Edoardo : [post n° 435133]

Tengo famiglia

Sapevate che potete farvi una famiglia... ma con REVIT? Esperienza dolorosamente interessante l'apprender codesto programma (per mero orgoglio personale), bello macchinoso ma molto potente. Speriamo di diventare bravi altrimenti è come dover correre con una ingessatura integrale.
archie :
L'anno scorso ho fatto il corso di Revit. Purtroppo fatto e messo da parte... L'ho pubblicizzato in studio e ne ho decantato i pregi, ma tutto è caduto nel vuoto. E mi ritrovo a disegnare con le proiezioni ortogonali pianta, prospetti e le 20000 sezioni, per poi ricominciare da capo ad ogni modifica...
Albo :
Personalmente sto studiando dynamo il plugin di programmazione visuale interno a Revit.
Le famiglie una volta capito il meccanismo non sono particolarmente complicate, il problema è la curva iniziale
Purtroppo non riesco a fare il salto definitivo a Revit, anche per i costi eccessivi del software
Edoardo :
Io studiai Architectural Desktop 3.3 15 anni fa, mi dissero che REVIT sarebbe confluito in esso... e invece CORCA (col cavolo). E' diventato il BIM Autodesk e quell'altro e ADT l'hanno fuso con Autocad. E' per questo che ho detto: "Eh no eh! Io non ci sto!". Feci pure un corso di Allplan a BO ma erano talmente antipatici gli insegnanti che non lo portai più avanti. Magari Archicad è più facile... poi ti pigli Sketchup PRO e tanti saluti.

Ma l'importante è avere il cliente, che paghi e paghi pure questo plus. Lo paga? Da giovine non mi ponevo tali questioni.
ponteggiroma :
sottoscrivo l'ultima frase, in ogni parola... beati i giovini!
Comunque ho paura che i risvolti di questo benedetto BIM stiano iniziando a lambire un po' tutti gli ambiti e a stretto giro saremo costretti tutti ad averci a che fare
Nina :
Archicad è più semplice e meno macchinoso di Revit, ma io continuo a preferire il secondo al primo anche se al momento sono capace di sfruttarlo al 50% delle sue potenzialità.
Certo è che usare Revit per una cila è come prendere la Ferrari per andare al mercato sottocasa, motivo per cui in Italia non so quando riuscirà a prendere davvero piede
Edoardo :
Concordo Nina sullo spreco per le pratiche minori... fa venir voglia di scappare in California! O a Wuhan. Anzi no.
desnip :
"usare Revit per una cila è come prendere la Ferrari per andare al mercato sottocasa, motivo per cui in Italia non so quando riuscirà a prendere davvero piede".
E' per questo che non penso mi convertirò al Bim... non penso di andare più lontano dal mercato sottocasa.
ponteggiroma :
desnip mica parlavo di cila, mi riferivo piuttosto a certi applicativi per redigere l'ape, visto che comunque va asseverata, io un pensierino per redigere un'ape con tanto di certificazione ce lo sto facendo
FranzArch :
Ma il metodo BIM ha una curva molto ripida in ingresso ma poi è molto, ma molto, molto (MOLTO) più rapido ed immediato per fare praticamente qualunque cosa anche la ciletta. Se vi fate un template per la cila (macchinoso ed oneroso la prima volta) dalla seconda volta in poi è tutta in discesa perchè, letteralmente, lavora per voi.
Per dirvi recentemente ho sviluppato in grasshopper (un VPL per rhinoceros) uno script che partendo da una pianta dwg normalissima (da un lvl docfa in poi va bene tutto) ed inserendo alcuni parametri base (altezza interpiano, eventuale altezza dei controsoffitti ecc) mi tira su in automatico un modello IFC (Rhino è integrato con VisualArq) che è poi pronto per essere eventualmente importanto in un software bim più strutturato (REVIT, Archicad) per raffinarlo ed informatizzarlo in maniera più profonda e strutturata. Da qui poi posso gestire le demolizioni e costruzioni, quindi le impaginazioni e la computistica relativa.
Non solo lo script, a monte, mi tira fuori in automatico già tutta una serie di informazioni (superficie di pavimenti, pareti, controsoffitti, battiscopa ecc) che restituisce in excel pronte per essere inserite in un eventuale computo per una offerta, senza passare da altri software BIM.
Probabilmente leggendo non ci si rende conto bene di che cosa questo significhi, ma è, nella realtà, una ottimizzazione del flusso di lavoro assolutamente fuori scala. Per fare una Cila con il metodo suddetto dovete, letteralmente, disegnare una pianta ante operam (cosa che fareste comunque), fare 4 stralci degli strumenti urbanistici (cosa che fareste comunque), fare una pianta post operam (cosa che fareste comunque). STOP. Fatto questo un REVIT(ma ci sono tanti altri software BIM) vi fa, letteralmente, la Cila da solo, gli puntate gli stralci e ve li infila nella tavola, vi fa le sezioni, vi fa la tavola delle demolizini e costruzioni, quota per voi, vi calcola l'area degli ambienti, i RAI e vi restituisce la pianta pronta per la stampa.
La differenza con la cila tradizionale gestita con il workflow classico "CAD" è che tutto il tempo dell'impaginazione lo rismparmiate, il tempo passato a computare le quantità lo risparmiate e non sono certo io a dovervi dire che tempo risparmiato = guadagno.
Il tutto unito al fatto che riducete in maniera significativa i margini di errore.

