bonaparte : [post n° 213745]

FORMAZIONE GEOMETRI = LAUREA

Ragazzi ho appreso da un geometra che il loro collegio si è organizzato in questo modo: con la formazione accumulano crediti formativi riconosciuti dalle facoltà di ing. e arch. italiane.... così, mentre i nostri ordini stanno a discutere tra junior e senior, i geometri si formano, si laureano e ci prendono sempre + lavori (anche xchè come si sa i privati li giudicano + economici e + tecnici)!!! perchè anche a noi non fanno una formazione che ci garantisca dei cfu con cui prendere specializzazioni che ci differenzino dai geometri e da tante altre professioni del nostro settore? che cosa stiamo aspettando, di finire sotto i ponti???
Ily :
Io spererei che NON rendessero obbligatoria la formazione continua degli architetti per quattro bmotivi:
1) Tempo: questi corsi portano via molto tempo, e dove lo trova una persona che lavora mattina e pomeriggio e magari la sera arrotonda con lavoretti suoi (vorremo avere una vita extralavorativa, o no)?
2) Costi: quanto costano questi corsi? Per chi guadagna meno di 1000 euro al mese sarebbe un ulteriore sacrificio economico.
3) Il busines: dietro questi corsi siamo sicuri che non ci sia il solito affare dei corsi dati agli amici e agli amici degli amici e a chi devo un favore o voglio chiederlo?
4) Gli argomenti: mi piacerebbe frequentare un corso del mio ordine, ma quello che vedo sono solo certificazioni energetiche e sicurezza sui cantieri. Niente corsi per amministratori di condominio, catasto, topografia, estimo, restauro, programmi cad e storia dell'architettura: tutte cose che mi interesserebbe imparare o approfondire.
I crediti formativi universitari: noi siamo già laureati, cosa ce ne facciamo?
Piuttosto chiediamo agli ordini corsi su molti più argomenti (vedi punto 4) e facciamo noi le stesse cose dei geometri, senza volerci differenziare a tutti i costi: cosa ci vieta di fare pratiche catastali, o perizie sul valore di un garage, o un frazionamento di un terreno, o consulenze a un cliente che vuole rifare i pavimenti di casa e ci chiede un computo per non farsi fregare da una ditta, o di prendere due condomini da amminitrare per arrotondare le entrate?
Uno studio tecnico (e non di architettura) può diventare uno strumento più versatile di un coltellino svizzero: una persona che vuole ristrutturare casa sua con pochi soldi non va in studio "d'architettura", ma forse vuole semplicemente un tecnico bravo.
fulser :
comprendo il tuo sfogo, e anche quello di molti altri che qui tutti leggiamo, e lo condivido anche.
Sono anche d'accordo che gli ordini o qualunque altra "cosa" si dovrebbero muovere in qualche modo.
Però, e chiedo scusa fin d'ora se sono brutale, mi pare anche che ci sia molta ingenuità in tanti casi (non il tuo, parlo in generale). Sono molti anni ormai che è risaputo che i diplomi varranno, un po' alla volta, sempre meno; è una cosa fisiologica a livello mondiale. In Italia da un pezzo, se avete notato, stanno scomparendo gli istituti tecnici, che stanno diventando tutti licei! Chi vorrà una qualifica dovrà per forza fare l'Università, e gli architetti junior, non me ne vogliano, prenderanno il posto dei geometri che scompariranno (come mi ha detto nella notte dei tempi un'impiegata della mia università, gli AJ saranno "geometri di lusso"). Poi ci saranno gli arch senior, magari con qualche specializzazione, e questi saranno FORSE gli architetti così come siamo abituati a pensarli nei nostri sogni.
Esempio: adesso anche gli infermieri si devono laureare, forse per questo sono medici? NO, però si possono crogiolare nella loro beata laurea, per la soddisfazione dei baroni che l'hanno pensata anni fa e dei genitori, e andranno a fare iniezioni e pulire il .... dei pazienti (frase testuale di una mia amica medico), MA da laureati. Scusa la crudezza, ma è un problema lungo e le cui premesse si stanno preparando da un sacco di anni, e veramente non ho la soluzione in mano, e certamente merita ripensare tutto il sistema famigerato 3+2 della rifirma universitaria e tante altre cose.

Mi pare solo ingenuo che ancora non si sia capito che è così.
Scusate la lunghezza, ma ora mi ritiro perchè immagino il vespaio....
