Giorgio : [post n° 222835]

assurdità...!

Salve; dopo un'agoniata lotta di pratiche e di integrazioni sono riuscito ad ottenere un parere favorevole da parte della commissione edilizia per un permesso a costruire. Mi arriva la lettera del comune con la quale mi chiedono che per il ritiro del permesso devo presentare le pratiche di rito (acustica, legge10, strutturale....) e pagare gli onerei. Tutto Ok fino a che si sono accorti che non viene rispettata una distanza da un confine (discutibile) pertanto "sospendono" il permesso a costruire. E' lecito ... mi domanda il cliente??? molto arrabbiato poichè ha già pagato geologo, progettista (io) e quindi investito già 5000 euro. Chiedono di rivedere il progetto, ma credo non ci sia possibilità, e quindi mi domando, quanto è lecita l'azione del comune? e il cliente che a seguito del parere della commissione edilizia, ha già speso soldi, chi gli rimborsa? ha diritto ad un risarcimento qualora non sia possibile fare nessun intervento sulla sua casa?
Grazie
Paolo :
L'azione del Comune è lecita, in quanto se un Ente si accorge di avere sbagliato dando un parere, ritira il provvedimento in "AUTOTUTELA" (faccio parte delle Comm. edilizia del mio Comune). In sostanza, se un progettista presenta un progetto, che insiste ad esempio su una particella di 950 mq, e il progettista dichiara che la particella è 1000 mq, il Comune e la Comm. edilizia accettano il progetto con la volumetria maggiore errata, ma se da un controllo si evince l'errore, si sospende la concessione.
Quindi in questo esempio che ti ho fatto è il progettista a pagare. Nel tuo caso specifico, controlla se la distanza che citi è regolamentare; se lo è, il proprietario ha tutto il diritto di riavere il permesso di costruire, se no ripresentate il prog. con i nuovi parametri.
La Comm. edilizia, non può sapere se i dati che mette il progettista (distanze, calcolo volumetrico) corrispondano a realtà, controlla solo che il prog sia conforme allo strumento urbanistico (in riferimento ai dati che il PROGETTISTA ha inserito). Ciao.
Giorgio :
Nel caso specifico non si tratta di errore del progettista, ma di una svista della commissione poiché sulle tavole è presente un rialzamento di un fabbricato esistente a distanza inferiore a 5mt dal confine (appunto il fabbricato esistente è sul confine di proprietà con una strada vicinale, e il rialzamento avviene a 3 mt dal filo del fabbricato esistente).
Le tavole sono chiare e indicavano tale distanza,a loro se ne sono accorti solo dopo il parere della commissione, poiché avevo chiesto alcuni chiarimenti in merito ad altre questioni.
Quindi non è stato "manomesso" il progetto, son loro che hanno errrato. E adesso chi ha la responsabilità?
Paolo :
Se tu sei sicuro della correttezza del progetto (comprese distanze e parametri urbanistici vari), puoi chiedere un riesame dello stesso, al quale in teoria il proprietrio non dovrebbe ripagare i diritti fissi per l'esame da parte del Comune.
Ti consigl di ripresentare il progetto, non vedo la difficoltà, si tratterà solo di perdere qualche settimana in più per l'iter Comune- Commissione edilizia (so che la burocrazia è un mostro!) e, male che vada, di ripagare i diritti di segreteria e qualche marca da bollo.
mary :
ciao, io temo che possano tranquillamente sospendere la pratica se qualcosa non torna(a me è capitato un cliente che dopo 6 anni!! hanno ritirato una D.I.A. per un affittacamere perchè si sono accorti che i dimensionamenti erano sbagliati)...spero si risolva
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