Orizzontale vs Parasite 2.0. Collettivi a confronto

due giovani studi italiani per "i lunedì dell'architettura"

Roma, lunedì 19 novembre 2018 | ore 19:00

Si svolgerà domani - lunedì 19 novembre - il secondo appuntamento di CROSS, il programma di conferenze curato da Matteo Costanzo e Emilia Giorgi nella cornice dei celebri "I lunedì dell'Architettura" di IN/ARCH Lazio, creati da Bruno Zevi fin dalla fondazione dell'Istituto.

Ospiti di questa settimana due giovani collettivi italiani: Orizzontale, studio romano neo vincitore del premio "Giovane Talento dell'Architettura italiana" e Parasite 2.0, studio di ricerca, architettura e design con base a Milano e Bruxelles.

Sembrerebbe quasi una sfida centro - nord a colpi di progetti realizzati e stato di avanzamento della ricerca ma, data la morale alla base dei due studi, si tratterà piuttosto di un momento di confronto e scambio di opinioni e visioni sull'architettura, in cui anche il pubblico presente sarà invitato a partecipare attivamente.

Asse Roma - Milano/Bruxelles: da un lato Orizzontale con l'obiettivo e la volontà di riattivare gli spazi urbani dimenticati; dall'altro Parasite 2.0, dallo sguardo più radicale, costantemente impegnato nella ricerca sul rapporto tra uomo-natura e sui luoghi dell'abitare.

Ma quali sono le somiglianze e quali le divergenze nell'approccio all'architettura e allo spazio, sia esso urbano o abitativo?

Primo elemento che li accomuna è l'anno di fondazione degli studi, il 2010, durante i percorsi universitari. Passioni comuni cresciute durante gli anni di formazione, idee nate e sviluppate a volte per evadere dagli assiomi accademici troppo spesso anacronistici e poco stimolanti. Vi è poi la partecipazione a YAP MAXXI - Premio Internazionale indetto dal Museo MAXXI e dal MoMA PS1), aggiudicato nel 2014 da Orizzontale, poi da Parasite 2.0 nel 2016.

Tra le principali differenze, invece, la prima è forse il campo d'azione con conseguente diverso utilizzo dei materiali. Se Orizzontale si concentra principalmente sul riuso e l'autocostruzione sfruttando le risorse a disposizione, Parasite gioca invece sui contrasti, accostando materiali plastici ad elementi naturali per forzare il "limite tra natura e artificio".

Foto 1: © Orizzontale, Mulino | Foto 2: © Parasite 2.0, Moonscape, Terni Festival 2018

Orizzontale

Do it yourself architecture for common space (Fai da te l'architettura per lo spazio comune). Orizzontale si presenta così, e difatti proprio spazio pubblico insieme ad autocostruzione e impiego di materiali di riuso sono i principi fondanti alla base dell'operato di Jacopo Ammendola, Juan Lopez Cano, Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo.

Un approccio che riesce ad attraversare ampiamente gli ambiti di architettura, urbanistica e arte pubblica scardinando gli schemi e mettendo alla prova i limiti del processo di creazione architettonica.

Sin dal principio di formazione, tra le mura di Valle Giulia, la missione di Orizzontale è stata dunque quella di promuovere progetti di spazi pubblici relazionali, dando forma ad immagini di città dismesse o inedite a partire dalla sperimentazione di nuove forme di interazione tra gli abitanti e i beni comuni urbani. Una ricerca iniziata a Roma e proseguita anche all'estero tra periodi di studio e progetti tra Spagna, Germania, Austria, Grecia, Ucraina, Portogallo e Olanda.

La ricerca progettuale di Orizzontale si sviluppa quindi a partire da un'idea di spazio pubblico inclusivo e multidisciplinare con l'obiettivo di dare una risposta ai nuovi bisogni sociali facendo leva sull'ottimizzazione delle risorse disponibili e "creando una sinergia tra le diverse tipologie di rifiuti urbani" come scarti materiali, spazi residuali e usi dimenticati o inediti.

© Orizzontale | Iceberg, Perestrello 3.0

Come opera Orizzontale?

Consapevoli del progressivo allontanamento delle comunità dagli spazi collettivi delle città, per intervenire nella riattivazione di questi luoghi, i 7 giovani architetti sviluppano il loro lavoro a partire da azioni pubbliche, predisposizione di infrastrutture minime, laboratori di costruzione condivisi.

