LINO : [post n° 45910]

iscrizione all'ordine

Una domanda a tutti voi : è vero che nonostante la suddivisione in categorie... se si appartiene al vecchio ordinamento e quindi con la preescrizione dopo il biennio ai vari indirizzi: progettuale- storico-tecnologico-urbanistico-design ci si iscrive tutti come architetti senza specificazione alcuna di suddetti indirizzi e se così fosse vi sembra giusto che chi ha seguito un piano di studio storico sia equiparato a chi ha studiato per il piano di studi urbanistico? Non pensate che tale suddivisione sarebbe opportuna visto che non facciamo tirocinio? Non ultima cosa perchè sulla pergamena di laurea non compare la scelta dell'indirizzo (solo sul certificato) scelto visto che solo per sostenere alcuni esami specifici del mio piano di studio ho impiegato enorme fatica d'intelletto senza vederne il riconoscimento almeno su carta? ciao
alberto fabio ceccarelli :
la riforma degli ordini, disciplinata dal dpr 328/01 è legata alla riforma universitaria del 3+2, attuata se non erro nel 99.
tutti i laureati con ordinamenti antecedenti, in architettura, quale che fosse l'indirizzo, si iscrivono alla sez.A settore architettura, che è il più completo e abbraccia tutte le specifiche professionali, quindi architettura, urbanistica, pianificazione e paesaggistica...gli altri 3 settori sono specifici anche di facoltà che trattano argomenti ristretti e mansioni ristrette...per capire meglio ti invito a leggere il testo di legge con le lauree che permettono, oltre a quella in arch.,di iscriversi al settore pianif., paesagg. e conservazione, e le relative mansioni professionali.
per altro, secondo me la stagione degli indirizzi è stata una delle peggiori da un punto di vista formativo, perchè specializzandosi ad esempio in design, o sugli aspetti storici dell'architettura, vi è una maggior difficoltà a superare l'esame di stato, poichè la formazione progettuale e urbanistica è stata più carente, o almeno questa è l'impressione che io ho avuto con i miei studenti...
LINO :
La riforma ha dato i suoi risultati e posso esser d'accordo pur con molte riserve; il nocciolo della questione è proprio il fatto che non si è tenuto conto che c'era una suddivisione in indirizzi: ricordo che c'era un esodo di studenti che viravano la loro scelta verso il piano di studio storico o urbanistico dopo aver scelto in prima ipotesi il piano di studio progettuale, forse spaventati dalle ore che s'impiegavano per le revisioni dei progetti ( non dimentichiamo che i laboratori sono stati introdotti con il numero chiuso d'ingresso alla facoltà) o forse dalla difficoltà del piano stesso ( libero o consigliato dalla facoltà) e quindi ho ritrovato molti miei colleghi laureati in 6 anni mentre io dopo aver studiato esami progettuali di ogni sorta mi ritrovo alla stessa stregua di chi ha condotto i suoi studi in modo perlomeno furbesco (è ovvio che non tutti hanno fatto tali scelte in virtù della sveltezza che caratterizza tali esami in quanto posso assicurare che questi forse sono ancora all'interno della facoltà e forse davvero incontreranno difficoltà negli esami di stato proprio perchè nel piano storico sono compresi pochi esami progettuali- i furbi ne son già fuori); non valutare il passaggio dal vecchio ordinamento al nuovo ordinamento o perlomeno riconoscerne la dignità della propria scelta (qualunque essa sia )mi sembra il minimo che un laureato si possa aspettare non parlarne sarebbe come avvalorare l'ipotesi che gli studi universitari...RESPINGO OGNI IPOTESI D'INSEGNANTI CHE GIUDICANO GLI STUDENTI AL DI FUORI DELLA SEDUTA D'ESAME.
