Roverenaturale : [post n° 466829]

Breve riflessione

È incredibile quanto miei coetanei e meno coetanei siano insoddisfatti dalla gestione del lavoro dei propri capi e collaboratori più adulti. La realtà degli studi italiani è composta per la maggior parte da imprenditori che si mettono in proprio aprendo studi e aziende per non stare alle dipendenze di altri (spesso sottopagati) e non perché ci sia una realtà volontà di creare un qualcosa di veramente incisivo nel panorama delle aziende e delle imprese italiane. Titolari che appena fanno due soldi assoldano manovalanza a basso costo perché hanno necessità di qualcuno che gli sbrighi le scartoffie che loro non hanno voglia di fare, in pochissimi investono nelle persone come risorse per far crescere la propria azienda. E i risultati si vedono. Orde di lavoratori e lavoratori “autonomi” che poi autonomi sto cazzo perchè sono quasi tutti finti dipendenti, insoddisfatti che stanno qualche mese, se va bene pochi anni, in uno studio e poi se ne vanno per cercare condizioni di lavoro migliori. E nel frattempo gli studi si lamentano che i giovani non hanno voglia di lavorare e di fare sacrifici e a volte anche di non trovare lavoratori e collaboratori.
Io mi rivolgo a chi ha uno studio e ha la possibilità di incidere in questo senso, specialmente se i propri collaboratori non durano più di uno o due anni: dei collaboratori soddisfatti e contenti aiutano lo studio e l’azienda a crescere, che è un po’ quello che tutti gli imprenditori vogliono. O non è forse così?
arch_mb :
Mi sembra che sarebbe opportuno parlare anche dei minimi tariffari salariali imposti per legge, e della questione del costo del lavoro (vedi elaborazioni OCSE per anno). Mi permetto poi di aggiungere che mi sembra ingenuo pensare che un datore di lavoro assuma qualcuno perché non ha voglia di sbrigare le scartoffie; ricopre un ruolo diverso, che include anche mantenere pubbliche relazioni. Questo per dire che il tema ha molti aspetti, e mi sembra riduttivo pensarlo solo come frutto della decisione del datore di lavoro di pagare poco i dipendenti (o finti dipendenti).
Arch. Esaurimento :
Cito:

" La realtà degli studi italiani è composta per la maggior parte da imprenditori che si mettono in proprio aprendo studi e aziende per non stare alle dipendenze di altri"

e aggiungo:

la realtà di chi inizia la professione ora, e desidera fare l'architetto in senso classico all'interno di uno studio, o l'ha iniziata negli ultimi 10 anni è anche quella di non poter scegliere fra un lavoro dipendente, e partita iva. Semplicemente perché il lavoro dipendente, in moltissimi studi professionali, non esiste.

@arch_mb certamente esistono dei ruoli, e una montagna di problematiche che chi gestisce uno studio deve affrontare. Altrettanto ingenuo però è non pensare che queste problematiche non ricadano a cascata, sui collaboratori. Molto spesso, chi gestisce uno studio, si dimentica, che le persone che lavorano per lui, con partita iva, hanno anche loro tutta una serie di problematiche che derivano dal fatto di non essere dipendenti, ma dover gestire la propria fatturazione, formazione, spese, ecc.

La partita iva necessita un'evoluzione nel tempo in termini economici, basta aprire lo specchietto del calcolo della pensione di inarcassa, e guardare come vengono fatte le previsioni sul reddito per raggiungere una pensione normale, e quanto queste siano irrealistiche rispetto ad una condizione di immobilità professionale.
lorenzo_px :
Attenzione a parlare di persone che aprono studi come "imprenditori". Se prendi collaboratori a partita iva e li fai lavorare come finti dipendenti non sei un imprenditore, ma un prenditore. Chi assume una persona, paga contributi, ferie, malattie è un Imprenditore perchè si assume sia il rischio che l'onore di tenere una persona. Un professionista che chiede ad un collaboratore una fattura per una prestazione da dipendente che a sua volta dovrà scalare contributi e spese per andare a lavoro non può essere un imprenditore. Differenza sottile ma sostanziale. In questa differenza c'è anche l'incapacità di competere in un mercato saturo e di creare realtà non tossiche.
Roverenaturale :
@arch_mb tralasciando i problemi dovuti ai reali guadagni penalizzate da leggi e tassazioni adeguate, una persona inizia a prendere collaboratori che svolgano i lavori "d'ufficio" quando il lavoro è troppo per una sola persona e ha quindi bisogno di aiuto. Ma se mi fai svolgere una mansione sola senza farmi fare altro, senza permettermi di imparare e di contribuire a far crescere tra le altre cose la TUA azienda, allora metti in chiaro le cose fin da subito e mi fai un contratto da subordinato, perchè i dipendenti, veri o finti che siano, sono lo scheletro di un'impresa, che non andrebbe avanti senza di loro e soprattutto alla maggior parte dei collaboratori a partita iva viene quasi impedito di lavorare per altri committenti, questo lo sappiamo tutti. E questo poi è il motivo che spinge la maggior parte degli architetti che vogliano fare l'architetto in senso stretto ad aprirsi il proprio studio, creando un circolo vizioso infinito che porta solo e unicamente alla continua svalutazione del mestiere in termini non solo economici ma anche e soprattutto sociali e cullturali. Rendiamoci conto che la situazione generale che si è creata è una situazione in cui quando qualcuno sente "architetto" lo percepisce come una figura mediocre nel panorama dei professionisti italiani perchè almeno che tu non abbia un nome conosciuto e una rete di clienti molto facoltosi, i nostri fatturati sono ridicoli, sia quelli delle false partite iva che sono tra i nuovi poveri d'Italia, sia quelli degli imprenditori che come dice arch_mb dovrebbero avere parcelle molto più alti se ci fossero ancora gli onorari pre Bersani. E a tutto questo abbiamo contribuito tutti, perchè invece di rivolgerci direttamente al CNAPPC e poi al governo reclamando diritti che non ci sono più preferiamo continuare ad alimentare questa giostra malsana.
E si, Arch. Esaurimento, vedendo come si è evoluto il mercato del lavoro, si dovrebbe adeguare il sistema di tassazione, che non significa concedere bonus una tantum.
Se ci fossero più dipendenti con diritti e paghe adeguate ci sarebbero meno studi professionali e quindi meno concorrenza, architetti più consapevoli e probabilmente meno frustrati.
Questa riflessione sarà solo una delle tante, ma ricordiamocene quando le vecchie generazioni andranno in pensione e rimarranno le nuove, con stipendi miseri e tasse altissime che probabilmente non avranno i soldi neanche per potersi ristrutturare un bagno senza chiedere prestiti alle banche. E tutto questo si rifletterà immancabilmente e in modo disatroso sulla nostra professione che già adesso è martoriata ogni giorno di più.
lorenzo_px non ho nulla da ridire, sottoscrivo ogni virgola, mi trovi completamente d'accordo.
Arch. Esaurimento :
@Roverenaturale

