Mami : [post n° 165127]

Consiglio

Buongiorno, sono una studentessa di architettura e vorrei gentilmente un consiglio... in facoltà stiamo affrontando l'argomento di progettazione di una casa per un musicista...ovviamente io trovo un pò di difficoltà perchè non so bene come iniziare... le piante che mi vengono in mente sono tutte molto elementari e ho timore nel metterle sulla carta... se qualcuno potesse darmi gentilmente qualche consiglio ne sarei felicissima. grazie e buona giornata!
desnip :
Scusami, non so darti consigli, ma vorrei solo fare un'osservazione...
MA A COSA CAVOLO SERVE PROGETTARE UNA CASA PER UN MUSICISTA!!!
Perchè a questi poveri ragazzi continuano a dare temi insulsi e non gli insegnano le cose concrete che serviranno per la professione?
Poi ci meravigliamo vedendo la scarsa preparazione dei giovani laureati... ma non è colpa loro, gli fanno perdere anni a sudare su cose che non serviranno a niente...
anny :
ma sono sempre gli stessi temi!!! l'ho fatta anch'io questa famosa casa per il musicista al primo anno a venezia e si parla degli anni 90....che fantasia !!!!!!!
Fabio77 :
....e perchè la casa per un artista dove la mettiamo??...e quella per un architetto???.....
....poi però quando esci non sai nemmeno cosa è il catasto!!!...ma in compenso chissà quanti architetti ti chiederanno di progettargli la casa!!..
W l'Università!!!
april :
quando ho fatto l'esame di stat era uno dei temi! si, x' il musicista ha bisogno di chissà che!.... la cosa ridicola era che non c'era alcun vincolo, indice, altezza...si poteva costruire come si voleva!
Fabio77 :
....per la casa del musicista si redige un semplice progetto di abitazione facendo attenzione però a fare rientrare nella cubatura ammissibile anche uno stanzino da tapezzare con cartoni delle uova da adibire a sala prove!!!!ahahahah
onio :
Mami una casa per un musicista è una casa come tante altre per chi non ascolta musica per chi non suona per chi non vive di passioni, come un capannone industriale è un capannone industriale non importa se della piccola azienda locale oppure di una grossa compagnia internazionale....
dal punto di vista tecnico non cambia quasi nulla fatta eccezione dello stanzino con le scatole di uova (isolamento acustico) che tanto stanzino non deve essere.....
un musicista è un individuo che vive della sua passione (come dovremmo fare noi) 24 ore su 24 ...prova ad immaginare un poverino chiuso l'intara giornata in uno stanzino....che per giunta è il luogo dove suona non necessariamente dove compone o dove ascolta musica o ancora dove riceve persone.....
Questi sono solo piccoli imput ma prova a partire da queste misere considerazioni sicuramente sarai più brava di me a trovare altri spunti da cui incominciare.
Inoltre non aver paura del folgio bianco e lasciati andare...

P.S.
Io suono e per giunta ho aiutato tempi addietro un mio cugino compositore di musica a crearsi un piccolo studio.
Ma non è detto che noi Achitetti per progettare un laboratorio di un artista dobbiamo per forza essere Fontana.

In bocca ai lupi
desnip :
magari preferirei Allevi come committente, è più simpatico!:-)))
A proposito... qualche giorno fa lo sentivo da Fiorello e dice che a casa non suona, nè compone, niente musica, insomma.
Questo è tutto dire... la casa per il musicista, tzeh!
mia :
consiglio per qualunque esame/progetto presente e futuro: mai avere paura del foglio bianco! forse non sei una di quelle fortunate persone che hanno il dono della "mano" artistica; imparerai.Inizia a schizzare le tue idee, non avere timori, nemmeno dell'aspetto disordinato o poco creativo che potrebbe avere lo schizzo.
Per quanto riguarda il tuo tema progettuale, non so quanto ti possa essere utile(onestamente credo poco), prova a leggere : Gasperini, Massimo "Archcube : esperienze di progettazione architettonica assistita" ,Firenze (c'è una casa per pianista);inoltre se capiti a Pescara, sulla riviera nord, vicino al mare, c'è una casa per musicista...