Isil :
Mi senti pienamente d'accordo con Ily!
bonaparte :
probabilmente mi sbaglierò, ma trovo questo accordo con le uni. -x facilitare UNA professione in particolare - poco corretto dal punto di vista concorrenziale. e poi, scusate, non è detto che questa formazione debba essere obbligatoria!
Ily :
Per i geomtri lo è.
polia :
x fulser ...finalmente qualcuno ha capito la funzione degli architetti iunior...
mi spiego meglio
è sotto gli occhi di tutti in termini di quantità la maggior parte del lavoro in generale è svolto da geometri
(sò per certo che sono loro che passano il lavoro agli archittetti quando hanno qualche cliente che chiede qualcosina in più...)
ebbene, pensare di passare al posto dei geometri sarebbe una pacchia e personalmente credo che a parte pochi "eletti" molti architetti non lo confessano ma "si leccherebbero i gomiti"...vista la mole di lavoro che ci sarebbe a disposizione
mi permetto di inoltrare (senza nessuna offesa per la categoria) una valutazione sulla categoria professionale dei geometri in Italia resa pochi gg fà da parte un illustre e affermato notaio dopo 20 anni di professione:
80% molto scarsa
15% senza infamia e senza lode
5% ottimi professionisti tecnici

svegliamoci!
in tutti questi anni gli architetti si sono addormentati a son di chiacchere e quant'altro mentre loro furbescamente hanno seminato il terrore verso la figura dell'architetto sognatore e poco economico...
CHI HA ORECCHI PER INTENDERE, INTENDA !
(chiedo scusa per la brutalità e la lungaggine)
buon lavoro a tutti!
PS evviva si passerà dal geometra di famiglia
all'architetto di famiglia.
Ily :
Bene, perchè non vendere l'immagine degli architetti come TECNICI? Anzichè come "artistoidi un po' pazzi che fanno i muri curvi"?
;-)
tony :
Ciao.
Sarà anche cosi' che i laureati triennali prenderanno il posto dei diplomati ( anche se gli istituti tecnici esistono eccome);
ma il paragone con i laureati in scienze infermieristiche non regge: loro non sono medici Junior, viceversa non ho MAI sentito dire ad uno junior: piacere sono l'architetto junior tal dei tali.
Li avrebbero dovuti casomai chiamare " tecnico dell'edilizia " o qualcosa di simile.
Inoltre, nessun paese(tranne il Portogallo) può vantare tecnici diplomati che progettato ( ricordo che agli architetti è "risevato" solo il 5% del parimonio costruito).
E poi, è risaputo che molte università regalano crediti ai diplomati facendoli laureare con pochissimi esami.Ormai a loro interessa solo accaparrarsi studenti per intascare denaro.
Buona giornata.
Tony-Architetto senior V.O. ormai bisogna dire cosi' , giusto?:_)
fulser :
1. certo che gli istituti tecnici esistono, ma è un fatto che si stanno riformando e diventando licei (iniziano aggiungendo in parallelo il corso di studi, poi un po' alla volta scompariranno; non è un'opinione, è la riforma scolastica e risale a qualche anno fa).
2. certo che c'è di fondo uno sbaglio di definizione; infatti personalmente le polemiche architetto J e S non mi sorprendono molto, perchè per quanto mi riguarda è sempre stato evidente che la diatriba ci sarebbe stata, dato che già c'era tra arch e geometri, figuriamoci ora... E cmq la confusione è aumentata perchè nel frattempo i geometri ci saranno fino ad estinzione dei diplomati per cause "naturali".
3. certo che nessun paese ha tecnici che progettano! Infatti è questo il punto! E aggiungerei che nella maggior parte del mondo sono poche le cose che puoi fare senza un corso universitario (mai visti i corsi universitari negli Stati Uniti per diventare contabili?)
4. il problema del regalo dei crediti è comune a molte professioni: ho un collega dove lavoro che è responsabile per la sicurezza, e si sta laureando in legge grazie, in parte, ai crediti che sta accumulando sul lavoro.
Tutto ciò per dire che il problema è molto più ampio, e non si ferma all'architettura. E l'esempio degli infermieri è citato perchè il nostro paese, da vera provincia, è ancora legato al pezzo di carta e al valore legale del titolo, perchè ci sarà sempre quache genitore che confonderà il titolo di studio con la vera cultura, e avrà magari un figlio imbecille, ma "laureato"; quindi non ci sarà mai una vera opposizione al problema, finchè non avremo tutti una coscienza migliore e un'ottima scuola di base (e senza necessariamente andare all'università, dove talvolta ti rovini e ti illudi, mentre dovrebbe essere solo il primo passo per imparare).
