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Il sito ufficiale del Guggenheim Museum di Bilbao

 www.guggenheim-bilbao.es

 

Il sito ufficiale del Guggenheim Museum di New York

 www.guggenheim.org/new_guggenheim/index.html

 

Articolo di R.Dalisi, "Archimagazine" sul Guggenheim di New York

 www.archimagazine.com/agehry.htm

 

Il sito della società fornitrice delle lastre di titanio

 www.timet.com

 

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Gehry critica il mantenimento del Guggenheim
  da "El Paìs " del 10/01/2001
 

Il museo annuncia che pulirà il titanio in primavera

Cristina Ángulo, Bilbao

 

Tre anni dopo la sua inaugurazione, il titanio del Museo Guggenheim ha cominciato ad avere dei problemi.

In alcune dichiarazioni al The New York Times, l'architetto Frank Gehry, critica l'impresa di costruzione per non aver pulito il titanio prima dell'inaugurazione, come lui chiese.

I responsabili del museo assicurano che toglieranno le macchie causate dal silicio la prossima primavera.

 

Da quando si annunciò la costruzione del nuovo museo Guggenheim a New York, una nuvola di titanio di 45 piani di altezza, progetto di Frank Gehry, la stampa nordamericana ha incominciato a guardare con la lente d'ingrandimento il museo di Bilbao.

 

Le macchie apparse in alcune lastre di titanio hanno stimolato l'interesse del The New York Times che ieri pubblicò una notizia su una questione che fino ad ora non aveva meritato una goccia di inchiostro nella stampa basca.

 

Nelle dichiarazioni al quotidiano newyorkese, Gehry attribuisce lo sporco del titanio all'apatia della impresa costruttrice che si rifiutò di pulire i pannelli prima dell'inaugurazione del museo, come lui "pregò", e si confessa "frustrato" per la situazione tre anni dopo.

 

Il direttore del museo, Juan Ignacio Vidarte, ieri ha assicurato che prima dell'apertura del museo, il 19 ottobre di 1997, dibatterono con Gehry la possibilità di pulire le macchie che erano apparse sul titanio a causa della sporcizia dell'opera, ma l'idea fu rifiutata. Solo per rivestire l'emblematico edificio fu necessario un anno e mezzo di lavoro.

 

Vidarte assicura che in quel momento contavano solo su un sistema di pulizia, quello della Timet, la società produttrice delle lastre di titanio "che richiedeva un enorme costo, senza offrire una soluzione a medio e lungo termine e ci sottometteva allo schiavitú di dover ricorrere sempre a loro per la pulizia, perché si rifiutavano di trasferirci la tecnologia."

 

Il museo contattò la Inasmet, un centro tecnologico guipuzcoano specializzato nel trattamento di metalli, che ha studiato la causa dello sporco e ha sviluppato un prodotto che permette facilmente la pulizia del titanio, utilizzando degli operai "scalatori" per fronteggiare gli insoliti volumi dell'edificio progettato da Gehry.

 

Curiosamente, sono sporche solo le lastre di titanio che non vengono bagnate dalla pioggia, perché la secchezza permette al silicio presente nell'aria di depositarsi, formando croste di sporco in apparenza simile all'ossido. Le macchie sono più visibili sulla facciata posteriore del museo, quella che dà verso l'estuario del Nervión.

 

"Poichè era un problema puramente estetico, abbiamo preferito aspettare a sviluppare in Spagna una tecnologia che ci permettesse di pulire il titanio in maniera funzionale, economica e semplice", sottolinea Vidarte, che nega chiaramente che il materiale si sia ossidato, come invece affermava recentemente The Philadelphia Inquirer, in una notizia che ha causato un tale trambusto da far affermare a Gehry che nel nuovo museo newyorkese non si sarebbe utilizzato il titanio.

   
Le facce arrossiscono sulle macchie di Bilbao 09-01-2001
  da "The New York Times" del 09/01/2001
  di Alan Riding
  Appena tre anni dopo la sua inaugurazione, l'immagine originaria del Museo di Guggenheim a Bilbao è deformata, letteralmente, da macchie marroni su parte della sua brillante superficie di titanio. Il museo dice che inizierà a rimuovere le macchie a primavera, ma il problema ha già provocato imbarazzo.

 

Alcune macchie erano già presenti nell'ottobre 1997 al momento dell'inaugurazione, ma si sono diffuse e scurite. Sono molto visibili sul lato del Fiume di Nervión. Altre macchie possono essere viste dall'interno del museo.

