giovanni93 : [post n° 431175]

bonus 600 euro libero professionista

Salve sono un libero professionista,la società per cui lavoro mi ha chiesto di fargli risparmiare 600 euro che prenderò per l'emergenza coronavirus, lo puo' fare?
paoletta :
ovviamente no
Kia :
Non si tratta di "lo può fare" o "non lo può fare" . Dipende da accordi che fate tra di voi e da come avete gestito questo periodo.
Ivodivo :
Giovanni 93, lungi da me fare del moralismo... Il contributo di 600 euro ha lo scopo di garantire un'integrazione a chi ha subito una riduzione del proprio fatturato. Preferisci guadagnare per questo mese 600 euro in piú (perché?) e rischiare che la società che ti ha garantito fino ad oggi un'occupazione fallisca o contribuire a far sì che il tuo futuro sia meno incerto aiutando chi ti potrebbe offrire prospettive, senza peraltro subire nessuna riduzione del tuo stipendio per questo mese? Mi fermo qui...
ArchiFish :
Non sono sicuro di aver compreso il senso del post; mi sembrano surreali tanto il quesito, quanto la proposta dell'azienda.
Ora, se ho ben capito, sei libero professionista ed a quell'azienda, quindi, fatturi in qualità di "esterno". Alla luce di ciò loro sono tuoi clienti ed ai clienti non deve interessare se, quando e come hai avuto accesso ad una forma di sussidio. Vogliono risparmiare 600 € di spese per un finto dipendente? Stiamo scherzando? Se vogliono risparmiare (quando si verificano casi come questi) ti assumano.
ArchiFish :
@Ivodivo
Il tuo discorso, da un punto di vista etico, è ineccepibile. Peccato che certe situazioni si verificano proprio perchè nel mercato del lavoro non c'è etica. I liberi professionisti che collaborano in pianta stabile con un'azienda, andrebbero assunti. Allo stato di fatto, invece, si esige la "falsa partita IVA" e nel momento di difficoltà, si cerca pure di fottergli le forme di sussidio elargite da una cassa previdenziale privata. Non dimentichiamo che la ditta, per giovanni93, normalmente, non versa contributi, non accantona TFR e non paga ferie. Quei 600 € non sono da vedersi solo come una compensazione per un mancato fatturato, ma anche per i rischi che comporta essere libero professionista, anziché dipendente, in questo frangente. Tu suggerisci di rendere i 600 € alla ditta, nella speranza di non perdere il lavoro in futuro. Io dico di tenerli, nel caso in cui il lavoro dovesse perderlo.
paoletta :
esattamente ArchiFish, quoto in pieno. Io per 3 anni ho avuto a che fare con miserabili del genere.
Ma alla fine hanno loro il comando e quei 600 euro li risparmieranno... Tu giovanni93 faglieli poi spendere in medicine. Esistono tanti modi per ehm... ops... la scheda madre del pc e' andata in corto.
ArchiFish :
Io capisco benissimo il discorso di Ivodivo e normalmente, lo condividerei. Però, negli anni, ho maturato la convinzione che quando si tratta di lavoro e compensi è indispensabile essere spietati (non disonesti, sia chiaro). Nell'ottica in cui ragiona l'azienda e nell'ipotesi che questa non sia l'unica fonte di reddito (ergo cliente) del professionista, sarebbe lecito aspettarsi che tutti i committenti esigano 600 € di sconto. Capite che la cosa sfugge da ogni logica.
La "sciura Maria", per la CILA, paga 600 € in meno perchè è a conoscenza del fatto che ho percepito 600 € di indennità, idem l'azienda summenzionata per il lavoro che mensilmente svolgo, altri 600 € di sconto al Sig. Rossi sull'accatastamento e l'APE dell'appartamento, perchè ha saputo che Inarcassa mi ha fatto il bonifico. Finisce che invece di ottenere un aiuto di 600€ vado in perdita di 1200 €.
Direi che tutto il discorso, in un contesto lavorativo di assoluta incertezza nel presente e totale assenza di garanzie per il futuro, non può reggersi in piedi.
ivana :
...comunque è un ricatto, non una richiesta. E come tale va trattata.
ivodivo :
Scusatemi...che non si offenda nessuno è...questo più che "professione architetto" sembra "professione sindacalista" (e spero che non si offendano neppure i sindacalisti).
Faccio questa professione oramai da 20 anni (come molti di voi probabilmente) e ancora mi tocca sentire il "pippone" del finto dipendente.., Ma qualcuno di voi ha mai conosciuto un architetto assunto (ndr. sono il 7% del totale)????? Io mai! Gli unici che conosco sono insegnanti! Ma perchè invece di continuare a cercare il posto fisso non ci si batte con la stessa determinazione per ottenere parcelle decenti e non lavorare sottopagati (ndr. "Maledetto Bersani")??? A me non me ne frega niente di avere ferie, malattie pagate e TFR se sono retribuito come si deve! Dai su! E lo dico soprattutto per i giovani!
