sclerata : [post n° 472343]

il lavoro dell'architetto va pagato - estremi di legge?

mi trovo in una situazione scomoda (e ciò mi sta facendo pensare di cominciare a tagliare un po' di rami secchi...) .
Committente "amico" del collega in studio con me (collega che ha 75 anni in pensione, non può firmare "lavora" perchè banalmente non sa come passare il tempo). Ex imprenditore edile, vuole costruire 2/3 villette su un terreno di una sua società, su una porzione dello stesso passa un fantastico elettrodotto con tutti i vincoli che ne derivano. Ci si accorda su un prezzo per il progetto.
Rilievo fatto da topografo tipo 2 anni fa, ancora non pagato.
Presentiamo un parere di fattibilità salvo parere di Terna e di Arpa per la storia dell'elettrodotto. Ho dovuto mettere giù ste due villette come le voleva il tizio, a mio giudizio personale gridano vendetta a Dio e io non le avrei mai fatte così ma ...
Il tecnico del comune non sa cosa fare, urbanisticamente sono ok, Terna ha risposto con una lettera di 8 pagine dove richiama 800 leggi ma alla fine dice "son caxxi del comune se ti vuol rilasciare il permesso" il tecnico del comune non sa cosa fare, lui pratiche così non ne ha mai fatte e non si vuole prendere la responsabilità di rilasciare un pdc. Ma me lo dice a voce, per iscritto non ci ha ancora detto nulla.
Nel frattempo il mio collega litiga di brutto con l'amico imprenditore per questo e altre questioni loro che il mio collega non gli ha mai risolto. E in buona sostanza la sintesi è "o mi portate a casa il pdc o io non vi do una lira". Peccato che lavoro ad oggi ne è stato fatto

Esiste un estremo di legge per cui è scritto nero su bianco che il lavoro svolto fino alla rinuncia vada pagato?
Perchè quanto pattuito neanche lo voglio, ma almeno il tempo perso lo vorrei riconosciuto.

Perchè io intendo tirarmi fuori da sta bega. Non ho tempo nè voglia di perder tempo dietro a due vecchi che litigano con il risultato che la piglio io in quel posto.

Ah ovviamente, un disciplinare è stato preparato ma l'amico caro non si è mai risolto a firmarlo.
Lui dice che la gente la paga solo quando il lavoro (permesso) è ottenuto. Prima non ha mai pagato nessuno e si fa così ... ma non credo che quando aveva la sua impresa (grossa, molto grossa, ma tanto tanto grossa) si facesse pagare solo a lavori finiti!

