Maddiche'' : [post n° 422760]
Domanda: ma di che vivete?
Dopo anni di miseria e finti contratti ho trovato un - triste - posto a tempo indeterminato come impiegata tecnica a 1300€. Ovviamente penso di aver sprecato la mia giovinezza per una laurea assolutamente inutile, visto che una impiegata qualsiasi prende gli stessi soldi, ma pazienza. Però giusto così, per sapere: ma voi "architetti" di cosa vivete? Riuscite a campare della vostra professione?
dopo anni di miseria e finti contratti, faccio la libera professione, fatturato del 2018:
6.000€, campo grazie a mio marito :(
6.000€, campo grazie a mio marito :(
...io nei ritagli di tempo conduco una vita professionale parallela che tende al sollazzo del genere femminile, con contestuale appagamento sensoriale a prezzi interessanti...
ANNAMIO DONNE CHE ME ‘NVECCHIO!
ANNAMIO DONNE CHE ME ‘NVECCHIO!
Vivo mangiandomi il fegato (il mio) ogni santo giorno. Non costa nulla.
Dormo sotto ad un tetto che non è mio (come i "bamboccioni" di Padoa Schioppana memoria) e conduco un'esistenza anonima senza guizzi, poche gioie (per lo più gratuite o a basso costo) e molti rimpianti.
Ciò nonostante, in un perenne impeto d'orgoglio, mi ostino a provare a concludere qualcosa con le mie sole forze (tetto sulla testa escluso) anzichè capitolare, cambiare vita e condurre un'esistenza agiata subentrando nella gestione dell'attività artigianale di famiglia.
N.B.
Sono conscio, moralmente, che possa apparire come un paraculato che ha un "piano B" e si approfitta della condizione del presente per tirarla lunga. In verità sono solo uno stupido sognatore (anche se disilluso), perchè se avessi davvero voluto approfittare di una qualche condizione, avrei mollato tutto anni or sono per convertirmi all'artigianato e vivrei decisamente meglio (e andrei in vacanza un paio di volte all'anno, non ogni 10).
Dormo sotto ad un tetto che non è mio (come i "bamboccioni" di Padoa Schioppana memoria) e conduco un'esistenza anonima senza guizzi, poche gioie (per lo più gratuite o a basso costo) e molti rimpianti.
Ciò nonostante, in un perenne impeto d'orgoglio, mi ostino a provare a concludere qualcosa con le mie sole forze (tetto sulla testa escluso) anzichè capitolare, cambiare vita e condurre un'esistenza agiata subentrando nella gestione dell'attività artigianale di famiglia.
N.B.
Sono conscio, moralmente, che possa apparire come un paraculato che ha un "piano B" e si approfitta della condizione del presente per tirarla lunga. In verità sono solo uno stupido sognatore (anche se disilluso), perchè se avessi davvero voluto approfittare di una qualche condizione, avrei mollato tutto anni or sono per convertirmi all'artigianato e vivrei decisamente meglio (e andrei in vacanza un paio di volte all'anno, non ogni 10).
Vivo a casa con i miei genitori. Faccio una settimana di vacanza all'anno. Lavoro in uno studio come finta P.IVA tutti i giorni e tutto il giorno. Il lavoro che svolgo non mi dà alcuna soddisfazione, perchè secondo alcuni l'architetto è un tuttofare che può fare qualsiasi cosa. Pur impegnandomi in tutto quello che faccio, come architetto sono sempre considerato pari a zero rispetto ad un ingegnere. Per ora tengo duro, trovo qualche soddisfazione partecipando a corsi su argomenti che mi interessano ma niente di più.
Faccio la freelance, ad oggi ho fatturato 5200 euro.
Ma per fortuna ho due lavori aperti, sto aspettando notizie di un terzo e collaboro con due riviste con cui mi trovo molto bene.
Sostanzialmente molto del mio lavoro consiste nello scrivere di architettura.
Ma per fortuna ho due lavori aperti, sto aspettando notizie di un terzo e collaboro con due riviste con cui mi trovo molto bene.
Sostanzialmente molto del mio lavoro consiste nello scrivere di architettura.
Ho lavorato per 10 anni in uno studio tecnico con la speranza di poter imparare abbastanza per aspirare a qualcosa di meglio. Aspetto positivo: avevo un regolare contratto da dipendente...non poco visto i tempi.. Soddisfazioni non troppe visto che comunque i titolari si son sempre guardati bene dal farmi acquisire troppa autonomia visto che lo studio era il loro. Il calo di lavoro ha comportato il mio licenziamento e ora lavoro da tre anni in un'azienda che produce facciate e infissi in alluminio. Lavoro tecnico completamente diverso con tutte le difficoltà del caso e che niente ha a che fare col mestiere dell'architetto. E' stata l'unica scelta possibile per poter campare ma adesso sono in piena crisi perché mi rendo conto di aver buttato via tanti anni senza arrivare a niente. Senza contare che questa pessima condizione d'animo influenza ormai tutta la mia vita avendomi tolto completamente le speranze e la stima di me. Considerando che il lavoro identifica fortemente una persona, essere obbligati a fare un mestiere che non ti appartiene credo sia una delle condizioni più brutte che ci possa essere.