 

L'edificio multisfaccettato, disegnato dall'architetto Frank O. Gehry è realizzato in pietra e vetro, rivestito in titanio. Gehry sintetizza il problema delle macchie "una tempesta in un bicchier d'acqua" aggiungendo che il problema era presente fin dall'inizio <...>.

 

"Se avessero pulito l'edificio quando la costruzione fu completata, le macchie non sarebbero là. È normale: tu finisci un edificio e tu lo pulisce", disse. "Ma non lo fecero. Sono irritato perchè ognuno punta l'architetto".

 

il problema delle macchie è stato sollevato da "The Philadelphia Inquirer" ad agosto, dopo che il Solomon R. Guggenheim Museum di New York annunciò la costruzione del nuovo museo a Manhattan. Disegnato da Gehry, secondo il suo plastico architettonico, sarebbe stato rivestito in titanio, un materiale non solo leggero, malleabile e visualmente drammatico, ma adatto a resistere a ruggine ed inquinamento.

 

Un portavoce del Guggenheim di New York ha affermato "prima di spendere 700 milioni di dollari, noi c'assicureremo che il materiale usato resista alle condizioni ambientali di New York."

 

Gehry replica che il progetto per il nuovo museo, vicino la punta meridionale di Manhattan, è sicuramente da cambiare. "non penso che useremo il titanio", in un'intervista telefonica dal suo ufficio di Los Angeles, "non credo che avremo i soldi per usare il titanio, così non dovremo preoccuparcene."

 

La Titanium Metals Corporation, o Timet, la società che ha fornito i fogli di titanio usati a Bilbao, sottolinea nel materiale pubblicitario che "il titanio è assolutamente immune da attacco ambientale, nonostante le sostanze inquinanti." e aggiunge: "Resiste all'inquinamento urbano, ambienti marini, agli scarichi zolforosi delle aree industriali ed è inattaccabile in ambienti anche più aggressivi".

 

Non è evidente nessun tipo di corrosione sui 42,875 pannelli di titanio, José Ignacio Vidarte il direttore generale del Guggenheim di Bilbao "notammo delle macchie prima dell'inaugurazione, ma decidemmo di non trattare il titanio macchiato per paura che contrastasse troppo con le aree che non sarebbero state pulite."

 

Gehry: "Sono frustrato. Tutto ciò che dovevano fare era pulirlo; li implorammo di farlo. Naturalmente bisognava fare in modo di rimuovere le macchie senza cambiare il carattere del metallo."

 

Gary Nemchock, un consulente di Timet sull'architettura afferma che aveva analizzato le macchie tre mesi prima dell'apertura del museo e aveva trovato che una pellicola di ossido ricopriva il titanio.... questa si genera naturalmente nel momento in cui il titanio è esposto all'ossigeno.

 

"È come una cataratta su un occhio", ci spiegò in un'intervista telefonica dal suo ufficio in Città di Kansas, Mo. "Il titanio non è colpito. Le macchie sono solo superficiali...."

 

La Timet sviluppò una soluzione per pulire le macchie e fece delle prove sulla superficie colpita ma a Gehry non piacque l'effetto, e ci disse di trovare un soluzione migliore.

 

Vennero effettuate altre prove che avevano prodotto ottimi risultati, facemmo una proposta"....ora è nelle mani del Guggenheim e noi siamo disponibili."

 

Vidarte: "la proposta di Timet andò a vuoto perchè non soddisfava la nostra necessità, ovvero pulire il titanio senza ponteggio o una tecnologia sofisticata. Quindi il museo si rivolse al Fundación Inasmet.

 

Alberto Pelayo, direttore ci confermò che la chiazzatura non era imbedded nel titanio bensì un sottile strato trasparente di ossido. La pellicola di ossido si era addensata e macchiata a causa delle particelle di silicio. Il Silicio è presente nell'atmosfera, ma si è potuto legare anche durante la costruzione quando la pietra calcare che contiene silicio fu tagliata sul posto.

 

Inasmet ha sviluppato un prodotto chimico che dovrebbe essere applicato facilmente e rapidamente "il problema principale è far si che il prodotto chimico non tocchi alcuna altra parte dell'edificio, la sua pietra o vetro o marciapiedi. Quindi sarà applicato come una schiuma. Sarà come radere l'edificio.
La schiuma verrà applicata da operai che saranno appesi su piattaforme o attaccati a corde"

   

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