mia : [post n° 445952]
contratti e scelte di vita
Ciao a tutti, avrei bisogno di un consiglio. Dopo 16 anni nello stesso studio, contratto a tempo indeterminato da collaboratore studi tecnici (diciamo) part time ho la possibilità di lavorare presso un comune come istruttore tecnico ma solo con un contratto a termine di due anni. Sono molto indecisa perchè, anche se consapevole di non poter tornare sui miei passi in caso dovessi cambiare, so bene che il mio lavoro attuale non offre alcuna crescita futura. Inoltre ho passato i 40 anni...
Domanda da 1 milione di euro!
Se parli di crescita futura, in comune sei nel posto sbagliato.
Io ti racconto la mia storia brevissimamente.
Ho lavorato dal 2004 al 2019 nello stesso studio, prima a ore perse e dopo la laurea a tempo pieno. fisso al mese con partita iva. Stavo bene, facevo quello che mi piaceva. Sono cresciuto professionalmente.
Nel mentre arriva il 2009, crisi, meno lavoro, vorrei ma non posso, lavori miei pochi.
Nel 2016 mi sposo.
Lavoriamo in due, e viviamo.
Nel 2018 nasce il primo figlio.
Aumentano le spese (considerevolmente) e mi accorgo come un macigno che non ce la facevo a mantenere la famiglia.
Crisi.
che faccio? concorsi.
mi classifico e mi assumono indeterminato in un comune. categoria C.
Comune piccolo poco organizzato.
Cambio comune pescato da altra graduatoria, ora sono in un posto piu organizzato, comune sopra i 10k.
Pentito della libera professione. SI
Pentito di avere lavorato in studio. NO
Pentito di non avere cominciato prima in comune. Forse Si.
Tornerei indietro. NO.
Mi piaceva molto fare l'architetto, ma una volta capito che non mi dava da vivere ho mollato l'osso, e ho preferito pochi ma sicuri soldi al 27.
Se sei sveglia come credo, a 40 anni in comune dopo due anni, fai concorso o li o da altre parti e vinci l'indeterminato.
Non riporre grandi aspettative nel lavoro in comune, ma se ti serve lavorare per vivere, e lo studio dove sei ora non ti da garanzie, cambia.
Se ti piace quello che fai resta dove sei.
Pensaci ma non pensarci troppo. L'istinto è quello che ci guida. Se ti attrae il cambiamento, cambia.
in bocca al lupo.
Se parli di crescita futura, in comune sei nel posto sbagliato.
Io ti racconto la mia storia brevissimamente.
Ho lavorato dal 2004 al 2019 nello stesso studio, prima a ore perse e dopo la laurea a tempo pieno. fisso al mese con partita iva. Stavo bene, facevo quello che mi piaceva. Sono cresciuto professionalmente.
Nel mentre arriva il 2009, crisi, meno lavoro, vorrei ma non posso, lavori miei pochi.
Nel 2016 mi sposo.
Lavoriamo in due, e viviamo.
Nel 2018 nasce il primo figlio.
Aumentano le spese (considerevolmente) e mi accorgo come un macigno che non ce la facevo a mantenere la famiglia.
Crisi.
che faccio? concorsi.
mi classifico e mi assumono indeterminato in un comune. categoria C.
Comune piccolo poco organizzato.
Cambio comune pescato da altra graduatoria, ora sono in un posto piu organizzato, comune sopra i 10k.
Pentito della libera professione. SI
Pentito di avere lavorato in studio. NO
Pentito di non avere cominciato prima in comune. Forse Si.
Tornerei indietro. NO.
Mi piaceva molto fare l'architetto, ma una volta capito che non mi dava da vivere ho mollato l'osso, e ho preferito pochi ma sicuri soldi al 27.
Se sei sveglia come credo, a 40 anni in comune dopo due anni, fai concorso o li o da altre parti e vinci l'indeterminato.
Non riporre grandi aspettative nel lavoro in comune, ma se ti serve lavorare per vivere, e lo studio dove sei ora non ti da garanzie, cambia.
Se ti piace quello che fai resta dove sei.
