Lena : [post n° 436347]

Su che futuro investire?

Ciao a tutti,
Con molta fatica mi sono appena laureata in Architettura (laurea magistrale) con 110. Ho optato per questa facoltà affascinata dall'idea di approfondire le mie conoscenze storiche in materia senza sapere davvero con cosa avrei dovuto confrontarmi. Ho avuto ripetute crisi nell'arco di tutto il mio percorso universitario, essendomi accorta fin dal primo mese di aver scelto la strada sbagliata. Ho deciso comunque di seguire i consigli di genitori e amici più grandi di me che mi spronavano a continuare dicendomi che i primi anni di una qualsiasi facoltà sono cosparsi di esami di sbarramento che poco hanno a che vedere con quello che poi avrei fatto in seguito. Ho continuato questo percorso molto demotivata, sperando di trovare, strada facendo, uno sbocco più vicino alle mie passioni. Non so disegnare, detesto farlo e in questi anni ho sempre avuto la sensazione di dover improvvisare per andare avanti. Trovarmi a risolvere problemi tecnici (dal dettaglio costruttivo al semplice sistemare rilievi) mi ha sempre fatto sentire fuori posto e incapace, valutata su questioni che neanche a fatica riuscivo ad adattare alla mia indole. Non ho mai cambiato, sebbene ci abbia pensato praticamente ogni giorno. Sono andata avanti spronata dai risultati accademici che penso siano merito di un'attitudine allo studio più che di una reale vocazione. Le lacune e le difficoltà che riscontravo nella pratica le ho sempre compensate con le conoscenze teoriche. Questo è il motivo per cui materie ostiche come fisica tecnica, strutture o tecnologia le ho superate senza problemi. Per le progettazioni il discorso è analogo, l'analisi critica e il ragionamento dietro le proposte che presentavo mi hanno sempre valso dei buoni risultati, sebbene a livello costruttivo non sapessi barcamenarmi. Nel corso dei miei studi le presentazioni e i saggi di critica mi hanno portato diverse soddisfazioni e ben due proposte di stage all'estero propostemi da professori. Proposte che però non ho mai accettato, con grande rammarico, perchè non si è mai trattato di ricerca o critica ma sempre di lavori in studi per cui mi sento fortemente negata. Non ho alcuna esperienza lavorativa se non una collaborazione in uno studio durata poche settimane. Ora che sono neolaureata sto ricevendo proposte di stage che immancabilmente, con mia grande frustrazione, rifiuto. Esiste uno sbocco lavorativo su cui possa investire? Il dottorato in storia mi alletta molto ma sono consapevole che non possa essere il mio unico piano (non dovesse andare in porto arriverei a 30 anni senza esperienze lavorative). Sto pensando ad altre due alternative e vorrei sapere le vostre opinioni:
1. Cercare qualcosa nell'ambito amministrativo ma non ho capito se esista o meno un ruolo per cui non sia richiesta esperienza pregressa e pratica di progetto
2. Iscrivermi a un master in Management dei beni culturali ma vorrei capire se sia un investimento utile e in grado di darmi reali opportunità di lavoro (considerando che le quote di iscrizione non sono irrisorie).
Se pensate possano esserci altre strade che non sto contemplando spero possiate aiutarmi a capire che scelta fare. So che l'idea di un architetto non progettista è un ossimoro e vi assicuro che mi colpevolizzo abbastanza da sola per queste mie assurde speranze ma iscrivermi ad un'altra facoltà ora (e nel frattempo lavorare part time) è un passo importante e vorrei essere sicura di aver vagliato ogni altra possibilità prima di lanciarmi
Sky :
Cara Lena, che tenerezza il tuo post. Sei davvero troppo dura e critica con te stessa! Volevo rassicurarti, gli architetti non sono tutti grandi artisti, progettisti e spesso nemmeno disegnatori... :-) Ciò premesso, mi pare di capire che comunque hai ottenuto buoni risultati dai tuoi studi e hai identificato dei tuoi precisi interessi...bene, portali avanti, con dottorati, corsi di perfezionamento, master, che possono aprirti la strada a concorsi specifici, come ad esempio quello nel Mibac. Nei concorsi l'esperienza non serve, invece aiuta la propensione allo studio e la giovane età, che credo siano tue caratteristiche. E allora trova un po' di autostima e buttati!!!!! Ti faccio un grande in bocca al lupo
ArchiFra :
perchè non pensi di buttarti nei concorsi pubblici? da come ti presenti ti vedo bene in ruoli apicali, e una volta dentro il pubblico se sai giocare bene le tue carte riesci a ritagliarti bei ruoli e a spostarti sia di ente che di settore e mansione: la PA non è solo il ruolo di istruttore, anzi, potresti spenderti bene e giocarti le tue carte.
metti ovviamente in conto che ci vuole del tempo, nel sneso di qualche anno, sia per capire come muoverti che per farti conoscere e conoscere tu.
insomma, pensaci.
marS :
Prova i concorsi pubblici senza perdere altro tempo in master, cpu, stage o altre diavolerie. Coraggio...
Adam Richman :
Concordo con chi ha già scritto. Tra l'altro non sono rari i dipendenti della PA che (con molta voglia e magari allungando un po' i tempi) riescono a conseguire laurea, master, ecc., mentre lavorano. Non so invece se Dottorato e PA siano compatibili. Eventualmente prova un tirocinio post-laurea nella PA così vedi come ti trovi e nel contempo fai esperienza utile per i concorsi. In alternativa punta a qualche fondazione bancaria, magari sempre con un tirocinio post-laurea.
Lena :
