LaCrisi : [post n° 418792]

IL BIVIO: URGE CONSIGLIO!!

Cari colleghi, sono una giovane architetta romana. Laureata nel 2014, fino ad oggi ho lavorato qualche anno in diversi studi di Roma, accumulando esperienze variegate, ma a mio avviso poco formative.
Un paio di settimane fa ho mollato l'ultimo studio dove collaboravo full time, esausta di passare ore e ore della mia vita a lavorare su progetti che non mi piacevano , che non gestivo e spesso a prendere ordini in malo modo.
Oggi sono ad un bivio: avviarmi alla libera professione, con incertezza economica e possibilità di approcciarmi solo a lavori piccoli e pratiche ( causa poca esperienza e nessuna "conoscenza") o ritornare a lavorare in un grande studio di Roma ( mi hanno chiamata oggi) e collaborare su progetti internazionali, di cui però non mi interessa molto, ad una PAGA MEDIO-BASSA ma con la certezza economica e possibilità di ""fare carriera"" nello studio??
Betty :
Dipende in primis da quali sono le tue aspirazioni; se vuoi fare la libera professionista (come intuisco dal tuo post) devi valutare se hai almeno un'esperienza "sufficiente" per poter tentare il salto e se hai un minimo di clientela (parenti, amici, conoscenti) o almeno delle strategie concrete per farti conoscere, se hai quelle che io chiamo "capacità imprenditoriali" come autonomia, saper gestire le relazioni, creare una rete di clienti e altri professionisti, spazio, attrezzature ecc. Certo, il tutto si costruisce un po' alla volta ma una "base" ci deve essere. E, non da ultimo, valuta se sei coperta economicamente almeno i primi tempi.
Non mi è chiaro quando dici "possibilità di approcciarmi solo a lavori piccoli e pratiche" se hai già delle possibilità reali, con dei clienti e lavori concreti... sarebbe un punto di partenza;
se invece intendi di essere potenzialmente in grado di fare lavori piccoli ma non hai ancora possibilità concrete... bè forse è meglio lo studio dove farai altra esperienza guadagnando qualcosa e intanto cercherai di procurasti qualche lavoretto; lo studio lo puoi lasciare anche tra qualche tempo
kajo :
Io direi di buttarti nella libera professione.
Negli studi, sopratutto quelli affermati a livelli internazionali (o anche nazionali) è impossibile fare "carriera" e comunque non avrai mai un approccio diretto con il cliente. I casi sono veramente rari.
Quindi "perderesti" tempo inutilmente a fare cose per la quale sei già più che istruita e, in soldoni, non imparerai altro.
La libera professione è totalmente differente da quello che uno studio di grandi dimensioni può offrirti.
Io ti direi, se proprio parti da zero, di iniziare a metterti per conto tuo ma, nel frattempo, cercare uno studio piccolo con la quale collaborare anche a titotlo gratuito (magari qualche contentino) perché sono proprio questi studi, quelli che si "sporcano le mani" in continuazione, che ti danno più conoscenze pratiche della professione. Così poi appena avrai i primi tuoi clienti sai come operare e comunque sai a chi chiedere consigli per i primi intoppi.
Almeno io ho fatto così :)
Ily :
Fai la freelance e ti do un consiglio: LEGGITI DA CIMA A FONDO QUESTO BLOG:
https://architettifreelance.it/

Fatto da un architetto per noi architetti. Nello studio farai "carriera" solo finché servirai: ti spremeranno come un limone ma se per caso dovessi romperti una gamba o restare incinta... un bel calcio nel sedere e avanti il prossimo.

Ti consiglio di specializzarti in un settore, magari con poca concorrenza.
Però ti avverto: SARA' DURISSIMA, sappilo.