PS: anche io sono V.O.
fulser :
dimenticavo:
sono d'acccordo con Ily sui tecnici.
bonaparte :
Ragazzi scusate, sono d'accordo soprattutto sulla questione dell'architetto tecnico, ma il mio post voleva evidenziare il fatto che una categoria di liberi professionisti - i geometri - ha un collegio che collabora con delle istituzioni statali - le università - per facilitare il loro inserimento nellavoro. Ora, mi chiedo, NOI architetti di tutte le razze, senior, junior, magistrali che cosa aspettiamo a prendere qualche decisione per agevolare anche la nostra posizione?? Non vi pare, che proprio in questa atmosfera di cambiamento generalizzato, loro si siano organizzati meglio?? Ps: d'accordo che in futuro il geometra scomparirà, ma io vedo molti coetanei geometri che hanno una mole di lavoro disreta e con loro dovrò avere a che fare sempre, per non parlare del fatto che ce ne sono miriadi a cui mancano ancora 10-15-20 anni di lavoro prima di andare in pensione... Forse dipende dalle zone, ma qui in romagna vi assicuro che sono una concorrenza tosta, a volte meritevole, altre semplicemente più introdotta, con cui avere a che fare!!!
polia :
scusate se mi reinserisco nella discussione...
non dimentichiamo che in questi tempi si vede di tutto e di più
per esempio, caso reale:
coppia di geometri introdotta a livello politico, amici degli amici dei conoscenti dei pezzi grossi
presentano un piano di recupero con la loro intestazione di studio tecnico "pinco pallino" come progettisti + consulenza (improbabile) di un architetto straniero mai visto nè conosciuto (forse un nome di fantasia)
Bene, sono andati avanti per anni senza che nè l'ordine nè chi preposto ad accettare il piano avesse da eccepire la mancanza di competenza professionale...
poi un bel giorno qualcuno si è svegliato e il tutto è stato affidato ad un architetto.
questa è cruda realtà italiana
conta chi "ha le mani in pasta" e la faccia tosta di fare certe cose...
spero che nasca un senso critico nel potenziale cliente e si possa spezzare finalmente questa egemonia dove solo pochi lavorano e gli altri stanno a guardare!
EVVIVA I GEOMETRI !!!
(ho conosciuto molti clienti che si lamentano però non cambiano, che forse non si fidano degli architetti in generale??)
Ily :
Io lavoro da un geometra vecchio stile, e devo dire che sto imparando moltissimo: onestamente penso che un geometra come il mio capo possa dare dei punti (ma parecchi!) a tanti architetti.
Il problema secondo me è lo scadimento culturale generale della nostra professione. Mi spiego meglio: Nervi se non ricordo male era un ingegnere, Corbu esaltava "l'estetica dell'ingegnere", mentre i geometri (vecchio stampo) hanno un "buon senso" che a volte manca agli architetti, magari più impegnati a immaginare pavimenti di acciaio in una casa o il parquet nel bagno, senza magari chiedersi se poi la manuntenzione sarà gravosa oppure no, e se il materiale "invecchierà" bene e non stuferà presto chi in quello spazio ci deve vivere (va bene, io ho gusti molto tradizionalisti in fatto di costruzioni).
Una volta le scuole per geometri erano molto più dure, ed esisteva una committenza specifica per l'architetto (ville, edifici pubblici, allestimento di interni). Adesso invece la scuola superiore e l'università sono più facili, quando ero all'università vedevo che io, vecchio ordinamento, avevo un programma di tecnica delle costruzioni più gravoso di quello di ingegneria nuovo ordinamento (parola del mio insegnante di ripetizioni).
Perchè? A chi conviene avere arch. junior poco preparati, e arch. senior che all'università hanno fatto laboratori di progettazione dove hanno imparato a progettare un areoporto, ma non a ristrutturare una pizzeria?
A me onestamente non interessa se chi restaura un edificio è architetto, geometra o ingegnere, junior o senior, vecchio o nuovo ordinamento, ma mi interesserebbe verificare l'effettiva preparazione, anche CULTURALE, del soggetto in questione: se devo restaurare una casa torre del XIV secolo, o una casa contadina del Settecento, ma non so come si viveva a quel tempo, come farò a fare un restauro/recupero/ristrutturazione rispettosa dell'edificio?
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