Il riconoscimento di un bene come patrimonio dell'umanità. Le procedure per l'iscrizione nella «World heritage list». I rischi che minacciano la conservazione dei siti Unesco e le azioni che possono essere messe in campo per contrastarli. Italia, Messico e Brasile: tre Paesi per un confronto internazionale sul grande tema della gestione del patrimonio da tutelare a difesa della cultura e di quei valori universali assolutamente da preservare e trasmettere alle generazioni future.

Appuntamento, il 30 marzo, con un webinar gratuito, rivolto in particolare agli architetti, che si prospetta come un dialogo informale tra massimi esperti di conservazione (partecipano anche Icomos e Iccrom) e rappresentanti di amministrazioni pubbliche, sul tema della conservazione della memoria nei siti patrimonio dell'umanità. Gli interventi metteranno in luce i diversi rischi a cui i beni sono sottoposti insieme alle buone pratiche di gestione e valorizzazione, risultate efficaci per la conservazione e fruizione del patrimonio.

L'incontro è organizzato dall'Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura, da Clust-ER Build, da Progetto "Firespill", Interreg Italia - Croazia e dall'Agenzia per la Ricostruzione - Sisma 2012, nell'ambito dell''International Academy "After the Damages", un progetto di alta formazione approvato e finanziato dalla Regione Emilia Romagna, che vede nella summer school gratuita (la prossima edizione è prevista dal 5 al 20 luglio 2021) il suo momento di massima espressione (per ulteriori informazioni sulla summer school si legga oltre).

IL PATRIMONIO MONDIALE DELL'UMANITÀ

Martedì 30 marzo 2021, dalle ore 14:30 alle 18:30

La candidatura dei portici di Bologna

«Abbiamo incominciato ad immaginare questo momento di incontro dedicato al patrimonio dell'umanità già dall'anno scorso. A funzionare da innesco è stata la candidatura dei portici di Bologna a patrimonio dell'Unesco», riferisce Marcello Balzani, docente dell'Università degli Studi di Ferrara (Dipartimento di Architettura) e moderatore dell'incontro insieme a Stefania Leoni della società consortile ART-ER, Attrattività, Ricerca e Territorio.

«Bologna - continua il professore - riesce, attraverso un grande sforzo, non solo del Comune, ma anche della rete degli Ordini professionali, a dare valore a questa grandissima struttura urbana, che è anche l'immagine della città, ma non solo. I portici di Bologna racchiudono tanti valori: la forma della città, un'idea di tessuto, un'idea di comunità, di religiosità. Il portico non è soltanto un tracciato, è un luogo che sovrappone dimensioni pubblico-private e dimensioni sociali. Di fatto attraversa interamente la città ed è un grande elemento unificatore, che io chiamo "navata urbana", navata di questa grande chiesa laica che è la città».

Proprio del dossier di candidatura dei portici bolognesi parlerà Valentina Orioli, vicensindaca e assessora all'Urbanistica, edilizia privata, ambiente, tutela e riqualificazione della città storica del Comune di Bologna. E, se per entrare nella lista mondiale un bene deve essere di eccezionale valore universale, ecco allora che entra in campo la poesia con l'intervento sulla componente poetica dell'architettura dei portici di Nicoletta Gandolfi, architetto, giornalista e membro delle commissioni Ambiente e Cultura dell'Ordine degli Architetti di Bologna.

Il confronto internazionale: il patrimonio coloniale

Il confronto sulle candidature si allarga alla scala internazionale con le esperienze che parallelamente a Bologna stanno portando avanti Messico e Brasile. Il Messico ha candidato il convento di San Francisco a Tlaxcala, costruito tra gli anni Trenta e Quaranta del Cinquecento. Il Brasile prova ad ottenere il riconoscimento per una porzione del sistema delle fortezze portoghesi sull'Atlantico, «dietro cui si cela anche una storia italiana, perché molte di queste fortezze sono state progettate nel Cinquecento dagli Antonelli», precisa Marcello Balzani. Per il Brasile esporranno Haroldo Gallo, Universidade Estadual de Campinas e Olivia Buscariolli, della Soprintendenza di São Paulo; mentre per il Messico ci sarà Saúl Alcantara Onofre, presidente di Icomos Messico.

«Abbiamo cercato un confronto con gli enti Icomos e Iccrom che hanno un ruolo importante sia nel segnalare e integrare metodologie sia nei processi di valorizzazione dei patrimoni dell'umanità», continua il professore. Intervengono, dunque, Erminia Sciacchitano, membro del Comitato scientifico nazionale Icomos, Icorp - Preparazione al rischio e Webber Ndoro, direttore generale Iccrom, organizzazione intergovernativa che promuove la conservazione di tutte le forme di patrimonio culturale, in ogni regione del mondo. Va ricordato, inoltre, che per l'esame delle candidature, il Comitato del Patrimonio Mondiale si avvale delle valutazioni proprio di Icomos e Iccrom.

Una riflessione sul Patrimonio mondiale oggi è affidata a Raymond Bondin, ex ambasciatore di Malta per l'Unesco ed esperto di patrimonio mondiale.

Uno sguardo al post-candidatura: il caso Ravenna

Sono patrimonio Unesco dal 1996 i monumenti paleocristiani di Ravenna e i rispettivi e spettacolari mosaici (sono iscritti nella lista mondiale il Mausoleo di Galla Placidia, il Battistero Neoniano, la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo, il Battistero degli Ariani, la Cappella Arcivescovile, il Mausoleo di Teodorico, la Chiesa di San Vitale e la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, edificati tra il V ed il VI secolo d.C.). 

