente per darti documenti e quant'altro. Poi mi accorgevo che mi chiedevano quasi sempre di andare io da loro per far vedere i progetti, un pò come un architetto commesso.
Quindi ho ritenuto opportuno tagliare la spesa per l'affitto dello studio, visto che ne pago già uno a casa, e non me ne pento completamente. So solo che respiro un pò di più a fine mese. Questa è la mia piccola esperienza, che non sarà quella di altri, ma ritengo che soprattutto chi ha P.iva e vuole resistere oggi, deve tagliare di netto le spese.
Tata72 :
Visto che per il mondo del lavoro "normale" se hai più di 35 anni sei tagliato fuori, io e i miei 41 freschi freschi ci arrangiamo a fare supplenze all'asilo e alle elementari (santo diploma magistrale!!!) e un po' di lavoretti "non choosy" quando capitano, in modo da poter mettere da parte due soldini, sperando di potermi permettere di pagare Inarcassa per l'anno prossimo (ottimismo mode:ON) visto che per quest'anno ho chiuso bottega!
fedora :
..vi ringrazio per aver condiviso le vostre esperienze... forse ci si sente un pò meno soli..e si riceve un pò di coraggio per non mollare.. in bocca al lupo a tutti noi! (a chi ci crede ancora, a chi ha cambiato o cambierà lavoro, a chi andrà all'estero, a chi prova a resistere qui, a chi sta provando a farsi venire "un'idea", soprattutto a chi è convinto che la vita sia molto più del lavoro, nonostante tutto..........)
archwife :
Ciao a tutti, voglio rispondere a questa discussione perché mi sento chiamata in causa anche se non sono ancora tra coloro che lavorano.
Mi sono laureata da poco e ho meno di 30 anni, sto aspettando i risultati dell'esame di stato e nel frattempo sto cercando di fare il portfolio da inviare agli studi, prepararmi per dei concorsi di dottorato, e diverse piccole altre cose.

Ovunque io mi giri vedo architetti sottopagati, scontenti, spremuti fino all'osso. Gente che dopo 10 anni di duro lavoro, non è riuscita in nessun modo a costruirsi un futuro. Anche i miei più promettenti colleghi, fanno la fame. Poi leggo qui gente che dice "non mollare" oppure "è presto per fare bilanci" a chi giustamente si chiede se questa situazione sia accettabile o meno, e mi vengono i brividi. Dire "non mollare" in questo caso non è incoraggiare, è condannare a una vita di frustrazione chi si fa giustamente delle domande, la stessa vita che probabilmente sta facendo chi da consigli così scellerati. Presto??? Presto per cosa? A 30 anni uno dovrebbe avere una famiglia, dei figli, essere nel pieno della vita!

Non è normale in un paese civile fare anni e anni di "tirocinio", non arrivare a uno stipendio dignitoso a 30-35 anni, figuriamoci a 40 (e dignitoso è uno stipendio che ti permette di andar via di casa e farti una famiglia).

Un lavoro normale, in un paese civile, ti porta a poter vivere autonomamente, dopo 2-3 anni di pratica...non dopo 20!!! Ragazzi ma scherziamo???
Scappate da questa logica! E' la logica di chi prima di voi non ha avuto il coraggio di cambiare, di mollare, e ora, non so per quale vendetta, vuole condannarvi alla stessa vita!!! Scappate da questo paese se avete così tanta passione per l'architettura da voler provare ancora in questo senso, ma se volete rimanere in Italia e non avete avuto fortuna in tanti anni, riducete l'architettura a un piacevole hobby e pensate alla vostra VITA!!! QUELLA VERA! Quella fuori dallo studio, lontano dal pc, quella dove ci sono i vostri figli, i vostri compagni, le persone che vi amano. Questo è ciò che vi rimarrà, non il lavoro. La carriera se c'è è una cosa buona, è una cosa bella, ma si può essere felici professionalmente in tanti modi. L'architetto può essere architetto in tanti campi. Lasciate perdere questa generazione di vecchi architetti che credono di essere eterni e non vogliono dividere con i loro futuri colleghi neanche un briciolo della loro esperienza. Lasciateli perdere! A loro hanno insegnato il mestiere, ma questi insegnamenti non vogliono più tramandarli, sono troppo spaventati di perdere i loro schifosi privilegi. MOLLATELI AL LORO TRISTE DESTINO DI EGOISTI! Trovate un modo diverso per vivere dignitosamente, credeteci, credete nel fatto che voi meritate e potete avere una vita piena, felice, libera dalla schiavitù degli studi professionali, che questa vita è fatta di altro.

Alla neo-mamma Isil dico: goditi tua figlia, lei è la grande opportunità della tua vita, non sprecarla.

A 30, 35 o 40, siete ancora in tempo per dire basta. Godetevi ciò che conta veramente.