Luigi :
Io trovo la cosa interessante.
L'università è un luogo di studio e non di lavoro.
Facciamo poco i moralisti e aiutiamo la collega.
Questo esercizio serve a sviluppare la fantasia e ad esercitarsi affinchè si possa imparare a progettare una casa per una specifica utenza piuttosto che per tutti.
Che sia un musicista o un artista poco importa.
L'importante è che questo faccia scaturire fantasia e senso critico.
E' vero che una casa è sempre una casa, ma servono stimoli che vanno oltre il mero senso pratico.
Il mio consiglio è quello di provare a riflettere su cosa significa per te la musica, cosa si può provare ascoltando o scrivendo un pezzo o cosa altro componendone melodie e suoni.
Probabilmente anche il genere preferito può aiutare.
Un pezzo rock tenderebbe a fare alcune scelte più "spinte" (chiamiamole così), un impianto planimetrico irrazionale e una sezione che funzioni in un certo modo.
Un pezzo di musica classica, viceversa, potrebbe richiamare alla fantasia una casa molto più razionale, probabilmente "sospesa" con una certa aura che sprigiona nel suo intorno.
O addirittura si potrebbe pensare al contrasto fra il genere del musicista e la sua abitazione.
Insomma, a mio avviso, più che di particolari accorgimenti tecnici o tecnologici, si dovrebbe parlare di spazialità e volumetrie scaturite dalla fantasia pensando al mondo della musica.
PS: elementare e semplice non sono sinonimi di banalità. E' il più grande errore dell'epoca contemporanea!!!
arko :
assolutamente d'accordo con luigi. è un esame del primo anno, serve ad acuisire un primo abbozzo di forma mentis per la distribuzione degli spazi in rapporto all'utenza. Voi fareste la stessa casa per tutti? non terreste conto delle esigenze specifiche del committente? e' vero che l'univerisità nn insegna tante cose che poi ti serviranno dopo la laurea, ma per cominciare a far acquisire i concetti base dell'architettura come spazialità e non solo come impianto idraulico, credo che sia indispensabile per un professore indicare delle caratteristiche dell'utente. Poi per il resto probabilmente ( auguro il contrario a Mami) il lavoro reale sarà andare al catasto, ma allora iscriviamoci tutti al geometra se siamo tutti così disillusi dalla professione, così risparmiamo tempo e denaro.
ciao
Fabio77 :
...lo stanzino con i cartoni delle uova era chiaramente un dire IRONICO......ed è chiaro che non si progetta una casa standard adatta a tutti i tipi di utenze.....
facevo un pò di ironia sulla situazione delle facoltà di architettura che forse fanno troppa filosofia e non solo ai primi anni......infatti questo senso filosofico e poco attaccato alla realtà (legislazioni, regolamenti edilizi ed urbanistici e normative varie) purtroppo permane fino alla laurea...poi ci si trova a dovere rimettere i piedi per terra con l'esame di abilitazione il tutto da AUTODIDATTA.....
Ciò significa che entriamo nel mondo del lavoro senza neanche sapere cosa è il catasto, cosa è una concessione edilizia cosa è una DIA etc etc..che non sono di sicuro gli obbiettivi primari della nostra professione ma se non si ha cognizione di normative e cose varie non si può fare il progetto neanche di una stalla altro che casa del musicista o del farmacista....
Scusatemi per lo sfogo...Fabio77
delli :
case per artisti vari....
il buon terragni aveva progettato una casa sul lago per artista piuttosto interessante
bye bye
desnip :
giustissime le cose che dite tu e luigi.
Il problema è che poi, quando ci si laurea, l'"impianto idraulico", non si ha neanche idea di cosa sia...
Basta farsi un giro in bacheca e vedere che domande vengono poste, a volta.
italo :
per gli impianti e tutto il resto ci si fa le ossa quando si comincia a lavorare.. giusto?
e così che fa comodo.. visto che il laureato non sa fare nulla allora è anche giusto non pagarlo..
e poi gli stessi grandi studi (o piccoli) che non pagano sono proprio quelli dei "bravi" ( e piccoli piccoli) docenti universitari..
aprire la mente (e chiudere per bene le tasche in futuro)!!!
arko :
Infatti. il problema di architettura pero' non è che si insegnano cose teoriche, ma che si insegnano solo quelle. Io sono convinto di avere molti piu strumenti per progettare di quanti ne abbia un geometra, non per mie capacità individuali, ma per il semplice fatto che ho studiato la tecnica compositiva, la storia dell'architettura e la progettazione urbanistica. Invece di farci fare 40 esami di cui almeno 10 doppioni, sarebbe bello se ci fosse un corso pratico che ti porti fisicamente su un cantiere, a vedere come si realizza un impianto, o un muro, che materiali ci vogliono, o anche un solaio. e perchè no, come si interagisce con un muratore, che spesso vede il giovinastro laureato e si inventa i termini per saggiarlo e poi prenderlo per il culo quando se ne va. In poche parole, non si puo' pensare all'architettura come una cosa meramente tecnica, anche se forse è una realtà che tutti noi stiamo affrontando: io credo che quando abbiamo un foglio bianco davanti, quegli anni passati sul tavolozzo da disegno non siano stati proprio inutili.
ciao.
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