«Giacomo Boni. L'alba della modernità. Un titolo che coglie quanto mai nel segno per un intellettuale che della modernità è stato uno dei principali rappresentanti in Italia, nel campo delle scienze dell'antichità e non solo. Una mostra ambiziosa e, a quasi cento anni dalla morte dell'archeologo veneziano, un atto dovuto che restituisce la poliedrica personalità e le mille attività di Giacomo Boni da prospettive diverse».

Sono le parole di Alfonsina Russo, Direttrice del Parco archeologico del Colosseo, che ha dedicato - fino al 30 aprile 2022 - la mostra diffusa e itinerante nei Fori per raccontare la vita e la personalità dello studioso veneziano, direttore degli scavi del Foro Romano dal 1898 al 1922 e, dal 1907, con la competenza ampliata alla zona del Palatino. 

Convinto sostenitore della necessità di tutelare e valorizzare l'insieme degli straordinari monumenti che caratterizzano l'area archeologica centrale di Roma, Giacomo Boni fu, infatti, proprio colui che pose le premesse per l'istituzione del Parco archeologico del Colosseo. Il progetto museografico realizzato in quegli anni per il Foro Romano e il Palatino fu il risultato di una molteplicità di interessi e incontri, straordinariamente attuale e innovativo, forse il primo esperimento di parco archeologico in cui natura, resti antichi, ricostruzioni filologiche, rievocazioni e divulgazione riescono a fondersi in armonia.

Organizzata e promossa da Electa e curata da Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Andrea Paribeni con Patrizia Fortini, Alessio De Cristofaro e Anna De Santis, la mostra si articola in quattro sezioni:

  • la vita di Boni | Tempio di Romolo
  • l'attività archeologica e il museo forense | Complesso di Santa Maria Nova
  • la scoperta della chiesa e del ciclo pittorico bizantino | Santa Maria Antiqua e nella rampa domizianea
  • il contesto culturale e artistico del primo Novecento | Uccelliere farnesiane

Un progetto scientifico che - come sottolineato dal Direttore Generale dei Musei Massimo Osanna "non si riduce al racconto dell'operato dell'archeologo, bensì vuole aprire l'orizzonte alla riflessione sulla ricezione e l'eredità del contributo lasciato da Boni alla storia delle ricerche nel Foro Romano e a Roma in generale".

L'esposizione fa emergere, così, la figura di un uomo che, partendo dai cantieri veneziani, (durante i quali, lavorando al restauro del Palazzo Ducale ebbe modo di confrontarsi anche con lo storico dell'arte John Ruskin) divenne col tempo - e da autodidatta - archeologo e architetto, sviluppatore di innovativi metodi di scavo - a cominciare da quello stratigrafico - di restauro e di valorizzazione.

Ma Boni non si limitò solo ad operare sul campo: anche grazie ai contatti con i principali intellettuali europei, dedicò parallelamente la sua vita alla divulgazione delle scoperte archeologiche, precursore nel campo della documentazione, che lo vide compiere riprese e vedute aeree grazie all'uso del pallone aerostatico. L'anticipazione di una nuova modalità di comunicazione dello scavo archeologico.

GIACOMO BONI. L'ALBA DELLA MODERNITÀ
c/o Foro Romano
dal 15 dicembre 2021 al 26 marzo 2022 | 9:00-16:00
​dal 27 marzo al 30 aprile 2022 | 9:00-18:30

info orari e biglietti: parcocolosseo.it

foto: © Flavia Chiavaroli

Il Museo Forense di Santa Maria Nova nel nuovo progetto di COR Arquitectos e Flavia Chiavaroli

Era l'inizo dell'800 quando Giuseppe Valadier venne chiamato a coordinare i restauri in occasione della liberazione delle strutture del Tempio di Venere a Roma, con l'integrazione degli spazi medioevali e la creazione di un nuovo ingresso - con la celebre scala - che dalla quota del Foro conduce al chiostro del convento.

Qui nella chiesa di Santa Maria Nova (nota anche come chiesa di Santa francesca Romana, fondata nel IX secolo e, dal XV secolo, dedicata all'omonima santa) nel 1908 Giacomo Boni istituì il suo antiquarium.

L'intento era quello di presentare al pubblico i risultati delle sue ricerche nel Foro, con le scoperte degli scavi romani, concependo lo spazio e l'allestimento secondo precisi criteri che lo immaginavano un centro culturale di ricerca e studi.

Proprio le fotografie antiche di quegli spazi rappresentano l'ispirazione e il punto di partenza del progetto di COR Arquitectos e Flavia Chiavaroli, che nel restauro e nel disegno del percorso espositivo hanno cercato di ripercorrere i passi - ovvero gli scavi - del celebre archeologo e architetto.

foto: courtesy of © Parco archeologico del Colosseo

"Guardando attentamente i materiali storici, che ritraevano Giacomo Boni all'opera durante le scoperte, abbiamo cercato di ri-immaginare come fosse il suo laboratorio e come si muovesse nelle attività di studio" - spiegano i progettisti. "Il nostro progetto di allestimento ha quindi cercato di musealizzare alcuni degli elementi progettati proprio da Boni che, accuratamente restaurati, diventano, a loro volta, opere d'arte, parte integrante della mostra".

Lo spazio espositivo si trasforma quindi nel laboratorio di Giacomo Boni, dove i visitatori, grazie al restauro dei pavimenti policromi (già ricostruzione del Boni), delle porte e delle finestre (sempre su suo disegno) ed alla rinnovata resa delle stanze, possono provare a rivivere il modus operandi del poliedrico archeologo.

