Tia : [post n° 384052]

QUALE POSTO PER LA FIGURA DELL'ARCHITETTO NELL'IMMAGINARIO COLLETTIVO?

Caso 1: progetto una tettoia per auto in una villa. Metto subito al corrente il cliente che oltre al costo della struttura in acciaio fatta preventivare ci sarà da spendere dei soldi nella fondazione il cui costo emergerà solo dopo aver fatto il calcolo strutturale. Mi dà l'ok, sviluppo il progetto con uno strutturista. Vengono fuori dei plinti grandi, ma d'altra parte per non aver pali nel mezzo durante la manovra, deve sopportare lo sforzo generato da uno sbalzo di 5m. Comunicatoglielo, telefona subito al suo geometra il quale gli risponde che gli architetti, abituati a progettare grattacieli, fanno cose esagerate e che sarebbe stato sufficiente scavare due buchi col badile e versarci un po' di cemento. Darà retta a lui e in un giorno di vento la struttura si ribalterà sulla Bmw da 60 mila euro.
Caso 2: progetto il rifacimento di casa a due signori. Mi limito a discutere le soluzioni di pianta perchè per gli interni hanno le idee già abbastanza chiare e non mi permetto di scavalcarli. Vanno nel negozio d'arredo per decidere i mobili, l'addetto alle vendite che si fa chiamare designer pur non avendo alcun titolo, fa loro il progetto di interni.
Caso 3: faccio un sopralluogo per una ristrutturazione. Mi presento come architetto e spiego tutto l'iter edilizio da seguire. Continuano a chiamarmi tutto il tempo ingegnere, un architetto non può sapere così bene come funzionano le cose!
Mi domando: se i geometri sono deputati alle strutture, i venditori ai progetti di interni, gli ingegeri ai processi edilizi, qual è il ruolo degli architetti in Italia oggi?.
lori :
Ti riferisco cosa mi ha detto una signora giusto due giorni fa dopo l'ennesima discussione su distanze dai confini e servitù di passaggio: "Che ne sai tu di leggi e regolamenti: gli architetti disegnano e basta!"
Di fronte a questa affermazione sono stata zitta e l'ho lasciata esprimere tutta la sua "competenza" di laureata in giurisprudenza (lo dice lei perchè in realtà è una ragioniera)...in questo modo ho capito che il cancello che ha su pubblica via è abusivo ed è questa la vera ragione per la quale non richiede il numero civico.
Confesso che mi è rimasto l'amaro in bocca.
alsi :
Lori si deve rispondere sempre: "Lei é ignorante, (pausa) giacché ignora le leggi cosí come le competenze che mi sono attribuite, e millanta un titolo che non ha e per questo rischia di brutto!
Non é bello sentire la veritá detta bella pulita?

Tia, noi siamo e saremo per tutti fantasiosi e incompetenti sempre in tutto fino a che non diciamo ad alta voce come stanno le cose... Siamo noi che dobbiamo dire chi siamo agli altri!
Edoardo :
Dipende dal lavro che c'è da fare. A me che tu ti fregi di competenze sudate sta bene... ...ma se ti fai chiamare "architetto" io m'incaxxo assai. Qua un venditore di arredi (HA UN NEGOZIO!), autopromossosi a "fornitore di soluzioni", geometra... ...si fa chiamare architetto bellamente dai compaesani. Con me vorrebbe collaborare ma non avendo secondo lui il bollino di "ARCHITETTO DI INTERNI" devo fare GLI ESTERNI (?) perchè gli interni sono suo dominio. Forse sta aspettando che lo chiami io... (cioè gli porti un cliente)...io aspetto mi chiami lui... (non ho clienti e collaboro pure) di fatto, da quando ci ha fornito alcune cose a casa, financo assemblando elementi di mobilio per una soluzione interna... non l'ho più visto. Non metto in discussione la sua esperienza, ma la faccia tosta con cui si spazza il cu_o di ciò che per altri è molto di più che una somma di nozioni o un pezzo di carta.
ponteggiroma :
Com'è visto? Magari in papillon seduto nel suo atelier, artista/esteta, con alle spalle una libreria piena di monografie su Adolf Loos o Le corbusier, ma che all'atto pratico, quando gli vai a chiedere un accatastamento o la soluzione di un problema di carattere strutturale, non sa nemmeno da dove iniziare e ti rimanda allo sguattero a partita iva tuttofare del suo studio o peggio al geometra di quartiere. Perchè lui è Architetto e questi problemi non lo riguardano, lui è superiore, lui vive di forme, di linguaggi, di fruizione di spazi, ecc...Per lui andare a fare la fila per parlare con un tecnico dell'ute o della soprintendenza è tempo perso, perchè lui ha già i suoi canali.
La colpa di tutto ciò di chi è? Della generazione precedente. Ora tocca a noi rimboccarci le maniche e far capire quello che sappiamo fare, facendo dimenticare una volta per tutte questi stereotipi da docendi di progettazione, sempre se la classe dirigente ce ne darà l'opportunità
john :
standing ovation per ponteggi!! La penso come te e non nego che avendo io competenze su tanti argomenti che mai e poi mai alcuni colleghi o clienti immaginano cerco anche di zittirli un pochino mettendoli di fronte alla dura realtà quando provano a fare i professori.

