d.n.a. : [post n° 418337]

L'architetto, l'ingegnere e l'idraulico.

Breve e triste storia vera.
Siamo tre amici.
l'ingegnere dipendente a tempo indeterminato, in avviato studio. L'idraulico artigiano e io, l'architetto.
Attorno ad una tavola, bimbi parcheggiati finalmente a distanza di sicurezza.
Mal comune, che vita del ca..ppio che facciamo, asilo, spese mutuo, bla bla, ci lamentiamo, bla bla, il governo, bla bla, gli immigrati.. bla bla..

l'idraulico: "andata male l'anno scorso, con 160 mila di fatturato ho avanzato 30 mila netto in tasca, uno straccio di macchina e il furgone, (usata e piu vcchia della mia la macchina ndr) mutuo ecc e gli ho mangiati tutti"

l'ing ha il suo stipendio, dignitoso, ma anche lui mangiati tutti, e non ha commentato il reddito di cui sopra, ma so per certo che prende meno di 30 mila.

Io li guardo, e con le mie 12 fatturine ho per l'ennesima volta capito di avere sbagliato tutto lavorativamente parlando.

Ovviamente nessun commento sul reddito di cui sopra, e vi assicuro che l'amico è persona onesta e sincera.
Breve storia triste finita.
Giuro.. i rospi sono sempre più grosi da ingoiare.
nikosky :
d.n.a. e l'amico idraulico ti ha parlato solo del fatturato....sommaci il black e vedi te che numeri escono.
Alessandro :
Io dico sempre questo: mio nonno era idraulico e io sono architetto. Se avessimo potuto fare a cambio saremmo milionari...
sclerata :
io è da anni e anni che dico che dovevo fare l'estetista.

mio cognato ex elettricista 3 anni fa ha aperto con un socio la sua impresa di antifurti...insomma si è appena comprato casa e verso Natale si lamentava che hanno fatturato "troppo" e l'anno prossimo si mangeranno tutto in tasse...ah, lui il black non riesce a farlo o lo fa molto poco perchè chiedono tutti detrazione e quindi devono certificare ogni pagamento.
boh che dire...
d.n.a. capisco tutto.

d.n.a. :
di nero ne fa poco anche lui, perchè come dice sclerata, tutti gli chiedono fattura per le detrazioni.
la mia questione era non tanto che a lui gira bene, piuttosto, quanto male gira a me (e non lo dico per lamentarmi, come si diceva, mal che si vuole non duole), e in sub ordine, all'ing, che comunque con uno stipendio fisso "inquadrato" nel ccnl, non arriva a fine mese, e in definitiva quello che qualche anno fa, sarebbe stato un benestante, oggi è, non dico povero, ma sicuramente non benestante, e che comunque l'artigiano (figlio d'arte ben inteso, non fatto da se, ma non ne faccio una colpa o un merito) diciamo che con un discreto fatturato e un buon utile, comunque non vive con tranquillità, ma semplicemente arriva a fine mese.
Edoardo :
Meno male che c'è quel nostro collega che va in Ungheria alla "Siffredi Academy". Ce lo metterà a tutti/e nel...
kajo :
Questa storia triste dimostra ancora che chi non sa gestire il denaro può anche fatturare uno sproposito (di cui metà viene versato nelle tasche dello stato) ma si ritrova sempre con un paio di noccioline in tasca.

A parte ciò, direi che questo è il "bello" della libera professione. Sia impostata da manovale che da "intellettuale"? Ok diciamola meglio: sia se lavori con le mani che con il cervello. I periodi di piena tutti li avranno e per stare "bene" economicamente parlando bisogna avere una cultura finanziaria ben consolidata (cosa che non viene insegnata).

La figura dell'architetto ha perso molto campo. Ormai tra interventi sulle strutture e interventi locali di minor intervento, lavorano di più ingegneri / periti e geometri che noi. (oltre che ovviamente ai sopra citati artigiani). Ad oggi, tu comune cittadino, se vuoi rifare un bagno non chiami più l'architetto: vai all'ikea, chiami idraulico e piastrellista e stai a cavallo.