alberto fabio ceccarelli :
...io sono intervenuto esclusivamente per dare un informazione, lungi da me l'essere il difensore dell'università e delle riforme, sia dell'ordine degli studi che della professione....però 2 o 3 cosine le aggiungo: nel 1999, ultimo anno in cui il prof. Monestiroli(famoso prof,progettista e oggi credo preside del poli..) a milano è stato pres. di commissione, disse in pubblico, durante l'orale, che gli unici che superavano l'esame senza grosse difficoltà erano gli studenti dell'indirizzo di progettazione...e secondo me saper fare l'architetto significa saper principalmente progettare architettura e pianificazione, non certo design, o essere uno storico dell'architettura... la riforma universitaria italiana del 99 e il successivo dpr 328/01, sono serviti al sistema per aggirare il numero chiuso universitario di stampo anglosassone, infatti si sono moltiplicate le facoltà e i corsi di laurea che poi sfociavano nella professione dell'architetto; purtroppo siccome il nostro mestiere, come le nostre facoltà, in italia contano poco e niente sono considerate, ecco che potrà fregiarsi del titolo di architetto anche chi ,dopo aver superato l'apposito esame di stato, si è laureato nelle seguenti :architettura e ing. edile(sett.architettura),pianificazione territoriale e scienze ambientali(sett.pianificazione),architettura del paesaggio e scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio(sett. paesaggistica),conservazione dei beni arch. e ambientali(sett. conservazione), ebbene mi sono limitato alla sez.A e a quanto riportato nel 328/01, nel frattempo i corsi di laurea sono aumentati e esiste anche la sez.B...e ovviamente ciò non lo trovo giusto, specie se lo raffronti con quanto è previsto per gli ingegneri...
ultima cosina, dal 1996 io mi occupo di formazione, sotto di me sono passate centinaia di persone che l'esame l'hanno superato con il mio aiuto...ho in studio decine di attestazioni di stima scritte da ragazzi che hanno superato l'esame attraverso lo studio dei testi scritti da me e dal compianto Villatico( e attraverso di lui le persone che l'esame l'hanno superato sono migliaia...), quindi ritengo di avere titolo e diritto di esprimere in tal senso opinioni argomentate e suffragate da fatti...e non mi spaventa certo un giovane saccente che alza la voce...
LINO :
...in effetti sono d'accordo con il suo disappunto in quanto tutte le varie categorie nominate concorrono (nel senso che sostengono concorsi ) come architetti per il resto se lei si rifà alle regole del bon ton (in Italia non vincolanti) cioè le regole stabilite in Netiquette,dove scrivere con lettere maiuscole può essere interpretato come " alzare la voce"... le posso assicurare che le mie intenzioni erano semplicemente di sottolineare alcune frasi. Distinti saluti.
ark :
purtroppo io mi sono laureata in architettura con il vecchio ordinamanto, superando 35 esami, con la media di 28.9, e laureata con 110 lode e dign. di pubbl., con la convinzione che questo titolo contasse qualcosa...ora mi appare da questa vostra conversazione che ark si può chiamare anche uno che studia storia e conserv., indirizzo a parere mio prettamente umanistico o uno che studia design...indirizzo che centra in minima parte con il mestiere dell'architetto, già di per se poco capito dalla maggior parte della popolazione......spero di avere capito male...le mie domande sono due :
1) coloro che si laureano in tali materie non dovrebbero specificare di essere ark junior? ( fra l'altro io troverei un'altra definizione....) comunque definendosi come architetti non compiono nessun reato?
2) Mi potete spiegare come funziona la cosa per gli ingegneri??
alberto fabio ceccarelli :
...quelli da me menzionati sono gli architetti senior, suddi visi nei settori di competenza, gli junior sono quelli iscritti nella sez. b...tutti, una volta superato l'apposito esame di stato possono chiamarsi architetti accompagnati dal nome del settore di appartenenza...quindi, superato l'esame e iscritti all'ordine, non infrangono nessuna legge...per gli ingegneri invece, anch'essi suddivisi in settori, le lauree per potervi accedere sono sempre lauree in ingegneria specialistica del settore al quale si vuol appartenere.....penso che ben presto ti renderai conto di quanto poco conti il ns titolo in italia...in bocca al lupo
ark :
crede che le cose in un futuro prossimo cambieranno (almeno un riconoscimento nel titolo accademico più chiaro....) o mi consiglia di emigrare??.........