Poi sul tema 600 euro Archifish sono veramente un pò in imbarazzo per il concetto che hai espresso: guarda che la ratio dei 600 è quella di garantire un sostegno a chi ha subito una contrazione del proprio fatturato! Lo devi anche dichiarare quando fai la richiesta! Cosa significa che la sciura Maria ti sconta 600 perchè tu li hai presi dallo stato: se hai fatto richiesta è perchè la sciura Maria non c'è!!!!! E invece i costi fissi restano! Ma dove vivete! Ma non hai uno studio? Stai lavorando senza nessuna contrazione del fatturato? Con i cantieri chiusi! La media dei lavoratori per studio in Italia è di 5,3 unità, secondo te senza lavorare come dovrebbero essere pagati?
Concludo ribadendo che, anche se sono un pò infervorato, è solo un confronto e spero di non aver offeso nessuno.
ArchiFish :
@Ivodivo
credo che un paio di repliche siano dovute, visto che chiami in causa il mio punto di vista (che nessuno si offenda).
1) Quello del finto dipendente, non è un "pippone", è realtà distorta al pari del "maledetto Bersani". Sono entrambi dei mali del mercato del lavoro e della nostra professione. La risoluzione teorica di un problema, non esclude l'altro.
2) Nemmeno a me fregherebbe di ferie o TFR a fronte di una equa retribuzione, peccato che per molti di noi rimanga un utopia, tanto come liberi professionisti, quanto come finte partita IVA.
3) Mi spiace che il mio punto di vista ti imbarazzi. A me imbarazza che ci siano colleghi con esperienza ventennale che suggeriscono ad un collega di 27 di prostituirsi per 600 €. Forse il male del nostro mercato lavorativo (o se vogliamo la concorrenza sleale) sono proprio quelli di esperienza che possono permettersi di regalare i 600 € all'azienda che li fa lavorare più spesso.
4) Sono costernato che tu non abbia compreso il senso estremizzato della questione "sciura Maria", eppure ho sempre creduto di scrivere in un italiano più che comprensibile. Provo a spiegarlo in maniera elementare. Io non ho certezza che l'azienda sia unica e principale committenza, così come potrebbero esserci, in linea torica, oltre alla "sciura Maria", altre 30 "sciure" che a causa del periodo, spariscono, ritardano i pagamenti o decidono di non fare il lavoro che si pensava di iniziare. Se ho in previsione 10 cantieri e a causa del virus, ne saltano 8, non ho avuto nessuna contrazione perchè ancora non ho fatturato, ma ho perso l'80% del reddito presunto. Non è una contrazione questa? No? Come giustamente dici tu stesso, i costi fissi ci sono, anche per i mesi a venire. Se hai 20 anni di esperienza, sai che non possiamo ragionare come se fossimo mensilmente stipendiati. Stesso dicasi per il collega ventisettenne, non può ragionare come se, cedendo 600 € alla committenza, dopo avesse continuità di commesse garantita. In questi frangenti, l'elemosina, si fa a chi ne ha bisogno. Una ditta non fallisce per i 600 € di un collaboratore che gli costa e gli è costato la metà di un dipendente. Ameno che non abbia campato fino ad oggi sulle spalle di decine di finte partite IVA. sfruttate.
5) Sì, ho uno studio, da solo, e tra mille difficoltà combatto per non chiuderlo, anche se questa situazione, nonostante i 600 €, credo mi costringerà a raschiare il fondo del barile (dei debitori) sperando di rientrare almeno dei costi di esercizio. Dopodichè sarò nullatenente, over quaranta, senza mestiere e senza futuro. Al momento non ho avuto nessuna contrazione del fatturato, semplicemente perchè non ho ancora fatturato nulla, da 1° Gennaio ad oggi, ho speso qualche migliaio di euro (per esistere) e dei 12.000 € che latitano, forse, ne vedrà un terzo. Sottolineo che gran parte dei 12.000 € sono frutto di lavori svolti ragionando nella tua ottica. Ovvero nella speranza di concretizzare qualcosa di grande in futuro, di acquisire una commessa o un cliente importante, sulla fiducia, per fare un favore a tizio o a caio.
6) Più che infervorato, nell'ultima parte dell'intervento mi sembri confuso. O forse sono confuso io (molto probabile). Per Certi versi fai affermazioni che sembrerebbero sostenere la mia tesi, ma le fai per giustificare il contrario.