Poter "guadagnare" sta a noi. Alzando un po' di più l'asticella. Vero che verrà meno lavoro, ma vero anche che da quel lavoro si guadagnerà di più.

Poi, ovviamente è tutto relativo e si deve contestualizzare. Ovvio che pensare a queste cose fa' rodere il fondoschiena :)
FranzArch :
Kajo sei il fratello che non ho mai avuto ed un collega che vorrei avere a studio.
Sottoscrivo ogni singola parola.
InGeoAlessio :
@Edoardo...ahhahahahahhaha...e comunque...per me la "Siffredi Academy" continua!
ponteggiroma :
Oltre ai vantaggi economici del mestiere di idraulico, non dimentichiamoci i benefit "sociali" per i quali la categoria è rinomata. Alla luce pertanto della recente specializzazione del nostro caro collega Alessio direi che quest'ultimo avrebbe le carte in regola più di tutti noi per iniziare a pensarci seriamente.
Sentenza :
Che brutta serata... Almeno il vino era buono?
InGeoAlessio :
@pontifex...infatti una scena in cui son stato "provinato" aveva una caratterizzazione del tutto "idraulica"...con la povera moglie alle prese con l'impianto acqua nella casa che aveva delle falle e costretta a chiamare lo "stagnaro"...non ci son più gli artigiani di una volta!
kajo :
@FranzArch
non immagini quanto mi risulti difficile trovare colleghi con la quale collaborare e avere la stessa idea di pensiero! (per ora meglio soli che male accompagnati!)
Edoardo :
Sarà stata una brutta serata, ma mai come quella con amici svizzeri di un mio amico che non capivano come potesse lavorare un architetto italiano con geometri ed ingegneri liberi di firmare progetti ARCHITETTONICI: mi risero in faccia.
d.n.a. :
tranquilli è stata una bella serata, forse la parte peggiore è stata che sono tornato a casa sobrio, a causa del poco vino :-D.
comunque sia, torniamo al fatto che i portafogli sono vuoti, chi per scarse entrate, chi per tante uscite.
la situazione è grave, e non si vede luce dal tunnel.
mi resta che la sodomia, possibilmente attiva, pechè quella passiva non è di mio gradimento.
Leonardo :
io da quando ho scoperto che un idraulico dipendenta di una ditta prende 110€ al giorno mi sento male... ho detto tutto. Ah, l'idraulico in questione ha 35 anni. E ogni tanto si fa qualche lavoretto per conto suo oltre la cifra (e mazzettelle varie degli anziani quando va a sostituire le guarnizioni)
kajo :
Come infierire @Leonardo! :)
Se noi riusciamo a stare sui 70 euro/giorno è già "profittevole" Contando mediamente 7 ore al giorno, per 213 giorni lavorativi (tirando fuori festivi, e il sabato) a malapena si arriva sui 15k lordi annui.
Ovvio è un paragone molto grossolano in quanto un mese possiamo fatturare 5.000 euro e quello successivo 200 euro :D
ArchiFra :
un mio amico, con la terza media, fa l'operaio, quando era non specializzato prendeva netti 1700 al mese. ora che il titolare gli ha dato la responsabilità del reparto prende 5000 al mese, più un altro millino di nero circa, e ovviamente si lamenta di faticare ad arrivare a fine mese (la moglie prende 2000 in nero al mese, io e mio marito mettiamo insieme 3000 al mese e certo non ci lamentiamo, anzi, anche se a questi 3000 dobbiamo togliere tutte le spese)
kajo :
Sono sempre della solita idea:
Non è quanto si guadagna ma come si gestisce il denaro. Ovvio, bisogna guadagnare almeno per coprire le spese, questo è certo.
Se si guadagna 10.000 euro a mese ma si hanno spese per 10.500 euro a mese, allora c'è una pessima gestione del denaro. Così come per chi ne guadagna 1.500 e ne spende 1.600.

Ho conosciuto persone ricche che sono tristi, persone "povere" che sono felici. Tutto è relativo e bisogna scindere ciò che rende felici.

