aLICE : [post n° 77964]

Concorsi

Invito a sfogliare uno degl'ultimi inserti di Casabella sulle ultime trasformazioni infrastrutturali previste per Napoli:molto interessanti i progetti di Karim Rashid per piazza Borsa mentre per la piazza della stazione il progetto di Dominique Perrault secondo me potrà dare uno straordinario impulso a Napoli e ai suoi collegamenti; mi rivolgo agl'architetti napoletani e a chi si preoccupa delle sorti del territorio campano in modo disinteressato e chiedo se siete d'accordo con l'approvazione di questi progetti, inoltre siete d'accordo ( io si )per la localizzazione della scultura di Anish Kapoor all'ingresso della metro?Grazie per gli eventuali commenti.Ciao
aLICE :
Il progetto di Karim Rashid per la metro di piazza Borsa non é visibile nell'inserto di Casabella ma sulla rivista l'Arca.
contro Botta :
io ho assistito alla presentazione del progetto fatta da dominique al politecnico di milano qualche mese fa. ha mostrato dei video interessanti e ha descritto la particolarità del sistema di copertura. il progetto è molto spettacolare e credo ai limiti della sostenibilità economica. ci vorrà una mobilitazione di capitali stile fiera fuksas. comunque trovo più interessante il suo progetto a pietroburgo. comunque quello a napoli è il progetto meno perraultiano e quindi non mi piace. pare foster (peraltro autore alla pari di perrault riguardo le grandi infrastrutture) con qualche raffinatezza arborea alla ito. kapoor è un artista di fama, non credo piaccia ai napoletani, ma se potesse garantire un certo 'impulso' alla città credo verrebbe accettato con disincanto. progetti del genere devono essere sostenuti con entusiasmo, ma dubito che la città di napoli sia così aperta alla sua 'risistemazione' dato che i problemi più grandi provengono da altre zone della città. non di certo dalla metropolitana, che già oggi è la più bella d'italia con tutti quegli interventi e installazioni artistiche. purtroppo sono state un (bel) buco nell'acqua. pertanto il progetto di perrault (se verrà mai realizzato dissanguando le casse di chissà chi) non avrà nessun effetto sulla città. napoli non è milano. tantomeno bilbao. purtroppo.
aLICE :
Sono le infrastrutture che possono dare un impulso per il cambiamento della mobilità sul territorio e di conseguenza far crescere la metropoli socialmente culturalmente ed economicamente quindi lodevole l'iniziativa comunale di invitare validi architetti come Perrault; ho assistito alla presentazione della sua mostra al palazzo reale di Napoli dove é stata accolta con grande entusiasmo, é molto ammirata la sua architettura; Kapoor un artista tra gli artisti (i napoletani);amo i napoletani e avendo seguito la trasformazione della città nell'ultimo decennio non la paragonerei ad altre metropoli in quanto la metropoli del sud come altre metropoli é unica e irripetibile nella sua popolazione come nella sua architettura. Ciao
contro Botta :
alle presentazioni c'è sempre entusiasmo e sfarzo. ci mancherebbe. succede così anche all'urbancenter della nebbiosa milano. lontana anni luce dal iamme iamme. chiusi i rinfreschi, riempiti le pance e le tasche e le memorie delle digitali, tutto torna alla normalità. anche palermo ha affidato a perrault il compito di rendere internazionale la città. altra iniziativa stile napoli. bellissime idee. più tridimensionali di altre.
ormai il futuro di certe città italiane (quasi tutte a dir la verità) è la sua storia. la sua immagine fossilizzata dei 'bei' tempi che furono e dei bei tempi che saranno. ma altrove.
e la sua proiezione nel futuro non è composta da megainfrastruttureipertecnologiche, che rimarranno solo relegate alla visione virtuale, nei pc di qualche computer in qualche studio d'architettura...meglio d'ingegneria, e in moltissimi archivi.
idee come tante altre.
pur sempre più entusiasmanti di quelle che non sono state video-rappresentate.
desnip :
... stiamo sempre a lamentarci della fossilizzazione delle città italiane, del loro provincialismo, del fatto che non si dia spazio all'architettura moderna, e poi quando una città si apre ad artisti ed architetti di fama internazionale stiamo a lamentarci che non è questo che risolve i problemi delle metropoli. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare!
contro Botta :
noi di architetti di fama internazionale abbiamo michelangelo, leon battista alberti, brunelleschi, sanmicheli, palladio, guarini, bramante, e sai anche tu che la lista è infinita. e tutti nomi di quel calibro.
che vuoi farci? ora tocca al resto del mondo tentare la vana impresa di raggiungerci.