7) Tranquillo che non mi offendo, ho ben altri problemi a cui pensare. Non posso e non voglio certo prendermela con un collega che, probabilmente è vittima, quanto me, di una realtà ed un periodo di merd@. Sono convinto che seduti al bar con una birra media per le mani (ma anche due o tre), il dibattito sarebbe molto più facile.
sclerata :
io concordo con ArchiFish in tutto e per tutto, specialmente per il punto 5, visto che all'incirca siamo nella stessa barca e trovo la richiesta di "sconto" della suddetta società cliente di giovanni93 scandalosa.
E' come se a me 3 anni fa alla società con cui collaboro (non esclusivamente) avesse chiesto lo sconto perchè ho preso la meternità da Inarcassa.
Cioè...rendiamoci conto...
ponteggiroma :
allucinante!
Ritengo tuttavia che la colpa non sia solo del datore di lavoro (pulciaro), ma anche di chi permette che certe proposte gli vengano fatte.
Archix82 :
Mi viene in mente il mio capo che da giorni mi chiede se mi siano stati accreditati i 600 euri. Questo dopo avergli chiesto un aumento che mi è stato negato, ed anzi mi è stato pure fatto obbligo di venire a studio con auto.
sclerata :
ma io non capisco, che gli frega a sta gente se uno ha o non ha contributi/sussidi/altre entrate di qualsiasi altra natura...
boh.
Archix82 :
Condivido in pieno.
ivodivo :
Ipotizziamo un rapporto di lavoro "sano" tra persone perbene ed oneste: un libero professionista, come mi pare essere il caso di giovanni93, svolge liberamente e per scelta la propria attività a tempo pieno presso uno studio associato o società (ripeto: non fatemi il pippone del falso dipendente perchè questo esempio rappresenta il 90% dei colleghi, volente o nolente, se poi nel 2050 saranno tutti assunti sarò il primo a gioire, in pensione però...).
Il libero professionista prende (esempio facile) 2000 euro mese fissi. Perchè il mese di marzo 2020 dovrebbe prendere 2600, oltretutto, presumibilmente, avendo lavorato molto meno? Non lo capisco. Per carità, se mi viene imposto come obbligo è indubbio che c'è qualcosa che non va. Poi se i rapporti tra società e collaboratori sono caratterizzati dall'acredine e ostilità che traspare dai commenti di molti è chiaro che il problema è a monte e sono molto dispiaciuto per l'inevitabile sofferenza che proveranno ogni qualvolta si rechino a fare il lavoro che ritengo, nonostante tutto, il più bello del mondo.
Evidentemente mi rendo conto di avere la fortuna di lavorare in un ambiente sereno, collaborativo e molto stimolante e mi dispiace che molti non siano nelle stesse condizioni perchè sono convinto che il "progetto" ne risenta, perchè in fondo "progettiamo quello che siamo".
Ricambio la birra media di Archifish.
paoletta :
Quindi usando lo stesso ragionamento, se a giovanni93 durante una pausa caffe', racconta che il giorno prima ha vinto 200 euro ad un gratta e vinci, mi sembra giusto che il suo titolare per quel mese gli debba detrarre quelle 200 euro. Non fa una piega.
sclerata :
Concordo con Paoletta. È un ragionamento allucinante. Ma se io percepisco un'invalidita? Prenderò sempre 2000-invalidita e il collega sano 2000?
Eredito qualcosa e mi chiedono di lavorare gratis perché tanto quest'anno ho già preso l'eredità?
Ma che ragionamenti sono? Il lavoro va (andrebbe) pagato il giusto indipendentemente dalle altre mie entrate.
Se facessi due lavori? Quello di architetto non me lo pagano perché tanto ho l'altro?
Ma siamo alla follia.
ArchiFish :
Parliamoci chiaro. Tutto dipende dal tipo di rapporto professionale (ergo da accordi, usi e consuetudini) che intercorre tra il collega e la ditta. Ci sarebbe da capire se il rapporto è di vera "finta dipendenza", quindi pressochè esclusivo, poi andrebbe approfondito l'aspetto prestazione professionale erogata, cioè se effettivamente giovanni93 abbia lavorato ed in caso affermativo, quanto.
In una certa ottica, se la collaborazione fosse non esclusiva e non una "finta assunzione" (professionista - committente) capirei un atteggiamento, da parte dell'azienda, volto al pagamento del solo lavoro svolto. Addirittura potrei capire anche un: "Non ti pago, visto che questo mese non hai lavorato per me". Rimarrebbe comunque da capire, eventualmente, quanto del lavoro passato è servito anche in questo mese e quanto del lavoro futuro servirà a coprire lo stop (e se quindi verrà retribuito di più).