Io divido i problemi in due macro categorie:
problemi della vita (felicità, amore, soddisfazione lavorativa, ecc) e problemi legati ai soldi (casa, cibo, cura personale, trasporti). I primi sicuramente non escludono gli altri, ma fin quando i problemi della vita possono essere spazzati via lavorando sulla propria persona, i problemi legati ai soldi sono per forza.... legati ai soldi :) e verranno spazzati via solamente con il denaro. E alla base di tutto ci deve essere, obbligatoriamente, una cultura finanziaria che ci insegna a gestire i nostri soldi.

C'è un bellissimo articolo del New York Times dove, in soldoni, una persona che fattura 1.2 milioni di dollari all'anno è triste, la sua vita la sente sprecata perché non sa' come spolverare via i "problemi della vita".
https://www.nytimes.com/interactive/2019/02/21/magazine/elite-profes…
arch_mb :
:-) Bello spunto kajo. E' vero, da un certo punto di vista; dall'altro non può non stridere il confronto con quel che succede in Austria, Germania, Svizzera, volendosi considerare "area UE". Purtroppo l'Italia, vista complessivamente, è in "area PIGS".
FranzArch :
All'ottimo spunto di kajo aggiungo una riflessione sulla qualità del tempo e di vita.
Conosco personalmente mastri, falegnami ed idraulici (molto bravi e competenti) che a 50 anni sono rottami ambulanti.
Hanno magari villa e macchinone ma a che prezzo?
Di contro pensate al professionista medio di 50 anni.
Quale vita scegliereste?
Ecco.

Poi sul discorso redditi va considerato che lavoro si fa e se si investe per offrire lavori a specs più elevata investendo su se stessi e sulla propria formazione, trovando mercati in un cui c'è valore da estrarre.
Quest'ultima cosa moltissimi colleghi non lo fanno e si appiattiscono sullo scartabellare, lamentandosi poi del fatto che scartabellano e basta.
E' un controsenso.
kia :
FranzArch, scusa ma dipende molto da che professionista medio cinquantenne stai considerando.
Perchè io (40 anni) non sono esattamente come il collega professionista cinquantenne che in realtà campa di affitti di immobili di famiglia e la professione è un di più e se va bene lavora 3 ore al gg. ...che per carità, buon per lui! Facciamo i giusti distinguo, perchè sono io un rottame che corro dalle 7 della mattina alle 20 di sera. Vedo più in forma il mio idraulico di fiducia, coetaneo.
kajo :
Purtroppo non c'è un unica direzione da intraprendere. Ci sono mille sfaccettature e di bivi che la professione ci sbatte in faccia. Qui decidiamo chi diventare. Come detto qualche giorno fa', parliamo di "selezione naturale" che, per carità, è un bruttissimo termine eppure....

Ci sono colleghi che non alzano un dito e si ritrovano a progettare per appalti milionari perché conoscente di.. altri che si spaccano l'anima per lavorare e riescono anche a guadagnare molto, ma rimangono comunque insoddisfatti della loro vita in quanto tutto il tempo viene assorbito dal lavoro e dalle problematiche (perché poi anche le cose belle si trasformano in sofferenza se non si riesce a gustarle).
Altri invece son bravi, son competenti e lavorano anche sodo ma non riescono ad emergere. Sia per carattere che per sfiga universale.

La mia strada attualmente è ancora non delineata come si deve, sono ancora "giovine" a malapena trentenne. Però sto provando ad impostare immediatamente il mio lavoro ad alti standard (decurtati di una percentuale di ovvia inesperienza anche se posso contare su colleghi che mi aiutano ad ogni inciampo). Questo - SPERO - mi porterà ad avere clientela di un certo spessore, intendendo come tale la voglia di ricevere professionalità e pagarla profumatamente. Vorrei, anche se è difficilissimo, scansarmi da chi pretende il mondo per due soldi.