Ah, io sarei dell'idea di farmi rispondere dal comune in via ufficiale (che di parole qua ne sono state anche spese troppe) e rinunciare a tutto, che se la smazzi qualcun'altro sta rogna. Ci perdo soldi, e non pochi, ma non ne ricaverei cmq un ragno dal buco.
ponteggiroma :
Lo sai che stavo per postare anch'io qualcosa di simile?
Mi è accaduto proprio in questi giorni con uno studio blasonato con cui faccio collaborazioni esterne ormai da svariati anni. Ora, per un lavoretto da 1000 euro mi stanno tenendo appeso perché a loro dire il loro cliente non li avrebbe ancora pagati! Quello che vorrei fargli capire è che così facendo la figura ddi m....a ce la fanno loro, che si fregiano di fare tutti questi megalavori per grandi clienti e poi per mille euro ti fanno tutte ste paranoie. Non oso immaginare poi come tratteranno i collaboratori "interni" se fanno così con gli esterni.
In merito al caso tuo, io, fossi in te, aspetterei. Secondo me se si sblocca il rilascio del pdc vedrai che pagheranno. Intanto continua a mettergli pressione.
desnip :
Secondo me bisogna smetterla di ragionare in base al principio "ti pago a permesso ottenuto"...
Il lavoro svolto, il tempo perso che poteva essere impiegato in cose molto più proficue, devono essere pagati.
La cosa più natuarale è pattuire un x% per il lavoro svolto e il resto a permesso ottenuto e, se il permesso non si ottiene, quella parte restante si può stabilire che non venga corrisposta.
Del resto, l'obbligazione del professionista si definisce come obbligazione di mezzo e non di risultato, per cui va messo in preventivo che il risultato si possa non raggiungere, ma ciò non vuol dire che uno per tutto quel tempo ha lavorato inutilmente.
ponteggiroma :
sono pienamente d'accordo con te Desnip, soprattutto se a fare questi tipi di approcci sono dei grossi studi. Credevo fosse diventata una modalità anacronististica, ma a quanto pare continuano ancora non rendendosi conto che a lungo andare sono loro a perderci in qualità di prestazioni, perché la prossima volta che mi vengono a cercare per sbrigargli le rogne che non riescono a sbrogliarsi da soli li bastono.
Sti purciari!
archiPi :
Ecco la mia testimonianza: a settembre 2022 ho l'incarico per la redazione di un progetto e presentazione pratica comunale. Ho fatto 5 revisioni dell'intero progetto, incontri con cliente, sopralluoghi e rilievo.
Siamo a maggio e non ho visto 1 euro. Intanto il cliente con cadenza bisettimanale mi contatta per sapere se "possiamo presentare il progetto in comune".
Preciso che al conferimento dell'incarico il cliente si è impegnato a pagare una percentuale.
In sostanza pagherà se e solo se otterrà i permessi dal comune.
Persone poco serie.
Albo :
Non ho consigli posso solo dire che le fregature più grandi le ho prese attraverso colleghi. E mi rammarico della cosa
Alessandro :
Puoi scrivere al cliente sostenendo che se non salda quanto dovuto fin ora allora il permesso se lo può scordare, che non troverà un altro che sarà in grado di imbastire la praticva che hai fatto tu, che già stai cercando di convincere il tecnico figuriamoci quando arriva un nuovo incaricato le possibilità che gli rimangono e che comunque dovrà pagarsi anche un avvocato per difendersi spendendo alla fine il doppio.
archspf :
Lui può dire quello che vuole. La prassi in materia è che il lavoro svolto a prescindere dal risultato va pagato. Diversamente incorre pure in penali per inadempimento.
L'interpretazione giuridica corretta è quella data da @desnip: "obbligazione di mezzi e non risultato", che io metto in grassetto sottolineato ed evidenziato nei contratti, come se non bastassero le norme di codice.
La spiegazione è banale:
- se è l'ente che deve emanare un provvedimento, come nel caso del PDC (condizionato peraltro da parerei), non ci si può sostituire al giudizio dell'amm.ne;
- se l'intervento non viene realizzato per qualunque motivo (non imputabile alla condotta del professionista), non è certamente colpa del tecnico;

Peraltro dal 2017, con le prime indicazioni sull'equo compenso, l'autorizzazione è sospesa o revocata in caso di mancato saldo delle spettanze al professionista, da dimostrare inviando all'ente apposito modulo firmato.
Ily :
FARSI FIRMARE LA LETTERA DI INCARICO PRIMA DI COMINCIARE IL LAVORO
FARSI FIRMARE LA LETTERA DI INCARICO PRIMA DI COMINCIARE IL LAVORO
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Ily :
"La prassi in materia è che il lavoro svolto a prescindere dal risultato va pagato"

Su questo non sono d'accordo al 100%, perché a mio parere questo principio è valido solo se il tecnico ha fatto tutto il possibile per ottenere il risultato: in altre parole, il progetto deve essere pienamente conforme alla disciplina urbanistica e completo in ogni sua parte.
Un lavoro fatto male per imperizia, sciatteria o negligenza secondo me non va pagato, ma non mi sembra proprio questo il caso.
desnip :
"Un lavoro fatto male per imperizia, sciatteria o negligenza secondo me non va pagato": certo Ily.
Se ragioniamo in questo modo, ti assicuro che i nostri lavori per i committenti saranno tutti fatti con imperizia, sciatteria e negligenza.
ponteggiroma :
ah ah ah... desnip santa subito!
Arch. Esaurimento :
Concordo al 100%

Si può provare a fare lo stesso discorso ad un'altra partita iva, tipo:

Idraulico, elettricista, cartongessista, falegname

Chissà se sono così sensibili alla deontologia, e si gratificano con la perfezione del lavoro eseguito a perfetta regola d'arte, al posto del vile danaro..
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