" imprenditori che come dice arch_mb dovrebbero avere parcelle molto più alti se ci fossero ancora gli onorari pre Bersani"

Gli stessi imprenditori, o professionisti, che auspicano il miraggio del ritorno alle tariffe, dovrebbero poi corrispondere un compenso adeguato ai loro collaboratori a partita iva, sempre con le stesse tariffe. Molto divertente: gli stessi che si lamentano che una volta si stava meglio, si vedrebbero costretti ad alzare, e di molto il compenso dei propri collaboratori, qualora si tornasse a quella condizione mitica di un tempo. Fantascienza.

"ricordiamocene quando le vecchie generazioni andranno in pensione e rimarranno le nuove, con stipendi miseri e tasse altissime che probabilmente non avranno i soldi neanche per potersi ristrutturare un bagno" (ho tagliato la parte del prestito alle banche perchè per quello ci vuole l'indeterminato, oppure delle buone garanzie finanziarie)

Aggiungo alla tua considerazione, che chi ora svolge la professione in uno studio, e riuscirà a sopravvivere fino alla pensione, proprio per la mancanza di un "passaggio di consegne" da una generazione all'altra, ovvero lavorare per anni incasellati in un ruolo, senza affrontare tutti gli aspetti della professione, un domani non sarà in grado di gestire un suo studio ed essere autonomo. Proprio perchè la nostra professione riguarda molti aspetti, e per poterla svolgere nel tempo dev'esserci un'evoluzione di competenze che vada di pari passo con la retribuzione.
Arch. Esaurimento :
Per completezza, c'è anche la versione:

Lavorare per tanti anni occupandosi di tanti aspetti della progettazione, aumentando le proprie competenze, senza che questo porti ad alcun tipo di miglioramento in termini economici
Roverenaturale :
@Arch.Esaurimento io sono giovane e sinceramente sono scappata da queste dinamiche, nel senso che al momento "mi sto accontendando" (fino ad un certo punto perchè piuttosto che fare la schiava vado a raccogliere olive e patate) di un stipendio che onestamente non è nemmeno tanto basso considerato la media del mercato perchè ritengo fondamentale osservare e imparare e non appena capisco che da quelle figure da cui devo imparare non ho più una convenienza nè economica nè formativa, io me ne vado e cerco altre opportunità, con buona pace dei titolari che non hanno voglia di investire in me. E' egoistico? Si. Ma è anche giusto, se io non sono legata a te da un contratto ho tutta la libertà del mondo di andarmene quando mi pare senza pensarci due volte. E se tutti facessero come me ci sarebbero condizioni più eque forse - e anche più titolari incazzati- ma forse capirebbero una volte per tutte che il lavoro non è schiavitù e va pagato adeguatamente. Non hai soldi per pagare i tuoi collaboratori? Ti arrangi, prendi meno lavoro e magari più di qualità, ma non rendi schiava la persona che ti sta prestando dei servizi a te fondamentali, altrimenti ti becchi il via vai di lavoratori da un mese all'altro con lo svantaggio che questo non fa bene alla tua azienda. C'è qualche visionario che l'ha capito e nella mia città hanno iniziato a fare i contratti per evitare queste situazioni ma ai più rimane un concetto sconosciuto. Certo lo stipendio non è alto ma almeno hanno malattia, ferie pagate ecc.
Con il superbonus tra il 2020 e il 2021 c'è stato un aumento incredibile di "assunzioni" di architetti che dovevano svolgere mansioni tutte uguali e ripetetive ed è finita che gli architetti hanno preso molti lavori che non sono mai giunti a conclusione grazie al blocco dei crediti, quindi aggratis dovendo pagare pure i collaboratori che stanchi di questa pagliacciata hanno iniziato ad andarsene dopo un anno. Il risultato di prendere lavori a manetta solo per guadagnarci sopra mettendo completamente da parte il senso di questa manovra e la qualità del lavoro.
Nsomma, per fare l'imprenditore architetto bisogna essere lungimiranti, non basta aprire uno studio. C'è troppa competizione in giro e anche incompetenza.
Oh e io sono la prima incompetente ancora, ma lavorerò sodo per non fare questi errori
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