Tornando in topic, presumo che l'unica via per essere felici con il lavoro di Architetto e stare bene economicamente sia necessario diventare una sorta di "imprenditore - architetto". Avere delle entrate quasi passive da progetti imprenditoriali (quali immobiliari, startuppari ecc) e svolgere la professione così come deve essere: una soluzione umana (con tutto il suo più significato profondo) verso la necessità del cliente.
FranzArch :
@kia il problema è che i lavori intellettuali come i nostri, hanno margini di miglioramento costanti (investendo su se stessi, ripeto e ribadisco) e non sono fisicamente usuranti.
Gli artigiani invece all'usura fisica non possono sottrarsi e, o si trasformano in padroncini ed hanno la testa per mandare avanti delle piccole imprese/business (e farlo per bene in Italia è tutt'altro che banale), oppure a 50 anni sono costretti, con le ginocchia sfasciate e la schiena a pezzi, a tirare avanti altri 15 anni bocconi a terra ad incollare pavimenti attaccare calce o girare tubi, con la prospettiva di uscire dal lavoro talmente malmessi da non poter neanche correre al parco con i nipoti.
Di questo stiamo parlando.
Voi barattereste il vostro lavoro ed i vostri margini di miglioramento con il lavoro manuale?
Io non sinceramente, perchè trovo che a livello di qualità del tempo ed usura non ci sia paragone, io a 60 anni voglio ancora giocare a tennis, non voglio trovarmi ad essere costretto a svaccare su una poltrona perchè non riesco a fare 5 passi senza soffrire come un cane.

Poi, che a 50 anni il professionista abbia entrate "diverse" dal lavoro, derivanti da side business lo trovo francamente normalissimo ed è un qualcosa che tutti dovremmo coltivare.
Non è facile ovviamente, ma chiunque si iscriva ad architettura pensando sia "facile" è un pò illuso.
sclerata :
@FranzArch tutto bello e tutto vero. Ma a me manca il produrre qualcosa di materiale.
Esempio banale: da 3 anni allevo api e non ti so descrivere la soddisfazione di avere in mano un barattolo di miele prodotto da me (in realtà da loro...), di aver fatto qualcosa di tangibile.

In generale concordo con kia quelli che a 50 anni fanno i professionisti "per sport" perchè le entrate sono altre è perchè hanno ben altro alle spalle, e non è poi tutto farina del loro sacco...siamo sinceri.
Torniamo sempre al punto di partenza.
Senza il culo al caldo qua da noi non si va da nessuna parte e si resta dei buoni tecnici che si barcamenano come tutti i buoni tecnici, che hanno la villonza da progettare una volta ogni tot, ma benvengano anche le cila.
A meno di sacrificare tante tante cose (vedi affetti, famiglia ecc...) perchè sempre presi da altro.

Roby :
Scusa Franz ma stare lungo tempo al pc è usurante non poco. Sui margini di miglioramento costanti dei lavori intellettuali...Boh. Io ho quasi 40 anni e dopo molti anni di lavoro mi ritrovo come impiegata in ufficio tecnico a prendere 1300€ come la ragazzetta diplomata che fa le buste paga. Mentre cercavo lavoro, mi è caduto l'occhio su un annuncio: cercasi operaio saldature, non richiesta esperienza, stipendio 1400€ netti... fai tu. Poi condivido il discorso di kia: un conto è il professionista che lavora "per sport" perchè tanto ha le spalle ben coperte (ne conosco molti), un altro il professionista che fatica a campare ed è costretto ad adattarsi a quello che trova.
Ily :
FranzArch io non sarei così drastico!
Ricordo mio nonno - pasticcere per una vita, cominciò a 14 anni - che aveva le gambe distrutte dalle vene varicose. Eppure giocava con me al parco, a palla e a fare i duelli con le spade di legno, e nel nostro podere in campagna ha zappato l'orto e falciato il fieno fino a 80 anni, imbiancato casa a 75...
FranzArch :
E' brutto da dire ma se si è inquadrati come impiegati, anche se architetti, si riceve la paga da impiegati, "come la ragazzetta diplomata che fa le buste paga". Sad but true.
Il saldatore a 1400 netti lo lascio volentieri ad altri, forse non avete mai visto un laboratorio/impresa dove vanno a stecca le tig h 24.