Grazie davvero a tutti per avermi dato suggerimenti, mi avete fornito una prospettiva interessante e anche trasmesso la sensazione che qualcosa si possa effettivamente trovare di più vicino alle mie aspirazioni e alla mia attitudine. Ho ancora una domanda, visto che la strada della pubblica amministrazione mi sembra piuttosto condivisa. Di cosa si occupa di preciso un dipendente della PA?
ArchiFra :
di cosa si occupa un dipendente della PA?
ohhhh di tutto!! dipende dal ruolo che vai a rivestire, dall'ente in cui entri, dal dirigente che ti trovi, da quanto sei bravo a giocarti le carte, da tanti fattori...
c'è l'amministrativo passacarte, c'è chi si occupa di burocrazia nuda e cruda, chi fa il lato economico, quello giuridico, quello tecnico, quello urbanistisco, quello sanitario, quello sociale, marketing, commerciale.
ci sono gli istruttori che istruiscono le pratiche, ci sono i direttivi che hanno autonomia, ci sono le posizioni organizzative, ci sono i ruoli dirigenziali.
vai dal semplice istruire una pratica al relazionarti con altri enti come arpa, provincia, ats, dogane, regione in conferenze dei servizi, stili rapporti, redigi documenti e piani e piani ricognitivi.
non esiste un ruolo codificato: dipende da tanti fattori. io lavoro in una PA e ci sono luci e ombre. pro e contro. ci sono giorni in cui mi piace tantissimo quello che faccio e giorni in cui ho il vomito, giorni in cui mi sento soddisfatta e utile alla comunità e altri in cui mi sento sprecata, non perchè sono chissà quale talento ma perchè reputo che ci sia poca valorizzazione delle risorse individuali che non vengono messe dove serve.
Adam Richman :
Nella mia modesta esperienza professionale ho incrociato architetti in questi uffici della PA:
- ufficio tecnico (Comuni): si occupano delle pratiche edilizie presentate dai professionisti per conto di cittadini e aziende;
- ufficio urbanistica (Comuni): si occupano degli strumenti urbanistici esecutivi e del PRG comunale;
- ufficio lavori pubblici e manutenzioni (Comuni): si occupano dei beni comunali (scuole, strade, ecc.) esistenti o di nuova realizzazione;
- altri uffici comunali (Ambiente, ecc.);
- Soprintendenza: si occupano delle pratiche presentate dai professionisti su beni o aree tutelate;
- ufficio tecnico (Università): analogo all'ufficio lavori pubblici comunali.
Più piccolo è l'ente, più sono trasversali le mansioni; di contro più è grande o specializzato l'ente, più è specifica la mansione del singolo impiegato. Alcuni enti svolgono internamente alcune attività progettuali, ma molto più frequentemente si affidano a professionisti esterni rispetto ai quali hanno un ruolo di indirizzo e supervisione.
Sicuramente rispetto a quelli che ti ho indicato ci sono altri enti e/o mansioni più in linea con il tuo interesse per i ai beni culturali. In bocca al lupo
Lena :
Grazie ancora a tutti per la disponibilità e soprattutto per esservi dilungati per aiutarmi a capire meglio. Spero di aver trovato la mia strada!
Ily :
Bisognerebbe capire quali sono le tue passioni, perché non lo dici chiaramente.
Storia?
Storia dell'arte?
Archeologia?
Restauro?
Storia dell'architettura?
Se si, potresti valutare la scuola di perfezionamento in restauro architettonico a cui affiancare tantissimo studio da autodidatta in varie discipline: archeologia, storia della cultura materiale, araldica, storia dell'arte, iconografia religiosa e naturalmente restauro architettonico propriamente detto (soprattutto gli atti dei convegni). E poi devi guardarti attorno e viaggiare tanto per l'Italia guardando i minimi dettagli di tutti gli edifici storici che vedi.
Se ti piace scrivere, potresti tentare la strada della divulgazione, come sto finalmente riuscendo a fare io, anche se per ora part-time (per il resto del tempo do lezioni di disegno tecnico e faccio consulenze e ogni tanto progetto anche). Personalmente ho un blog di restauro, sono una studiosa di tecniche costruttive tradizionali, scrivo articoli di restauro per una rivista online e tengo seminari di formazione professionale (sono appena diventata docente della scuola edile di Piacenza). Mi occupo anche con enorme soddisfazione - ma ahimè saltuariamente - di archeologia dell'architettura - una particolare branca dell'archeologia che studia le tracce materiali presenti sugli edifici, dai graffiti incisi sugli intonaci alle tracce di lavorazione e alle tecniche costruttive - e miglioramento sismico del costruito storico, ma amo soprattutto gli intonaci decorati. Però c'è da studiare tantissimo perché non si finisce mai di studiare.
Non saper disegnare a mano libera non è un problema, nemmeno io sono brava a disegnare. Se posso essere sincera, non sono nemmeno molto brava a progettare, non ho il classico estro da architetto...
Una strada che potresti tentare è quella dell'insegnamento universitario in materie di restauro, e non solo in corsi di laurea di architettura ma anche nelle lauree quinquennali di restauro.

Cosa fa un dipendente della PA... beh, dipende dall'ufficio in cui si trova: è soprattutto un burocrate.
kia :
Allora, premetto che personalmente sono allergica alla parola "stage", mai fatti perchè ho avuto fortuna di lavorare fin quasi da subito dopo la laurea...ma si parla ormai di moooolti anni fa. Però ti leggo molto "bloccata" per così dire quindi sarei per la terapia d'urto. Invece di rifiutare a priori, prova a fare una di queste esperienze. Va male? non importa! serve anche quello! soprattutto adesso che non sai che pesci pigliare. Magari ti aiuta a mettere meglio a fuoco.
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