"Per spiegare al pubblico l'avventura di Boni all'interno del Foro, abbiamo cercato di trasformare le sale in una sequenza di "wunderkamera", le stanze delle meraviglie" proseguono i progettisti. - "Attraverso un sistema espositivo integrato, abbiamo voluto evocare il momento dei ritrovamenti, ora cristallizzati all'interno di grandi vetro-camere luminose. Un labirinto luminoso che posa quasi fluttuando sul nuovo pavimento chiaro".

Ne deriva, quindi, un sistema allestitivo - raffinato ed essenziale per lasciare la scena ai contenuti - che espone i reperti "per livelli", così da consentire una più facile comprensione della stratigrafia del terreno e assegnare i ritrovamenti ai differenti periodi.

foto: courtesy of © Parco archeologico del Colosseo

SALA 1 | Il Sepolcreto: Protostoria / Arcaico

Varcato l'ingresso, il viaggio comincia nella sala che rappresenta proprio l'antiquarium disegnato da Giacomo Boni. Qui si ritrovano la quadreria con disegni alle pareti, il plastico degli scavi e le sepolture ricostruite nelle vetrine da lui progettate. Queste, accuratamente restaurate, riacquistano i colori originali, e fluttuando all'interno di nuove teche - ospitanti le tombe originali scavate da Boni - diventano parte integrante della mostra.

foto: © Marco Cremascoli

SALA 2a / 2b | La Fondazione di Roma: Le origini

Le due sale, affacciate sulla cella di Venere, recentemente restaurata grazie al supporto della nota azienda di moda Fendi, sono dedicate alle origini di Roma, in un'interazione dialogica tra i gruppi scultorei e l'imponenza dell'architettura prospiciente.

Nella prima, le pareti mostrano i primi quattro frammenti dei fregi della Basilica Emilia e sui pavimenti - poggiati sulle nuove basi progettate dai progettisti - trovano posto i gruppi dei Dioscuri, Ara Dioscuri e Ara Giuturna.

La narrazione mitica dei fregi prosegue nella parete della sala successiva e sui nuovi espositori, a pavimento, con i reperti scultorei e con la narrazione del sacello di Giuturna, la statua di Apollo, la statua di Asclepio, il pozzo ed Ercole.

foto: © Marco Cremascoli

SALA 3: La sala delle Stipi: Il Foro come centro politico e religioso

La visita si conclude nell'ex lapidarium, in un labirinto di testimonianze architettoniche dei monumenti cardine del Foro, espressione della vita politico-religiosa della città. Le teche di grandi dimensioni, progettate ad hoc, scandiscono lo spazio, in un percorso all'interno di ricostruzioni legate agli ultimi studi di Boni relative ai complessi monumenti di "Lapis Niger", "Tempio di Vesta", "Clivo Capitolino", "Equus Domitiani, "Doliola" e l'antichissima Regia. 

foto: © Marco Cremascoli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CREDITI DI PROGETTO:
Le nuove sale espositive a Santa Maria Nova a Roma e l'allestimento "Giacomo Boni. L'alba della modernità"

Cliente: Parco Archeologico del Colosseo, Electa (organizzazione e produzione mostra) 
Cronologia: 2019 - 2021
Dimensioni: 520 mq

Progettazione
Autori: COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues) e Flavia Chiavaroli
Collaborazione di Lorena Di Bari, Francesco Deluca, Greta Curati
Coordinatore gruppo di progettazione e Direzione Lavori: arch. Cristina Collettini
Progetto restauro chiostro e Assistenza alla DL: arch. Giuseppe Papillo - Studio Aurea
Progetto impianti: ing. Luca Argentieri
Progetto domotica: ing. Andrea de Martino - Engineering Solutions
Progetto strutturale: ing. Giuseppe Carluccio
Progettazione antincendio: ing. Antonio Giancotti
Progetto illuminotecnico: arch. Carolina de Camillis, arch. Riccardo Fibbi
Coordinatore della sicurezza per la progettazione ed esecuzione dei lavori: arch. Giorgio Pala
Coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e esecuzione per i lavori del chiostro: arch. Maurizio Tessari
Assistenza contabile: geom. Pietro Piazzolla

Realizzazione
Lavori edili: Blasi Costruzioni Ettore Palmucci Roma Consorzio Edil4Amendola
Impianti: ZP Elettronica
Programmazione KNX: ing. Dario Fiocchetti

Allestimento
Organizzazione Mostra: Electa / Anna Grandi, Marta Chiara Guerrieri, Federico Marri
Progetto di allestimento, art direction, Direzione Lavori: COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues) e Flavia Chiavaroli
Identità visiva e grafica di mostra: Tassinari/Vetta

Realizzazione dell'allestimento: Articolarte srl
Progetto luci: iGuzzini, consulenza Studio De Camillis Fibbi
Trasporto e movimentazioni: Montenovi srl
Apparati grafici: SP Systema

pubblicato il:

dic 15
apr 30

Roma, dopo anni di attesa riapre l'Antiquarium del Foro Romano. A firmare l'intervento COR Arquitectos e Flavia Chiavaroli restauro e allestimento delle sale museali nel Complesso di Santa Maria Nova e la mostra "Giacomo Boni. L'alba della modernità"
Complesso Santa Maria Nova, Foro Romano, Roma

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