alberto fabio ceccarelli :
...ma per quel che riguarda le leggi (328/01)basta leggerle, e in questa maniera può farsene un idea anche lei; sul degrado della ns professione e del ns titolo, la mia è ovviamente un opinione suffragata dalla mia esperienza di quarantunenne...; il problema in italia è la mancanza di committenza interessata alla qualità architettonica, specie in relazione al numero troppo elevato di architetti che le università italiane sfornano, molto spesso nemmeno troppo preparati e interessati alla materia...
l'anno scorso il CNA riportava la seguente notizia:il30% degli architetti europei è italiano, ma in percentuale la popolazione italiana è circa il 15%..., inoltre all'estero la figura del geometra non esiste, e spesso, ad esempio in francia, di architettura si possono occupare solo gli architetti...viaggiando un pochino, ci si rende conto dei risultati ambientali che si ottengono, rispetto a quelli italiani...parigi, berlino, londra ,amsterdam, madrid, barcellona, sono in continua mutazione, architettonica e urbanistica, e ciò avviene da almeno 30 anni(la prima fu parigi..), in italia ho l'impressione che si facciano tante chiacchiere, però poi le ns città hanno sempre gli stessi problemi...e questo è chiaramente un problema di carattere politico, perchè il potere politico può essere il miglior committente di qualità architettonica, e ciò in italia non è più dal fascismo...andando all'estero io rimango ammirato, estasiato , di quanto si faccia, rientro in italia e vengo colto da grossa frustrazione...
per emigrare bisogna avere coraggio, e non rientrare più se non per venire in vacanza...è certo che quando mi presento all'estero come architetto, ho un rispetto e una considerazione che qui in italia me la sogno...veda un po lei..
per quel che riguarda il riconoscimento del titolo accademico, secondo me siamo destinati al peggioramento...ma sarebbe un discorso troppo lungo...se crede i miei recapiti sono pubblici e li trova sui testi da me scritti per la preparazione all'esame di stato..mi contatti quindi via mail personale...
p.s. al momento che siamo colleghi, ci si può anche dare del tu...
linus :
e la mia stima, grazie al suo libro ho finalmente superato l'esame di stato. Volevo poi chiedere se mi può dire la differenza, professionalmente parlando, tra chi ha una laurea quinquennale (come me) e chi ha unalaurea di 3 anni. Grazie
alberto fabio ceccarelli :
...intanto vale ciò che ho detto ad "ark", tra colleghi ci si può dare del tu, spero tu non ti dispiaccia...mi fa sorridere la tua domanda sulle competenze tra senior e junior, perchè qualche tempo fa avevo svolto una ricerca in merito, presso l' ordine di roma, ma anche loro, a distanza di 3 anni dall'introduzione della legge, non erano molto propensi a prendere posizioni precise..mi hanno parlato di una futura circolare che presto uscira...quindi io posso darti una mia opinione: gli junior come competenze possono essere equiparati ai geometri.
tra l'altro, il 328/01 prevede la possibilità di far accedere i geometri direttamente all'esame di stato da architetto Junior, senza fare il percorso di laurea, ma esclusivamente partecipando a appositi corsi di formazione della durata di una anno, per ora, che io sappia mai organizzati...(sto andando a memoria..)infatti uno degli intenti della legge era anche quello di veicolare la figura del geometra nell'ordine degli architetti, come junior, dando così valenza comunitaria ad una figura che esiste , con certe competenze e potere, solo in italia; altra interpretazione invece lega le competenze degli Junior alla normativa delle tariffe professionali( elenco delle opere suddiviso in classi e categorie), legando quanto recita il 328/01, parlando di competenze legate a costruzioni realizzate con tecnologie semplici e tradizionali,alla classeI, cat A e B, ma secondo me questa interpretazione da' molto più adito ad aleatorietà....tieni conto che siamo in italia, la certezza e la chiarezza della legge è un sogno e tra breve, a seguito di appositi ricorsi, ci penseranno i Tar o il Consiglio di stato a spiegarcelo meglio...
linus :
sei stato chiaro come nei tuoi libri. L'esatto contrario della legge italiana , che si limita a fare delle leggi senza poi chiarirne le applicazioni.