Purtroppo per me, capendo che a volte è controproducente, sto prendendo anche con l'età il vizio di sapere molto bene la soluzione arrivo a spiegare le cose fino quasi a fornirla ma poi li lascio navigare nella loro melma....fino a che tornano, eccome se tornano.
Tia :
E' così. Eppure sono diversi anni che noi della nuova generazione portiamo la nostra competenza sul mercato e siamo costretti a rivendicarla tutte le volte.
Edoardo :
Pontè, che ti hanno fatto gli architetti? Per me sei tu che hai malamente assorbito il peggio del peggio e lo usi come bandiera per autostimarti... ma tant'è. O forse si vorrebbe essere al posto loro... ...perchè forse chi è diventato architetto lo è diventato per fare altro rispetto al tecnico, magari potendosi avvalere di vari tecnici bravissimi? Criticherei la supponenza, questo sì, ma non il ruolo che qualcuno può avere ed altri ovviamente no. E' più pericoloso chi fa il tecnico ma non lo sa fare che un architetto, ovvero un progettista, che sa GESTIRE CONOSCENDO vari tecnici specializzati. Chi non sa gestire, tuttavia, non sa per me fare l'architetto e magari fa l'arrogante... questo sì, questo è vero, come però è estremamente veritiera la parabola della volpe e dell'uva.
Edoardo :
Sì Tia, concordo, ma il differenziale tra un architetto e un geoming. non deve stare solo nello specifico tecnico, bensì nella gestione e visione totale. Il problema è che la figura di regista, di progettista, di visionario che esalta la qualità del vivere e non solo l'efficienza della trasmittanza, è stata CANNIBALIZZATA dal mercato, dalla crisi, e dalle leggi che consentono di firmare progetti ad altri (unicum italiano). Ed ecco che si fa di necessità virtù per campare, facendo i termotecnici, i geometri e financo gli strutturisti... il che è sacrosanto per la circostanza attuale, dove peraltro le rarissime competenze di progettazione (restauri, casette cattive in campagna, masterplan) vengono assorbite da un manipolo di anziani con studi molto avviati. Forse non è quest'ultimo il problema, unito a 155.000 iscritti, alle norme dove son tutti progettisti, alla mancanza di concorsi e alla crisi?
ponteggiroma :
I miei problemi sono tanti, uno fra tutti è che sono troppo abituato a lavorare per guadagnare, strano vero?
Ma che ci posso fare, ho questo strano vizio inculcatomi sin dall'infanzia.
Edoardo :
Il Mondo sulle spalle... e che c'entra? ...e gli altri non lavorano? C'è chi può e chi non può, chi ha fortuna e chi no ed infine, proprio alla fine, chi ha attitudine e chi no. Questi ultimi magari hanno preso un'altra strada, sono architetti e fanno i tecnici in proprio o per gli architetti, fanno i cuochi o mestieri creativi (Antonioni, Ferrè) o i cantanti (Baglioni). Un giorno un amico figlio di milionari che ha studio avviato grazie a soldi e conoscenze mi ha detto: "Beh, io sono artefice del mio destino" ...ecco, tutti siamo artefici e guardiamo la convenienza, ma lui può... io adesso no, poichè non mi conviene e non ho i mezzi.
Ily :
<>.

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