Buonasera. Alcune domande in merito all'oggetto:
- esiste un tariffario o comunque un importo massimo previsto?
- lo studio di fattibilità è detraibile laddove i lavori vengano correttamente poi eseguiti. Ma anche se alla fine dello studio viene rescisso il contratto con il primo operatore e i lavori vengono eseguiti da un altro team (impresa + tecnici)? I precedenti sono tenuti a giustificare il lavoro fatto fino a quel momento e consegnare tutti i calcoli e relazioni prodotte?
Grazie
saretta : [post n° 451044]
Costo studio di fattibilità
Le guide RPT e OICE non sono sufficienti?
Il fatto che le spese siano detraibili o meno è problema del committente. Il lavoro svolto va sempre pagato.
Il fatto che le spese siano detraibili o meno è problema del committente. Il lavoro svolto va sempre pagato.
Nessuno ha detto che non si paga. Sto chiedendo se c’è una norma. Potrebbe spiegarmi cosa sono le guide RPT e OICE? Io sono il committente
La norma è il Decreto 17 Giugno 2016 anche detto "Parametri Bis".
I riferimenti riportati alle "guide ufficiali" sono elaborati prodotti dalle associazioni nazionali, che hanno indicato le linee guida e le modalità di determinazione dell'equo compenso spettante al professionista, sotto forma di importi massimi delle prestazioni ai fini della detraibilità: aggiungendo dettagli entrerei solo in un contesto tecnico.
Se alla fine dello studio (o anticipatamente, non fà differenza se non per l'applicazione in genere di eventuali penali) il contratto viene risolto, i compensi professionali devono essere saldati, sia perché sono il risultato di una prestazione che non può in nessun caso essere gratuita, sia perché costituirebbero anticipazione di quanto dovuto per la fase di sviluppo del progetto. Tuttavia questo non dà diritto direttamente alla detrazione in quanto la circostanza naturale - come già da sè evidenziata - soggiace alla realizzazione dell'opera.
In ogni caso difficilmente altri tecnici utilizzerebbero come base del complesso lavoro da svolgere, quello prodotto da altri, per quanto questo possa essere accurato, oggettivo e condivisibile.
Quanto a cosa e se debbano consegnare elaborati, il tutto è definito unicamente in sede di contratto: in linea generale in caso di risoluzione anticipata dell'incarico il committente perde ogni diritto di sfruttamento a meno di specifiche clausole.
I riferimenti riportati alle "guide ufficiali" sono elaborati prodotti dalle associazioni nazionali, che hanno indicato le linee guida e le modalità di determinazione dell'equo compenso spettante al professionista, sotto forma di importi massimi delle prestazioni ai fini della detraibilità: aggiungendo dettagli entrerei solo in un contesto tecnico.
Se alla fine dello studio (o anticipatamente, non fà differenza se non per l'applicazione in genere di eventuali penali) il contratto viene risolto, i compensi professionali devono essere saldati, sia perché sono il risultato di una prestazione che non può in nessun caso essere gratuita, sia perché costituirebbero anticipazione di quanto dovuto per la fase di sviluppo del progetto. Tuttavia questo non dà diritto direttamente alla detrazione in quanto la circostanza naturale - come già da sè evidenziata - soggiace alla realizzazione dell'opera.
In ogni caso difficilmente altri tecnici utilizzerebbero come base del complesso lavoro da svolgere, quello prodotto da altri, per quanto questo possa essere accurato, oggettivo e condivisibile.
Quanto a cosa e se debbano consegnare elaborati, il tutto è definito unicamente in sede di contratto: in linea generale in caso di risoluzione anticipata dell'incarico il committente perde ogni diritto di sfruttamento a meno di specifiche clausole.
Grazie per la risposta. Alcune precisazioni se posso. Sono pienamente consapevole che il lavoro vada pagato e che non è detraibile nel caso in cui l'opera non venga realizzata. La mia domanda, cerco di spiegarmi meglio, era se esisteva un tariffario e lei mi ha giustamente risposto che esiste un importo massimo ai fini della detraibilità. E' già qualcosa. Quindi, mi corregga se sbaglio, nel caso in cui recedessi dal contratto e facessi realizzare le opere da altra impresa, con studio di fattibilità quindi da rifare, potrei comunque detrarre le spese del primo studio laddove unitamente al secondo non superino i massimali? Sulla sua ultima affermazione non sono d'accordo. Se io pago una prestazione ultimata (lo studio di fattibilità) presumo di avere diritto a ricevere la documentazione inerente. Non parlo tanto di elaborati tecnici, ma la relazione, le APE prima e dopo, i rilievi tecnici delle misurazioni etc. penso proprio di si. Altrimenti per cosa pago?
A mio parere No in quanto non può usufruire dell'agevolazione per la stessa cosa, fermo restando che peraltro il processo è univoco: dallo studio di fattibilità al progetto esecutivo fino alla direzione lavori e contabilità dell'opera.