Da quanto mi dici gli architetti junior non possono partecipare a stesure, ad esempio, dei PRG (che qui in lombardia sono in definitiva agonia), suppongo che non possano neanche partecipare a molti concorsi di architettura.
alberto fabio ceccarelli :
...la partecipazione alla stesura, secondo me è un compito che possono fare, ma non certo la firma del prg o del piano attuativo;
per i concorsi è una bella domanda...teoricamente dipende dall'oggetto del concorso, se cioè fa parte dei compiti per cui sono abilitati, almeno come capigruppo, al contrario, come membri del gruppo di lavoro penso non ci siano problemi, però ribadisco, è una mia opinione...se hai ancora bisogno, la mia mail privata la trovi sul libro..in bocca al lupo per la professione.
linus :
Crepi il Lupo!
dik :
perchè sputare su chi comunque ha intrapreso una carriera universitaria ma per un motivo o per l'altro non ha potuto portarla a termine.
è vero che c'è chi se ne approfitta e fa 3 anni di uni giusto per dire mi sono laureato o per saltare il militare, ma c'è anche chi con innumerevoli sforzi ha portato a compimento una parte di sogno.
non volevo rimanere un semplice geometra (semplice non è da intendersi dispregiativo) ma non potevo nemmeno permettermi di studiare ancora per 5/6/7 anni per diventare architetto.
lo stato o chi per esso mi ha dato questa possibilità
dopo 3 anni posso anch'io dire di essere architetto.
tranquilli ...nessuno di noi junior vuol permettersi di equiparasi a voi senior, riconosco i mie limiti e le mie carenze (anche se su alcuni colleghi avrei molto da ridire).
non capisco questo disprezzo contro noi junior, abbiamo competenze diverse ...e così sarà. siamo un po' + di geometri e un po' - degli architetti.
in fondo nella maggior parte delle realtà lavorative italiane molto spesso basta essere geometri per poter pian piano apprendere e costruirsi una carriera e molto spesso sento architetti che si abilitano e dicono "ma cosa ho fatto afare l'uni, la realtà è totalmente diversa dalla teoria"
...serve pratica per praticare e non un attestato che dica che sei ARCHITETTO.

...e lo sproloquio può continuare.
... per quanto concerne la suddivisione in p.p.c. ce ne sarebbe da discutere ...

saluti
linus :
non mi sembra di avere espresso opinioni negative sui laureti in arch. in 3 anni. Mia intenzione era solamente di conoscere quali erano le loro, ops, le vostre competenze. Anche se non tutti i laureati in 3 anni hanno la tua onestà di ammettere che le Vs. competenze sono diverse alle nostre. Ho parlato con arch. junior che erano convinti di poter fare le stesse cose degli arch. senior e che se permetti mi fa molto girare le sc.....
Che poi ci sia gente incapace di fare il proprio lavoro in qualsiasi settore di (in)competenza sono d'accordo con te, siano essi geometri, arch. junior o senior.
P.S.