In bocca al lupo da una collega freelance che arranca ma che lavora col sorriso :-)
LaCrisi :
Grazie Ily!
Il tuo messaggio è stato super motivante e vado subito a leggermi il blog!
Crepi il lupo e ti auguro tanti sorrisi :-)
LaCrisi :
Grazie kajo, seguirò il tuo consiglio del cercare un piccolo studio. Vediamo che succede !
LaCrisi :
Grazie Betty,
purtroppo nella mia breve ( 4 anni ) esperienza negli studi, ho lavorato sempre su progetti e temi diversi senza approfondire troppo o avere qualcuno che mi insegnasse qualcosa , anche perchè in alcuni casi si trattava di progetti internazionali. Ad oggi mi rendo conto che non ho molta esperienza, ma come dici anche tu, nella libera professione si fanno attività molto diverse da quello che generalmente un collaboratore fa negli studi di una certa dimensione. Forse mi cerco uno studio più piccolo, dove hanno un approccio più pratico alla professione ( e dove sicuro mi pagano meno....) per una collaborazione part-time e vediamo che succederà....grazie
Edoardo :
E ci pensi? Se puoi fare carriera (attenzione alle promesse vane) e ti pagano rimani! Anche perchè a far la "professione" non è che di punto in bianco hai paghe medio-alte da contrapporre... nè puoi far quel che ti pare.
Il problema è resistere presso un pallone gonfiato che ti maltratta... ma cercherei di farmi un mio giro, lì, per poi formare un team per cominciare in proprio ma non per fare il garage della zia, bensì per vincere concorsi. Cerca di andare oltre il tuo ruolo, di proporti. Una domanda: sei benestante? Cambia... ma cambierà soprattutto dopo.
kia :
"cercare uno studio piccolo con la quale collaborare anche a titolo gratuito (magari qualche contentino)"....Kajo ti prego no con il lavoro a titolo gratuito o i "contentini". Non so se inarcassa accetti pagamenti "in contentini"...bisogna informasi. :-)) Nessuno deve lavorare a titolo gratuito tantomeno una collega che si è laureata nel 2014 quindi non l'altroieri e più che operativa a mio avviso. Sarà che sono stata abituata bene: il primo lavoro nel 2005 (erano altri tempi lo so) appena laureata a 700 euro netti in studio mediopiccolo dove facevo tutto. Dopo una settimana ero già pienamente operativa facendo da "aiuto" ai colleghi con più anzianità. Quindi figurati se non devi esser pagato dopo anni di lavoro. Dai su!
@LaCrisi: intanto che ci rifletti su, a meno che non tu non viva d'aria come a questo punto penso faccia qualche collega, accetta il lavoro nello studio che ti ha contattato. Non per la carriera perchè soprattutto quelli che tirano fuori questo argomento stai sicura che non te la faranno mai fare!!Sono malpensante ma per me è così!Tanto poi se non ti piace fai sempre a tempo a mollarli, mica ti devi sposare con loro!! e poi comunque si costruiscono relazioni anche con queste esperienze. Per esempio il primo studio in cui ho lavorato è stato importantissimo in questo: con quasi tutti i colleghi siamo rimasti in contatto e collaboriamo all'occorrenza...e ci siamo conosciuti più di 10 anni fa. Quindi non si sa mai.
kajo :
@kia sono tempi diversi.
Investire il proprio tempo serve per apprendere. Non bisogna stare sempre dietro l'apporto economico, fondamentale sicuramente eh! Non mettiamolo in dubbio. Ma in "tempi di crisi" bisogna pensare almeno che investendo il proprio tempo si possano apprendere conoscenze che in futuro ci aiutino nell'ambiente lavorativo. Se non ci si sacrifica allora non si farà mai nulla in vita.
Poi ci sono ovviamente circostanze diverse e quindi il mio ragionamento non vale.
kia :
Kajo, guarda, il tuo discorso filerebbe anche in un contesto dove sul serio qualcuno ti insegna il mestiere per lasciarti alla fin fine qualcosa di concreto. Vale in una officina fabbrile o dal falegname dove però anche l' "apprendista" che veramente non sa fare un tubo quando mette piede in officina viene pagato. Non è applicabile, ma questo secondo la mia opinione, agli studi di architettura dove cercheranno sempre di non pagarti perchè "devi imparare". Cercano di farlo anche con gente che ha alle spalle anche 10 anni di lavoro, capisci bene, che non può essere altrimenti uno va avanti così all'infinito. Gli studi non sono degli enti formatori ed è bene percepire un pagamento altrimenti non si riesce ad imparare a dare un valore al proprio lavoro e poi viene fuori che alcuni colleghi fanno le cila per 300 euro.
Carlo :
Grande o piccolo studio? Secondo me l'importante è seguire non solo la progettazione, ma anche la realizzazione. O comunque sarebbe utile trovare uno studio che ti permetta di "alzare gli occhi dal foglio" oppure di "guardare oltre lo schermo del pc e oltre l'interfaccia di autocad".
Forse in un piccolo studio ci sono più possibilità di seguire un progetto a 360°. Però, dopo quasi 10 anni di attività, io conosco colleghi coetanei che, pur lavorando in piccole realtà, non vanno oltre la progettazione ... a lungo andare diventano pure "refrattari" a svolgere qualsiasi altra attività legata al progetto. Es. Capitolato? .... Sconosciuto. Cantiere? .... Mai andato. Sal? ... Cos'è?
Ovviamente mi riferisco a progetti, pubblici e privati, dai quali si arriverà alla realizzazione...eheheh
I concorsi sono altro e ampio discorso.
Carlo :
Per intenderci, un'assistenza alla direzione dei lavori potrebbe far imparare moltissime cose, che magari in futuro potrebbero servire in un eventuale incarico proprio.
Secondo me uno studio (piccolo o grande) che permette di farlo, sarebbe un'ottima esperienza.
kajo :
Si sono d'accordo con te @kia, però io parlo di studi piccoli / medi che lavorano in ambito locale.
Devi apprendere il mestiere sul campo: dal confronto con il cliente allo scontro con le amministrazioni per poi passare agli impicci normativi fino all'attuazione del cantiere. Un must sarebbe passare anche sui lavori condominiali (un inferno da cui si impara molto) e se si è agli inizi è necessario assistere un'altro studio. Ovvio che ripeto deve essere piccolo / medio che opera in ambito locale così da portarti con se' praticamente ovunque.

Poi ripeto, ci sono troppe sfaccettature per dire cosa va' o non va' bene, bisogna calarsi nella realtà del singolo individuo e valutare ogni aspetto. Ad esempio è normale che, anche se in uno studio non ti pagano ma ti insegnano tutto dalla A alla Z ma in quella circostanza hai bisogno di moneta, eh... non cè niente da fare: si perde un treno e si aspetta il prossimo
emperado :
Se la tua vocazione è fare l'architetto, come minimo fuggi dall'Italia!
Se non vuoi sbatterti trent'anni e ritrovarti vecchia e non poter più cambiare nulla, vola via e apriti un bar ai Caraibi!
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