il provincialismo è del mondo.
e delle menti di chi non sa valorizzare il proprio patrimonio.
se volete fare qualcosa di moderno andatevene dove non c'è la storia. e fate i creativi là. per lavorare in italia bisogna essere all'altezza di quei nomi. forse perrault - nonostante tutto - è troppo poco - chiedilo a quelli che furono e loro ti risponderanno.
desnip :
se vai in un qualunque centro storico italiano trovi monumenti di epoche diverse armoniosamente affiancati. Penso che se un Bernini o un Borromini dovevano realizzare qualcosa a Roma non si andavano a preoccupare dei grandi del Rinascimento, che rischiavano di non essere superabili. Perchè tutto ciò che è fatto nel XX e XXI secolo dovrebbe non essere all'altezza del passato?
contro Botta :
beh la tua osservazione è giusta, e ricorda quel che meglio ha scritto lecorbu a proposito delle 'cattedrali bianche'. tuttavia lecorbu ha dato sempre prova, come anche wright a venezia, di essere totalmente incapace di misurarsi col contesto. che significa? che la loro architettura era troppo violenta per il centro storico. quello che funziona perfettamente in una citta 'senza storia' come new york (guggenheim) non funziona a venezia. rivediti il progetto di wright e idem quello di lecorbu.
quello che funziona meravigliosamente nelle praterie è maledettamente volgare nei centri storici italiani.
perché?
quando lecorbu ci ricorda che le cattedrali erano bianche, che poi in realtà erano colorate, lo fa per comodità. per legittimare teoricamente il suo modo di fare tabula rasa contro il contestualismo (che ancora non si chiamava così).
eppure lecorbu sapeva, perché non era scemo quando arrogante, che nel passato i vari stili architettonici delle diverse epoche, seppur antitetici nei principi strutturali (romanico/gotico) ad esempio (rinascimental/barocco) etc. sono tutte elaborazioni, integrazioni, sovrapposizioni di cose già dette.
in sostanza ogni elemento innovativo veniva a modellarsi su quel che già era stato inventato. questo anche perché le maestrie locali tendevano a riproporre le loro conoscenze anche in presenza di 'disegni' nuovi.
insomma la colonna, il capitello, e tutti gli elementi 'classici', così come i materiali, erano molto più simili tra loro di quanto lo furono con l'innovazione' del calcestruzzo armato che consentiva semplificazioni inconcepibili e irrealizzabili prima.
ora quel materiale ha portato gli architetti a sbizzarrirsi con forme libere. presi dall'euforia del 'tutto è possibile o quasi' e dall'imperante avanguardismo artistico peggiore (della serie 'rifiutiamo il passato' - perché in realtà è troppo difficile competere con tecniche, forme e artisti che avevano già raggiunto la perfezione assoluta nel '600) gli architetti si sono messi a costruire cose mai viste prima.
bello certo. ma quando non devono confrontarsi con le cattedrali. che se proprio vogliamo vederle bianche, le vediamo bianche, ma almeno non le vediamo cementate.
quando i 'postmoderni' hanno riproposto i modelli classici si è capito che ormai non c'erano più possibilità di 'recuperare' il perduto. tutto diventava ridicolo. las vegas non aveva nulla da insegnare insomma.
ora non solo non ci sono michelangelo o brunelleschi (che con buona pace di zevi saranno pure 'eretici' ma utilizzavano comunque in maniera espressiva elementi classici...e quindi si inserivano perfettamente nei centri storici anche quando proponevano sistemi costruttivi arditi) ma manca totalmente la cultura del dire la propria variando su un tema: quello del contesto storico. anch'esso è un palinsesto. ma va pur sempre considerato: sennò diamo ragione a lecorbu e riempiamo l'italia di volumi sbrecciati alla libeskind, che vanno bene per un museo ebraico come per una chiesa metodista, che vanno bene a londra come ad amalfi. ma che in realtà stanno bene ovunque (o quasi) tranne in italia, dove c'è una cultura architettonica che va difesa con le unghie dalle brame di ottimi architetti come ito o isozaki. capaci di far capolavori fino a quando non tentano di metter dito in italia.
la pensilina di isozaki è la peggior cammellata della storia dell'architettura contemporanea.
fortunatamente hanno trovato durante gli scavi un percorso archeologico e hanno deciso di interrompere i lavori.
desnip :
...tu quando progetti metti timpani e capitelli?
contro Botta :
lavoro sul contesto proponendo mie soluzioni che si armonizzano con quel che già c'è.
hai presente l'armonia in musica? immagina un contesto rappresentato da uno o più temi.
il mio è una variazione su quelli.
nessun cubo calato dall'alto.
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