Anch'io prima di essere arch. sono geometra, e conosco geometri di cui ho il massimo rispetto!
alberto fabio ceccarelli :
..solo alcune costatazioni di fatto...
le mie critiche principali erano intanto alla normativa italiana e alla sua attuazione....ad oggi nessuno sa bene fino a dove possano arrivare le specifiche professionali degli Junior e ciò non credo sia positivo per nessuno, specialmente poi in una società come quella italiana, dove persino il muratore che ha messo su una impresa di costruzioni di un certo spessore, viene chiamato ing. o arch...e ha probabilmente solo la terza elementare...
altro elemento di critica era che la sez. A, che, suddivisa in 4 settori, fa si che anche chi non ha fatto studi, secondo me appropriati, possa fregiarsi del titolo di arch. seguito dal settore di appartenenza...ciò provocherà ulteriore confusione, perchè se già la maggioranza dei colleghi non si raccapezza con la legge, immaginiamoci la potenziale clientela, che se cerca un architetto, non credo faccia tanti distinguo tra sez.A o B, e relativi settori...o si studi la normativa per capire a chi rivolgersi...
bisogna considerare che, in italia, a fronte di una sostanziale mancanza di clientela che ricerchi la qualità architettonica, esiste una normativa che, in varia misura, permette di operare nell'edilizia(che non è architettura..) a più figure professionali, e questo non sembra essere foriero di qualità ambientale...
inoltre le facoltà di architettura si ostinano ad avere programmi tutti votati ad una professione che in italia non esiste più, e quindi si esce dalle facoltà con un bel titolo, tanti bei sogni, ma pronti a subire, nella maggior parte dei casi, sonori ridimensionamenti...
concludo dicendo che trovo curioso che nessuno spieghi alle matricole che l'architettura in italia è praticamente inesistente, e che il lavoro che si troverà ha molto poco a che fare con quanto studiato...in francia in spagna in inghilterra, che sono paesi che conosco, la laurea in architettura è riservata ad un elite intellettuale, che attraverso programmi adeguati, docenti all'altezza e un sistema a numero chiuso vero, legato al merito, laurea solo i più bravi, i quali poi sono accompagnati nella carriera da poche e chiare leggi e da una sorta di protezione e/o tutela del titolo(in francia ad esempio solo gli architetti possono firmare gli architettonici...); inoltre lo stato, il potere politico, senza l'uso sistematico dei veti incrociati, tipicamente italiano, promuove architettura(vedi ciò che succede nelle grandi città europee)...questa promozione, sempre secondo me, di architettura di qualità, provoca nell'utente il desiderio e l'abitudine al bello...a parigi, dove sono stato personalmente alla fine di gennaio, non c'è una scritta su muri o metropolitane, la città è pulita e in continuo rinnovamento, sugli edifici recenti c'è sempre la targa dello studio di architettura che ha fatto il progetto, c'è rispetto sia per la cosa pubblica che per quella privata, proprio come in italia...quali saranno i motivi?..secondo me buona educazione, data da regole certe e da certezza della pena....e non mi pare che la francia sia un paese fascista..
..se poi secondo te questo è uno sproloquio...
e non ho capito a cosa ti riferisci quando parli di "suddivisione in p.p.c."
saluti
dik :
la suddivisione in p.p.c. la intendevo come te, i "settori architettonici", sul cui argomento, come ho detto nel post precedente, ci sarebbe da discutere alquanto e mi trovi in pieno accordo con quanto da te esposto(studiare beni culturali e architettonici e trovarsi in possesso di un'abilitazione che mi permette di firmare progetti ...).
il mio era uno sproloquio perchè stanco di vedermi guardato storto e in parte anche deriso quando dico di essere un archi junior, spesso potrei anche presentarmi semplicemente come architetto, ma invece per correttezza postillo sempre la mia J! persino sul biglietto da visita avviso che sono J e spesso mi sento dire: "ma cos'è J, ma allora non sei architetto?"
ebbene si, sono architetto anch'io!