Detto questo il titolo di studio non è una spilla da appuntare al bavero della giacca che garantisce status ed ascensore sociale, non più.
Bisogna capire ed accettare tale evidenza e muoversi di conseguenza, non c'è molto altro da fare purtroppo.
d.n.a. :
Mi piace come ha preso piede la discussione, la vedo molto interessante, e con diverse sfaccettature che non ho mai considerato, grazie a tutti per il preziosa opinione.
FranzArch hai detto una giustissima cosa nell'ultimo posto, ovvero che " il titolo di studio non è una spilla da appuntare al bavero della giacca che garantisce status ed ascensore sociale, non più", e forse è proprio questo che sta emergendo, ovvero che a discapito di quello che ho sempre immaginato io (ovvero che avuto il foglio di carta era tutto in discesa) è che purtroppo se fai lavoro di impiegato, anche essendo architetto, prendi come un impiegato, e se mancano le capacità imprenditoriali, di libera professione non vivi, e la libera professione, oggi, è prima di tutto impresa, poi professione. Mi avete consolato, non sono io incapace o sfortunato, semplicemente ero convinto di una cosa e mi sono accorto di avere sbagliato molte cose, ma col senno di poi siamo tutti bravi.
Grazie.
Sentenza :
Il "professionista", arch, ing, avv, commercialista, ecc..., spesso ha un limite: la capacità di vendere il proprio prodotto/servizio, limite che non hanno gli artigiani in genere, iniziano prestissimo a vendere il proprio articolo e a svalutare quelli dei concorrenti.
Esempio: chi fa gli scavi svaluta i tracciamenti, chi fa i cementi svaluta chi fa gli scavi, chi fa i laterizi svaluta i cementisti, gli impiantisti svalutano tutti quelli che sono stati prima, i caldanisti e pavimentisti svalutano quelli che hanno fatto i solai, gli intonacatori svalutano quelli del laterizio, i pittori svalutano gli intonacatori, i piastrellisti e i parchettisti svalutano i caldanisti..., l' ultimo che arriva in cantiere è un fenomeno e tira mxxda a tutti..
Il professionista, forse per "pudore", forse per "timidezza", forse per "imbarazzo", forse per "timore", attende il potenziale cliente, l' artigiano va ad "aggredire" il potenziale cliente, per questo gli incassi dell' artigiano sono quelli descritti.
Fonti: una vita in cantiere.
ponteggiroma :
Mai avuto problemi a parlar male dei colleghi asini e devo dire che ultimamente mi capita sempre più spesso. Sono diventato più bravo a vendermi io, o sta aumentando il numero dei colleghi asini in circolazione?
arki_T :
Allora siamo in due...ma sono indecisa fra estetista o parrucchiera!
kajo :
Sputare sentenza sugli altri è sintomo di ingoranza, non di sapersi vendere.
Mi spiace ma sul tuo punto @sentenza non sono in accordo. Tutt'altro.

Vendersi è un termine pessimo per la nostra professione. Bisogna sempre dimostrare professionalità e integrità morale per fare l'Architetto. Dipende poi sempre dal target di utenza che voi inquadrate. Personalmente se mi dovesse venire un ing. a farmi un preventivo per una struttura e mi "s*erda" il collega posso benissimo dire che quell'ing da me non metterà mai piede. Bisogna avere rispetto anche di colleghi "asini" ed evitare di giudicare. Badate, son d'accordo sul giudicare il lavoro eseguito male ma senza accusare il professionista.
Il giudizio non spetta a noi ma ai nostri clienti. Che figura ci facciamo se perdiamo 10 minuti a interloquire s*erdando l'operato di altri?

In cantiere tutti possono spalare sentenze di compost su tutti. E' l'essenza del cantiere ma si addice ad un modo di fare ed a un linguaggio consono per soli muratori e operai. (non per denigrare la categoria, capitemi bene cosa intendo).