E parliamo di un esempio stupido di applicazione della metodologia (seppur, riconosco, abbastanza advanced nel senso che non è qualcosa che può fare un utente alle prime armi), ma l'idea che "faccio cila il bim non mi serve, spreco" è quanto di più sbagliato si possa pensare perchè l'ottimizzazione del flusso di lavoro che vi permette la metodologia BIM col CAD, anche usato come dio comanda, non la avrete mai.
Quello che posso dirvi però è che se vi fornissi il template e gli script probabilmente anche voi nel giro di mezza giornata riuscireste, da due banalissime piante e 4 stralci, ad impaginare una cila e fare la compustica in automatico. Se non vi fa gola una prospettiva del genere non so cosa dirvi, vi voglio bene perchè siete colleghi...però siete strambi forte!:)

E questo è il lvl 0 della metodologia BIM. Io mi auguro fortissimamente che in Italia si sia obbligati a passare al nuovo metodo perchè tanto per costruire che per il costruito il BIM è un metodo che è anni luce avanti e dalle potenzialità di sviluppo, in termini di gestione del patrimonio costruito, ancora inesplorati e, se vogliamo, pionieristici.
Edoardo :
Giusto Franz Arch, bisogna vedere tuttavia il livello medio dei lavori... spalmato per la moltitudine/miriade di microstudi, se è tale da sostenere questo investimento. Prova a parlare a un tecnico 70enne non archistar di "workflow" e vediamo che cosa viene fuori. Poi oh, chi scrive lavora in provincia e ha già "investito" un bel pò di soldi per diventare "specialist"... ma più per orgoglio che per reale necessità (proporzionata a mastro Ciccio e i tecno-sauri di paese). Non mi aspetto mi assuma uno studio di prestigio come BIM specialist 45enne che esige almeno 1800-2000 euro netti al mese (tengo realmente famiglia): lo so già... ma mi sembrava utile aggiornarmi (c'è sempre un BIM specialist giovane, che non chiede soldi, magari parente). Poi mi diverto... avessi solo più tempo! Potessi tornare al 2003 ed essere inconsapevole (da consapevole non avrei mai fatto certe cose). Vorrei capire quanti titolari si cimentano con tale monumentale implementazione... dal momento che molti non solo non sanno usare Autocad ma non sanno neppure usare Windows... quindi parliamo di un software costoso, impegnativo, a fronte di quale beneficio? Lo sto studiando per ripicca, ecco perchè sono bipolare e un pò masochista... e questo mi consente, da vecchio, di scontrarmi ancora con i problemi per poter imparare smanettando e sbagliando. Anche qui.
FranzArch :
@Edoardo per me il problema è di approccio alla materia.
Il brontosauro 70enne che non sa usare CAD uscirà dal mercato (fosse semplicemente per questioni anagrafiche), e già in una prospettiva di medio periodo il gap che ti garantisce, conoscere, implementare e ragionare con una metodologia BIM è, a mio modo di vedere, considerevole ed il perchè l'ho, in parte, accennato nel reply precedente, toccando un caso "banale" che è quello della redazione di una CILA. E non ho minimamente toccato questioni molto più dirimenti in merito alla questione BIM che sono quelli legati alla manutenzione, agli appalti pubblici, alla gestione delle opere e del patrimonio, a tutto l'universo energetico ecc.
La realtà è che lavorare con una metodologia BIM è efficiente, sostenibile e dall'elevatissimo standard qualitativo ed è inevitabile che si vada in quella direzione, ma semplicemente perchè funziona meglio come processo, a tutti i livelli e anche in Italia diverrà un imperativo. Ma perchè consente di lavorare meglio, tanto meglio e la strada è tracciata ormai.
Ti/vi siete mai chiesti cosa significhi per i protocolli operare in BIM? Come può mutare la contrattualistica ed il processo edilizio grazie al BIM? Smart contract? E delle prospettive di gestione e condivisione dei DB/Ledger del patrimonio costruito?
Ci sono prospettive e potenzialità ENORMI e campi in cui la comunità BIM italiana è pioniera nel mondo.