...ripeto, come da alberto sottolineato, l'architettura (o forse meglio chiamarla edilizia) non la si studia più in uni ma la si apprende sul campo!
alberto fabio ceccarelli :
...quanto tu affermi nell' ultimo intervento, dimostra o che io non mi sono fatto capire o che la legge genera confusione; io non ho mai detto che chi si laurea conservazione dei beni culturali può firmare progetti, perchè secondo ciò che dice il 328/01, all'art 16 comma 4, " formano oggetto dell'attività di architetto conservatore....la diagnosi dei processi di degrado e dissesto dei beni architettonici e ambientali e la individuazione degli interventi e delle tecniche miranti alla conservazione"
ebbene non mi sembra che ciò significhi poter firmare progetti; il problema è che se facciamo già confusione noi, pensa i potenziali clienti; inoltre l'essere umano non sempre è corretto, e la legge così cavillosa, di non facile interpretazione, diventerà anche di non facile attuazione, e tanti progetti, secondo me, finiranno per essere firmati da figure non adeguate a quanto prevede la legge...quando poi mi riferivo alla analoga applicazione per gli ingegneri, loro hanno dei campi di attività ben specifici e specialistici e cioè:ingegneria civile e ambientale (opere edili, strutture e infrastrutture...),ingegneria industriale (macchine, impianti industriali...),ingegneria dell'informazione (impianti e sistemi elettrici,...,trasmissione e elaborazione delle informazioni), suddivisi in sez.A e B, ebbene, per essere ammessi a sostenere l'esame di stato le lauree sono tutte in ingegneria, salvo architettura e ing. edile, e informatica...io ,da uomo di mondo giudico ciò come una buona protezione e distinzione delle specifiche professionale, da parte della lobby degli ingegneri(gli ordini..), mentre una pessima difesa del nome e della professionalità degli architetti, specie quelli anziani, da parte dei ns ordini, che dovrebbero dare pareri sulle leggi che ci riguardano tramite il C.N.A.
si vede che, o il CNA in sede istituzionale non ha grosso peso, o era distratto...
il risultato di questa legge genera semplicemente ulteriore confusione sulla ns figura professionale e questo non credo sia utile per nessuno, anzi, secondo me genererà una sorta di guerra tra poveri, perchè i campi di attività legati all'edilizia sono suddivisi in italia in questo modo: agli ing civili va il 65/70 % del mercato, ai geometri il 20 % a noi architetti il 10/15 %....moltiplicando lauree, sezioni e settori, non è che ci hanno fatto un gran favore, perchè le percentuali di lavoro rimarranno le stesse....
spero con quest'ultimo intervento di aver chiarito il mio parere e determinati aspetti della legge a tutti coloro che sono intervenuti
un saluto
Arch_ino :
Salve volevo solo ricordare a tutti i colleghi che l'architetto con formazione triennale si chiama "iunior" alla latina come recita il decreto 328 e non "junior" all'anglosassone come capita spesso di vedere. "Iunior" alla latina dovrebbe appunto sottolineare il fatto di avere competenze minori, è stato un termine suggerito al legislatore dall'Accademia della Crusca, mentre lo "junior" anglosassone sottolinea piuttosto una più giovane età... e la maggior parte degli iunior almeno per ora tanto giovani non sono, me compreso :-) Comunque anche io sono uno degli onesti che sottolinea sempre il fatto di essere "Architetto iunior", lo faccio anche sul biglietto da visita... ma in barba alla deontologia professionale, ai 30 esami fatti, all'esame di stato con 4 prove... il mio ordine professionale mi ha confezionato un timbro dove "Architetto" si legge appena e "IUNIOR" è scritto enorme, oltre ai soliti sorrisini che mi accompagnano quando dico di essere iunior... Scusatemi il piccolo sfogo, studierò un altro paio di anni, però i professionisti vanno rispettati tutti e si dovrebbero distinguere proprio per il rispetto che hanno l'uno per l'altro a prescindere dalle leggi che regolamentano la professione.
sol arkcons :
Ci si è davvero dati un bel da fare, è un bel dialogo tra competenze e personalità differenti...
Ebbene, potrebbe aggiungervi qualcosa di utile un misero Architetto Conservatore.. o come lo avete chiamato uno che ha studiato Storia e conservazione dei beni architettonici??
Mi sono laureato con il vecchio ordinamento, quindi ho fatto ben 34 esami, in una facoltà di architettura secondo un ordinamento didattico che ben poco ha a che fare con una laurea umanistica: Matematica, fisica, Statica, Scienze delle Costruzioni, Materiali, Tecnologie..... e anche Chimica cosa che non penso sia inclusa in un Piano di Studi in "Architettura".
