Edoardo : [post n° 421974]

Nel magico mondo di Mastro Geppetto

Con fare gioviale un conoscente mi illustra tutto orgoglioso la sua casa di legno in costruzione, con stufa austriaca al centro. Parliamo di sistema BOCKHAUS, interessante, con "muri tutti collegati" ecc... prestazioni eccezionali "accendo un pò la mattina, 10kg di legna poi stop". Al di là dell'entusiasmo da colono del Vecchio West che mi illustra la sua casa nella prateria, secondo voi è una tecnologia così importante da buttarcisi a capofitto specializzandosi oppure è un fuoco di paglia e fuori dalle zone classiche alpine non avrà mai seguito realmente? Vostre esperienze in merito? Alludo ovviamente non solo a blockhaus ma anche a X-Lam e sistema con pareti prefabbricate.
Edoardo :
"BLOCKHAUS" - non si può modificare il testo.
kajo :
Per ragioni di gusto la Blockhouse deve piacere o meno. In un contesto montano / nordico ok, ma scendendo già nel centro e nel centro sud storcerei molto il naso. Non so'.

L'efficienza penso ci sia ovunque se la progettazione dei dettagli sia fatta in modo scrupoloso e studiato. A maggior ragione le case in xlam sono il vero "futuro" sostenibile da poter utilizzare in tutto il nostro territorio senza tirare un cazzotto ad un occhio dal punto di vista di omogeneità del contesto.
sclerata :
se intendi genericamente casa "prefabbricata" (lo metto tra virgolette perchè non è proprio il temine giusto) ci sono marchi che non posso stare a citare che possono realizzare edifici adatti a qualsiasi contesto, non solo a quello tipo "alta montagna".
Qua vicino al mio ufficio stanno realizzando con questa tecnica un'intera residenza per anziani, 4 piani di roba, siamo al nord ma non a bolzano.

Credi che se progettata con tutti i crismi sia una soluzione valida in molti contesti.
Lia :
Secondo me vanno molto "di moda" , hanno costi impiantistici non indifferenti ( non solo per la realizzazione ma per la manutenzione) e sopratutto non abbiamo ancora tante maestranze e Direttori dei lavori in grado di fare dei montaggi di livello. Parlo per esperienza diretta, su un cantiere pubblico da diversi milioni di euro -dove la struttura in legno ( XLam da rivestirsi con sistemi a "secco", quindi quando è chiuso e crea problemi tipo funghi li visualizzi quando sono a livelli di degrado avanzati) è stata lasciata all'acqua per mesi ed ha creato dei problemi degenerativi importanti; dove la progettazione non ha previsto un tetto spiovente a proteggere le facciate ( è il tipico "parallelepipedo" tanto di moda) e - cosa buffissima - il fronte principale è ortoganale alla dominante di vento della zona: sono capitata per un sopralluogo proprio in un giorno di picco e la struttura "ballava", tant'è che per fare le foto interne ho dovuto selezionare la modalità che uso quando faccio foto a soggetti in movimento. In quel cantiere è andata abbastanza bene, nel senso che la committenza ha poi fatto chiamare un direttore dei lavori "aggiuntivo" che era specializzato in strutture in legno che non fa fatto chiudere nessuna struttura finio a quando il legno non è tornato in condizioni di umidità ottimali ( sotto il 20% ) ed è stato deciso di montare un sistema di monitoraggio interno con sonde di temperatura ed umidità che permette di vigilare da remoto diversi punti della struttura; e si parla di altri 20.000 euro più il costo di chi dovrà sorvegliare i dati nel tempo.
Indubbiamente hanno dalla loro parte il peso ridotto,- sopratutto a livello di coperture - la maggiore elasticità. e la rapidità di realizzazione; forse sono un po da adattare gli stili architettonici, perchè comunque tutte quelle che ho visto conservano un look "nordico" magari solo nei dettagli ( vedi tipolgia finestre, finiture delle teste dei travetti e delle travi, tipologie di elementi di copertura) ma che da me in Toscana, anche se Appennino, si notano abbastanza.
Ma vale sempre il solito discorso, bisogna essere preparati e condividere dubbi ed interrogativi con chi può aiutarti a risolverli
Edoardo :
Ok, grazie per i pareri vostri.
desnip :
Lia, molto interessante davvero sentire la tua esperienza.
Lia :
@desnip ho avuto la fortuna di essere accettata per un periodo all'interno di un istituto di ricerca che si occupa del legno a 360° e diverse sono state le esperienze che ho potuto fare, diverse sperimentali o volti al recupero di elementi di strutture storiche, e - veramente- quello del legno è un settore a tutto tondo. Anche perchè il legno è "unico" e non replicabile e quindi riuscire a vedere con che criteri si selezionano gli elementi per determinanrne la resistenza ed altre caratteristiche penso mi abbia aperto la visuale. Ma ripeto il mio punto di vista: è inutile che sappia progettare il ponte sullo stretto quando non riconosco una quercia da un pino e non ne conosco le caratteristiche, non solo di resistenza, ma anche d'impiego. Ma quello che non riesco a raccontarvi è il profumo caratteristico di ogni essenza, una cosa unica ed inebriante!
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