Pensaci ma non pensarci troppo. L'istinto è quello che ci guida. Se ti attrae il cambiamento, cambia.
in bocca al lupo.
Grazie d.n.a. Nemmeno io sono pentita della mia esperienza professionale nello studio come crescita professionale/acquisizione competenze(anche se non faccio davvero l'architetto, il cantiere me lo sogno); purtroppo è molto evidente che sono in stallo da diversi anni e che la situazione non solo non migliorerà, ma anzi col tempo potrebbe peggiorare. Io vorrei buttarmi, proprio per giocare in futuro la carta di un concorso per un posto migliore. Con il mio stipendio però ci vivo e, se tiro i dadi, rischio per tre. Del resto se non lo faccio credo che rimpiangerò sempre di non essermi messa alla prova.
Vai in in comune, poi resti nelle graduatorie e hai i punteggi per andare avanti. Io ci metterei la firma, è uno stipendio sicuro e fa curriculum. Capisco che possa sembrare un lavoro poco creativo o stimolante, e non sia il sogno di una vita, ma avresti comunque tempo libero per coltivare passioni ed interessi, perché in comune, a differenza che negli studi gli orari sono generalmente ben definiti (non si sta fino alle dieci per un concorso o una consegna per intenderci). Io non avrei dubbi :)
Assolutamente accetta. Intanto sono due anni a stipendio sicuro il 27 del mese con tutte le tutele del caso, ferie, malattia, permessi e contributi. Puoi anche chiedere il part time e continuare la libera professione.
Poi è facile ti arrivi il rinnovo fino ad altri 3 anni di volta in volta e comunque fai esperienza sul campo per partecipare agevolmente a concorsi per entrare in ruolo, che sono molto più semplici per chi ha già idea di come funzioni la macchina burocratica e l'applicazione della normativa.
Io dopo 10 anni di libera professione, tra studi dove ero sfruttata ma che mi hanno dato tantissimo, e un po' di conto mio, senza poter arrivare a fine mese, dopo l'arrivo di un figlio che mi ha fatto licenziare e lasciare a casa 4 anni perché nessuno studio voleva una madre (e ovviamente le poche commesse mie manco mi permettevano di pagare i contributi obbligatori) ho chiuso partita Iva e mi sono buttata sui concorsi.
Ora sono D1 in un comune molto grosso e il margine di crescita c'è, se hai la fortuna di trovare bravi dirigenti e PO che ti valorizzano e anche un poco bravura di ritagliarti il tuo posto.
Poi è facile ti arrivi il rinnovo fino ad altri 3 anni di volta in volta e comunque fai esperienza sul campo per partecipare agevolmente a concorsi per entrare in ruolo, che sono molto più semplici per chi ha già idea di come funzioni la macchina burocratica e l'applicazione della normativa.
Io dopo 10 anni di libera professione, tra studi dove ero sfruttata ma che mi hanno dato tantissimo, e un po' di conto mio, senza poter arrivare a fine mese, dopo l'arrivo di un figlio che mi ha fatto licenziare e lasciare a casa 4 anni perché nessuno studio voleva una madre (e ovviamente le poche commesse mie manco mi permettevano di pagare i contributi obbligatori) ho chiuso partita Iva e mi sono buttata sui concorsi.
Ora sono D1 in un comune molto grosso e il margine di crescita c'è, se hai la fortuna di trovare bravi dirigenti e PO che ti valorizzano e anche un poco bravura di ritagliarti il tuo posto.
Dna ho fatto il salto... Ho partecipato a un concorso da istruttore direttivo tecnico e i vinto (studiando come una pazza per mesi in ogni momento libero, ma ha molto aiutato il fatto di avere già idea di come leggere la normativa dall'altro lato della barricata)
Brava.. complimenti..
io ho fatto la scelta opposta, avendo avuto l'opportunità del D, ho scelto di rimanere C.
Per il momento non me ne sono ancora pentito (era un D in un comune un po' "complicato" e distante da casa, considerando che ora sono a 10 minuti da casa, forse meno)
io ho fatto la scelta opposta, avendo avuto l'opportunità del D, ho scelto di rimanere C.