Io, per quel che mi riguarda, darò un tempo molto limitato all'architetto che è in me, se ci sono possibilità nella mia città bene, altrimenti ciao. Farò altro. Gli anni di studio sono stati faticosi, ma sono stati belli e mi hanno dato tanto, se non mi daranno una professione non mi importa. Preferisco pentirmi di non essere diventata un architetto piuttosto che pentirmi di aver rinunciato a tutto il resto.
kia :
@archwife
post fantastico. Hai una lucidità di pensiero che in questo momento vorrei avere pure io.
archwife :
Ciao kia, ti ringrazio. Credo sia solo perché ancora ho un'ottica esterna...magari tra qualche mese non sarà più così neanche per me :)
Non deve essere facile prendere decisioni drastiche, soprattutto se si è costruito con fatica quel che si ha. Ma pensa sempre che il lavoro per quanto possa essere una passione, non è altro che qualcosa che serve a darti il sostentamento per vivere. Se ti toglie la vita vuol dire che è nel posto sbagliato nella lista delle priorità.

Per essere lucida: guarda le persone veramente felici, vai dove la gente vive bene, fa una vita sana, serena, semplice, anche in mezzo al caos di una grande città, non è detto debba essere in un luogo sperduto. Il confronto ti farà capire se e quanto sei felice tu, e prendere le decisioni giuste.
biba :
Il ragionamento non fa una piega, la pratica però è tutt'altra cosa! Per me la capacità di mollare il colpo è inversamente proporzionale alla fatica fatta fin qui e alla passione che ci anima e ci ha sempre animato, non è proprio semplice lasciare andare il sogno che per qualcuno è quello di una vita.
Poi, ok, coi sogni non si mangia.
Arch. Ir :
Diciamo che per chi si è laureato con facilità (magari perchè bravo), pensando di far soldi a palate apponendo il sacro timbro dell'ordine su fogli sapientemente piegati da fedeli collaboratori, farà meno fatica a mollare tutto dando uno sguardo allo scenario reale della professione oggi.... ma per chi ha studiato consapevole della follia a cui andava incontro....la cosa è un pò diversa.

Inoltre quando leggo i vostri post mi chiedo sempre, ma avete delle alternative valide già pronte?
Se si, quali sono?
Per molti mollare la professione significa guadagnare zero invece di poco, e passare le giornate non sapendo dove sbattere la testa invece di passarle a battagliare allo sportello unico....

Mollare la professione non mi pare esattamente la soluzione uiversale a tutti i mali....

archwife :
Arch. Ir ---> Non so se ti riferisci a me quando parli di chi si è laureato con facilità pensando di fare soldi a palate. Se è così, sappi che come tutti mi sono fatta il culo, passando ben due anni sulla tesi, che ho scelto la facoltà di architettura con curiosità, senza neanche sapere cosa fosse la professione, il timbro o l'albo. Mi sono pian piano appassionata al ramo che ho poi approfondito nella specialistica. I soldi non sono mai stati un pensiero, fin quando non ho cominciato a vedere i miei colleghi uscire dall'università e fare la fame (LA FAME no non potersi comprare il porche!), e perdere ogni speranza. Allora i soldi sono diventati un problema serio, non perché noi studentelli neolaureati pensiamo solo al vile denaro, ma perché non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a ciò che conta davvero.

Cara/o Arch. Ir, qui non si parla di fare soldi a palate, qui si parla di fare una vita DIGNITOSA, la vita che ognuno di noi ha diritto di avere, anche tu. Il lavoro non è e non può essere la vita. E a chi giustamente, come biba, dice che ha dedicato tanti anni all'architettura io rispondo che la passione non deve necessariamente essere fonte di guadagno, puoi coltivarla comunque. Personalmente, il lavoro fatto in 8 anni di università mi ha dato molte soddisfazioni e mi ha arricchito in tante cose. Nessuno mi toglierà tutto questo se finissi a lavorare all'Ikea oppure in un'agenzia immobiliare.

E' chiaro che mollare una professione senza avere un'alternativa non ha senso. Ma qui si parla di persone che hanno già questo dubbio, che si chiedono se vale la pena continuare perché non ne possono più, quindi che già, probabilmente, hanno fatto qualche pensiero sulle possibili alternative. E il freno che hanno non è "come mangerò" ma "posso rinunciare a ciò che ho costruito?". Ecco, è a questa domanda che ho cercato di rispondere. Non ad altre.

