Mi accingo a voler ristrutturare una residenza in provincia di Firenze. L'immobile risale al XIX sec. e prima di oggi non sono state mai depositate in Comune alcun rilascio di titolo abilitativo (nonostante si evince dal Catasto che delle variazioni siano state apportate prima del 1983 quando è divenuto di mia proprietà). Per verificare la legittimità urbanistica allora è necessario far riferimento al primo accatastamento (1963) che è difforme a quello dello stato di fatto attuale (in atto dal 1983). Le difformità si riscontrano in: partizioni interne non strutturali differenti, mancata rappresentazione di aperture in muratura portante coeve alla costruzione dell'edificio (hanno gli archi), un'apertura in muratura portante non dichiarata al Genio Civile (e comunque dimostrabile che sia stata realizzata prima della L64/74 per le costruzioni in zona sismica).
Chiedo gentilmente, è possibile realizzare una CILA tardiva per i tramezzi e per le parti strutturali dimostrare che sono, alcune antiche ed altre precedenti al 1974? O è necessario operare con una SCIA in sanatoria che include anche le parti strutturali?
Grazie mille
Marco N : [post n° 417570]
Difformità catastale e ristrutturazione
Si tratta di 4 aperture su muratura portante. Di queste 3 sono coeve alla data di costruzione dell'edificio (XIX sec.) con archi in mattone (quindi sempre esistite ma al catasto erano ipoteticamente tamponate); mentre 1 è stata aperta in un momento successivo, con un architrave composto da due putrelle,ma comunque prima delle prime leggi sismiche del 1974.
Non è possibile dimostrare ciò al SUE per evitare di fare una SCIA in sanatoria?
Non è possibile dimostrare ciò al SUE per evitare di fare una SCIA in sanatoria?