Per il momento non me ne sono ancora pentito (era un D in un comune un po' "complicato" e distante da casa, considerando che ora sono a 10 minuti da casa, forse meno)
Io resterei in comune perchè se dopo due anni si sono trovati bene e ti sei resa indispensabile, difficilmente ti lasciano scappare e una quadra la trovano sempre, credimi, per tenere qualcuno. Io ho avuto p.iva per 8 anni e nel mentre lavoravo part time in un comune piccolo. Poi ho vinto un concorso in un ente più grande e ho deciso, anche se a malincuore, di chiudere la p.iva, dato che era un indeterminato full time. Però di tanto in tanto faccio collaborazioni occasionali (autorizzate dall'ente). La pubblica amministrazione ha difetti e pregi. Difetti: è' rigida, limitata, a volte è un ambiente pieno di invidie dove la osca bianca è chi lavora e si dà da fare, la soddisfazione non è certo ai livelli della libera professione, i dirigenti a volte (non tutti) hanno scarse competenze e tendono a delegare tutto, sei un dipendente per cui devi essere disponibile a ricevere "ordini dall'alto" anche se non ti va o non sei d'accordo su qualcosa. Pregi: orari umani che ti consentono di seguire i figli e banalmente di avere del tempo con loro e con la tua famiglia, ferie, permessi, malattia retribuiti, possibilità di formazione gratuita, non sei mai da sola perchè il lavoro è suddiviso e hai diciamo le "spalle larghe" grazie alle dimensioni dell'ente (ecco perchè ti consiglierei di propendere per arrivare un giorno in un ente grande, tipo provincia o regione). Io ora posso lavorare sia in ufficio per sbrigare la parte amministrativa sia in cantiere per seguire i lavori. Ma i ritmi della libera professione non li reggevo più con i bambini. Non mi mancano le telefonate dei clienti alle 8 di sera e dover lavorare fino a tarda notte per finire le commesse. Sono contenta così, anche se ciò di cui mi occupo non è nel campo per cui ho studiato, anche se mi è comunque dispiaciuto abbandonare i miei sogni da studente di restauro architettonico.
Non diventi ricca in p.a. ma ci guadagni in salute e tranquillità. Ti assicuro che di lavoro da fare ce n'è ed è tanto.
Non diventi ricca in p.a. ma ci guadagni in salute e tranquillità. Ti assicuro che di lavoro da fare ce n'è ed è tanto.
Grazie a tutti per le risposte. Nel mio studio gli orari non sono disumani (è l'unica cosa ad essere davvero migliorata nel tempo) e, avendo un contratto, seppur part-time, ho anche potuto andare in maternità; si è instaurato un certo rapporto con i miei datori di lavoro. E' che sono ferma...ho gli stessi livelli retributivi di quando ho iniziato, anche se progetto e tutto; nessuna possibilità di crescita, di imparare qualcosa di nuovo... a questo punto gli ordini dall'alto, che ho sempre preso qui, posso provare a prenderli dove guadagno qualcosa di più e forse c'è un margine di speranza di una crescita futura...incrociando le dita di non cadere dalla padella alla brace. Grazie di nuovo
Anche io ho fatto il grande salto due anni fa. Doppio, perché, nel frattempo, è scorsa una graduatoria a Roma e ora sono al Ministero. Ti hanno già detto un po' tutto gli altri. Il rinnovo non è sicuro, ma probabile, anche se, a quanto ricordo, non può superare i tre anni, ma forse mi sbaglio. Come guadagni, indipendentemente dall'Ente siamo lì, può cambiare la disponibilità di fondi per gli straordinari e la presenza o meno delle P.O. ( ai ministeri, ad esempi, non esistono, ma a parità di profilo economico si guadagna qualcosina in più).
Il cartellino per me è stato e continua ad essere difficile da digerire, così come l'avere un "capo", ma io ero libero professionista, per te il cambio sarà, probabilmente, in meglio.
In bocca al lupo.
Il cartellino per me è stato e continua ad essere difficile da digerire, così come l'avere un "capo", ma io ero libero professionista, per te il cambio sarà, probabilmente, in meglio.
In bocca al lupo.