Edoardo : [post n° 439538]

Arredi fissi in cartongesso e pratica edilizia

Buonasera, mi trovo a progettare una ristrutturzione di appartamento con progetto di interni e vorrei fare controsoffitti ed arredi fissi (nicchie, pareti attrezzate) in cartongesso. Qual'è il confine tra arredo e opera muraria? Le scaffalature van dichiarate nel progetto da presentare in Comune? I controsoffitti penso vadano dichiarati e per questo mi premuro di non abbassare a meno di 2,70 in vani non di servizio. Come devo comportarmi? Grazie.
gioma :
Come al solito bisogna fare riferimento al RE comunale.
Secondo la mia esperienza, le sole opere in cartongesso che vanno dichiarate ( e quindi anche rappresentate ) in una pratica edilizia ( oppure che richiedono una pratica edilizia se eseguite non contestualmente ad altri interventi ) sono tutti quegli elementi che creano nuovi vani o modificano quelli esistenti ( pareti, librerie, spallette, ecc.), le cabine armadio, i ripostigli ed i soppalchi.
Edoardo :
Praticamente tutto. Grazie, approfondisco con RUE. Ritenevo solo controsoffitti (altezze) o pareti. Se fa fede il calpestio anche librerie. Quindi si stralciano dalla S.u. anche librerie alterando il vano? E se faccio un masagno ingombrante però staccato da terra? (paradosso)
archspf :
Il confine è quello descritto da @gioma: quando l'arredo fisso determina una significativa separazione è da considerarsi a tutti gli effetti una partizione. Diversamente una libreria in cartongesso posta su un muro esistente non fà alcuna differenza dal punto di vista urbanistico nè catastale.
Edoardo :
" Diversamente una libreria in cartongesso posta su un muro esistente non fà alcuna differenza dal punto di vista urbanistico nè catastale" ecco archspf era un pò quello che volevo sapere, la discriminante è la definizione o meno di un vano.
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