Giusto per chiarire, quelli da lei citati "la relazione, le APE prima e dopo, i rilievi tecnici delle misurazioni etc", costituiscono un progetto quantomeno preliminare e non uno studio di fattibilità: mi attenderei piuttosto un report. In ogni caso ogni elaborato propedeutico (perizie, indagini, rilievi, analisi) allo sviluppo della "relazione finale" rimane di proprietà del professionista a meno di accordi specifici.
Rispetto alla mia affermazione non dovrebbe dare una sua interpretazione ma verificare semplicemente cosa è stato firmato in sede di contratto: in generale se l'incarico viene interrotto prima della naturale conclusione è diritto del professionista ritenere il committente decaduto da ogni beneficio relativo alle prestazioni complete ed a cui non si darà seguito. Viceversa se l'incarico si esaurisce formalmente ha diritto di ricevere quanto pattuito nella lettera di incarico, fermo restando il saldo dei compensi e sempreché la prestazione preveda degli elaborati e la consegna degli stessi, ricordando infatti che Lei paga per avere prima di tutto una consulenza/parere professionale sulla verifica dell'accessibilità al bonus.
Giusto per chiarire, quelli da lei citati "la relazione, le APE prima e dopo, i rilievi tecnici delle misurazioni etc", costituiscono un progetto quantomeno preliminare e non uno studio di fattibilità: mi attenderei piuttosto un report. In ogni caso ogni elaborato propedeutico (perizie, indagini, rilievi, analisi) allo sviluppo della "relazione finale" rimane di proprietà del professionista a meno di accordi specifici.
Rispetto alla mia affermazione non dovrebbe dare una sua interpretazione ma verificare semplicemente cosa è stato firmato in sede di contratto: in generale se l'incarico viene interrotto prima della naturale conclusione è diritto del professionista ritenere il committente decaduto da ogni beneficio relativo alle prestazioni complete ed a cui non si darà seguito. Viceversa se l'incarico si esaurisce formalmente ha diritto di ricevere quanto pattuito nella lettera di incarico, fermo restando il saldo dei compensi e sempreché la prestazione preveda degli elaborati e la consegna degli stessi, ricordando infatti che Lei paga per avere prima di tutto una consulenza/parere professionale sulla verifica dell'accessibilità al bonus.
Provo a precisare. Mi è stata fornita una relazione dove nella prima parte i vari tecnici illustrano quanto di loro competenza: il geometra descrive la storia dell'immobile e ne conferma la regolarità, con visure, planimetrie etc; il termotecnico dice quali materiali prevede per la coibentazione, la caldaia e i pannelli fotovoltaici, dicendo poi in quale classe energetica ricado. Poi ci sono i progetti di notula di tutti i professionisti (i primi due più l'asseveratore e il responsabile della sicurezza). In ultimo c'è il computo metrico con uno schema riepilogativo sui massimali e le capienza. Questo è un progetto di fattibilità o una relazione preliminare?
Nel contratto non è scritto cosa posso avere c'è solo scritto che al rilascio del progetto di fattibilità (che è quanto sopra) io sono impegnata a sottoscriverlo e procedere con il progetto esecutivo, salvo revoca pagando i costi dello studio. Quindi mi chiedevo se potessi avere quindi tutto ciò che è dietro lo studio per facilitare il compito a chi viene dopo, premesso che alcune cose verranno rifatte.
Nel contratto non è scritto cosa posso avere c'è solo scritto che al rilascio del progetto di fattibilità (che è quanto sopra) io sono impegnata a sottoscriverlo e procedere con il progetto esecutivo, salvo revoca pagando i costi dello studio. Quindi mi chiedevo se potessi avere quindi tutto ciò che è dietro lo studio per facilitare il compito a chi viene dopo, premesso che alcune cose verranno rifatte.
A parte non comprendere il motivo per cui si debba affidare il progetto di fattibilità ad uno studio e conferire incarico ad un altro, la clausola che la vincola al progetto esecutivo è quella che fa scattare, alla mancata sottoscrizione dell'incarico, ogni diritto: quale questo sia non mi è dato sapere. Rimane sempre e comunque una valutazione contrattuale e non un vincolo o diritto assoluto.
il motivo è che ho sottoscritto il contratto preliminare con una impresa che mi ha portato i suoi tecnici (geometra, termotecnico) e non ci troviamo d'accordo. quindi vorrei svincolarmi da questo gruppo e fare i lavori con qualcun altro. Come dicevo sopra posso recedere pagando lo studio di fattibilità. Poichè se mi affido a qualcun altro probabilmente lo vorrà rifare da capo, la mia domanda è se posso avere parte della documentazione fornita per poter agevolare il compito a chi viene dopo. E se posso portare in detrazione entrambe le spese.