Infine una riflessione sul software (che non è il core del BIM che, non mi stancherò mai di ripeterlo, è un metodo). Lo strumento è costoso?
Si certamente lo è ma anche nel caso del BIM ci sono tantissime alternative un pò come avviene per i CAD dove posso passare da nanocad 5 gratis a SOLIDWORKS.

Però ripeto io metto in guardia tutti sul fatto che non esiste, ad oggi, un singolo ambito in cui operare in BIM non sia, oggettivamente, conveniente. Certo il metodo va capito, studiato, approfondito e ci si deve aggiornare costantemente, ma i benefici potenziali ci sono per tutti quelli che operano con gli edifici, dall'edilizia storica in poi.

EDIT : rileggendo mi sono reso conto che forse non ho espresso il concetto più importante. Implementare il BIM è importante proprio ora che la strangrande maggioranza dei professionisti ignora (osteggia in molti casi) non lo fa perchè è un modo per acquisire un margine competitivo notevole (anche per tasks banali) che col tempo non potrà che incrementare. Quindi il beneficio non solo c'è per chi studia e si aggiorna sulla materia, ma in potenza ce ne sarà sempre di più.
Edoardo :
Mi rasserena leggerti. Mi piacerebbe che la metodologia BIM, a sto punto, fosse dominio ANCHE dei fornitori, delle imprese, dei tecnici vari.. ecc. Purtroppo, in ambiti non élitari, la progettazione esecutiva resta a livelli di aumm aumm in cantiere con mastro Ciccio e correzioni in ufficio (il famoso Arch. Salvo Varianti - nome di fantasia). Vedremo le prossime generazioni... perchè io tutta sta capacità/fiducia nel rinnovarsi da parte della classe dirigente soprattutto la vedo, ora, molto remota (eccetto i megastudi dove lavora chi campa d'aria ma fa cose belle).
FranzArch :
@Edoardo, non sottovalutare la normativa.
La normativa, pur lentamente, sta tracciando una strada e gli operatori AEC si regolano e regoleranno di conseguenza.
E' chiaro che l'edilizia privata ne gioverà in ultimo, così i fornitori.
Detto questo, ribadisco, la metodologia è un qualcosa con cui noi operatori possiamo lavorare meglio e questo è vero a tutte le scale di intervento.
Giancarlo :
Pure yo tengo familia Revit, ma in quel di Aguascalientes :)

Credo che FranzArch abbia colpito nel segno, specie col primo post: il gran vantaggio della Metodologia BIM sul medio-lungo periodo non è scaricare Revit ed imparare ad usarlo, ma inoltrarsi nel mondo della programmazione assistita per automatizzare i processi che portano alla creazione di computi metrici, cartigli, documenti, ecc. Non significa che saper usare Revit senza Dynamo sia insufficiente, anzi: durante il fermo lavori per emergenza sanitaria mi son reso conto che con Revit sono riuscito a soddisfare un superiore con tendenza alla revisione/modifica radicale ogni 24 ore nonostante stessi lavorando con ore settimanali e stipendio dimezzati, cosa che con AutoCad sarebbe stato impossibile.
D'altro canto, la Metodologia BIM implica una coordinazione e condivisione dei dati tra tutti gli attori del processo costruttivo, o per lo meno dalla parte di progettazione: se il cliente è abituato a "due disegnini" si stampano sul momento, ma se altrettanto lo fanno gli impiantisti e lo strutturista, si corre il rischio di accollarsi il lavoro di trasformazione CAD-BIM che distrae dall'obiettivo finale, ovvero la terna "risparmio di tempo - riduzione di interferenze struttura-impianti-architettura - ottimizzazione dei computi metrico-estimativi".

Alla fine il cliente vuole risultati tangibili: se si riesce a dimostrare che con la Metodologia BIM può risparmiare un 8-12% sul costo di costruzione e fino ad un 20% sui tempi di esecuzione, digerirà più volentieri una parcella più salata per poter rientrare con le spese per i software. Mentre per giustificare l'uso del metodo per le pratiche allo Sportello Unico, può convenire far leva sul fattore tempo.

Alla fine, in ambo i lati dell'Oceano la normativa spinge verso l'uso della Metodologia BIM nel settore pubblico: in Messico siamo ancora agli albori (progetti-pilota e prime bozze di regolamenti, con implementazione massiccia dal 2026), mentre in Italia si prevedeva arrivare al 2025 colla progettazione BIM obbligatoria per qualunque importo (informazioni del 2018, potrebbero essere cambiate alcune cose)
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