bonaparte : [post n° 226506]

contribuenti minimi o forfettone, conviene?

il commercialista mi dice che è una fregatura, voi cosa ne pensate?? io non ci capisco niente, ma ho come l'impressione che lui stia provando a giustificarsi x il fatto di avermi ormai aperto p.iva ordinaria!!! come faccio a uscire da questa situazione??? c'è una clausola a cui mi posso appellare per passare a questo regime anche se ormai sono "ordinaria"???
Da :
io sono nei minimi e mi sono trovata bene, per me che lavoro otto ore in uno studio e faccio qualche extra come free lance va bene, degli altri regimi mi spaventava l'idea degli studi di settore. però è una scelta che fai a priori, all'apertura di p. Iva.
credo che potresti chiedere delucidazioni a riguardo direttamente all'agenzia delle entrate. vai sul sito e prenoti l'appuntamento, così non devi perdere la mattinata in fila.
A me è capitato anche di chiedere spiegazioni via mail e mi hanno sempre risposto.
gg :
se non ti ha fatto aprire il regime agevolato è lui che ti ha fregato.
Invece puoi passare al regime dei minimi quando vuoi.
[p+A news: Regime-agevolato-o-regime-dei-minimi]
ArchiAle :
Secondo ti ha dato un buon consiglio. Io ho scelto la partita iva normale! Se consideri che per i primi tre anni di attività, sempre senza superare i 30.000 euro di imponibile annuo hai l'aliquota irpef fissa al 10%, contro il 20% del regime dei minimi... è la metà esatta! e poi puoi abbattere l'iva dei costi che sostieni. Anzi, secondo me il tuo commercialista è stato pure onesto, perchè la maggior parte dei suoi colleghi "impone" il regime dei minimi ai propri clienti, perchè per lui implica una mole di lavoro moooooolto più esigua (non deve fare la comunicazione iva!!!), ma comunque facendosi pagare la prestazione completa.....
ArchiAle :
Mmm....Ovviamente , come fa notare gg, anche io mi stavo riferendo al regime agevolato, (osiddetto "forfettino")!! Ciaooo
gg :
esattamente quello che dicevo.
p.iva ordinaria non è il regime agevolato.
E puoi accedere al regime agevolato solo la prima volta che apri una partita IVA per quella categoria.
Se ne ha aperto una "normale", è troppo tardi.
bonaparte :
il comm. ritiene che x chi è collaboratore in uno studio x i primi tre anni convenga essere in p.iva ordinaria così da far pagare tutte le tasse allo studio x cui si collabora, che mi fa da sostituto d'imposta. poi nei suoi progetti dopo 3 anni (che è il periodo obbligatorio in cui si deve rimanere nell'ordinaria) se avrò dei clienti privati e lavorerò + da freelance, mi farà passare al forfettone!!! il dubbio mi è sorto dal fatto che sono l'unica ad aver adottato questa soluzione, quindi mi è sprta un po' di sfiducia... mi sto sbagliando??
ArchiAle :
Mah.... in verità non capisco bene dove sia il vantaggio per te o per il tuo commercialista nel far pagare più tasse al tuo "dominus"... Diciamo che finchè avrai un sostituto d'imposta il problema a te non si porrà. L'unica cosa sulla quale secondo me il tuo comm è stato superficiale è che deduco tu non abbia un contratto a tempo indeterminato con questo studio, nè tantomeno una impossibilità contrattuale a fare qualche lavoretto come libero professionista per conto tuo nel frattempo.... Insomma, finchè qualcuno paga le tue tasse no problem, però forse io avrei optato per il regime agevolato. Ma, come ti ripeto, potrebbe sfuggirmi qualche passaggio nelle intenzioni del tuo comm, perchè anch'io sono pur sempre un architetto e il fisco non è propriamente il mio cavallo di battaglia...
bonaparte :
tranquillo, non è neanche il mio cavallo di battaglia!!! la questione è questa: lui sostiene che la tassa sostitutiva del forfettino sarebbe stata a mio carico xchè non applicabile direttamente in fattura visto che va pagata dopo aver fatti il calcolo mensile ricavi-spese... sarà vero??? x il fatto del contratto sono tranquilla xchè alcuni clienti dello studio sono seguiti solo ed esclusivamente da me, e credo che questo sia il miglior contratto... ma la questione fiscale non torna nepppure a me... mistero del mio commercialista !!!
gg :
Mediamente agli inizi non si hanno guadagni stratosferici.

Con il regime ordinario mediamente a fine anno si finisce a credito d'imposta, visto che ti viene detratto a monte il 20% dall'imponibile. Invece, nel caso del regime agevolato questo 20% non ti viene detratto, ma ti viene dato in fattura. E a fine anno paghi solo il 10%.

Non è corretto dire che in un caso le tasse te la paga il datore di lavoro e nell'altro no. Il compenso è sempre quello: l'imponibile. Nel caso del regime ordinario ti viene detratto il 20% e versato a parte, nel caso del regime agevolato quei soldi ti arrivano direttamente in tasca e a fine anno fai tu il versamento del 10%.

Il vantaggio aumenta più ti avvicini alla cifra fatidica dei 30.987 euro, dato che paghi sempre e solo il 10% di tasse.

Il regime agevolato ha anche un altro vantaggio. Non è indispensabile avere un commercialista, per via del tutoraggio dell'Agenzia delle Entrate. Anche quello incide.
Simone :
Io sto per finire il mio terzo anno fiscale con IVA agevolata al 10% e dall'anno prossimo farò il forfettone.
Ho studiato tutto abbastanza approfonditamente e devo dire che se tornassi indietro rifarei la stessa cosa!
Il forfettino (iva al 10) è troppo comodo! E' leggermente più complesso del forfettone ma paghi la metà delle tasse ed in più le spese per gli strumenti di lavoro costano il 30% in meno sul prezzo di acquisto (-20% che scarichi ed il restante 10 che deriva dalla detrazione dall'imponibile).
Ora passerò al forfettone che è più vantaggioso della partiva iva normale .....anche se....difetto ENORME...si va SEMPRE in credito d'imposta! Non è vero che se non si hanno spese non si va in credito poichè il titolare della partita iva è tenuto al pagamento del 20% al NETTO DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI e non al 20% sui compensi! A fine hanno quindi TUTTI vanno in credito d'imposta poiche ai compensi bisognerebbe sottrarre le spese per la previdenza....ma perchè nessuno lo dice?
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