Una volta ottenuto il riconoscimento Unesco, bisogna confrontarsi con le necessità di gestione, per garantire standard di protezione elevati e al contempo conformarsi ai requisiti dei processi del Patrimonio Mondiale. L'istanza di conservazione va poi bilanciata con la fruizione turistica del bene. Temi che vanno poi messi a sistema con i rischi che possono creare problemi per la conservazione. Rischi che vanno attentamente valutati e mitigati. Il tema dei mosaici di Ravenna intreccia anche la presenza di Dante che fece della città uno dei suoi luoghi elettivi. Di questo e delle vulnerabilità di una città d'acqua parlerà Maria Grazia Marini, dirigente del servizio Turismo del Comune di Ravenna.

» PROGRAMMA | PROGRAM

L'incontro è accreditato presso l'Ordine degli Architetti di Ferrara. Saranno riconosciuti 4 crediti formativi per la frequenza alla totalità dell'evento.

» ISCRIZIONI PER ARCHITETTI RICHIEDENTI CFP
FINO AD ESAURIMENTO POSTI
ISCRIZIONE SU IM@teria

» ISCRIZIONI PER NON RICHIEDENTI CFP
100 POSTI DISPONIBILI 
Form di iscrizione

Per i dettagli relativi alla procedura di iscrizione si rimanda al
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AFTER THE DAMAGES, INTERNATIONAL ACADEMY E SUMMER SCHOOL

Gli eventi calamitosi, che siano di origine naturale o antropica, non possono essere eliminati, ma è possibile agire positivamente sull'intensità del danno che essi possono causare. Lo si può fare innalzando i limiti di tolleranza ai loro effetti, riducendo così la forza del potenziale disastro. Perché ciò possa accadere, è necessario che avvenga un attento confronto sulle procedure adottate nella gestione di crisi come quelle che negli ultimi dieci anni hanno colpito la Pianura padana e le regioni centrali dell'Italia, per comprendere quali politiche hanno avuto un esito positivo e quali condizionamenti hanno caratterizzato le eventuali inefficienze. 

Sono questi gli obiettivi che si prefigge il progetto di alta formazione After the Damages, promosso dall'Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Architettura, dell'Università degli Studi di Parma - Dipartimento di Ingegneria e Architettura, dall'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - Dipartimento di Ingegneria "Enzo Ferrari", dall'Agenzia per la Ricostruzione - Sisma 2012, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e dal Servizio Patrimonio Culturale, Regione Emilia-Romagna

Con l'Academy «si è concretizzata una grande possibilità di confronto internazionale sulle tematiche legate al dopo-disastro, facendo leva anche sull'importante know-how maturato in Emilia Romagna con la ricostruzione post-terremoto del 2012», ci spiega ancora Marcello Balzani, co-direttore della scuola con i docenti dell'Università di Ferrara, Riccardo Dalla Negra e Roberto Di Giulio.

Il progetto After the Damages nasce con la summer school (svoltasi nel periodo 1-15 luglio 2020), che ottiene un grande successo, e si sviluppa diventando una vera e propria International Academy dopo aver vinto il bando regionale che l'Emilia Romagna riserva ai progetti triennali di alta formazione in ambito culturale, economico e tecnologico. 

Con l'Academy, e con il finanziamento regionale, i momenti di confronto si moltiplicano, diversi focus tematici si susseguono e presto sarà anche lanciato un premio internazionale. La summer school, gratuita per tutti i partecipanti, che nella scorsa edizione ha ricevuto 114 candidature e ha visto la partecipazione di 62 studenti provenienti da 18 Paesi, sarà ripetuta anche quest'anno e si svolgerà dal 5 al 20 luglio 2021.

I partecipanti si confronteranno - insieme al corpo docente esperto nei diversi ambiti della gestione dell'emergenza, ricostruzione e innovazione del progetto d'intervento - sul patrimonio costruito colpito da eventi catastrofici. Più nel dettaglio, saranno diversi i temi del programma didattico: resilienza, governance, normativa nazionale e internazionale, impatto socio-economico, inclusività e azioni partecipative a sostegno delle comunità; documentazione digitale integrata, monitoraggio, modellazione digitale, analisi della vulnerabilità, mitigazione dei rischi; progettazione integrata e tecnologie applicate alla conservazione del patrimonio storico costruito.

Il progetto After the Damages è attuato in collaborazione con i Tecnopoli di Ferrara, Parma e Modena, la Rete Alta Tecnologia, il Clust-ER Build, nell'ambito di un partenariato internazionale di Università, Enti, centri di ricerca e Istituti di Alta Formazione rappresentati, nel Comitato Tecnico Scientifico, da esperti provenienti, oltre che dall'Italia, dai Paesi: Marocco, Brasile, Francia, Ecuador, Cina, Armenia, Spagna, Grecia, Belgio, Germania, Danimarca, Turchia, India e Slovenia.
Ha ottenuto il patrocinio del Consiglio nazionale degli Architetti, del Green Building Council Italia, del Clust-ER Build - Edilizia e Costruzioni, dell'Istituto Italiano per il Disegno, di ICOMOS Italia.
Tra i partner figura inoltre il Progetto "Firespill", Interreg Italia - Croazia il cui obiettivo è migliorare l'efficacia delle azioni da mettere in campo per affrontare i disastri naturali e quelli causati dall'uomo, al fine di diminuire l'esposizione delle popolazioni all'impatto dei pericoli e di aumentare la sicurezza del bacino adriatico, croato e italiano.

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