In questo scenario, da parte del collaboratore esterno, sarebbe professionalmente corretto non fatturare nulla o fatturare solo le prestazioni svolte, indipendentemente dall'erogazione di 600 € da parte di Inarcassa. Questione che non deve in alcun modo riguardare la committenza.
Purtroppo, da come parla giovanni93 e dal tipo di richiesta avanzata dall'azienda, ho la sensazione che si tratti di un rapporto esattamente assimilabile a quello tra datore di lavoro e dipendente, solamente camuffato da partita IVA. Alla luce di ciò, la scelta vantaggiosa (per il datore di lavoro) di non assumere, espone l'azienda al rischio di non disporre di ammortizzatori sociali, così come espone al medesimo rischio il lavoratore (rischio calcolato in fase di fatturazione, in teoria). In questo frangente spetterebbe al datore di lavoro "onesto" assumersi l'onere di pagare comunque quello che a tutti gli effetti è configurabile come dipendente. Dopotutto, le aziende o le attività artigianali/professionali che hanno subito forti limitazioni in termini di operatività, se non addirittura uno stop forzato, aiuti di stato o meno, sono teoricamente tenute a pagare i lavoratori o tuttalpiù hanno scelto di metterli in ferie/permesso (retribuendoli comunque, quindi).
arch_mb :
Facciamo fatica perché stiamo cercando di incastrare uno strumento assistenziale nato per la libera professione nel rapporto distorto del finto dipendente. Secondo me i paragoni con maternità e invalidità ingannano, sembrano simili in quanto affiancano forme assistenziali personali a reddito da lavoro, ma sono impropri. I 600 E hanno un fine preciso: lo Stato li elargisce a parziale ristoro di prestazioni lavorative non svolte a causa del virus. Al di là del caso specifico, credo il principio sia radicato in questa domanda: sto guadagnando meno in questi mesi, a causa del coronavirus? Poi, è tutto molto fluido, molto personale. Un mio caro amico, libero professionista, pur potendo raggiungere formalmente i requisiti per il sussidio, di fatto non ha bisogno di quei soldi, e la richiesta non l'ha fatta - molto onestamente, lasciandoli idealmente a chi il bisogno ce l'ha davvero. Per precisare: io sono oggi dipendente, con alle spalle 15 anni di finta partita IVA.
ivodivo :
@paoletta e @sclerata (nomen omen) tanto per chiarire e poi chiudo davvero, ringraziando Archifish per il modo in cui argomenta le proprie opinioni.
Guardate che il contributo una tantum concesso dallo stato non è mica un regalo! Lo paragonate ad un gratta e vinci o ancor peggio ad una invalidità! Sono basito... Avete subito una contrazione del vostro fatturato a causa della pandemia (molto probabile per molti)? Ne avete diritto! Altrimenti, in un paese in cui dovrebbe prevalere il senso civico, non si dovrebbe neppure farne richiesta! Se sei "stipendiato" (scusa archifish per la coltellata...) anche seppur come libero professionista (lo so archifish che è gravissimo e che non andrebbe fatto...) da un unico soggetto (studio professionale, società, paperon de paperoni...) e anche per il mese di marzo 2020 ti è stato elargito il tuo compenso regolarmente perchè dovresti richiedere il contributo una tantum allo stato? Hai subito una contrazione del tuo fatturato?...
Io, in coscienza, ho richiesto il contributo, l'ho ottenuto e mi sono confrontato con il mio "datore" di lavoro (scusa archifish ma è l'ultima....) sul dà farsi di questi 600 euro extra. Questa non solo è la mia opinione, ma è stata la mia scelta.
Buona architettura a tutti
sclerata :
iovodivo, non devo spiegazioni a nessuno nè tantomeno a te, se tu hai ritenuto di discutere il da farsi delle 600 euro extra col tuo "datore di lavoro" son fatti tuoi, per me resta allucinante.
Come dici sopra non sono un regalo e (nei casi specifici) ci spettano.
Quindi al tuo "datore di lavoro" che gli frega??
Mah.

A proposito del mio nick (nomen omen..come dici te...) me lo sono messa tanti tanti anni fa quando ero una dipendente vera e non finta...e tale è rimasto anche adesso che non sono più dipendente di nessuno e sclerata per davvero non lo sono più...
ponteggiroma :
Secondo me si stanno confondendo i termini del confronto. Trovo che da parte del datore di lavoro questa sia un'intromissione assolutamente fuori luogo e che la cosa non debba riguardarlo in alcun modo. Altra cosa è la coscienza del dipendente e quella è legata a quanto lui ( e solo lui ) ritiene di averne bisogno.
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