Se il dubbio è "ho studiato tanto, ho lavorato tanto", io dico di mollare, perché nessuno ti impedirà di continuare a studiare e lavorare alle tue passioni.
Se il pensiero ricorrente è "è normale vivere così, lo fanno tutti" io dico di mollare perché tutti non sono io, e io ho altre priorità, e il malessere me lo sta comunicando.
Se c'è la convinzione che "la gavetta devono farla tutti e dura 10-20 anni" io dico di mollare perché NO, LA GAVETTA è UNA CAZZATA, IL TIROCINIO è UNA COSA SERIA, L'APPRENDISTATO è UNA COSA SERIA, E DURANO 1-2 ANNI, NO 10.
Arch. Ir :
Ma no archwife ci mancherebbe, non credo che ci conosciamo, parlavo in generale, ci sono allievi modello che amano studiare nelle università, ma talvolta l'impatto con il geometra comunale frustrato è letale, ma la colpa non credo sia degli studenti.
(io ho capito che esame di stato potevo dare solo dopo aver discusso la tesi poco tempo fa, sono il primo dei pirla, ma sto cercando di scendere in classifica)

La gavetta secondo me è così fatta, da quando ti abiliti e apri p. iva sei un professionista al pari degli altri, le possibilità che qualcuno ti dia uno stipendio sono pari alle possibilità che tu lo dia qualcun'altro.

Se non si hanno conoscenze particolari niente è dovuto, nessuno regala niente.

La vita dignitosa me la dovrò guadagnare, e non è detto che io ci riesca, altro che essere un diritto, nessuno mi concederà mai nulla di più di quello che merito, anzi....
chissà se tra dua anni sarò ancora un libero professionista, non lo posso sapere.

Rispetto per chi cambia strada prendendo quella che magari prenderò io in futuro, ma a chi sta studiando o ha finito da poco dico che è impensabile realizzarsi da libero professionsita in 2 o 3 anni, e lo stipendio normale in uno studio se lo vedrete lo vedrete solo per pochi anni, sarà infatti probabilmente un'esperienza di passaggio su cui non potrete contare per farvi un futuro.

Non dico sia giusto o sbagliato, dico semplicemente che è così, tranne rarissime eccezioni a cui non dovete nemmeno lontanamente pensare.
archifab :
La speranza, cara fedora, và cercata dentro di noi. Ho passato anche io, giorni in cui non dormivo perchè ho il cc in rosso, poi apro internet e trovo la soluzione, o meglio, una possibile soluzione. E poi ripenso che lassù qualcuno ci ama e ci ha mandato Papa Francesco. Non se sei credente, io lo sono ma non sono praticante e trovo molto conforto e energia nelle sue parole.
Ho compiuto 40anni a maggio e per la "carriera" non ho ancora fatto figli, ci stiamo provando ma è difficile. Non perdiamoci d'animo e andiamo avanti ... non può piovere sempre.
archwife :
Arch.Ir io non voglio realizzarmi come libera professionista in 2-3 anni, io dico che 2-3 anni è il massimo di tempo che bisognerebbe sprecare dietro a gente che con la scusa del "ti insegno il mestiere" ti paga meno di 1000 euro. Dopo 2-3 anni io voglio vedere miglioramenti, no 2000 euro al mese, ma almeno un bagaglio di esperienze che mi permetta o di mettermi in proprio o di propormi pretendendo di più (+soldi o + responsabilità).
Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, il mio sogno è lavorare nel campo dei BB. CC. e lì certamente è difficile entrare perché concorsi non ne fanno. Quindi per ora lascio aperte tutte le strade, Ikea compresa.
fedora :
..grazie davvero archifab per le tue parole!...non ti conosco, ma ci accomunano diverse cose: i 40 a maggio , l'entusiasmo per questo Papa così inaspettato e tanto "opportuno" (..e, purtroppo, direi anche il conto in quasi-rosso...)... Nonostante tutto, sono convinta anch'io che la speranza vada sempre tenuta viva. Certe volte "piove" ininterrottamente per giorni e giorni...e, allora, convincersi che il sole c'è comunque e che tornerà a mostrarsi, diventa uno sforzo di immaginazione (e di fede) difficile da alimentare e sostenere nel tempo.. Personalmente non sono mai stata capace di vivere di sogni o di credere così tanto, da non cedere ogni tanto alla frustrazione di fronte alla mancanza di riscontri... E' un mio limite, lo so. E' però anche il mio modo di tenermi saldamente ancorata alla realtà, provando a vivere giorno per giorno "nonostante". Come dici giustamente tu, la vita poi ci sorprende spesso in positivo...e cambia continuamente, anche in meglio... (a volte se ne ricevono prove "commoventi"). Mi fermo qui, che ho il fondato sospetto di sconfinare dal tema...! Grazie ancora
archwife :
Sul blog di un'amica ho letto una frase che mi ha fatto pensare a questa discusione:

"Ancora più dell’Architettura, l’importante è la vita, gli amici e la nostra voglia di cambiare questo mondo ingiusto"
Oscar Niemeyer

Buona serata a tutti e che nessuna crisi possa intaccare la vostra serenità interiore.
archista :
questo senz'altro...ed è quello che penso anch'io.
ma piu' si va avanti e piu' ci si confronta con gli amici e con la vita...
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