Premio internazionale Carlo Scarpa per il giardino

Milano, 19 aprile 2006, ore 11.30

Centro Culturale Svizzero – Sala Meili, Via Vecchio Politecnico 3

 

Giunto alla sua diciassettesima edizione, il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino designa, nell'edizione 2006, la Val Bavona, Canton Ticino, Confederazione Elvetica.  

Intitolato non a caso a Carlo Scarpa (1906-1978), uno dei più stimati maestri del paesaggio, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita, il Premio è stato istituito dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche con l’intento di diffondere le scienze e le arti del “governo del paesaggio”.

La giuria internazionale del Premio, presieduta dal prof. storico dell’arte Lionello Puppi e coordinata dall’arch. Domenico Luciani, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche, promuove ogni anno una campagna di attenzioni verso un luogo particolarmente denso di valori di natura e di memoria, esemplare per la sua concezione, per il suo governo e per la sua forma e vita in continua modificazione.

Il riconoscimento non è attribuito tanto a inventori o committenti, rifugge fenomeni effimeri e ricerche d’effetto. Segnala, piuttosto, la sapienza nel governo del luogo, la responsabilità e la continuità che consentono di far vivere un paesaggio, di ritrovarlo rinnovato, in un equilibrio tra innovazione e conservazione.

Il Premio consiste anche nella pubblicazione di un dossier curato e realizzato dalla Fondazione, che annualmente testimonia la storia, la geografia, le condizioni del luogo premiato, e nella raccolta dei relativi materiali bibliografici e cartografici, messi a disposizione per la consultazione pubblica.

 

Il simbolico sigillo disegnato da Carlo Scarpa quest'anno viene consegnato ai rappresentanti della Fondazione Valle Bavona.

La Val Bavona è luogo asperrimo di montagna, nel Canton Ticino, in Svizzera, un solco breve e profondo, "orrido e ameno", scavato dal ghiacciaio, plasmato dall’acqua e dalla pietra, nel quale una comunità ha saputo confrontarsi con la potenza e con la durezza della natura definendo nel tempo le idee, i comportamenti, le misure e i manufatti di una antropologia dell’estremo.

Al di là dello stupefacente catalogo di beni naturali, storici, etnoantropologici che il luogo conserva in sé, le ragioni che rendono la Val Bavona un caso degno di speciale attenzione vanno cercate nella presenza di una comunità dotata di un livello raro di consapevolezza, perfino orgogliosa degli elementi di peculiarità e di diversità, percepiti come eredità da trasmettere.

Il valore di queste testimonianze non viene da emergenze monumentali o committenze famose, ma dall’ingegno e dal lavoro delle generazioni precedenti, dalla tensione irriducibile a non abbandonare la montagna e a dare così senso alla vita e alla morte, dal carattere estremo del confronto con una natura terribile e meravigliosa fino a mostrare il sacro.  

 

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