Se solo questo non basta per chiamarmi architetto, continuo.
Mi dispiace se qualcuno ancor non ha "studiato" il 328/2001, ma per accedere al settore "conservazione dei beni architettonici e ambientali" serve una laurea in classe 10s ossia in Conservazione dei beni architettonici e non beni culturali come sopra dice qualcuno; la verità dice anche che per noi non è possibile poter firmare un progetto, che se riguardasse il "nuovo" sarei ben daccordo, ma anche il restauro, disciplina che richiede una preparazione ben più approfondita di un semplice Laboratorio (vedesi Piani di Studio laureati architettura).
Al dunque noi architetti conservatori, al momento, in Italia, possiamo solo essere Consulenti, al momento io, con laurea V.O. Tesi di Laurea su un Proggetto di Restauro che arriva fino alla Cantierizzazione dei più piccoli particolari tecnologici d'intervento, non posso firmare un progetto. E questo solo per chi ha paura che una professione emergente, che potrebbe riguardare più del 50% del volume di affari sull'architettura, possa stabilire una esclusiva privando gli altri. Ben lungi, il nostro interesse è solo la conservazione Architettura, non aspiriamo a progettare il nuovo!!!!!
Un giorno un mio maestro mi disse che l'edile in antichità era colui che sentiva la musica delle costruzioni, un architetto era colui che ne aveva dettato la forma con l'idea e la materia, in esso era concentrato un principio che è la creatività!! Credo che ci accomuni in parte, la creazione forse oggi è diventato mera tecnologia e non ha un idea. Architetto non è più Archi ma solo Tetto, sono felice di essere Conservatore, perchè ciò mi fa entrare nel manufatto e viverlo nel suo processo di trasformazione.
Se in Italia si potesse, sarebbe giusto, stabilire i titoli per merito e non per possesso di pezzi di Carta.
Ha ragione arch_ino vanno rispettati tutti i professionisti, e quando si parla di uno di loro o si interpella la categoria sarebbe bene farlo con garbo e rispetto.
alberto fabio ceccarelli :
...io la legge l'ho studiata talmente bene, che ne ho riportato degli stralci, che ripeto...laurea per architetti conservatori, art 17...classe 10/s..conservazione dei beni architettonici e ambientali; classe 4s architettura e ing.edile..attività professionali art 16 comma 4. formano oggetto dell'attività professionale...della sezA settore conservazione dei beni architettonici e ambientali: a)diagnosi dei processi di degrado e dissesto dei beni architettonici e ambientali e la individuazione degli interventi e delle tecniche miranti alla loro conservazione.
a me sembra che la legge sia molto chiara in quanto a competenze...eppure le interpretazioni sono varie, e ad oggi, a precisa domanda, gli ordini professionali non sanno come raccapezzarsi..inoltre la formazione differenziata, tra facoltà e facoltà,pone ulteriori problematiche...ma il punto poi, secondo me è un altro..in qualsiasi intervento di restauro che io conosca, salvo il restauro di ruderi archeologici, vi è sempre un intervento progettuale di adeguamento tecnologico/funzionale, campo questo nel quale dubito tu sia particolarmente ferrato...è per questo che la DIA, secondo me e secondo l'opinione corrente tu non la puoi firmare....la mia critica, poi, più generalizzata, è che c'è un totale scollamento comunque, quale che sia la facoltà e il tipo di studi, rispetto alla professione...la maggioranza dei laureati in architettura che si sono avvalsi del mio aiuto per l'abilitazione , non avevano idea di come svolgere un tema urbanistico, di come progettare, secondo le normative e le basilari regole funzionali, una residenza, una scuola, o un piccolo museo/bibblioteca, che sono le tematiche base date all'esame..quindi le mie opinioni si basano su ciò che vedo tutti i giorni...
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