Roma è sicuramente un punto focale nell'idea di architettura del loro progetto, "nel bene e nel male" (come affermato in un'intervista pubblicata su Zero.eu), intesa come strade e piazze piene di vita, l'adattabilità del romano e dell'architettura romana "le case addossate all'acquedotto, gli enormi vuoti all'interno della città, i microspazi pubblici autogestiti dai cittadini, le occupazioni come il Forte Prenestino, le scalinate romane piene di persone".

Tra i loro progetti ricordiamo Iceberg - Perestrello 3.0, prima fase di un processo di riattivazione urbana sviluppata insieme a NOEO e Itinerant Office all'interno della quarta edizione del festival "New Generations - Architects vs the Rest of the World"; il recentissimo Mulino (ZOOART A.R.C.A. 2018 - I satelliti) a Cuneo, e soprattutto , il teatro mobile costruito nel 2014, vincitore del premio internazionale Young Architects Program ("YAP MAXXI 2014") che gli ha conferito lo scorso venerdì il premio "Giovane Talento dell'Architettura Italiana".

8½ - YAP MAXXI 2014 | Foto: © Alessandro Imbriaco

"Una riflessione sulla doppia natura dello spazio pubblico, in quanto spazio della privacy e delle relazioni elettive ma anche intrinsecamente territorio dell'evento e dello spettacolo. L'installazione è una riflessione sul passaggio che trasforma lo spazio pubblico da sfondo di incontri privati e momenti individuali a scena di avvenimenti pubblici e rappresentazioni collettive".

Parasite 2.0

Dietro Parasite 2.0 si nascondono i nomi di Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo. Classe '89, fondano lo studio durante gli anni accademici incentrando la loro pratica tra ricerca, architettura e design.

Il loro lavoro nasce come viaggio attraverso l'Italia, alla scoperta di architetture in abbandono utilizzate per realizzare, spesso "illegalmente", degli interventi temporanei, e concentrandosi poi, con il passare degli anni, sulla progettazione e gli allestimenti per l'arte contemporanea.

A caratterizzare le scelte progettuali è innanzitutto il loro modo di "guardare al mondo e alla vita collettiva". Entra in gioco poi l'interdisciplinarità, che li porta a relazionarsi con ulteriori figure quali artisti e professionisti delle scienze sociali per riflettere "sui possibili processi di emancipazione dell'habitat umano dalle consuete strutture gerarchiche". L'obiettivo è quello di avviare un ampio dibattito sul rapporto con gli altri esseri viventi e sulle modalità in cui nascono le forme dello spazio che scegliamo di abitare.

© Parasite 2.0, Cinema Pepe - Caserma Pepe, XVI Biennale di Architettura, Venezia

Come opera Parasite 2.0

Nella loro visione, l'architettura è l'elemento alla base dei processi di antropizzazione, una sorta di "scissione tra natura e artificio", da cui deriva una necessità di revisione di alcuni aspetti dell'azione umana.

Una ricerca in costante evoluzione e che forse non avrà mai fine, manifestata ampiamente in numerosi articoli, come nella riflessione (pubblicata su Trans Magazine) sulla figura dell'architetto "neofiliaco", ovvero sulla necessità compulsiva di sperimentare cose nuove, portata al limite tale da non godere mai del presente e non riuscire a formulare, quindi, una teoria compiuta.

Lo stesso approccio teorico viene riportato anche in fase di progettazione, trasformando l'idea in un oggetto, soggetto al dibattito.

Ne è un chiaro esempio MAXXI Temporary School: The museum is a school. A school is a battleground, il progetto presentato in occasione del concorso YAP, in cui alla base vi è la domanda sulla funzione di un padiglione temporaneo. La risposta si traduce in un programma e processo prima della forma architettonica: da qui la volontà di trasformare lo spazio del museo in una scuola, evitando il concetto di "padiglione alla moda" e costruendo invece una vera e propria scenografia raffigurante "una natura che non esiste più".

Parasite 2.0, MAXXI Temporary School: The museum is a school. A school is a battleground | © Francesco Stelitano

Se da un lato dunque Orizzontale agisce in maniera più diretta, intervenendo sullo spazio pubblico, Parasite 2.0 basa la sua ricerca su un aspetto più antropologico e sociologico, sfiorando spesso la sfera filosofica.

Per chi volesse approfondire i temi e conoscere direttamente i protagonisti, l'appuntamento è per domani pomeriggio alle ore 19:00 presso la sede ACER in via di Villa Patrizi 11, Roma.

di Elisa Scapicchio

pubblicato il: - ultimo aggiornamento: 

nov 19

Orizzontale vs Parasite 2.0. Collettivi a confronto due giovani studi italiani per "i lunedì dell'architettura"
Acer, via di villa patrizi 11, Roma

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