Ovviamente è il mio punto di vista.
Ily :
PonteggiRoma, sta aumentando ESPONENZIALMENTE il numero di asini, non necessariamente colleghi.
Una piccola casistica? "Imprenditori" che non hanno una vaga idea del concetto di "fare azienda"; amministratori di condominio menefreghisti; notai che se ne fregano di controllare gli atti; impiegati del comune e di Soprintendenza che perché sbattersi a fare le pratiche in tempo, tanto lo stipendio arriva uguale; architetti che fanno un progetto senza minimamente porsi il problema della struttura che tanto i calcoli li fa l'ingegnere; ingegneri che intervengono su edifici storici e non sanno come è fatta davvero una capriata... vado avanti?
kia :
è pieno di asini e anche di tecnici che sono tutto un bluff cioè chiacchieroni e basta. Ad ogni modo non è il caso di parlare male dei colleghi anche perchè a differenza dell'idraulico che parla male del muratore, noi abbiamo il codice deontologico che mi pare abbia anche un punto riguardante il tema "parlar male dei colleghi", poi che sia un parlar male a ragione possiamo essere anche d'accordo ma tant'è........
FranzArch :
Il problema è che molto raramente smerdare un collega vi porterà lavoro a studio e questo è ancor più vero, tanto più siete conosciuti tra clienti e colleghi.
Per come la vedo io la professionalità si dimostra con i fatti non con le chiacchiere.

Che poi i cani ci siano e siano tanti nessuno lo nega/discute, è che è inopportuno sbandierarlo ai quattro venti di fronte a clienti, fornitori o colleghi.
ponteggiroma :
Spiacente, ma non mi trovate d'accordo. Premetto che non lo faccio per vendermi (onestamente, non ne avrei nemmeno bisogno), ma quando vedo lavori e valutazioni di colleghi che oggettivamente ed inconfutabilmente sono fatti con i piedi, non posso farne a meno dall'esprimermi.
Edoardo :
A me viene spesso una espressione alla Marchese del Grillo: "Io sò io, e voi...". Però poi penso che non sono nessuno e allora la reprimo.
Ily :
No Kajo non sono assolutamente d'accordo con questa tua frase:

"Personalmente se mi dovesse venire un ing. a farmi un preventivo per una struttura e mi "s*erda" il collega posso benissimo dire che quell'ing da me non metterà mai piede. Bisogna avere rispetto anche di colleghi "asini" ed evitare di giudicare"

Io i colleghi asini non li rispetto, perché danneggiano anche il MIO LAVORO!
Rispetto invece enormemente chi fa uno sbaglio e lo ammette, perché tutti sbagliamo, tutti siamo stati inesperti, tutti abbiamo imparato con fatica.
kajo :
Mi sono espresso male @Ily, cerco di chiarire la mia posizione: non difendo assolutamente chi lavora male in modo reiterato perché "asino". Discorso a parte per, come dici tu, chi sbaglia e lo ammette e dall'errore si corregge. Non ammetto però che si venga a parlare male avanti a me di persone / colleghi che non conosco. A maggior ragione se conosco quell' "asino" (ormai stiamo usando questo termine) il mio interlocutore non troverà in me una persona disposta a perdere tempo denigrando il lavoro altrui anche se questo è fatto male. A me non porta chissà quale risultato deridere di un collega asino. Ci farei solo una figura da meschino.
Ovvio anche che, ad un mio cliente che cerca uno strutturista, consiglio caldamente chi conosco bene sia come persona che come operato. Certamente non darei numeri di gente che so' di per certo lavorare male.
sclerata :
boh io non so voi, ho visto pratiche fatte da colleghi che gridavano vendetta a Dio (e a cui ho dovuto rimediare io) ma non ho mai parlato male di nessuno.
Se non altro non al cliente, nel modo più assoluto.
Avvisami quando qualcuno risponde
Non mandarmi più avvisi

Se vuoi essere avvisato quando qualcuno interviene in questa discussione, indica un nome e il tuo indirizzo e-mail.