kiarinkia : [post n° 441231]

Avviso selezione incarichi di collaborazione Mibact

Buondì a tutti,
qualcuno di voi ha trovato il link alla piattaforma su cui compilare la domanda per la selezione Mibact di collaboratori per le Soprintendenze? al link indicato nel bando non riesco a trovare alcuna informazione.
Grazie
kiarinkia :
Grazie @fedora, anch'io ho visionato questo sito ma credo che, aprendo le "iscrizioni" il 25.01, il link non sia ancora disponibile.
Grazie della cortese risposta
ArchiFish :
Fortunati quelli che posseggono i requisiti. Come sempre accade, una laurea ed un abilitazione non bastano. Godranno "i soliti".
d.n.a. :
15 anni di esperienza professionale con almeno tre di incarichi pubblici (che poi come si dimostrano i due anni non saprei dirlo), il tutto per la mirabolante cifra di MASSIMO 32 mila lordi (eh ma + 8 mila se sei rup) con a tuo carico cassa, tasse, assicurazione.
I soliti non sono tanto fortunati secondo il mio avviso.
ArchiFish :
In effetti la paga è da strozzini, ma "i soliti" possono permettersi di perderci tempo per arrotondare o anche solo per estendere ulteriormente la trama degli intrallazzi, considerato che magari, lo studio lo mandano avanti altri colleghi assieme agli sguatteri sottopagati neolaureati. Non ho verificato eventuali incompatibilità con la libera professione e/o altri incarichi (ad esempio l'insegnamento), ma resto convinto che, anche in questo caso, si sia persa l'occasione per concedere a qualche professionista di trovare una collocazione "democratica" nel mercato del lavoro, favorendo, per l'ennesima volta, chi, molto probabilmente avrebbe meno bisogno di lavorare.
Troppi paletti, troppi requisiti, come sempre, come nei bandi per i lavori pubblici. Di questo passo, non si formerà mai nessuno per il futuro. Devono decidere, una volta per tutte, se laurea ed abilitazione sono sufficienti a rendere idoneo in toto un professionista ad operare oppure no, si tratti di beni vincolati e/o committenza privata e/o lavoro per il pubblico.
d,n,a, :
ArchiFish secondo me la laurea e l'abilitazione non basta a rendere idoneo un professionista.
Non me ne vogliano i giovani (lo sono stato anche io), ma ho notato in questo periodo di tecnico comunale, memore dei miei 15 anni di lavoro in studio, che una una volta abilitato sei lontano anni luce anche dal solo essere un discreto tecnico.
il passaggio in edilizia privata mi ha fatto vedere decine di tecnici, e a parte rari casi, c'è una generale non conoscenza della normativa tecnica, molti giovani e meno giovani, arrancano cercando soluzioni al singolo problema, senza avere una cognizione di quello che fanno. Mi limito ovviamente alla conoscenza delle normative nazionali e regionali, tralasciando i vari regolamenti edili, che ovviamente, è impossibile conoscere.
Ora che lavoro ai lavori pubblici, parlando col responsabile, che ha molti anni di esperienza, ho potuto capire e vedere che un progetto di opera pubblica richiede un livello di completezza e complessità, che nel privato si sogna, e soprattutto, un progetto ben fatto, porta ad un cantiere gestibile.

Tornando al discorso inziale, il ministero chiede sostanzialmente dei tecnici che facciano il lavoro dei liberi professionisti al costo di un dipendente ministeriale, e ovviamente li cercano preparati, perché lavorare sul restauro di un monumento non è assolutamente semplice.
Ma la questione di fondo è proprio la distanza tra cosa vai a fare e quanto sei pagato.
comunque non preoccupatevi, i soliti e i non soliti non mancano a partecipare alla selezione.
ArchiFish :
Il vero problema sta nel fatto che il sistema produce laureati lontani anni luce dal mondo del lavoro e abilitati assolutamente non abili all'esercizio professionale. Allora, forse, sarebbe il caso di "rivedere" il sistema, tanto formativo, quanto abilitativo; soprattutto visto e considerato che 10 o 15 o 20 anni di esperienza sul campo non sono necessariamente sinonimo di competenza e professionalità. Personalmente, nel mio piccolo, sono 10 anni che, prima di ogni lavoro, devo propedeuticamente verificare e sistemare/sanare le merd@te (abusi, errori, dimenticanze) fatte da chi mi ha preceduto (esperti, disinvolti, professoroni e tanti di quelli coi famosi requisiti). Sono anche 10 anni che, dovendomi rapportare con i pubblici uffici, almeno nel 75% dei casi, trovo gli stessi inetti di cui sopra, assolutamente non in grado di fornire risposte o riluttanti ad assumersi uno straccio di responsabilità.
Preferirei che mi obbligassero a 10 anni di tirocinio, piuttosto di sentirmi ogni volta preso per i fondelli da un settore pubblico che ti ritiene assolutamente idoneo a restaurare il colosseo per un privato, ma non ti considera all'altezza di farlo per il pubblico stesso. E' una vergognosa ammissione di inadeguatezza del sistema formativo ed abilitante ad opera del sistema medesimo.

Sfoghi di ordine filosofico a parte, mi pare la definitiva conferma che in un paese dove il primo sfruttatore è lo stato, non si possa ambire a compensi dignitosi. Del resto viviamo nel paese dei bandi pubblici a compenso zero, giustificati dalla visibilità che dovrebbero restituire all'aggiudicatario.
archspf :
Condivido appieno le riflessioni e gli "sfoghi" dei colleghi, su un sistema viziato dall'incapacità anche di porre dei veri requisiti. Questo però è anche l'ennesima conseguenza di un sistema università che non prepara affatto alla professione (esame di stato compreso ed in particolare): chi ha più sogni di gloria pensando di uscire dall'accademia con la matita in mano, si ritroverà spesso con un pugno di mosche, mentre chi è già consapevole che la professione è tutto meno che castelli volanti, si scontrerà con la realtà di un sistema viziato da anni di "leggerezze" ed "incertezze" assolute.
Personalmente mi ritrovo in questa seconda casistica, con appena 13 anni di esperienza maturata tra numerosi studi professionali più o meno settoriali (tecnici, lavori pubblici, restauro, architettura civile), che assieme ad una innata passione e curiosità sono probabilmente stati la mia "fortuna" (fino al momento di mettermi in proprio, poi lì si è aperto un altro mondo paradossale, più frustante e soddisfacente allo stesso tempo), avendo per di più una vocazione tecnico-pratica che non "metafisica" e senza mai dimenticare l'insegnamento più grande che è quello di "affiancare" i più esperti.
Si ha sempre molto da imparare (anche all'ordine del giorno) e non è affatto detto che avere 15 anni di esperienza (sulla carta, cit. @ArchiFish) possa essere realmente un requisito essenziale: vista dall'altra parte di @d.n.a., infatti ed oltre a condividere, mi permetto però di constatare come anche molti tecnici locali (istruttori) non siano sempre all'altezza.

Dell'opportunità economica del bando in sè che dire, per come la vedo io se non ci fossero incompatibilità accertate con l'attività professionale, o vincoli di qualsiasi genere, il compenso proposto sarebbe comunque un miraggio per molti libero-professionisti: in fin dei conti 32.000€ non sono proprio da buttare.
d.n.a. :
Visto da fuori è difficile crederci, ma visto da dentro la questione cambia nel settore pubblico.
"assolutamente non in grado di fornire risposte o riluttanti ad assumersi uno straccio di responsabilità.".... faccio lo specchio della tua riflessione. Io "inetto" o bravo che sia, che sono qui e al quale arrivano ogni giorno pratiche da istruire, con a monte tecnici che mi fanno domande, spesso decontestualizzate, sullo scibile della disciplina, che molto spesso già conoscono la risposta, ma te la chiedono ugualmente, magari pure con la malizia di metterti in difficoltà... e ne arriva 1, e 2 e 3, e sono anni che va avanti così, e magari sei da solo in ufficio quando dovresti essere in tre per fare bene quello che comunque devi fare, con una legge che o non conosci bene (e quindi ti spaventa perché sai che non puoi sbagliare), o conosci e quindi sai che rischi vai in contro, il tutto per 1500 euro al mese (piu o meno).. ti dico.. ma chi pensi te lo faccia fare di prenderti responsabilità.
Ho provato a essere gentile con i tecnici e con il pubblico (cittadini), a dare spiegazioni, ad aiutare, ma vi assicuro, che dopo un po', ti metti nell'alveo del ... ma chi me lo ha fatto fare.. che viene visto da fuori come non essere sempre all'altezza.

Concordo che l'università non contribuisce certo con una formazione mirata, ma quello è il problema della scuola di base umanistica italiana.
ArchiFish :
@d.n.a.
sia chiaro che non intendevo generalizzare, riferendomi a chi lavora nel pubblico, anzi, riportavo solo esperienze personali. Purtroppo, statisticamente, sono più le volte che casco male, di quelle che in cui torno in ufficio soddisfatto. In questi ultimi tempi, poi, la riluttanza o il rifiuto all'incontro/appuntamento causa covid, di certo non aiuta (per telefono, su certe questioni, è davvero arduo capirsi).
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